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Mark&Nelly

One-shot su richiesta di thejileyshipper, buona lettura!

In quei giorni il portiere era turbato.

I suoi pensieri stavano rovinando l'atmosfera magica del torneo a cui stava partecipando al fianco dei suoi compagni di squadra.

Dopo tutta l'attesa, le fatiche, le gioie e le delusioni ora si trovavano lì, pronti a sfidare il mondo per dimostrare di essere i migliori.

Non poteva lasciare che i suoi sentimenti rovinassero tutto.

E poi, che razza di sentimento era quello che si stava permettendo di rovinare l'atmosfera?

Non lo capiva.

Anzi, non lo poteva capire.

Non allora.

Ma poi...

Un tramonto sul mare.

Un piccolo gazebo.

La sabbia.

Le onde.

E una ragazza.

Una ragazza che, a dirla tutta, non andava a genio a tutti i componenti della sua ex-squadra.

Già, perché li aveva abbandonati.

Il giorno in cui il portiere la incontrò, non sapeva che ella faceva parte dello staff di una squadra avversaria.

Ma ciò non avrebbe cambiato le cose.

Presumo.

《Ciao Mark. È da un po' che non ci vediamo.》

Quelle parole gli scaldarono il cuore, come se il fuoco che gli bruciava dentro si fosse affievolito col passare del tempo e lei lo avesse alimentato.

Ma ancora non riusciva a capire.

《Cosa ci fai qui, Nelly?》

《Sono venuta per portarti delle notizie. Tuo nonno è ancora vivo.》

La notizia scosse non poco il giovane capitano, che aveva sempre creduto, come tutti gli altri, che il suo leggendario nonno fosse morto in quell'incidente...

Quel maledetto incidente.

《Non si può escludere l'ipotesi che tuo nonno si trovi qui, sull'isola.》

La speranza si riaccese nel ragazzo.

《Dici davvero? Ma è fantastico!! Grazie mille, Nelly.》

Lei si limitò a sorridere.

《Perché non vieni a salutare tutti gli altri? Sono sicuro sarebbero felici di vederti.》

《No. Ho ancora molte indagini da svolgere. Ma non temere, ho la sensazione che ci rivedremo presto, Mark Evans.》

Detto questo, se ne andò, lasciando il portiere solo con il mare, la sabbia e i suoi pensieri.

Cosa successe dopo, lo può vagamente sapere solo lui.

Ho detto vagamente.

In effetti non se lo sapeva spiegare neanche il portiere stesso.

Dopo l'incontro con la ragazza e il fatto di averla vista andare via, era come se gli fosse stato tolto un pezzo di sé.

Ma continuava a non capire.

Gli si "accese la lampadina" solo quel giorno in cui la vide ancora.

Non aveva tenuto conto di quanti ne fossero passati dal loro incontro sulla spiaggia, alle porte della prima partita dell'Inazuma Japan.

Ma questo dato non è rilevante per capire ciò che sto per raccontare.

Ebbene, il capitano si stava allenando, come faceva ormai ogni sera, a tirare pugni ad un enorme copertone appeso ad una palma, per perfezionare le sue tecniche di parata.

Poi, li vide.

Anzi, prima li sentì.

Delle voci di persone che ridevano.

Un po' più in là rispetto a dove si trovava lui.

Si avvicinò, la curiosità troppo grande per starsene solo con il suo copertone.

Ed eccoli.

Un ragazzo dalla pelle scura e i capelli bluastri.

E lei.

Nelly.

Ridevano e scherzavano, proprio come qualche volta avevano fatto anche lei e Mark.

Però una cosa che il capitano non faceva, la vide.

Un bacio.

Ma non un bacio sulla guancia, da amici o per gioco.

Un bacio vero.

Probabilmente fu quello a risvegliare lo spirito del capitano.

Insomma... Nelly stava baciando un perfetto sconosciuto?

Certo, si vedeva che lei lo conosceva e Mark non si doveva impicciare dei suoi affari...

Ma non ci riuscì.

Un sentimento si faceva strada nell'anima di Mark, viaggiando tra il cervello e il cuore:

Gelosia.

Allo stato più puro che un uomo possa immaginare.

Come potevano quei due continuare a ridere senza accorgersi che a pochi metri da loro il cuore di un ragazzo si stava sgretolando?

Stava per arrivare il secondo bacio.

Ma non arrivò mai.

《Nelly!》

Il capitano si avvicinò a passo di carica all'amica, ignorando il ragazzo sconosciuto.

Lei si alzò di scatto, non si capì se arrabbiata o sorpresa.

《Mark?》

《Sì, io. Che stavi...》

Lanciò uno sguardo di odio all'altro.

《Che stavi facendo?》

Lei arrossì visibilmente e parve provare improvvisamente un enorme interesse per i suoi stivaletti.

Poi però alzò la testa.

La sua espressione era irriconoscibile.

No, non era mortificata.

Era furiosa.

《Mi stavi spiando?》

《Mi stavo allenando e ho sentito delle voci, così mi sono avvicinato e...》

《Ci stavi spiando.》sentenziò fredda la manager.

《Mi sono ritrovato a farlo per sbaglio...》

《Certo, per te è sempre tutto uno sbaglio.》

Si avvicinò al ragazzo sconosciuto a passo di carica e lo afferrò per la mano.

《Vieni Hector, andiamocene.》

E se lo trascinò dietro.

Il povero portiere non sapeva più cosa fare.

Di una cosa era certo, in quel momento:

Stava morendo dalla gelosia.

《Nelly! Non puoi andartene così!》

《Non sono la tua schiava, faccio quello che voglio!》

Coltelli.

Spade.

Lance.

Mark stava pensando a tutte le cose che potevano ferirlo più delle parole di Nelly.

Ma nemmeno l'arma più fatale del mondo avrebbe raggiunto il livello di dolore che gli procuravano quelle parole affilate e taglienti.

Se ne tornò agli alloggi infuriato.

E vi sfido a vedere Mark Evans infuriato sul serio.

Durante l'estenuante tragitto dall'ingresso alla sua stanza, un'unica frase veniva pronunciata come un disco rotto.

《Va tutto bene, capitano?》

Poteva contare su una mano chi dei suoi amici non gliel'avesse chiesto.

Nessuno.

Era evidente che erano tutti preoccupati, o forse intimoriti.

Bisogna stare attenti alle persone che non si arrabbiano mai, perché quando succede diventano cattivissime.

Ma come impedire a dei fidi compagni di squadra di consolare uno di loro?

《Mark, rispondi!》

Nemmeno l'attaccante di punta della squadra riusciva a farlo parlare.

Nemmeno lui.

All'ennesima richiesta di sputare il rospo, il portiere esplose.

Imprecò contro la sua squadra, quella che avrebbe sempre voluto condurre in vetta al mondo.

Poi si chiuse in camera sua.

E di lì non ne uscì.

                            ~~~

《Capitano, c'è una persona che vorrebbe vederti!!》

Neppure il più grande fan di Mark, il giovane e dolce Darren Lachance riusciva a calmarlo.

Ma quel giorno non fu lui a far uscire il portiere dal suo covo di rabbia e disperazione.

A grande sorpresa di tutti, il capitano lasciò che le "visite" varcassero la soglia della sua stanza.

Quando alzò lo sguardo per guardare in faccia chi era entrato, non seppe se prenderlo a pugni o distruggerlo verbalmente.

Il ragazzo della spiaggia.

Come si chiamava?

Hector.

《Che ci fai tu qui? Non hai portato la tua cara Nelly a fare un giro sui delfini?》

Hector sospirò, subendo gli insulti di Mark.

《Mi ha mandato lei. È dispiaciuta per come hai reagito ieri...》

《Ma che dici? Siete fidanzati, che ci posso fare io?》

《Noi... cioè... non siamo esattamente fidanzati.》

《Io non bacio le mie amiche.》

《Senti... A me lei non piace, e lo sa. È vero, siamo amici, ma nulla di più.》

《Certo. Vai convinto, ti ascolto.》

Il ragazzo si spazientì e si avvicinò minaccioso al capitano.

《Ascoltami bene, tu. Nelly ti sta aspettando sulla spiaggia, quindi scegli: o vai da lei o resti a marcire qui dentro. A te la scelta.》

Nelly lo stava aspettando?

                            ~~~

《Finalmente sei arrivato.》

《Allora non era uno scherzo.》

《No.》

Il portiere preferì mantenere le distanze e i toni adeguati.

《Cosa vuoi?》

《Dirti che mi dispiace per ieri sera.》

《Non mi importa della tua vita sentimentale.》

《Ma mi ascolti?》

Il ragazzo si zittì e si sedette rabbioso sulla sabbia.

《L'ho fatto perché ti avevo visto che ci spiavi.》

《È una nuova moda? Baciare il primo amico che ti capita vicino se qualcuno ti sta spiando? Certo che sei strana.》

《L'ho fatto per farti ingelosire!!!》

Silenzio.

Solo le onde osavano disturbare.

《Mi hai spezzato il cuore.》

《Era quello che volevo. Farmi desiderare.》

《Non serviva. Tu sei già desiderata.》

《Non è vero. Gli altri mi considerano una perfettina, una rompiscatole e... beh, non serve che stia a raccontarti.》

《Nelly...》

Avete presente quel momento in cui vedete una persona che ritenete solida e rigida come una fortezza piangere?

Ecco.

《L'ho fatto perché quella nuova... Camellia, non ti stacca mai gli occhi di dosso.》

《Sei... gelosa?》

Per la ragazza era difficile ammettere le proprie debolezze, ma lo fece comunque.

《Sì. Sono gelosa.》

Il ragazzo si sedette più vicino a lei.

《Perché?》

《Te l'ho già detto il perché.》

《Nel senso... perché mi tieni d'occhio?》

《Perché mi piaci, idiota.》

Non seppe spiegarsi il perché, ma a Mark quell'acidità piaceva.

O forse era Nelly a piacergli.

《Io ti piaccio?》

La ragazza annuì guardandolo negli occhi, con un senso di convinzione che nemmeno lei aveva mai provato.

Poi una parola la mise in difficoltà.

《Dimostramelo.》

Sapeva come dimostrarglielo, ma il problema che si poneva era un altro:

Lui come avrebbe reagito?

Tuttavia preferì lasciarsi andare e mettere da parte la ragione.

Far sì che per una volta fosse il cuore a comandare e prendere il sopravvento sul cervello.

Forse fu l'errore più bello della sua vita.

Infatti poco dopo la distanza che separava i due si era annullata.

Inizialmente Mark tenne gli occhi spalancati, ma poi si lasciò andare, coccolato dall'amore e dal rumore delle onde, che si infrangevano sulla spiaggia a pochi metri da loro.

Avrebbe voluto parlarle ancora, dirle tutto ciò che provava nei suoi confronti, ma non volle rovinare il momento.

Così stette zitto.















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