➰𝐅𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐑𝐞𝐧 𝐱 𝐫𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫➰
𝕺𝖕𝖊𝖗𝖆 ➵ Magi: il labirinto della magia
𝕻𝖊𝖗𝖘𝖔𝖓𝖆𝖌𝖌𝖎 ➵ Kouha, Hakuryuu, Hakuei, Kouen, Koumei e Kougyoku
𝕬𝖛𝖛𝖊𝖗𝖙𝖊𝖓𝖟𝖊 ➵ violenza grafica, incendio doloso, sangue, razzismo, manipolazione.
𝕻𝖆𝖗𝖔𝖑𝖊➵ 4315
𝔑𝔬𝔱𝔢 ➵ Capitolo riscritto
Era ormai passati 6 anni dal loro incontro con quel misterioso essere palesemente non umano eppure il ricordo era ancora nitido nelle giovani menti, la madre, per cui provavano rancore ben giustificato visto le azioni da lei compiute nei loro confronti e il quelli dei due fratelli che prima di loro avevano regnato, gliel'avevano presentata come la sua nuova sottoposta anche se era palese che non lo fosse.
Se per questo non era nemmeno come tutte le 'altre', tutte quelle donne che la madre aveva portato con se a palazzo per i suoi complessi piani che finivano sempre per fallire almeno cosi era in apparenza, ma non erano minimamente paragonabile a quest'ultima, gli fu da subito chiaro già dalla sola presenza, il portamento, nonostante l'eleganza raffinata 0quasi paragonabile a quella di un gatto, ma fortemente irrispettoso nei confronti della famiglia imperiale in quanto non volgeva nemmeno il solito inchino formale ai giovani principi.
La donna di bel aspetto foggiava occhi dalla forma allungata e di un intenso colore (colore) con la pupilla, anche essa allungata e di un particolare color bianco , i capelli erano tenuti lunghi e molto disordinati dimostrando l'inconfutabile verità che poco le importasse di essere difronte a dei principi, la sua corporatura era alta e molto magra ma non sembrava mal nutrita, le lunghe gambe accompagnavano il dolce figurino snello.
Tutto di lei faceva intuire che non fosse umana e tutto venne confermato quando si presento come 'demone', beh in effetti aveva un non so che di demoniaco, ad aggiungere inquietudine era la falce che la donna faceva apparire a suo comando tra le proprie piccole mani le cui unghie erano lunghe e affilate, quest'ultima aveva un colore tendente al viola e un nastro (colore) si avvolgeva delicatamente intorno al manico.
Per quanto avessero voluto non avere a che fare con lei, in quanto conoscente e stretta alleata della crudele moglie dell'imperatore, finirono per affezionarsi a lei. Forse era il modo differente con cui si ponevano a loro, molti li temevano, come effettivamente loro avrebbero voluto, ma la loro dimostrazione di potere sembrò non smuovere minimamente la donna, che si comportava come se niente fosse. Nessuno era escluso in tale interesse, anche Hakuei e Kougyoku, che diversamente dalle sorelle, non erano sposate con reali di altri regni o nobili di alto rango, come era di conseguente tradizione in quel antico e vasto impero, obbligate a lasciare i fratelli al comando sarà il carattere peculiare che le contraddistinguono dalle sorelle più propense alla sottomissione ad altri uomini. .
Attualmente, la donna demone riposava tra i rami di un albero le cui foglie erano di un insolito colore cobalto quasi fossero i suoi fiori, il vento nascondeva la figura della donna muovendo sinuosamente la chioma della pianta dal solido e imponente tronco, le foglie cadevano come pioggia, creando una coperta blu sul terreno circostante allo stesso albero. Ma nonostante la scena quasi divina e quasi di mistica provenienza si poteva ben intuire il mal umore della (colore), impedendo di conseguenza di godersi quel meritato riposo concessogli dalla donna con cui anni fa aveva strinto il patto.
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Ricordava distintamente quel giorno, proprio come il suo arrivo al palazzo imperiale, era una calda e afosa giornata ma nonostante questo il luogo dove (nome) si stava riposando era un oasi ricoperta da candida neve, che ancora stava cadendo dal cielo posandosi sulla sua pelle insolitamente fredda ma che fece bruciare i fiocchi di neve. il paesaggio buio creato dalla tarda serata venne illuminato dalle ardenti fiamme rosse che bruciavano il misero villaggio della radura innevata, il legno delle case aveva già iniziato a diventare cenere che cadendo come la stessa neve vennero accompagnati anche dalle faville di fuoco creando un paesaggio infernale. Il fuoco e il ghiaccio era una differenza che le fece comparire un piccolo sorriso sulle labbra, vedere quel posto chiamato casa andare a fuoco sotto i suoi occhi. La cosa divertente era che proprio lei fu ad appiccare quel doloso incendio. Le urla delle persone erano solo un fastidio alla bellissimo spettacolo creato.
Devi essere tu il famoso demone di cui tutti parlano cosi insistentemente.
IL suo sguardo non poté non spostarsi sulla figura che infastidiva il suo meraviglioso operato, lei era un demone chi mai vorrebbe parlare con un demone, nemmeno il padre umano la volle con se insieme ai paesani di quel paesino isolato, ed ora avevi la tua vendetta. La sua espressione emetteva il sonoro fastidio che per tanto tempo aveva rinchiuso in se.
e se anche fosse?
chiese il demone dagli occhi (colore) con un tono di sfida, chi mai avrebbe osato opporsi ad un demone, o eri stupido o ambizioso di morire o eri incredibilmente forte astuto, e probabilmente questo era il caso della donna.
Beh mi farebbe molto piacere avere un donna avida di vendetta come me tra le miei file, penso non possano esistere donne come noi, per questo unisciti a me?
Gli occhi (colore) dalla pupilla bianca si strinsero sulla donna che possedeva un beffardo sorriso sulle labbra, si prese un momento per analizzare l'aspetto della donna che non ebbe mai l'opportunità di incontrare prima di allora, il fisico era sinuoso e il seno era strettamente rinchiuso in quei abiti dall'aspetto costoso e pregiato. Una nobile! A confutare tale pensiero era i brillanti gioielli portati con tanta soddisfazione a dimostrazione del suo opere. I capelli blu della donna nonostante il gelido vento che spazzolava le gelide ciocche erano in perfetto ordine anche grazie ai fermagli dorati, la sua pelle era naturalmente rosata e priva di qualsiasi difetto se non per un piccolo neo collocato sotto la bocca all'estremità destra delle labbra rosate, i suoi occhi erano del medesimo blu dei capelli tramettevano una strana calma, come la calma che arriva prima di una feroce tempesta.
e cosa ci guadagno io in tutto questo?
La domanda prevedibile fece solo sorridere la nobildonna che in un gesto istintivo si copri le labbra con la mano coperta solo da un leggero guanto, nel tentativo di reprimere una futura, che fece accigliare ulteriormente la donna.
Beh potrai uccidere tutti gli umani di tuo gradimento, e come mia alleata nessuno oserà mancarti di rispetto come hanno fatto questi essere inutili.
Disse volgendo uno sguardo impietosito ad uno dei corpi carbonizzati in cerca di aiuto dalla donna demone o dalla nobile che avevano ignorato le fastidiose preghiere dell'uomo. L'offerta l'alettava parecchio, avere cosi tanto potere su questi essere inferiori le faceva solo che piacere ma la donna non la convinceva cosa le diceva che non appena avesse avuto ciò che voleva l'avrebbe uccisa, ma tale preoccupazione venne allontanata senza il minimo rispetto una volta che riaffiorò il ricordo di essere immortale su questa terra, questo la fece sorridere e accattare l'equo scambio.
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Ma la pace che l'aveva spedita in un lontano ricordo e che tanto agognava venne presto interrotta da un attacco da parte di una spada di dimensioni superiori di quelle dello stesso proprietario il suo istinto infallibile le avvertì subito chi fosse senza nemmeno guardare il proprietario, certo non fu un problema per lei schivare il colpo che non le aveva procurato nemmeno un graffio sulla sua pelle (colore).
Richiamò la sua falce, chiamata amichevolmente Priscilla, non ricordando il motivo della scelta di tale nome, forse era il nome che la madre avrebbe voluto dare ad una seconda figlia, si poteva dire che la considerasse una sorella mai avuta. Alzò la falce in una posizione imprecisa per essere nel mezzo di uno scontro, pronta ad affrontare chiunque stesse disturbando il suo sonno, in quella elegante posizione data anche dalla sua corporatura elegante e raffinata dalle gambe lunghe e fine, con l'accompagnamento del nastro legato alla falce che seguiva il vento e di conseguenza i suoi capelli (colore) in un sinuoso movimento ondulatorio a ritmo della raffica appena alzatasi.
Kouha cosa hai da rompere?
Il tono infastidito della ragazza raggiunse le orecchie del giovane presente i cui capelli erano di un vivo colore rosa-rosso, la frangia disordinata era adornata da tre treccine una la centro, una a destra e una a sinistra, gli occhi erano della medesima tonalità magenta. La corporatura del maschio era molto magra e snella, con appena il cenno della muscolatura, evidente solo dall'apertura della tunica sulla parte del petto. La sua lama era conficcata sul terreno insolitamente rigoglioso a ovest del palazzo imperiale. Non ricordava mai i nomi dei loro diijin, era sempre stato uno dei suoi più grandi difetti. L'espressione di Kouha inizialmente illeggibile gli impose di porre la seguente istintiva affermazione, soprattutto al tono colorito di (nome), che solitamente usava quando era infastidita o arrabbiata:
Volevo vedere come erano i tuoi riflessi.
Ammise il Giovane principe cercando di adornare forzatamente il suo viso con un smagliante sorriso, di tutta risposta hai emesso un basso ringhio che però risultò abbastanza forte da poter essere udito dal rosa che rimase visibilmente perplesso da tale comportamento anche dopo che te ne eri andata proseguendo ad osservare la siluette della tua ombra sul terrone anche dopo che il tuo corpo venne nascosto dalle imponenti mura.
Passeggi incurante per i corridoi del palazzo alla ricerca di quel fantomatico lungo dove avrebbe potuto riposare, chissà se esisteva davvero un posto del genere, era in questi che ripiangeva il suo villaggio immerso nelle montagne e tra la neve, non prestò minimamente attenzione al pregiato pavimento in legno di quercia oi dettagli d'orati sulle colonne di marmo beige con venature nere e d'orate e nemmeno il grande soffitto raffinatamente dipinto con figure di piante e fiori esotici e a decorare le pareti una raffinata la carta da parati rosso e oro con gigli rappresentati con la massima cura di un morbido color bianco accompagnato da foglie e germogli verde smeraldo.
La sua camminata viene arrestata istintivamente solo quando due figure molto famigliari e meno fastidiose della precedente, apparirono nei corridoi del palazzo della famiglia imperiale situato nella florida capitale dell'impero famoso per le numerose conquiste eseguite la maggior parte da lei. Koumei Ren e Kouen Ren. Due uomini dalla struttura imponente, forse koumei era più alto mentre kouen aveva una stazza più imponente, i capelli rosso fuoco e gli occhi del medesimo colore, le capigliature spettinate e l'espressione annoiati sui loro volti era sempre impressi nei loro volti che per qualche motivo si illuminarono alla tua vista senza però togliersi quella specie di noia costantemente impressa, a stento riuscivi ad immaginare che i due erano i principi di questo impero, e la cosa metteva un po' di stupore appena lo si viene a sapere certo lei si mise a ridere assumendo sempre una espressione beffarda.
I due maschi alla vista della donna sorrisero cordialmente, forse più entusiasti di quello che avrebbero voluto mostrare in realtà, di vedere uno dei loro più distinti soldi davanti a loro sempre se potesse essere considerata un soldato o anche solo un membro del esercito vedendo come era in battagli si poteva paragonare a lo stesso Magi dell'impero, Judal, entrambi erano spietati e senza scrupoli che si trattassero di nemici o alleati, eppure era diverso il loro comportamento con lei rispetto che con il magi moro. Sapevano tutti che prima o poi Judal in un modo o nell'altro gli avrebbe traditi ma per qualche altro motivi tutti erano certi che (nome) non gli avrebbe traditi o abbandonati.
Buongiorno [nome].
Li loro cordiale saluto però viene però liquidato da un basso saluto che decisamente irritato e ben poco rispettoso nei confronti dei suoi evidenti superiori, lasciando, anziché irritati dal poco rispetto portatogli, perplessi per il essere stati ignorati invece della solita battutina, si guardarono l'uno all'altro tornando però a volgere lo sguardo sulla schiena che scompare poco dopo tra i vari corridoi del palazzo, il pensiero di cosa avessero mai potuto fare per turbare la sua innata tranquillità era ancora un mistero, avendo avuto ben pochi contati giorni indietro con lo stesso demone a causa dei numerosi impegni che intrattenevano quell'estenuante giornata estiva.
(nome) si fece strada fino ai giardini a est del palazzo, ritenendolo un posto tranquillo dove terminare quella sua seduta di tranquillità. Si mise sedere ai piedi di una grande e maestosa quercia la cui lussureggiante chioma verdeggiate offriva un riparo ombreggiato da brucianti raggi del sole estivo. Ad un offrire un ulteriore piacere fu la delicata brezza che faceva muore i suoi sbarazzini capelli (colore) e accarezzava le tue guance spolverate di un delicato color pesca simile a quello delle tue labbra facendo quasi invidia ai fiori di ciliegi piantati all'ingresso dello stesso giardino doveva ammettere che la scelta era davvero azzeccata, nel periodo primaverile era davvero godibile la pioggia di petali pescati che fioravano in vento esibendosi in eleganti capriole e giravolte per poi posarsi sul terreno. Invece durante i periodi estivi le piaceva di più quella maestosa quercia e l'erba fresca irrigata probabilmente la mattina presto dai giardinieri addetti allo stesso giardino.
Ad interrompere la tua sensazione di pace e pensieri, stranamente piacevoli e non collegati a qualcosa riconducibile alle campagne militari ideate dall'impero, fu un fastidioso rumore metallico di lame che si sfiorando durante un'intensa sessione di allenamento riconducibile al principe Hakuryuu, riconoscendo solo ora l'orario favorita dal principe per migliorare le sue abilità belliche. Il demone socchiuse le lentamente un occhio sinistro rivelando la pupilla strette e allungata caratterizzata anche da un insoluto color bianco, tratto ereditario della famiglia della sua defunta madre, anch'essa demone come lei, notasti ben presto e con grande orgoglio che il vantaggio era del principe nonostante la vasta esperienza dell'insegnate che aveva combattuto diverse guerre, supposto per lo più dalle cicatrici su braccia e gambe e l'età avanzata.
Con grande fatica dovete ammeterete a se stessa che era migliorato in maniera esponenziale soprattutto grazie ai suoi consigli e aiuti per non parlare del piccoli trucchi che gli ha gentilmente fornito, trovando al quanto divertente la sua tenacia nel voler combattere senza l'utilizzo di un Genio che gli altri fratelli si erano apprestati a ottenere, per aumentare la loro forza. Non molto tempo passò nel rimanere inosservata allo sguardo del blu, tanto che appena notò la tua presenza, fermò il suo insegnante per dirigerti verso di te, non avendo percepito prima di allora la tua presenza, era talmente concentrato che ne la vide e la sentì arrivare, beh nemmeno lei se ne era accorta prima del fin troppo famigliare suono metallico che contraddistingueva le guerre. Subito si voltò cercando di nascondere, sotto uno sguardo di indifferenza tutto il divertimento che provavi nel vedere un tale miglioramento, successivamente si avvicinò offrendogli un caldo sorriso pronunciando cotali parole con lo stesso calore.
Ciao [nome]-sama come va oggi?
Disse in riferimento al suo mal umore che per giorni la tormentava insieme ad un altro individuo ben noto all'interno del castello imperiale, e che solo lui aveva notato, lo stesso ragazzo che le rivelò i veri sentimenti dei defunti fratelli del moro a causa di un misterioso incidente, che provocò anche una bella ustione sull'occhio destro del ragazzo rendendolo parzialmente cieco a questo. Lei, d'altro canto, avevi accettato di buon grado i sentimenti dei principi deceduti, non notando però l'interesse che lui aveva nei suoi confronti, ma forse gli aveva accettati soprattutto grazie agli insegnamenti della madre di rispettare i desideri, le richieste e i sentimenti dei defunti cari a lei o meno.
Sono stata anche meglio ...
La sua risposta risultò al quanto vaga non volendo entrare nei dettagli di una conversazione poco gradita al momento, certo lui non ebbe nemmeno il tempo di porle ulteriori domande che venne richiamato dall'insegnate intimandolo a continuare la sessione di allenamento programmata per quella giornata. Il terzo principe emise un sospiro frustrato desiderando di poter parlare di più con lei per tirarle su il morale non sapendo ad aver contribuito almeno un minimo a rallegrarla, ma si arrese e eseguendo un inchino nei suoi confronti in quanto sei più anziana rispetto a lui. Decise infine di lasciare la oasi di pace chiamata giardino, non volendo disturbare ulteriormente la lezione del ragazzo, finendo cosi per il vagare nuovamente per i corridoi del castello senza una meta precisa.
Il suono dei suoi passi sul marmo nero con venature avorio e bianche, venne interrotto dal suono di una porta che si apriva di scatto producendo un gran boato, che ribalzò per il vasto corridoio raggiungendo sicuramente le altre sezioni del palazzo, da lì uscì niente di meno se non l'ottava principessa, Kougyoku Ren. Una ragazza piccola e gracile dai capelli magenta come il fratello Kouha e gli occhi del medesimo colore, i vestiti e i capelli erano impeccabili come sempre, non si poteva dire lo stesso per il trucco che le colava dagli occhi, indicando che avesse pianto. A confermarlo furono gli occhi gonfi rossi contornati da rimasugli di nero blu e i singhiozzi che uscivano dalle labbra rosee, venendo però attutiti dalle lunghe maniche del vestito, poste davanti alla parte inferiore del viso minuto della principessa.
Istintivamente inclinò il volto verso destra facendo scivolare i capelli nel movimento pronunciando con un po' di confusione cotali parole, per ora era troppo confusa per deridere delle condizioni della rosa, avrebbe rimediato certamente più tardi:
Principessa deve stare attenta a girare per il palazzo da sola e soprattutto in quelle condizioni non vuole mica che qualcuno la veda?
La principessa strinse gli occhi in un ultimo vano tentativo di reprimere i singhiozzi sentendo la sua voce vellutata e con un caratteristico tono calmo, finendo però solo ricominciare a piangere, in un atto di disperazione si lanciò verso di lei avvolgendo le braccia intorno ai suoi fianchi, non riuscendo ad arrivare più in alto grazie al grande divario in altezza tra loro due e affondando il viso nel tuo stomaco coperto solo da una veste (colore). Era palesemente confusa da questo comportamento, in quanto fin dalla tenera infanzia a tutti i membri della famiglia, gli si insegnava a non mostrare segni di debolezza in pubblico, come le lacrime e con lei era meglio evitare, visto l'insolito vizio di deridere le espressioni, considerate buffe dalla (colore), che si fanno quando si piange. Da un alto confusa dall'altro, finalmente, preoccupata il demone afferrò le spalle della principessa, facendola indietreggiare.
P-principes-
[NOME] TI PREGO NON ANDARTENE.
Rimase basita da tale affermazione, chiedendosi chi mai potrebbe mettere in giro una voce del genere sapendo che non sarebbe mai successo e soprattutto data la sensibilità della rosa. certo si poteva ritenere vero che eri molto stressata dai vari compiti che dovevi eseguire a palazzo ma non per questo volevi andartene, anche perché ragionandoci attentamente avresti perso tutti i privilegi e le ricchezze che ora possedevi a palazzo per non parlare dei poteri e della fama ottenuti avresti dovuto ricominciare da capo e poche persone avrebbero voluto avere a che fare con un demone soprattutto spietato come lo era lei.
M-ma io non devo andarmene.
Lo guardo della ragazzina si tramutò in una espressione indescrivibile, probabilmente imbarazzata per la figuraccia fatta soprattutto sapendo che il demone l'avrebbe sicuramente derisa, ma felice di sapere che saresti rimasta ed infine furibonda nei confronti di chi aveva avviato quello voci inappropriate entrambe avevano già idea di chi fosse anzi ne erano certe solo Judal potrebbe fare scherzi di cosi poco gusto, si sarebbe vendicata più tardi , sembrava davvero promettente bruciarlo tra le fiamme dell'inferno, no?
Ah no?
Principessa non dovete credere a tutto quello che sentite.
Un grande sorriso si propagò sul viso di Kougyoku che se ne andò pronta a ritornare più carica di prima alla sua solita routine, non troppo sbalordita da questo, dopo tutto quello che le era successo in quella particolare giornata; (nome) tornò a vagare per i corridoi aperti del castello, godendoti la vista sul giardini verdeggianti e ignorando del tutto le cameriere che camminavano avanti e indietro di fretta da una stanza all'altra rimando spesso impietrite dalla sua pressante presenza. Tale calma la portò a riflettere sul perché, quando voleva stare per i fatti suoi, finiva sempre per incontravi chiunque, certo all'appello mancava Hakuei che non tardo a mostrarsi venendo fuori dalla cucina.
Un leggero fumo nero veniva fuori dalla stanza facendo da sfondo alla principessa mentre le allungava un piccolo vassoio con dolci di riso mezzi bruciati, deducendo bene il motivo del fumo che fuoriusciva dalla stanza. Era risaputo, che per quanto fosse brava in tutto il suo ambito come principessa, peccava nella cucina, nonostante avesse un eccellente cuoco come suo fratello Hakuryuu dalla sua parte, che poteva aiutarla ma a quanto pare non era proprio nei suoi geni non che servisse ad una principessa saper cucinare ma la (colore) finiva sempre per assaggiarli comunque apprezzando il pensiero e non il sapore bruciato ed eccessivamente salato, anche se quel giorno non era proprio dell'umore per farlo, lasciando la principessa senza proferire parola e leggermente amareggiata.
Quella stessa sera i 6 fratello si ritrovarono a discutere dello strano comportamento della loro cotta, trovando palese, anche se stavano cercando di nasconderlo, che fossero innamorati della donna e dovevano cercare un modo per capire cosa le passasse per la testa e se involontariamente avessero fatto qualcosa per infastidirla cosa che si sarebbero fatti perdonare assolutamente. Fu solo il giorno seguente che tutti, in accordo, si avvicinarono al verdeggiante albero su cui ti stavi godendo la tua pausa che di solito i sei usavano per gustarsi una tazza di te nel gazebo in ferro grigio ricoperto da rapinanti verde speranza con fiori avorio il cui profumo era simile a quello dei gelsomini.
[nome]..
La richiamarono in coro i sei attirando la tua attenzione, facendoti solo socchiudere le tue sfere (colore) dalle pupille bianche e una luce rossa per il fastidio provocato dal disturbo, come se volesse quasi risultare una minaccia ai sei, cosa che funzionò molto chiaramente notando subito i sei irrigidirsi cosa che seguì un tono minaccioso.
Mmh?
Vorremo sapere cosa abbiamo fatto per farti stare in cattivo umore per tutto questo tempo...
Disse Koumei con un tono che era differente dalla solita indifferenza seguita da un sonoro sbadigli coperto dal ventaglio di piume rosate. Li guardi con occhi confusi e aggrottando le fine sopracciglia, talmente fine da risultare trasparenti, non capendo a cosa stessero alludendo i principi accentuando solo di più il suo fastidio.
Si insomma è da diversi giorni che ci ignori e ci tratti con freddezza vorremo sapere cosa abbiamo fatto...
A parlare questa volta fu kouha, che non girò intorno al discorso andando dritto al punto, come avrebbero dovuto fare fin dall'inizio ma non ebbero il coraggio di fare infondo per quanto alla gente potevano risultare più minacciosi loro lei lo era decisamente di più infondo stiamo pur sempre parlando di un demone. Le guerre e le conquiste fatte non preparavano mica ad un incontro con tali creature.
Non so di cosa voi state parlando.
Sì guardarono l'un altro in cerca di conforto per continuare la conversazione a cui lei non stava prestando la minima attenzione o il minimo sforzo di completare ed era ben compressibile, era in suo orario di riposo e loro la stavano disturbando con i loro sciocchi ragionamenti, avrebbero terminato il più in fretta possibile la conversazione non volevano minimamente incorrere nelle sue furie temute persino dai suoi stessi alleati, l'unico a scherzarci su era Judal.
Stiamo parlando del comportamento che hai assunto ultimamente se è colpa nostra po-
Chiunque dei tre stesse parlando venne interrotto bruscamente da [nome] che scoppiò animatamente a ridere asciugandosi occasionalmente le lacrime provocate dalla stessa risata lasciando i presenti piuttosto basiti a tale atteggiamento, quasi a risultare una presa in giro non che non fosse già capitato in precedenza ma ora per loro era un momento delicato più di quanto fosse una riunione di guerra. Certo dovevano anche mettersi nei suoi panni vedere un misto di confusione e preoccupazione sui loro volti mescolata a le sciocchezze pronunciate era un mix al quanto esilarante per il demone.
Certo che siete uno spasso quando vi ci mettete...
Ha ripreso fiato finendo di asciugare le ultime lacrime lasciate dalla fragorosa risata, si mise composto sull'albero, sempre se si potesse definire composto il corpo disteso su di un ramo le braccia a formare una specie di sostegno alla testa e le gambe a penzoloni ai due lati dello stesso ramo ricolmo di frutti a loro sconosciuti ma consapevoli del colore aggiuntivo che offre al giardino.
...io non sono di cattivo umore per causa vostra ma per colpa di Judal.
Eh?
A questo punto loro non ebbero capito molto il filone della storia e il suo svolgimento lasciando leggermente l'amaro in bocca anche alla semplice reazione della demone e alla rivelazione poco aspetta.
Continuava a dirmi che avete una cotta per me e all'inizio lo potevo sopportare ma adesso mi sono stancata...
Tutti ascoltarono imbarazzati al sentire che il magi dai capelli mori e gli occhi rossi avesse rivelato cosi alla leggera i loro sentimenti alla diretta interessata, senza che loro potessero avere voce in capitolo o semplicemente saperlo di tale atto per loro fortuna ormai il demone aveva smesso di credere ad ogni parola detta dal magi in questione salvando per il rotto della cuffia i futuri governanti dell'impero.
Fa niente purtroppo abbiamo solo lui come Magi e c'è lo dobbiamo tenere ....
Scendi con eleganza dall'albero su cui poco prima ti stavi godendo la tua pausa prima di essere interrotta facendo qualche passo sull'erba soffice e leggermente umida regalandoti una piacevole sensazione ai tuoi piedi privi di calzature come avevi sempre deciso di portarli.
...adesso devo andare a fare rapporto a vostra madre ci vediamo.
Quando la ragazza fu abbastanza lontana da non poter sentire i discorsi dei principi sospirarono un sonoro con un nota di sollievo nella voce per una volta il fatto che fosse stato Judal a diffondere tale verità era servito in qualche modo a smentire la notizia alla diretta interessata.
L'abbiamo scampata per un pelo ...
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