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➰𝐘𝐚𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞! 𝐓𝐚𝐧𝐣𝐢𝐫𝐨𝐮 𝐱 𝐑𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫 𝐩𝐭.𝟏➰

𝕺𝖕𝖊𝖗𝖆 ➵ Demon slayer\ Kimetsu no Yaiba
𝕻𝖊𝖗𝖘𝖔𝖓𝖆𝖌𝖌𝖎 ➵ Tanjirou Kamado
𝕬𝖛𝖛𝖊𝖗𝖙𝖊𝖓𝖟𝖊 ➵ tocco non consensuale, comportamenti yandere, abuso fisico e mentale, imprigionamento intimità, mentalità delirante, minacce, utilizzo implicito di droghe, relazioni tossiche, delirazione.
𝕻𝖆𝖗𝖔𝖑𝖊➵ 3702
𝔑𝔬𝔱𝔢 ➵ Capitolo riscritto.

Quanto potevi essere cocciuta? Perché non capivi quello che provava per te. Ti accarezza i capelli (colore), sue grandi mani leggermente dette e ruvide calde e famigliari eppure ti le sono chiamati tutte paura, ma ora dovrebbe essere abituata a tale contatto, da lui definito affettuoso, da lui definito il suo sostegno, quelle volte che ti ha offerto il suo sostegno e il suo amore, eppure non dimostravi apprezzamento, per lui o per quello che faceva per te.

Sotto la camicia bianca in lino leggermente sbottonata sul colletto, si può intravedere alcuni tatuaggi, l'anulare era decorato con un anello d'oro, c'erano inciso il tuo nome con caratteri raffinati e ondulati, proprio come nel tuo c'era scritto il suo nome, insieme ad alcune decorazioni floreali incise con alcuni piccoli diamantini al centro di ogni fiore. I fiori erano rose inglesi, i tuoi fiori preferiti, gli stessi fiori che ti aveva regalo al tuo primo appuntamento, fu un momento magico. Ricordi distintamente le parole che quel giorno ti disse con un dolce sorriso e una luce allora che non eri a vedere, oppure ti eri rifiutata di vedere e capire," queste sono rose inglesi, spero ti piacciano, mi ricordano te, un incontro appassionato per la perfezione, con un significato romantico con una sfumatura di amara nostalgia". Tali parole ti sciolsero il cuore come un fiocco di neve color avorio stesso alla mielata luce del sole primaverile. Si poteva dire che allora eri stupida e innocente, se non avresti visto sin da subito quell'ossessione che bruciava nei suoi gesti, nella sua voce e nel suo sguardo, forse non saresti lasciata attrarre da parole infiocchettate al solo scopo di ingannarti.

Quel maledetto sguardo tanto amorevole quanto possessivo, che ogni volta che sembra posarsi sulla tua figura bruciava come neanche le fiamme sapevano fare, a confermarlo era lo stesso colore degli occhi un brillante e vibrante bordò, la pupilla era incolore e sembrava quasi spiccare nel rosso dell 'io cavalco. I capelli neri, irradiati di una vibrante luce rossiccia, era spettinati e portati leggermente all'indietro, forse tenuti da qualche prodotto di finitura come gel o cera, esponendo la sua imponente fronte a coloro che lo sguardavano, su di essa si trova una cicatrice , non gli avevi mai chiesto come se l'era procurata non volendo procurargli ulteriore dolore, magari proveniente da una storia che lo aveva ferito. Spesso ti chiedi se fossi stata così sfacciata da chiederglielo,

Proprio ora eri distesa su quel letto enorme che condivideva da meno di un anno dal vostro matrimonio, lui era seduto al tuo fianco, una mano era appoggiata al lato opposto di dove si trovava bloccandoti sotto di lui, le sue gambe a lato del letto poggiavano ancora sul pavimento in moquette grigia, la penombra della stanza oscurava parte del suo viso mostrando solo alcuni tratti del suo viso tra cui gli occhi bordò che sembravano quasi brillare all'interno della stanza. All'inizio della vostra relazione eravate entrambi felici, poi è cambiato e ora vorresti solo andartene, ma non puoi, ci hai ma non ci sei provato e rappresentava il motivo per cui ti sono trovato tutto ora sotto di lui. Ti sentivi come catene invisibili ti legano strettamente a lui e non potevi ne scioglierle ne romperle, lui stesso le proveresti più a te se ci anche solo da solo. Come avevi fatto a non notare quello che era sbagliato in lui.

❝ T-tanjiro-❞ Cerchi di invocare almeno il suo nome con voce flebile e fragile, per riportarlo in se, per fargli capire che tutto questo era sbagliato e che ti stava facendo soffrire, ma il dito del moro si poso sulle tue labbra zittendoti, le labbra leggermente screpolate dai tratti fini e di un naturale colore (colore) rimasero socchiuse con le parole rinchiuse ancora al suo interno, temendo che solo chiuderle avrebbe scatenato nuovamente la sua ira, ed era l'ultima cosa che volevi, se c'era qualcosa che avevi capito su tuo marito stava nel suo pacifismo, soprattutto quando si trattava di te, ma se istigato troppo allungo la sua ira poteva essere peggio di qualsiasi altra tortura. Era difficile davvero dimenticare la sua espressione fredda e minacciosa che ti offerto nei sui momenti di rabbia, e di certo non l'avresti mai dimenticata,

Il suo viso era adornato da un dolce sorriso, che non mancava di dedicarti ogni qual volta gli era possibile, lasciandoti sempre abbastanza perplessa e spaventata da questi comportamenti. Non era un segreto che adorava vederti al culmine della disperazione sapendo che avevi compiuto gesti secondo lui sbagliati, e che probabilmente saresti stata punita da lui, si godersi come lentamente scivolavi nel baratro della dipendenza nel compiacerlo affinché ti lasci illesa. La paura che potrebbero farlo fare del male, beh in effetti, ti era già successo di arrabbiare ma non andata è bene, per fortuna erano rarissime le volte in cui si arrabbiava, anche se lui odiava ferirti, mutilare la tua pelle si porcellana ma modo altro aveva per insegnarti un comportamento adeguato

❝ Shhhh amore non devi dire niente so di cosa hai bisogno. Dimenticherai quello che ti trattiene e ti allontana da me. ❞

Il soprannome con cui sostituì il tuo nome, anche se usato frequentemente, provocava sempre un brivido seguito da una persistente la pelle d'oca sulla superficie tua cremosa color (colore soprattutto quando lo scopo della parola era un rimarco di avvertimento al non contradirlo più di quello che non avevi già fatto. Spostò la mano dalla carnagione leggermente abbronzata, che prima era poggiata sulla tua bocca, e ti copri gli occhi (colore) le cui pupille, un po' per il buoi presente nella stanza, che per la paura, erano oramai dilatate, non permettendoti di vedere nient'altro che il buio più totale, avevi paura, tanta, troppa paura.

Cosa ti avrebbe fatto? E solo perché hai tentato di fuggire da lui? Mille domande ti balenano in testa, ma naturalmente domande la cui risposta sembrava non essere nelle tue capacità mentali, in quanto lui fosse a te illeggibile il comportamento del moro e il panico che ora ti assaliva, come altre volte, in cui avresti a che fare con lui. Avresti potuto porle a lui e forse ti avrebbe risposto, e forse ti avrebbe anche lasciato andare ma sappiamo benissimo che non succederà mai, infondo lui ti ama no? Perché questo doveva accadere?

Non avevi via di scampo, tu stesa sul letto abbracciata dalle coperte in seta color avorio e lui sopra di te, cercando di non farti alcun male, infondo eri il suo prezioso angelo, se non era strettamente necessario non ti avrebbe ferito, anzi se per una piccola distrazione ti fosse graffiata la tua delicata pelle (colore), lui avrebbe tirato giù l'intero mondo in preda alla preoccupazione, tutte vorrebbero un marito cosi gentile e premuroso, ti avevano detto diverse donne quando avevi cercato aiuto, se solo sapessero qual è il prezzo da pagare per tale gentilezza forse non saresti più cosi fortunata ai loro occhi da giudici, ma proverebbero solo pietà per te, e cercare in qualche modo di aiutarti. Ma loro non sapevano quello che stavi passando, no?

❁❁ ❁❁ ❁❁ ❁❁

Quello che ricordi quando i tuoi occhi (colore) si aprirono fu il nulla più totale, come se un buco nero avesse risucchiato i tuoi pensieri e i tuoi ricordi, lasciandoti in quel luogo. Non riconoscevi il posto intorno a te, ma era cosi famigliare, senza mai riuscire a collegare come se facesse parte di un lontano ricordo d'infanzia che man mano che si cresce si tende a dimenticare lasciando solo quella sensazione di familiarità.

La luce dorata del sole di mezzo giorno si riflette sulle finestre trapassando il tessuto delle tende avorio con pizzo bianco perlaceo a trame floreali, forse un qualche regalo di matrimonio, addolcendo l'entrata dei raggi luminosi. La finestra era aperta e un leggero venticello faceva muovere le medesime tende permettendo la fuga di qualche piccolo filo di luce d'orata. Chi mai si sarebbe aspetto che a quell'ora ci sarebbe stata cosi tanta calma, il panorama che si poteva intravedere tra le tende era composta da grandi e grigi grattacieli facendo presumere di essere in centro città, il cielo era azzurro e solo qualche nuvola decorava il cielo diurno, non osando però sfiorare la grande stella chiamata sole, i cui colori variavano dal giallo, all'oro virando verso a colori come arancione e rosso vermiglio.

La stanza era semplice con tratti di un stile moderno con colori neutri, come nero, bianco, grigio, beige e avorio, in un accostamento che sembrano donare una certa calma e serenità alla stanza utilizzata per dormire, quindi la scelta di colori era più che adeguata. Ti metti a sedere sul letto lasciando scivolare le lenzuola in seta lungo il tuo corpo fino a posarsi nel tuo grembo, decidi di non prestare molta attenzione alla cosa, in quanto il tuo occhi cattura un set di vestiti piegato con precisione sul comò alla tua destra, sopra di essa vi era un piccolo bigliettino giallo canarino con una scritta a penna nera, la calligrafia era scritta in modo che fosse leggibile anche se disordinata a causa della probabile fretta di colui o colei che te lo aveva lasciato probabilmente quella stessa mattina. Spostando le gambe a lato del letto lasciando che assorbissero la morbidezza della moquette grigio chiaro, per poi prendere il biglietto per constatare cosa avesse scritto il proprietario.

Ben svegliata amore.                                                                      Non volevo disturbarti dato che ho il giorno libero ho pensato di passarlo con te, quindi ti ho preparato gli abiti. Mi trovi in cucina.          Con amore Tanjiro ❤️

❝Amore... ❞ Affermi con un filo di voce, quelle parole cosi dolci che avrebbero dovuto sciogliere qualsiasi cuore compreso il tuo che contrariamente al voluto ti provocò ribrezzo, eppure non ne sapeva il perché, quel nome, Tanjirou, era famigliare ma non riuscivi a ricollegarlo a nessuno a te vicino o un semplice conoscente. Prendi in set di vestiti su cui riposava il biglietto, sciogliendoli per vedere che l'indumento, che avresti usato al posto della leggera camicia da notte incolore con pizzo crema, constatando che si trattava di una felpa bordò con scritte bianche e nere. Ti vesti in tutta la calma, mettendoti a tuo agio il più possibile, nonostante quella paura senza senso. Quando hai finito hai messo il telefono nella tasca che si trova nella parte frontale della felpa, troppo grande per essere sua, permettendole anche di non portare qualcosa sotto come calze o leggings, visto che le arrivava dalle ginocchia. Il taglio maschile e la taglia suggeriva che forse apparteneva a questo Tanjiro.

Ti sei diretta alla porta uscendo, quasi senza esitazioni percorri il corridoio come se sapessi già dove portava. Da subito senti la morbidezza della moquette lasciare posto al freddo parquet in legno di betulla, i diversi mobili decoravano il corridoio, il materiale usato era del legno di castagno, che risaltava con il suo colorito scuro, rispetto al pavimento chiaro, quasi bianco. Le decorazioni erano per lo più piante rampicante incise nel legno dei mobili probabilmente erano tutti parte dello stesso set oppure erano fatti su misura per quel corridoio. I passi leggeri che fai impediscono al legno nuovo di emettere anche il minimo scricchiolio, permettendoti di entrare in sordina per la porta successiva. La porta era scorrevole e in legno di faggio con una maniglia dorata decorata da incisioni di cerchi e onde perfettamente incastrate tra loro, la sposti leggermente, creando un piccolo spiffero abbastanza largo da vedere la stanza dietro la porta.

Rimani sorpresa nel scoprire che si trattava di un ordinato soggiorno ben arredato, la stanza era ampia e dalle pareti color malva nella parte superiore e la parte inferiore bianca, il pavimento era sempre un parquet di legno in betulla, con assi ordinatamente sistemate durante la costruzione, un morbido e rettangolare tappeto nero era al centro della stanza, era di una grandezza considerevole, tanto che portava sopra di se un divano a sette posti e un tavolino in vetro. Il divano a sette posti era pelle color crema , posati su di esso vi erano due grandi coperte ben piegate e sistemate sullo schienale dello stesso divano, sembravano essere morbide e pelose al solo guardarle, 5-6 morbidi cuscini crema di piccole dimensioni erano posizionate ordinatamente sulla superfice liscia del mobilio. Al centro del tavolino rigorosamente fatto in vetro, per l'esattezza era un mosaico di vetro colorato che formava vaghe figure di fiori e piante esotiche, forse una qualche scelta stilistica del cosi detto Tanjiro, c'era un vaso in terracotta dipinto con colori che variavano dal color albicocca al rosso vermiglio, a dare profondità alcune tonalità topazio e ocra formavano nuvole vaporose. Dentro il medesimo vaso vi erano bellissimi girasole giallo dorato, con vibranti steli verde smeraldo cresciuti forti e floridi.

Affacciato al divano, sistemata sul mobile di legno di acero, una TV a schermo piatto era rigorosamente spenta e il telecomando era posato proprio sullo stesso tavolino prima citato, vicino ad alcuni quotidiani di due giorni fa a giudicare dalla data. Un tavolo a 8 posti era posto in un angolo più appartato della stanza decorato da un vaso simile al quello sul tavolino coi medesimi fiori gialli con l'unica differenza del bellissimo centro tavola fatto a maglia forse fatto anche a mano da qualche piccola bottega artigianale.

Ma sapevi che questa non era la tua destinazione e procedi verso una porta in castagno lasciata a se in un angolo della stanza, precisamente nella parete opposta a dove riposava la TV, posizioni la mano sulla maniglia in ottone lucido e freddo, la superfice era liscia a regolare. Pieghi la maniglia verso il basso per aprire la porta, una volta aperta, un delizioso odore invase le tue narice facendo quasi percepire alla tue papille gustative il sapore della pietanza che qualcuno stava preparando. Ti affacci alla stanza trovando una cucina elegante, semplice con tocchi moderna ed ordinata, i tratti della stanza erano talmente famigliari, come quelli delle stanze precedentemente attraversate. La cucina era caratterizzata dai colori ricorrenti anche nelle stanze precedenti, ovvero bianco, nero, beige, avorio e grigio. Non ti appresti ad osservare la stanza nel dettaglio come hai fatto per le precedenti stanze, notando una presenza poco gradita anche se dannatamente famiglia.

In piedi di fronte ai fornelli vi era la sagoma di un uomo alto almeno 10 cm più di te, un corpo in forma ben visibile dalla camicia che avvolgeva alla perfezione ogni muscolo risaltandolo, nonostante la camicia non fosse stretta, anzi molto morbida nella sua figura, un paio di jeans fasciava alla perfezione le gambe slanciate anche se muscolose, i capelli erano mori, con una fastidiosa luce bordò, pettinati all'indietro nonostante alcune ciocche fiorassero il viso che tu potevi solo vedere di profilo. Grandi occhi magenta analizzavano in contenuto della pentola in metallo che emetteva una modesta quantità di fumo incolore, a causa della sua concentrazione nella preparazione del pasto non si accorse della tua presenza. Forse percependo qualcuno osservarlo alzò il volto volgendolo successivamente nella tua direzione, un'espressione stupita venne sostituita da una di pura gioia nel vederti, un dolce sorriso ad occhi chiusi accarezzo i lineamenti del volto dalla carnagione abbronzata.

❝ Buon giorno amore, ben svegliata. ❞ Lasciò andare ogni cosa che stava facendo, riducendo tutto ad una azione secondaria se non dire di sfondo. Ti raggiunse, la fretta nei suoi movimenti ti fece sussultare per poi indietreggiare di alcuni passi, che però rimasero tali in quanto il ragazzo ti strinse tra le proprie braccia provocando un squittio di sorpreso dalle tue labbra. La sensazione primordiale chiamata paura invase il tuo corpo, causano una scomoda paralisi di tutto il tuo corpo, sentivi ogni muscolo gridare di stare immobile come se il ragazzo dagli occhi magenta fosse un pericoloso predatore e tu la sua succulenta e ambita preda, e per quanto il ragazzo non la vedesse cosi tu si e non avresti mai smesso di farlo. I vostri fianchi si scontrarono, in un azione che sarebbe dovuta sembrare rassicurante in qualche modo, le sue labbra si posarono brevemente sulle tue, per un bacio che dovrebbe essere una specie di saluto, non sei riuscita ad impedirlo ad opporti, sentendo un sottile avvertimento, delle sue mani che stringo i tuoi fianchi fin troppo strettamente per essere un saluto. Quando, dopo diversi secondi, si staccò dal bacio, lasciando che un sorriso dipinse il suo volto, mentre ti guida dolcemente ai fornelli. Ti mise in modo che le dessi le spalle mentre il suo petto era appoggiato saldamente alla tua schiena, il che non era per niente rassicurante, ti sentivi nuovamente in trappola, tra lui e i fornelli.

❝ Assaggia e dimmi cosa ne pensi. ❞ Prese un mestolo raccogliendo una piccola porzione di cibo, appoggiandolo su di un piccolo piatto cosi da non gocciolare in giro, lo hai guardato con una leggera vena di sospetto mentre te lo avvicinava. Questo non ti dava molta scelta, o lo assaggiavi o sentivi che sarebbe successo qualcosa di brutto, che ti avrebbe danneggiata, fisicamente e psicologicamente. Ne prendi una piccola parte, il meno che ti era possibile senza farlo insospettire, più di quanto non lo fosse aspettando che tu lo assaggiassi. Il sapore era miscela di carne e verdure, amalgamate di spezie leggermente piccante. Avresti riconosciuto ovunque questo piatto, e se non fossi stata cosi diffidente e  guardinga, avresti potuto dire che eravate amanti in qualche modo. Ma era ovvio che non avresti ami esposto la teoria optando per ignorare la familiarità della pietanza e sprecandoti con un tiepido commento.

❝ È buon- ❞ Hai sussultato più di quanto avresti dovuto a suono squillante della tua suoneria personalizzata, avresti potuto dirle dal fatto che provenisse, insieme a un leggero vibrare dalla tasca della felpa che indossavi. L'espressione del ragazzo si deformo in una smorfia contrariata, le note squillanti adesso sembravano melodie stonate che avrebbero condotto a qualcosa di doloroso come se fosse in qualche modo paragonabile al requiem di un funerale. Con una mossa innaturalmente veloce fece scivolare la mano nella tasca, per estrarre il telefono con la medesima fluidità. Premette il pulsante verde comparso sotto un numero non salvato, portandosi un indice alle labbra, ti indicò di non fiatare, al gesto un forte colpo ti era udibile al petto, non avresti potuto immaginare che tale gesto avrebbe potuto spaventarti a tal punto di obbedire ancora più diligentemente di prima. Si portò il telefono all'orecchio rispondendo al mittente della chiamata anonima.

❝ Pronto? ❞ La voce di Tanjiro aveva una innaturale freddezza che neanche per sbaglio avresti potuto pensare che fosse capace di fare, avendo mostrato sempre una natura abbastanza solare e gentile, anche se comunque intimidatoria per altri versi. Potevi ben percepire i brividi correre lungo la tua schiena e potevi quasi affermare che anche colui o colei che stava dall'altro capo aveva avuto la stessa reazione. Chissà quanto gli sarà voluto per tirare fuori le successive parole senza temere una probabile aggressione verbale dal moro. ❝ Buongiorno signore, sono un collegata di sua moglie vorrei parlare con lei... ❞ La sua voce era tremante come previsto e lo stavi biasimando anche tu avresti avuto la stessa reazione a contale voce.

❝ Al momento (nome) è impegnata... dì a me e glielo riferirò... ❞ ❝Beh io e gli altri colleghi volevamo sapere il motivo dell'improvvisa d'immissione  di (no-❞ Non ebbe il tempo di finire la frase, nonostante tutto il tempo che aveva impiegato per farla uscire in un suono che doveva avere un parvenza di neutralità, risultando solo più terrorizzata di quanto avrebbe dovuto essere. Dall'espressione dell'uomo che lo aveva interrotto potevi dire che se fosse stato davanti a lui lo avrebbe ucciso, la tonalità fredda che prima era presente nella sua voce deformo la sua espressione facciale, cambiandola da neutrale e fredda. Era allora che avevi temuto per la tua vita, riconoscendo la sua mano stringere pericolosamente il tuo fianco già precedentemente dolorante, dovevi pensare in fretta per il tuo bene e quello del tuo presunto collego, non sapevi esattamente di cosa era capace ma il tuo istinto ti diceva di non sfidare la sorte e contradire quella sensazione crescente nelle tue viscere. Persa nei tuoi pensieri non ti sei accora di esseri stretta lui, forse in un tentativo inconscio di salvarti, che sembrò in qualche modo funzionare. I suoi muscoli si rilassarono quel tanto che bastava per farsi che si calmasse e smettesse di stritolarti il fianco, eri certa che avresti trovato un livido più tardi. 

❝ Non credo siano affari che ti riguardino.❞ ❝ M- ❞ Il povero mal capitato non ebbe nemmeno il tempo di iniziare a parlare che Tanjirou chiuse in mal modo la chiamata, non gli era mai servito il tuo consenso per fare qualsiasi cosa gli fosse necessaria per tenerti al suo fianco. Intanto la tua mente ancora divagava tra i vari scenari in cui saresti stata coinvolta a causa della sua ira. Un sorriso non poté che scivolare sulla sue labbra rilassando definitivamente i suoi lineamenti, prima tesi. Era davvero rilassante e piacevole avere la tua figura tremante e terrorizzata tra le proprie braccia, lo faceva sentire come se finalmente tutto stava percorrendo nella direzione giusto, dando spazio finalmente ai suoi piani per realizzare la loro famiglia. Una mano scivolò teneramente tra i tuoi capelli in cerca di confortarti come premio per essere stata obbediente. Non si trattenne nemmeno nell'esprimerlo a parole.

❝ Non devire (nome), non è colpa tua se non riesco ad accettare la tua scelta di lasciare il per avere più tempo da passere con me. ❞  Ridacchiò staccandosi da te, posando un bacio leggero sulla tua fronte, seguito da uno sulle labbra, leggermente più lungo sulle labbra. Andò a posare il tuo telefono in salotto spegnendolo nel processo, per evitare altre seccature. Lasciandoti lì a pensare avevi mai una scelta, sapevi benissimo che tutto questo era opera sua, ma cosa avresti potuto avere fare per scappare o abbatterlo, lui sapeva molto più di quanto tu avresti mai potuto conoscerlo, per questo avresti attendere dovuto per batterlo e andartene per sempre.

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