Gabi&Riccardo
One shot su richiesta di AngelaDimaggio, buona lettura!!
Gabi pov's
《Hei femminuccia, pettinati i codini, mi raccomando!!》
《Saresti più carino con una minigonna, confetto!》
《Non vai a pettinare le bambole?》
Ecco. Questi sono gli insulti che ogni giorno raggiungono le mie orecchie, il mio cervello e, peggio di tutti, il mio cuore. Già, perché per colpa del mio aspetto sono preso di mira da tutta la scuola. Gli unici amici che ho sono il mio diario (sì, tengo un diario. Se gli altri venissero a saperlo, mi prenderebbero ancor più di mira), la musica e nessun altro. Sono insultato da così tanto tempo che non ricordo un unico giorno felice della mia vita; uno, forse, quando da piccolo i miei genitori mi portavano al mare. Ma no, le bambine credevano che fossi una di loro con il costume da bagno troppo largo e con metà del due pezzi lasciata nel cassetto.
Odio tutti. Nessuno mi vuole, neanche le ragazze. Eppure, non sono cattivo; anzi, sono fin troppo docile. Ma la persona che odio più di tutti è quella che mi provoca un sacco di sofferenze, il ragazzo a cui tutti e tutte vanno dietro e che mi prende in giro per primo: Riccardo Di Rigo. Lo odio più di chiunque altro, è da lui che è partito tutto; ora guida il suo esercito di ragazzi verso la distruzione della mia persona. Perché lo so: presto o tardi, tutta questa storia mi ucciderà dentro e forse anche fuori.
La campanella suona; nuovo giorno di scuola, nuove prese in giro, nuove risse. La mia routine quotidiana non può evitare tutte queste cose. Appena giungo nell'atrio, vengo "accolto" dal solito tavolo pieno di ragazzi pronti a prendermi in giro: a capeggiarlo, seduto sopra al tavolo, c'è Riccardo. Ignoro i loro sguardi da serpi mentre mi siedo al solito tavolo vuoto ed estraggo un libro da leggere, in attesa che suoni la seconda campanella, quella che annuncia l'inizio delle lezioni.
Dopo pochi minuti li vedo venire verso di me; preparati Gabi.
《Hei confettino, che leggi?》
Mi rifiuto di rispondere a questo branco di idioti.
《Riccardo, a quanto pare qui qualcuno non vuole parlare, eh?》
Perfetto, ora cominciano gli insulti di Riccardo. Eccolo che arriva, si siede sopra al tavolo di fronte a me e comincia a parlare.
《Senti codini rosa, ti conviene rispondere. O preferisci risolvere in altra maniera?》
aggiunge scrocchiando le dita tra loro. Anche se sembra li stia ignorando, le loro parole arrivano benissimo in ogni angolo del mio fragile corpo.
D'un tratto, il capo del gruppetto mi strappa il libro di mano e lo solleva sopra la sua testa, in modo che io non possa prenderlo.
《Oltre a sembrare una femmina fai anche la figura del secchione! Sei proprio un caso perso.》
Tutti ridono, mentre io sto per esplodere dalla rabbia; ma tanto, che importa? Io sono uno, loro saranno una quindicina. Da qualche parte, qualcuno mi ha insegnato che vince la maggioranza, nel novanta percento dei casi.
Poi però succede una cosa inaspettata: qualcuno strappa il libro dalla mano di Riccardo e lo rimprovera.
《Non la finirete mai di rompergli le scatole, vero?!》
Una ragazza sbuca da dietro di lui, con il mio libro in mano. Gli occhi color lavanda sprizzano rabbia e le trecce che le ricadono sulle spalle sembrano avere un'anima propria da quanto si muovono. Si avvicina a me e mi porge cordialmente il libro; mi stupisce che Riccardo non abbia ancora alzato le mani. Allora significa che questa ragazza è più potente di lui?
《Vergognatevi tutti, ma in particolare vergognati tu, Riccardo! Guarda come ti sei ridotto... Eri diverso!!》
Con un balzo, il capo della gang scende dal tavolo e si piazza davanti alla ragazza dagli occhi color lavanda, con le braccia conserte.
《Non t'impicciare, Rosie. Le persone cambiano.》
Allora è così che si chiama: Rosie...
《Ma tu sei cambiato in peggio! Eri un così bravo ragazzo... E ora passi il tempo a prendere in giro i più deboli. Non dovresti provare altro che vergogna!》
lo rimprovera acidamente lei.
《Lasciami in pace, e inizia a farti gli affari tuoi!》
Riccardo serra i pugni, per poi girare i tacchi e andarsene insieme a tutto il gruppo.
《Stai bene? Ti ha picchiato, prima che arrivassi?》
chiede la ragazza.
《No, sto bene, grazie.》
Sorride, poi si siede di fronte a me e tira un lungo sospiro.
《È così diverso da quello di una volta...》
《Cioè?》
Forse non dovrei approfondire sul passato di Riccardo, ma mi interessa sapere se ha sperimentato esperienze simili alle mie; magari è per quelle che ora si comporta così.
《Sai, Riccardo era un ragazzo molto perbene: suonava il pianoforte, era gentile ed elegante... Invece guardalo adesso.》
Dal tono con cui parla, pare che tenesse in particolar modo a lui.
《Quindi non è sempre stato il teppistello che è adesso?》
《No...》
Sospira e si lascia andare sul tavolo.
Dopo pochi secondi di silenzio, si rialza e mi porge la mano destra.
《Comunque, mi chiamo Rosie Redd.》
Le stringo la mano.
《Gabriel Garcia, per gli amici Gabi. Beh, anche se di amici non ne ho.》
《Ora ne hai una.》
puntualizza sorridente. È confortante avere qualcuno che ti difenda, anche se forse esser stato difeso da una ragazza mi farà sprofondare ancor di più. Ormai tutte le azioni della mia vita sono sempre collegabili a degli insulti; mi chiedo come si faccia a trovare sempre il lato negativo di una persona nella sua esistenza.
《Ora devo andare, le lezioni cominceranno tra dieci minuti e la mia classe è al quinto piano.》
mi avverte Rosie puntando il dito verso l'alto.
《Ci vediamo all'intervallo?》
《Ok. A dopo, Rosie.》
Ci salutiamo, dopodiché decido di andare in classe pure io. E spero di non incontrare la gang.
Decido di andare a lavarmi la faccia per far scorrere via le emozioni appena subite; apro la porta del bagno e mi piazzo davanti ad un lavandino. Apro il rubinetto, lascio che l'acqua si accumuli tra le mie mani come fossero una conca e me la verso in viso. Appena alzo lo sguardo, incrocio lo sguardo di un ragazzo sulla superficie dello specchio. È lui.
《Riccardo?》
esclamo d'istinto, voltandomi di scatto.
《Hei codini...》
Si avvicina a me e si appoggia al muro, sempre a braccia conserte.
《E così... ti piace leggere, giusto?》
Ma che razza di domande sta facendo? Prima mi prende in giro davanti a mezza scuola e poi mi chiede se mi piace leggere?
《Che stavi leggendo, prima?》
Non so che fare. Se gli rispondessi, potrebbe usare ciò che sto per dirgli per prendermi in giro. Se tacessi, mi picchierebbe per conoscere la risposta.
《Mi rispondi sì o no?》
《Stavo leggendo... Hunger Games...》
《Il primo, quindi...》
Come fa a saperlo? A giudicare dal comportamento, Riccardo non sembra un lettore appassionato.
《Io ho visto il film. Anzi, posso vederlo quando voglio, a casa.》
Alza lo sguardo e lo posa su di me.
《Tu l'hai mai visto?》
Decido di fidarmi, a mio rischio e pericolo.
《No, mai.》
《Se vuoi, puoi venire da me a vederlo, dopo la scuola.》
Riccardo che mi invita a casa sua? Credo sia solo uno scherzo. O magari una trappola. Non lo so e non mi fido del tutto di lui.
《Vedrò.》
《Beh, avvertimi quando hai deciso.》
Detto ciò, esce dal bagno e scompare nell'intrico di corridoi della scuola. Resto a riflettere per un po': la sua richiesta mi ha sconvolto, non è da lui. Scommetto che c'è qualcosa sotto. Oppure, vuole semplicemente fare amicizia con me. Spero di non essere idiota, qualunque scelta decida di fare.
~~~
Suona l'intervallo e, come da promessa, incontro Rosie. Non posso fare a meno di raccontarle ciò che è successo.
《Tu che ne pensi, devo fidarmi di lui?》
《Non lo so. Se c'è una cosa che stupisce di Riccardo, sono i suoi cambi di scena. Potrebbe avere buone intenzioni, come potrebbe averne anche di cattive.》
《E quindi? Ci vado o non ci vado?》
Sospira e appoggia la testa al tronco dell'albero dietro di noi.
《Sta a te la scelta. Se dovesse succederti qualcosa, sai che su di me puoi sempre fare affidamento, d'accordo?》
《Grazie Rosie.》
~~~
Decido di fidarmi di lui. Fuori da scuola, mi avvista vicino al cancello principale e si avvicina a me, dopo che tutti se ne sono andati, ovviamente.
《Allora, vieni?》
《D'accordo. A che ora?》
《Anche adesso, per me non c'è problema. Tanto i miei genitori sono a Sydney per lavoro.》
《Tu vivi da solo?》
《Ho i camerieri e le badanti. Sono loro che si prendono cura di me. E poi ho Diesis e Libretto.》
《Chi... chi sono?》
Mi pare di vederlo sorridere, ma la mia impressione svanisce com'è arrivata.
《Sono i miei gatti.》
《Oh... nomi alquanto... originali, direi...》
《Sì. Ho scelto nomi ispirati alla musica, la mia passione.》
《Suoni qualcosa?》
《Pianoforte. Ma non lo sa nessuno, tranne te e Rosie.》
Rosie, Rosie... Chissà se tra loro due c'è mai stato qualcosa...
《La conosci?》
《Dalle elementari, ma siamo solo amici. Non provo particolare attrazzione per le femmine.》
Le sue rivelazioni mi sconvolgono.
《Quindi sei...?》
Annuisce, molto semplicemente.
《E stai con qualcuno?》
《No, per ora no.》
Passano alcuni attimi nel silenzio più totale, interrotti dalla sua voce.
《Andiamo? Casa mia dista poco da qui, andiamo a piedi.》
《Ok.》
Iniziamo a camminare e dopo pochi minuti siamo a casa sua. Beh, chiamarla "casa" sarebbe un'offesa... È una villa gigantesca.
《Entra pure.》
mi esorta quando siamo sull'ingresso.
~~~
Finito il pranzo, mi conduce in camera sua per vedere il film. Mi spaventa un po' l'idea di essere chiuso a chiave con lui, ma non ci faccio troppo caso. Cosa potrebbe farmi di male?
Estrae un porta DVD da uno scaffale e ne estrae un disco, che poi inserisce in un apparecchio accanto all'enorme televisore.
《Spero ti piaccia.》
dice prima di farlo partire. Dopo una mezz'oretta circa, chiedo se può fermarlo per andare in bagno. Scopro che ne ha uno in camera, quindi ci entro e mi lavo la faccia; lo faccio spesso, scarica la tensione ed è rinfrescante. Poi, però, succede qualcosa di altamente inaspettato.
La porta si apre.
《Gabriel?》
Riccardo entra e pare rasserenarsi nel vedermi.
《È da un quarto d'ora che sei chiuso qui!》
Non ci credo, non può essere passato così tanto. Sono seduto per terra, appoggiato al muro. Riccardo si china su di me.
《Tutto ok?》
Annuisco. Il ragazzo mi prende una ciocca di capelli e me la sistema dietro l'orecchio; brividi. Tanti, tantissimi brividi. Dove vuole arrivare?
《Cosa stai...》
Si allontana un po' da me, ma non abbastanza.
《Scusa, è che... sei attraente, sai?》
Cosa?! Prima passa la sua esistenza a rovinarmi la vita e poi mi dice che sono attraente?
《Dove vuoi arrivare?》
Posa la mano destra sulla mia guancia sinistra. Poi si avvicina; di più, sempre di più... fino a che tra noi non c'è più spazio. Il mio primo bacio in assoluto; ma a differenza dei primi baci comuni, il mio è con un ragazzo. Strano, ma non cambierei di una virgola.
Dopo un po' ci separiamo, entrambi rossi in viso.
《S... Scusami Gabi...》
《N-No, è tutto ok...》
L'istinto porta le mie braccia a cingergli il collo e a stringerlo a me. Mi sono innamorato del ragazzo che mi ha rovinato la vita. Ma sento che ora si possa rimediare.
《Ti... ti amo, Riccardo...》
《Anch'io ti amo, Gabriel...》
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