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πΊππππ β΅ Soundless Cosmos
π»πππππππππ β΅ Morte, Tod, Goethe
π¬πππππππππ β΅ Prigionia, Tortura, inganno, manipolazione, relazione tossica, morte (accenno), tocco non consensuale, dinamiche yandere
π»πππππβ΅ 3448
ππ¬π±π’ β΅ Capitolo inedito
ββ ββ ββ
Il suo corpo doleva come mai prima d'ora, e sinceramente non era poi così sicura di poter durare a lungo, ma non è come se avesse altra scelta. Provò anche a parlare e a chiedere un aiuto, ma la sua voce semplicemente non usciva, non sapeva se era per la gola secca o la posizione scomoda del suo collo. Ha provato a trovare una posizione migliore ma le radici coperte di spine non glielo permisero, riportandola alla posizione originale. O semplicemente come lui voleva che lei soffrisse le sue pene, sempre se potessero essere definite tali. Avrebbe potuto svincolarsi, le radici non erano così strette, tuttavia dubitava di avere dei riflessi così pronti da poter atterrare incolume e poter scappare con la stessa velocità con cui era caduta. Sicuramente le liane scure l'avrebbero facilmente ripresa e portata in un nuova posizione solo più dolorosa della precedente. Ecco cosa lui voleva, e quelle cose lo avrebbero ascoltato ciecamente.
Non erano senzienti come aveva pensato una volta, era come una parte non del tutto autonoma dello stesso Mietitore. Avrebbe voluto affievolire il suo peso ma dubitava seriamente lui l'avrebbe permesso dopo la sua ultima scappatella. Era un individuo strano e di certo era sicura che quella posizione non era per umiliarla o denigrarla, solo per farla soffrire o semplicemente per il suo bene come avrebbe detto Morte.
Chiuse gli occhi, forse se fosse caduta in un sonno profondo avrebbe potuto alleviare le sue sofferenze, ma non Γ¨ cosΓ¬, β Sei stanca? β Il tono era basso e lugubre, come se volesse incutere piΓΉ timore di quanto lei giΓ non provi nei suoi confronti. Ma sapeva che non stava cercando di spaventarla, era capace di ben altro se voleva farlo seriamente. Per lei, il maggiore tra i tre era l'incarnazione della morte, forse non era un caso che ne portasse anche il nome.
La domanda forse era retorica, sperava che lei gli avesse detto di sì e lui l'avrebbe portata a riposare da qualche altra parte. Ma non sarebbe successo. Non lo degno di particolari attenzioni, né un cenno, né la semplice apertura degli occhi. Forse lo aveva preso come un si, il silenzio era sempre la risposta più comoda che andava a lui e che lei non voleva davvero dire. Rigirò una ciocca dei suoi capelli tra le dita, mentre rifletteva per un attimo, o forse semplicemente sperava che lei gli avrebbe reso solo le cose più semplici pregandolo di lasciarla andare. Forse con qualche promessa di non cercare più di scappare, ad una loro minima distrazione, ma che lei non avrebbe mai mantenuto del tutto. Ma sapeva che non sarebbe stato così in nessuno dei casi. Lei non avrebbe fatto quella promessa e non avrebbe smesso di cercare scappare.
Le accarezzΓ² i lineamenti del viso con la stessa cura che avrebbe usato con i propri fratelli. A volte poteva dare l'impressione che lui l'amasse in qualche modo contorto. In fondo Tod non era in condizioni cosΓ¬ differenti, solo per motivi e scopi diversi. β Fa male? β Lei aprΓ¬ gli occhi di scatto e lo sguardo con quell'aria stanca eil suo unico occhio presente brillato del solito rosso, solo piΓΉ intenso e luminoso. Era ovvio che facesse male, lui l'aveva fatto apposta per lei provasse dolore. Quindi perchΓ© mai avrebbe dovuto fingere che non lo avesse fatto? In tutta quella confusione avrebbe potuto dire di sΓ¬ e forse lui l'avrebbe portata in un posto piΓΉ accogliente per riposare, ma avrebbe voluto dire dargliela vinta. β Se davvero ha fatto cosΓ¬ male allora dovresti solo pregare per far finire tutto. β Forse un po' per la posizione e un po' per la situazione in se, per corse con il dito il tratto di mascella partendo dal mento per finire nell'orecchio, dove la frase era stata sussurrata in un soffio leggero. Hai rabbrividito, sapevi che un mietitore aveva la pelle fredda, ma ora come ora lo sembra di piΓΉ o forse era solo la stanchezza a farti percepire tutto cosΓ¬ fastidiosamente. Hai socchiuso le labbra, sentivi che dovevi dire qualcosa, qualsiasi cosa sarebbe andata bene per fargli capire. β M-mor-te... β AspettΓ² qualche altro breve secondo dove le sue mani sfiorarono ancora insistentemente il suo viso e poi sospirΓ². Non sembrava particolarmente colpito. Esitavi, ancora, quindi forse c'era ancora qualcosa che ti tratteneva. β Eh va bene...β LasciΓ² ricadere la mano nel proprio fianco, e ti diede uno sguardo disapprovazione. Forse pensava che sarebbe stato facile come lo era con i suoi fratelli, che lei gli avrebbe obbedito ciecamente subendo tutto quello che lui aveva in mente per conformarla ai bisogni suoi e dei suoi fratelli. β Ci vorrΓ ancora un po' di tempo.β Ed uscΓ¬ dalla stanza, forse aveva qualche anima da mietere o semplicemente si era stancato di perdere contro un essere umano ottuso.
Non si era accorta subito ma qualcosa non andava. Di solito era Morte l'unico che poteva entrare. Goethe era davvero troppo impulsivo l'avrebbe liberata giΓ da tempo, e probabilmente lei avrebbe solo infranto nuovamente le loro regole. Tod invece era ancora in fase purificazione, questo aveva detto Morte. Un inganno? Dubita fortemente, eppure era certa che i suoi occhi non la stessero ingannando.
Le spine si erano allentate di colpo lasciando precipitare nel vuoto, si aspettava di morire o solo di essere ferita gravemente dall'altezza a cui era stata sospesa per chissΓ quanto tempo. Non fu cosΓ¬ perΓ². β Pensavo che sapessi far di meglio che far arrabbiare mio fratello. β Era un tono profondo e gelido che non riconosceva, ma poteva riconoscere la voce dietro quel gelo. Ha aperto gli occhi e davanti a lei c'era Tod, poteva davvero credere che la sua vista la stesse ingannando. L'ultima volta che lo aveva visto aveva i capelli piΓΉ lunghi e un'espressione piΓΉ calda. Ora era solo gelo. Era rimasta a fissarlo e per qualche motivo si ritrovΓ² a pensare che forse Morte non era poi cosΓ¬ male come aguzzino. β Hai intenzioni di fissarmi cosΓ¬ ancora a lungo? β Sapeva che lo stava fissando, ma si sorprese di essere aggrappata al suo collo, forse l'unica cosa che davvero non lo infastidiva. β Che ci fai qui? β Le diede uno sguardo di sufficienza, per poi camminare fuori da quella stanza infernale. β Mi sembra ovvio, pongo fine alla tua punizione. β
Aveva sempre pensato che tra i tre, Tod fosse il meno peggio. Quello da cui si poteva nascondere per evitare di essere toccata in qualche modo da Goethe o per evitare le punizioni di Morte. Non aveva mai davvero funzionato, lui non tradiva i suoi fratelli e loro non avrebbe tradito lui. Lei era quella piccola cosa carina che avevano deciso di tenere con loro e tormentare. Ora perΓ² non sapeva se quel pensiero fosse del tutto azzeccato. I suoi occhi viola erano taglienti e fissavo senza particolare interesse la strada davanti a se, i suoi capelli erano di nuovo quel taglio corto che tanto lo caratterizzava.
β Ecco qua. β L'aveva seduta su una sedia imbottita e coperta con qualcosa di caldo. β Serviti, ora come ora non penso tu possa fare molto per scappare. β Voleva dirgli che era colpa sua se era scappata in primo luogo. Lui aveva instillato in lei quella idea, aveva installato piccoli dubbi e parole adoranti a cogliere l'occasione della sua purificazione per scappare. Ma decise comunque di rimanere in silenzio. Morte era un compagno tremendo ma Tod era ugualmente dalla sua parte.
La tazza era fumante di fronte a sé. Non sapeva cosa c'era dentro e non è come se volesse saperlo ma dubitava ugualmente fosse qualcosa di nocivo. Non erano mai stati così vicini all'idea di mietterla e se davvero lo erano avrebbero preferito baciarla piuttosto che avvelenarla. Prese la tazza e ne sentì il calore avvolgente, pensava che in un posto come questo non esistessero cose calde ma si era ricreduta almeno in parte. Le sue mani al momento era pallide, un colore più da morto che da viva, ma forse era solo una fantasia. In fondo aveva ancora quei segni tra il rosso e il violaceo a confermarlo, fini quasi eleganti se non ne conoscesse la provenienza. Erano in diversi punti sul suo corpo e anche se non poteva vederli sentiva bruciare ancora.
β Pensavo che saresti stata piΓΉ furba di cosΓ¬ nella tua fuga... β Rise amaramente Tod, come si ci avesse sperato nella sua riuscita. β Ma ancora potresti esserti affezionata a noi piΓΉ di quanto vuoi ammetterlo.β Non c'era umorismo o consapevolezza nella sua voce, solo un'affermazione gelida e tagliente. Sapeva che non si poteva essere affezionata a nessuno dei tre, li odiava impotente.
Si era orsa la lingua, come poteva dirle ciΓ². Era stata tutta colpa sua se aveva tentato la fuga, eppure sentiva ancora il suo stomaco girare come se si sentiva in colpa. Ancora una volta era caduta in una delle sue scuse. Si voltΓ² di scatto pronta ad affrontarlo, la sua rivolta muore sul nascere quando posΓ² le sue mani sulle sue spalle per portarla alla posizione originale. β Non scaldarti tanto, non servirΓ a tirarti fuori da questa situazione. β StrofinΓ² il naso su quella porzione di pelle tra il collo e le spalle. Le mancava il respiro e sinceramente non sapeva come tirarsi fuori da questa situazione. Era decisamente troppo intelligente per dimenarsi e sperare che questo potesse servire a qualcosa se non per farlo arrabbiare.
Poi la sensazione era sparita, le sue mani dalle sue spalle e il suo freddo naso dal suo collo, era sola e incapace di far qualcosa che non sia aspettare che qualcuno venga da lei.
Il suo tocco era freddo come quello dei suoi fratelli e lei rabbrividΓ¬ β Questa volta l'hai fatto davvero arrabbiare. β Se si riferiva a Morte, Goethe aveva ragione, lei lo aveva davvero fatto arrabbiare, non che ci volesse molto a notarlo. Non era un'affermazione cosΓ¬ intelligente e spiccata come voleva far sembrare. β Pensa che non voleva che mi avvicinassi a te durante quel periodo.β Era ovvio che lo avesse fatto, a differenza dei maggiori, Goethe non aveva un pugno di ferro duraturo. La sua mano scivolΓ² sul suo fianco per accarezzare le curve, non aveva un po' di pudore sul serio. Non aveva paura di essere infettato dal suo calore o qualcosa di simile, pronunciato da Morte. L'altra mano teneva senza grande sforzo le sue mani sopra la sua testa, era scomodo ma sopportabile, in fondo Morte le aveva fatto passare di peggiore.
β Dovresti seriamente pensare a come ringraziare Tod, in fondo senza di lui saresti ancora la dentroβ Avevano accennato a qualcosa del genere prima e ora poteva capire meglio come erano andate in realtΓ le cose. Non che fosse grata a Tod in qualche modo, era sua la colpa in fondo. β C-come..?β β Un bacio β Disse beffardo, forse non aveva compreso il vero senso della sua domanda, o semplicemente ha scelto quello che era piΓΉ comodo per lui. Ci aveva pensato fino in fondo alla risposta che Goethe le aveva dato. Sapeva benissimo che un bacio sulle labbra ad un mietitore portava alla morte, pensava che fosse cosΓ¬ stolta da crederci. L'albino sembrava non sembrava capire cosa le passasse per la testa, mon era il piΓΉ spiccato dei tre, ma di certo quello che dimostrava piΓΉ affetto. Afferrando fermamente la sua coscia la trascinΓ² a sΓ©, fino a quando non era distesa sulla propria schiena. Lui era in mezzo alle sue gambe e senza nemmeno sporgersi molto aveva il volto a poca distanza dal suo. β Un... bacio... β Aveva sussurrato di nuovo a bassa voce, ma lei lo aveva sentito ugualmente. Si avvicinΓ² ancora e le loro labbra erano talmente vicine che sarebbe bastato poco per farle toccare, eri immobile. Sarebbe bastato poco e sarebbe morta.
β Non pensare di poter morire per cosΓ¬ poco... β affondΓ³ nella sua clavicola lasciandola alquanto sorpresa. Goethe era un individuo volubile, lo era sempre stato, solo ora perΓ² era piΓΉ tangibile. Emise un forte lamento contro la sua clavicola, e la sua pelle vibrΓ³. β Se il fratellone non me lo impedisse non saresti piΓΉ in questo stato.β Non capiva esattamente a cosa si riferiva ma immaginava non fosse davvero rivolta a lei. Strinse i suoi polsi e anche il suo fianco facendola sibilare per il dolore.
Si corresse, lui era decisamente volubile. Forse era per quello che voleva andarsene in questo momento, e correre in quella stanza che le avevano riservato. Ricordava ancora quella volta in cui Goethe era entrato di cattivo umore mentre era ancora immersa nei sogni, aveva esigentemente insistito la sua attenzione nonostante il sonno. Aveva discusso con Tod o forse era stato rimproverato da morte, ma aveva molti lividi quindi immaginava la seconda. Da un lato poteva ritenersi fortunata di essere un essere umano, Morte non avrebbe rischiato di ucciderla con tali modi.
I pensieri vennero dissipati quando cadde di peso sopra di lei, emise un suono strozzato mentre cercava di dimenarsi. β Allora vorrΓ dire che dovrΓ² godermi quello che ho. β ParlΓ² di nuovo a se stesso, o forse era rivolto a lei? Non riusciva piΓΉ a capirlo, e non avrebbe cercato di farlo oltre.
Ci aveva pensato molto da allora. Lei non aveva mai valutato la possibilità di uccidersi. Aveva sempre definito la propria vita più valida della morte, per questo, anche se in modo pietoso, aveva continuato a vivere. Ora però non era più così convinta, che lei viva o muoia non avrebbe fatto differenza a nessuno se non ai tre fratelli. Forse l'idea di porre fine alla propria sofferenza e prolungare quella dei tre non era poi così male, suonava quasi invitante. Si mosse su se stessa per poi voltarsi verso la figura dormiente di Tod. La mano era posata sul suo fianco per tenerla più vicina a sé. Non sapeva cosa era successo ma sembrava stanco, talmente stanco da non curarsi se lei fosse stanca di star lì o meno. Ma erano sempre stati egoisti nei suoi confronti.
Poi si era ricordata che esisteva qualcosa di indolore, che solo loro avrebbero potuto attuare per mettere fine alle sue sofferenze. Si alzò sul proprio busto per poi sporgersi verso di lui. Tod era bello, ma tutti e tre lo erano in fin dei conti. Non poteva essere così male baciarli vero? Si sporse ancora un po', ma non molto. Sapeva benissimo che l'orecchino di Tod era l'occhio di Morte, con cui lo teneva d'occhio. Ci ripensò per un attimo, Morte non stava dormendo come Tod, se no, sarebbe stata con lui. Tuttavia era anche vero che se mai l'avesse vista baciare Tod non sarebbe mai arrivato in tempo per fermarla. Gli istanti di riflessione sono diventati minuti interminabili, in cui due parti di lei si stavano scontrando, però si stava avvicinando al viso dell'albino più veloce di quanto si aspettasse, ma mai così veloce da far terminare il tutto in fretta.
Era a poca distanza... poi le loro labbra si scontrarono. La (colore) mosse lentamente le labbra su quelle di Tod e quasi si sorprese di essere ricambiata. Le mani dell'albino strinsero ulteriormente la vita della ragazza facendola aderire al suo corpo. Si staccΓ² velocemente solo mettere piΓΉ distanza da lui
Era sveglio e lei era ancora viva. Pensava non lo fosse oppure lo era sempre stato, forse era per quello che aveva avuto tutta quella libertΓ . Avrebbe potuto muoversi e scappare in qualsiasi momento e se Tod non se ne fosse accorto lo avrebbe fatto Morte. L'orecchio era rivolto verso la unica porta d'uscita, quindi avrebbe vista. Ma poi si ricordΓ² che era inutile perdersi in pensieri superflui.
Lei semplicemente non dovrebbe essere viva. β Io- β β Oh su! Non fare quella faccia. Avresti dovuto immaginarlo.β Aveva ragione. Avrebbe dovuto prevederlo ma non lo aveva fatto, era troppo persa nei suoi pensieri per farlo. Lo sguardo di Tod era affilato e leggermente canzonario... forse voleva ricordarle dove e con chi si trovava e che una cosa prima o poi sarebbe stata inevitabile. E forse lei non avrebbe potuto ricordarlo neppure, sempre grazie a loro probabilmente. β Γ meglio che ti prepari. β β Per cosa? β Lui non rispose alla sua domanda e lei non ebbe il tempo di rifarne un'altra, dopo che Morte apparve in modo teatrale nella stanza. C'era anche Goethe, ma di certo quello piΓΉ spaventoso era Morte.
Ora aveva tutto piΓΉ senso o forse no? Non poteva essere del tutto umana, oppure sarebbe stata chiamata anche lei piccola cosa disgustosa come Xiaochao. Poteva anche spiegare in parte anche il comportamento di Morte e la simpatia di Goethe per lei . Lei non era umana o almeno credeva di esserlo stata per una buona parte della sua vita fino ad adesso. Loro perΓ² non sembravano cosΓ¬ dispiaciuti della scoperta, come se lo sapessero giΓ in qualche modo. Ora poteva supporre che avessero cancellato i suoi ricordi per qualsiasi cosa che aveva fatto di sbagliato, era sempre stata piuttosto testarda su certe cose. β Quanto tempo Γ¨ passato? β Stava giocando con le proprie dita quando aveva fatto quell'affermazione. Goethe aveva ignorato il suo sussurro incerto giocando con qualche ciocca disordinata della sua capigliatura (colore). Non sapeva esattamente se era la domanda giusta ma voleva ugualmente una risposta. Morte aveva dato uno sguardo a Tod e lui aveva ricambiato. β il tempo Γ¨ relativo ora come ora per te come per noi. β Una delle millesime risposte senza senso di Morte per farla zittire, ma non lo aveva fatto questa volta.
β Non puoi ammonirmi sempre cosΓ¬, e sperare questa volta funzione.β Si Γ¨ alzata, tutto quello che stava succedendo non era frutto di un ragionamento lucido e calcolato, solo pura impulsivitΓ , forse una delle poche caratteristiche umane che aveva mantenuto. Si diresse verso il piΓΉ anziani dei tre mietitori e prese con le mani il bavero di Morte solo per fissarlo piΓΉ vicino. Il che era un'impresa di per se, con la sua altezza Γ¨ costretta ad alzarsi sulle proprie punte e tirare il maschio piΓΉ giΓΉ, alla sua altezza. Lui sembrava glorioso e composto come se il suo pugno a trattenere la sua camicia fosse esattamente quello che voleva. β Mi sembra tu sia diventato piΓΉ audace tutto su un momento. β Le mani di Morte serpeggiano sulla vita della ragazza e la tirΓ² piΓΉ vicino. Aveva alleggerito per quello che poteva sentire, un po' il suo peso, avvicinando pericolosamente il suo viso e quello di (nome). β E d'altronde Γ¨ colpa tua se ora sei bloccata qui nel tuo stato attuale.β Non era una gran spiegazione, non che si aspettasse chissΓ che da lui o dai suoi fratelli. Una delle mani di Morte si era spostata ad inclinare meglio il viso della ragazza verso di sΓ©, prese rapidamente le labbra sulle sue e con la stessa veloci la sua mano si incastrΓ² nella nuca di (nome). La presa ferma del mietitore non le permetteva di allontanarsi e fare qualsiasi cosa per allontanarsi da lui, in parte anche grazie all'altro braccio avvolto saldamente intorno alla sua vita. Non le mancava il respiro come avrebbe dovuto essere, ma non era piΓΉ umana, quindi suppone di non essere in pericolo di vita. Ma ora come ora non sarebbe stato poi cosΓ¬ male perire tra le sue braccia e fargli patire almeno un quarto del dolore che aveva patito lei. Strinse forte gli occhi, per alleviare almeno un po' la tortura ma riusciva ancora a sentire i taglienti occhi rossi di Morte su di se e avrebbe scomesso che anche Tod e Godthe la stavano guardando con la stessa fame.
Solo dopo minuti che sembravano ore, Morte si staccΓ² e la strinse a sΓ©. La differenza di altezza faceva sΓ¬ che venisse quasi del tutto nascosta tra il tessuto vaporoso dei suoi vestiti. Sentiva il respiro pesante ma non si sentiva affannata, poi sentiva gli occhi pesanti ma lei non si sentiva stanca. Le abbraccia di morte serpeggiavano tranquillamente lungo il suo corpo immobile. β Come immaginavano ci sono ugualmente degli effetto negati in questa trasformazione. β RidacchiΓ² come se ci fosse qualcosa di davvero ironico in tutto questo, che lei kon riusciva ancora a trovare. Sposto una ciocca di capelli (colore) tra le sue dita. β Ma sono sicuro che lentamente ci farai l'abitudine alle nuove attenzioni che riceverai. β Aveva taciuto, non era dell'umore per poter rispondere o controbattere. Morte la tirava lentamente sempre piΓΉ verso di sΓ© e di conseguenza anche in quella voragine di oscuritΓ in cui dubitava ne sarebbe mai uscita.
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