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Jean x Marco pt. 2

-Ventuno, ventidue, ventitré, ventiquattro, venticinque...- Marco, infastidito da quel continuo vociare, mugulò con voce assonnata, senza però dare segno di volersi svegliare. Jean smise improvvisamente di contare, fermando a mezz'aria la mano, sperando di non aver svegliato il marito. Quando si fu accertato di non aver disturbato il sonno di Marco, non perse tempo e continuò indisturbato a contare. -Ventisei, ventisette, ventotto...- -Jean... nnnh...- Mugulò interrompendolo di nuovo, mentre gli occhi si stavano finalmente aprendo. Sollevò il petto, sorreggendosi con le braccia, per strofinarsi gli occhi coi pugni. Quando ebbe preso la lucidità, svegliandosi quasi del tutto, puntò, confuso e ancora assonnato, gli occhi in quelli dell'altro. -Che...- Ma si bloccò, quando, nell'intento di alzarsi, si accorse di essere completamente nudo e col sedere in bella vista. Jean lo guardava con aria colpevole ma allo stesso tempo divertita. -Mi spieghi cosa stavi facendo?- Chiese incuriosito, mettendosi a sedere e smettendo così di dare le spalle al marito. Quest'ultimo alzò le spalle, roteando gli occhi, come se non avesse fatto nulla di male. -Stavo solo... contando...- Marco si accigliò, non capendo a cosa si stesse riferendo Jean. -Contando che cosa? Cavolo Jean, stavo dormendo!- Mugulò, ributtandosi di schiena sul morbido materasso. Jean si avvicinò al corvino, posandoglisi sopra e sorreggendosi con le braccia, per trovarsi il viso arrossato del marito a due millimetri dal suo. -Contavo le lentiggini che hai sul tuo bel culetto.- Sussurrò sulle sue labbra, con voce bassa e sensuale. -Jean!- Esclamò, guardandolo storto e allibito, facendo aumentare la distanza dei due visi. -Ma, almeno, non potevi farlo a bassa voce?! Non che reputi questa cosa normale ma... santo cielo!- Sbottò, trattenendosi dallo scoppiare a ridere. -Bah, poi perdevo il conto e...- Sussurrò, abbassando lo sguardo per trovare una scusa plausibile. -Ma sei serio?!- Esclamò l'altro, interrompendolo e scoppiando poi a ridere, non riuscendo più a trattenersi, seguito a ruota dall'altro.
-Comunque, ora, se permetti, vorrei finire quello che ho iniziato.- Disse fintamente serio, mentre con una mano sfiorava i capelli scuri e lisci del compagno. -E... se invece facessimo altro?- Sussurrò con tono malizioso, accarezzando lentamente il petto di Jean. -Se me lo chiedi così...- Gli scappò una risatina, andando poi incontro alle invitanti labbra del corvino.
-Jean...- Sussurrò, una volta staccati arrossendo e sentendosi incerto su quello che aveva in mente di dire.
Si tirò a sedere, costringendo l'altro a fare lo stesso, mentre lo guardava accigliato.
Non ne sapeva il motivo, ma sentiva che quello era il momento giusto per dirglielo. Jean lo guardò aspettando che continuasse, sfiorando con le dita le guance porpora, ricoperte di lentiggini. -Io...- Provò a dire qualcosa, mentre coi denti torturava il labbro inferiore. Aveva troppa paura di una possibile brutta reazione del marito, voleva dirglielo e togliersi il pensiero, ma era troppo insicuro.
-Ehi, cosa c'è?- Domandò preoccupato Jean, senza smettere di guardarlo, obbligandolo così a girare la testa per evitare un contatto visivo. -Ci ho pensato molto in questi giorni... e... bè, se non sei pronto o semplicemente non vuoi... ti capisco e aspetterò, o accetterò il tuo pensiero... però io...- Balbettò, mentre fissava le sue mani che giocherellavano col lenzuolo che ormai non ricopriva più nulla. Ma Jean interruppe quell'insensato e complicato, per le sue orecchie, fiume di parole, baciandolo dolcemente. -Non devi preoccuparti Marco, io sono qui, qualunque cosa accada non ti lascerò. Dimmi cosa ti turba.- Marco riprese a mordersi il labbro inferiore, mentre i suoi occhi si facevano lucidi. -Ecco, vedi... non c'è nulla che non vada... solo, mi sembra c-che ora come ora... manchi qualcosa... c-come potrei farti capire...- Jean lo guardò sorpreso e con aria confusa e preoccupatissima, come se temesse il peggio. -Che... che vuoi dire...? Intendi che tra noi non c'è più nulla?- Domandò, per poi prendere la testa del corvino tra le mani, stringendola. Marco sgranò gli occhi, andando poi a posare entrambe le mani su quelle del più grande, che a sua volta erano posate ai lati del suo viso, inducendole a fermarsi. -No, no, no... Jean, no!- Si affrettò a chiarire, facendo sì che l'altro si tranquillizzasse subito e cacciasse via quegli errati pensieri. Finalmente puntò gli occhi scuri in quelli castani del marito, che lo guardò serio e ancora molto confuso.
-Allora cosa c'è che manca Marco... io non cap- Improvvisamente si bloccò fissando il vuoto, come se la sua mente gli avesse dato la tanto attesa e temuta risposta. Anche lui provava le stesse sensazioni del marito, anche lui sentiva che mancava qualcosa ad alimentare il loro già enorme amore... qualcosa che non può essere rimpiazzata, qualcosa di talmente importante da essere allo stesso tempo fragile e preziosa, qualcosa... anzi, sarebbe più corretto dire qualcuno.
Marco capì che ormai il marito aveva compreso ogni cosa, ora doveva solo aspettare che egli esternasse una qualsiasi risposta. -T-Ti prego... dì qualcosa!- Quasi lo supplicò, con voce tremante e incerta. -Marco! Mio Dio, certo che sì!- Esclamò come se solo in quel momento avesse ritrovato la voce.
Marco sgranò gli occhi dalla sorpresa, facendosi ammaliare e rimanendo incantato dagli occhi lucidi e dal bellissimo sorriso ad illuminare il viso del moro. -Davvero Jean?!- Chiese, mentre le lacrime già avevano preso a rigargli le soffici goti. -Ho sempre voluto chiedertelo, ma ogni volta avevo paura di una tua risposta negativa, ma ora... cavolo, ora sono così contento!- Abbracciò forte il marito, che ricambiò, sempre più commosso. Il calore di quelle forti braccia non lo avrebbero mai lasciato, ne era più che certo. Tra esse si sentiva a casa, non aveva bisogno di nient'altro se non di essere stretto per sempre in quel dolce abbraccio. E chissà come sarebbe stato avere, tra quei corpi caldi e chiusi in un dolce abbraccio, quel qualcuno di cui tanto sentivano il bisogno i due.
-Ti amo così tanto, Jean!- Singhiozzò, bagnando la spalla nuda del moro. Quest'ultimo si staccò dall'abbraccio, perdendosi nei bellissimi e profondi occhi scuri di Marco, che non riusciva a smettere di singhiozzare dalla felicità. -Ti amo anch'io, Marco.- Rispose dolcemente, per poi baciarlo con passione e immenso amore. Marco circondò, con entrambe le braccia, il collo del più grande, dell'uomo che amava, della persona che aveva sposato, mentre quest'ultimo lo accarezzava sui fianchi nudi. Le lingue approfondivano quel contatto così pieno d'amore, un amore che presto avrebbero potuto condividere con un tanto desiderato bambino.

***

DAAAHHHH!
Lo so, lo so, sono stata assente per tanto tempo e... vi prego di scusarmi per questo! '^'
Ma, purtroppo, la scuola mi porta via molto tempo, in più avevo una specie di blocco dello scrittore, non avevo uno straccio di idea!
Ora spero di continuare riprendendo ad aggiornare con un ritmo più costante e frequente.
Se così non sarà... bè, mi scuso in anticipo ma, davvero, non dipende da me!
Spero che questa OS vi sia piaciuta e spero ne vorrete anche il continuo!

(Sto lavorando sulla Matt x Mello; mi trovo in difficoltà su alcune piccole cosucce, spero di non deludere chi mi aveva chiesto di fare una OS su quei due gnocc-AHEM- bei ragazzoni!)

Ci si vede alla prossima!

Ciá!

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