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Erik&Silvia

One-shot su richiesta di Japanforevermiki7411, buona lettura!

《Mi raccomando, filia mea.》disse la donna appoggiando le sottili mani sulle spalle della figlia.

《Non preoccuparti mater, prometto che starò attenta.》rispose Silvia sorridendole.

La ragazza uscì di casa non prima di aver preso la pesante brocca per l'acqua lasciata accanto alla porta il giorno prima dalla madre e, seppur contro la sua volontà, si mise in cammino per il fiume.

Purtroppo, nonostante a Roma stesse iniziando a diffondersi la rete idrica, la casa di Silvia e della sua famiglia era troppo lontana dal cuore della città perché l'acqua corrente potesse giungere anche alla loro casa.

In quei giorni, il pater familiae era in città alla ricerca di una casa nuova, così Silvia e sua madre vivevano da sole.

E, sfortunatamente, la provvista d'acqua era finita proprio in quel periodo, perciò Silvia era stata costretta a recarsi al fiume da sola.

Una volta giunta sulla riva del Tevere, Silvia immerse la brocca in acqua tenendola per uno dei due manici, e aspettò che si riempisse.

Alla giovane puella piaceva quel posto; la pace che regnava lungo le sponde del Tevere era impareggiabile. Sperava che il pater avrebbe trovato una casa lì vicina, così avrebbe potuto continuare a godere di quel paesaggio paradisiaco.

Dopo che ebbe riempito la brocca, la risollevò dal fiume e la appoggio a qualche metro dalla riva, stando attenta a non rovesciare neanche una singola goccia d'acqua, per poi concedersi qualche minuto di riposo.

Immerse le mani in acqua, beandosi della freschezza delle acque del fiume sacro, e iniziò a fantasticare sulla leggenda della fondazione di Roma, la sua preferita. D'altronde, come si poteva non pensare ai due gemelli mentre si è immersi nelle acque dello stesso fiume nel quale i due sono stati abbandonati?

Dopo qualche minuto trascorso con le mani in acqua, la puella si sedette sulla riva, sciolse i nodi dei lacci dei sandali e immerse i piedi fino al polpaccio, tirando calci all'acqua e divertendosi come una bambina.

Le sue risate si interruppero quando vide due ragazzi sull'altra riva del fiume; stavano combattendo con due gladios di legno.

《Ancora non ci siamo.》disse il più alto asciugandosi la fronte.《Devi essere più rapido a schivare i colpi.》

L'altro ragazzo, più basso e con i capelli più folti e spettinati, sbuffò.《Più veloce di così?》

《Sì. Se vuoi entrare nella scuola gladiatoria devi almeno saper schivare i colpi.》spiegò l'altro mollando un fendente, che venne prontamente bloccato.

《Tipo così?》rispose il castano con un sorrisetto di sfida.

《Più o meno.》

I due appoggiarono i gladios a terra e si inginocchiarono davanti al fiume per risciacquarsi il viso.

Silvia rimaneva a fissarli, ma loro sembravano non accorgersene. La puella era affascinata dai due aspiranti gladiatori, e decise di rimanere a guardarli ancora un po' prima di tornare alla domus.

《Coraggio Erik, ora dobbiamo andare.》disse il più alto alzandosi in piedi.

《Ma come? Di già?》rispose il più basso, guardando l'altro con disapprovazione.

《Lo spettacolo inizierà tra poco.》

A quelle parole il volto di Erik si illuminò; il puer balzò in piedi.《Ma certo, me l'ero completamente scordato!》esclamò battendosi una mano sulla fronte.

Quando i due afferrarono i gladios e se ne andarono, Silvia ci rimase un po' male.

《Chissà di quale spettacolo stavano parlando...》mormorò la puella tra sé e sé riallacciandosi i sandali.

***

Mater?

《Silvia!》esclamò la donna con gli occhi luccicanti.《Finalmente sei tornata.》

La ragazza appoggiò la brocca d'acqua accanto alla porta d'ingresso.《Mater, che genere di spettacoli ci sono a Roma?》

《Che domande sono, filia mea?》le rispose la madre guardandola con un sopracciglio inarcato.

《Solo per curiosità...》mormorò la figlia con una leggera nota di imbarazzo.

《Al Colosseo ci sono gli spettacoli di gladiatori, a volte anche con le belve feroci.》cominciò la donna, afferrando la brocca d'acqua.《Nulla di particolarmente adatto ad una signorina come te.》

《Perché?》Silvia si sentiva un po' stupida a non sapere cosa fosse uno spettacolo con i gladiatori, ma d'altra parte era anche curiosa di scoprirlo.

《Perché i gladiatori combattono tra di loro; il vincitore è colui che alla fine di un combattimento ha ucciso tutti gli altri.》

《Ah...》mormorò la ragazza, disgustata all'idea di assistere dal vivo ad uno spettacolo simile.《E che cos'è una scuola gladiatoria?》domandò, ricordando le parole dei due ragazzi visti al fiume.

《Lo dice il nome: una scuola gladiatoria è quel luogo in cui i ragazzi imparano a combattere per poi, una volta pronti, partecipare ai combattimenti nel Colosseo.》

Silvia si sentì mancare il fiato; davvero quel ragazzo (Erik, giusto?) voleva partecipare a uno di quegli orribili spettacoli?

La voce della madre interruppe i suoi pensieri tragici.《Ti vedo preoccupata, filia.》disse la donna versando un po' d'acqua in delle piccole ciotole simili a bicchieri.《Qualcosa non va?》

《No... Stavo solo riflettendo.》rispose la figlia, liquidando il discorso con un gesto della mano.

La donna sorrise sollevata e le porse uno dei due bicchieri colmo d'acqua.《Meglio così.》

Mentre sorseggiava la sua acqua, la ragazza non smetteva di pensare ai due sconosciuti del fiume; sapeva che forse si stava preoccupando per niente, ma l'idea che i due volessero andare a farsi ammazzare in mezzo alle tigri la raccapricciava.

Mater, posso andare in città dopo pranzo?》

《Sei forse impazzita? Non puoi uscire se non sei accompagnata da un maschio!》le ricordò la madre.

La giovane si morse l'interno della guancia. Doveva assolutamente trovare un modo per rivedere i due pueros.《Non posso andarci con papà?》

La madre scosse il capo con disapprovazione.《Cosa dovresti andare a fare in città?》

La ragazza si sentì avvampare, come le succedeva sempre quando non sapeva cosa dire.《Suvvia, mater... Solo per fare due passi.》

Filia mea...》la interruppe la madre.《Chiederò a tuo padre di accompagnarti. Ma sappi che se succede qualcosa, la responsabilità sarà tua. Capito?》

《Capito.》annuì la giovane, pensando che nulla sarebbe potuto andare storto.

***

Pater, possiamo andare al Colosseo?》domandò la giovane poggiando la mano sul braccio dell'uomo e indicando con l'altra l'Anfiteatro Flavio.

《Vuoi forse vedere uno spettacolo tra gladiatori?》

《Ecco... Sì, insomma... Sono curiosa di vedere come funzionano.》

Il padre rise, poi scosse il capo.《Mamma non sarà felice.》

《Mamma non deve per forza saperlo.》

《Sei sicura di voler vedere quel genere di cose? Anch'io guardavo gli spettacoli prima di sposare tua madre, e non erano molto gradevoli neanche per me.》

《Dai papà! Una sola volta!》implorò alzando l'indice e portando la mano dinnanzi al volto del pater.

《E va bene.》si arrese l'uomo.《Vorrei solo capire perché ci tieni tanto.》

《Te lo spiegherò più tardi.》promise trascinandolo verso gli enormi archi d'ingresso.

Una volta entrati, Silvia non poté fare a meno di rimanere a bocca aperta per qualche istante: un'enorme arena ellittica insabbiata circondata da tanti gradoni di pietra sovrapposti, gremiti di patrizi e plebei romani.

《Vieni, filia?》le chiese il padre poggiandole una mano sulla spalla.

《Sì, pater.》rispose distrattamente, troppo impegnata ad ammirare la sabbia giallognola al centro dell'anfiteatro.

Dopo qualche secondo passato a scrutare ogni minimo dettaglio dell'enorme costruzione, Silvia notò in mezzo alla folla i due ragazzi che aveva incontrato sul Tevere; si stavano muovendo sul gradone subito sotto quello in cui si trovava lei.

Sperava di farsi notare in qualche modo per poter attaccare discorso con loro, ma se fosse rimasta accanto al pater non avrebbe fatto granché.

《Posso andare a sedermi con quei ragazzi?》domandò all'uomo, intento ad osservare il posto riservato all'Imperatore.

《Sono tuoi amici?》

《Sì.》mentì.

《Va bene, va' pure.》acconsentì con un sorriso.

La figlia lo ringraziò con un bacio sulla guancia, per poi scendere al gradone inferiore.

《Ehi!》Silvia cercò di attirare la loro attenzione agitando la mano.

I due inizialmente non le prestarono attenzione, probabilmente credendo che non stesse chiamando proprio loro, ma quando videro che li stava guardando non poterono più ignorarla.

La ragazza si avvicinò alzando la mano destra in segno di saluto.《Ave.》

Ave.》risposero i due in coro.

《Ci conosciamo?》domandò il più alto.

《Vi ho visti allenarvi stamane lungo il Tevere.》

《Davvero? Non ti abbiamo vista.》rispose Erik con un pizzico di curiosità nella voce.

《Ero sull'altra sponda.》spiegò la giovane.

Il più alto le porse la mano con un sorriso.《Comunque piacere, io sono Bobby.》

《Silvia, piacere mio.》rispose lei stringendogli la mano.

《Erik.》disse l'altro facendole il baciamano e imporporandole il viso.

《Credo di non aver mai visto una puella al Colosseo.》osservò Bobby incrociando le braccia.

《In effetti è la prima volta che vengo qui.》ammise Silvia.

《Non hai mai visto uno spettacolo con i gladiatori?》chiese Erik sgranando i grandi occhi castani.

《No...》mormorò Silvia, sentendosi in imbarazzo come non mai con quegli occhioni puntati addosso.

《Beh, c'è una prima volta a tutto.》concluse Bobby con una risata.

《Sì ma... I gladiatori non sono proprio il genere di spettacolo più adatto ad una puella come lei.》aggiunse Erik squadrando Silvia da capo a piedi, e mettendola ancor più in imbarazzo.

Perché Silvia era così agitata in sua presenza?

《Ci sediamo?》chiese Bobby, ponendo fine a quel momento tanto imbarazzante per la ragazza.

《Certo!》esclamò l'amico.

Silvia si sedette per prima; Erik si posizionò alla sua destra e Bobby anche, ma due posti più in là, accanto all'amico.

《Secondo te chi vincerà oggi?》domandò il più basso all'altro.

《Spartacus. È il migliore.》

《Il migliore dopo Maximus.》precisò Erik.《Vincerà lui.》

《Sempre che Spartacus non lo ammazzi per primo.》

《Vincerà Maximus, ne sono certo.》

Il più alto interruppe la discussione.《Silvia?》

《Sì?》domandò la ragazza, ancora distratta dall'immensità dell'edificio.

《Vincerà Spartacus oppure Maximus?》

La ragazza si trovò spiazzata da questa domanda, e si chiese se i due non si fossero già dimenticati che lei non era mai stata ad uno spettacolo prima d'ora.《Non lo so... Non so neppure chi siano!》

《Spartacus è uno schiavo fatto prigioniero durante una spedizione in Grecia.》spiegò Erik.《Mentre Maximus è l'ex comandante di una legione.》

《Continuo a non sapere chi vincerà.》ammise la ragazza.

《Tira a indovinare.》

Ad un tratto tutto il Colosseo ammutolì, attirato dall'entrata nell'arena di un senatore. Dopo che questo ebbe pronunciato un discorso introduttivo, spiegando come si sarebbe svolto il combattimento, uscì dall'arena per fare spazio ai gladiatori.

Gli imponenti cancelli ai margini dell'arena si spalancarono, liberando degli enormi uomini con muscoli così grandi da poter strangolare un toro con una sola mano.

Si disposero sotto il terrazzo dedicato all'Imperatore, e alzarono le spade.《Ave Cesare, morituri te salutant!》urlarono in coro.

《Ma è orribile.》mormorò Silvia tra sé e sé sentendo quelle parole.

《Funziona così.》le spiegò Erik.《Il più forte vive, gli altri soccombono.》

《Come fanno a piacervi queste cose?》domandò la ragazza abbracciandosì le ginocchia.

《Di norma gli schiavi come loro non vivono a lungo, quindi fare questo lavoro è conveniente. Inoltre se un gladiatore piace al pubblico può ricevere la gratia dell'Imperatore e diventare famoso in tutta Roma.》

Silvia lo guardò allibita, non capendo come potessero luccicargli gli occhi nel dire quelle cose.《Tutto questo al prezzo di rischiare di farsi ammazzare ogni giorno? No grazie!》esclamò.

Erik assottigliò la vista, e continuò a fissare la puella come se avesse appena osato sfidarlo.《Non è detto che muoiano, però.》

《Certo, ma ogni giorno rischiano di restarci, in mezzo a quella sabbia.》disse indicando l'arena sotto di loro.《Tu vuoi diventare uno di loro?》

Erik inarcò un sopracciglio.《Come fai a saperlo?》

《Vi ho sentiti parlare oggi, al Tevere. Insomma, che senso ha rischiare di morire ogni giorno solo per guadagnarsi la gloria?》

Il ragazzo ridacchiò, passandosi una mano tra i capelli.《Guarda quegli uomini; non ti piacerebbe avere un marito forte e famoso come loro?》

Silvia abbassò lo sguardo su quegli ammassi di muscoli, rabbrividendo quando uno di loro schivò l'affondo di un altro.

《No.》rispose distogliendo lo sguardo dalla sabbia.《Insomma, non è necessario.》

Erik la guardò come se le fosse spuntata un'altra testa dal collo.《Parli sul serio?》

La ragazza ridacchiò.《Certo! Non voglio che mio marito rischi di morire ogni giorno.》spiegò, appoggiando dolcemente la mano destra sulla sinistra di Erik.

Gesto che fece con così tanta naturalezza da non rendersene conto, e che fece arrossire sia lei che il puer fino alla punta delle orecchie.

《Erik, guarda là!》Bobby richiamò l'amico indicando alcuni gladiatori, risvegliandolo dalla trance.

Silvia decise di dare un'occhiata, ma quando vide che uno dei combattenti si stava slanciando con la spada sopra la testa per coprirne un altro a terra distolse lo sguardo.

《Paura?》le domandò Erik notando il suo gesto.

《Un po'.》ammise lei strofinandosi le braccia con le mani.

La ragazza trasalì quando sentì un gladiatore, probabilmente quello a terra, urlare dal dolore: un urlo agghiacciante e straziante, un urlo che chiama morte.

Dii immortales...》mormorò stringendo la mano di Erik, di nuovo.

《Oh dai, ho visto di peggio.》commentò il ragazzo accarezzandole la mano con il pollice, ma senza distogliere lo sguardo dal combattimento.

Man mano che la battaglia continuava, Silvia si avvicinava sempre di più a Erik, e sempre più disgustata e terrorizzata.

《Ehi...》mormorò lui mettendole un braccio attorno alle spalle.《Se hai paura possiamo andarcene, ok?》

《Ma non voglio che perdiate lo spettacolo per colpa mia...》pigolò la puella guardandolo con due occhioni da cerbiatto.

《Sei sicura di voler restare?》le domandò il giovane, ricevendo come risposta un "Sì" mimato con la testa.

La ragazza rimase appoggiata al puer per tutto lo spettacolo, sobbalzando ogni due per tre e tenendo per la maggior parte del tempo il viso appoggiato alla spalla di Erik per non vedere.

A spettacolo finito, lo scenario nell'arena era a dir poco raccapricciante: gladiatori trafitti da frecce, spade, lance, alcuni decapitati, altri squartati, altri ancora tagliati a pezzi, il tutto immerso in una pozza di sangue.

《Alla fine hanno risparmiato sia Maximus che Spartacus.》commentò Bobby alzandosi in piedi.《Direi che siamo pari.》

《Già.》commentò Erik, rimanendo seduto poiché Silvia era ancora appoggiata a lui.

《Hanno finito?》domandò la ragazza.

《Sì, tranquilla.》le assicurò il ragazzo massaggiandole il braccio.

La puella alzò finalmente lo sguardo, palesemente imbarazzata per essere rimasta a contatto così stretto con Erik.

《Mi sa che non ti è piaciuto.》commentò il ragazzo, alzandosi in piedi.

《No, per niente.》affermò Silvia sistemandosi la veste.《Non verrò mai più ad uno spettacolo.》

《Ma come? Un giorno potresti vedermi combattere lì in mezzo.》

《Ma sei matto?》gli domandò, con la voce un po' troppo alta.《Non voglio vederti mentre ti fai squartare.》

《Potrei non essere io quello a venire squartato.》

《Non è questo il punto.》Silvia non si era mai sentita così rabbiosa e preoccupata per qualcuno.《Tu alla scuola gladiatoria non ci vai.》

Erik la guardò divertito e sorpreso allo stesso tempo.《Come scusa?》

《Non voglio che tu muoia in quel modo.》

《Mi conosci appena e già mi dai ordini?》

La puella lo guardò, leggermente inacidita.《Erik, non andrai in quella stupida scuola.》

Il ragazzo scoppiò a ridere, per poi avvicinarsi a lei e cingerle le spalle con un braccio e un sorrisetto in volto.《Non sono mica tuo marito.》

《Smettila.》disse lei mordendosi l'interno della guancia e arrossendo.

E quando il ragazzo le baciò la punta del naso, non ci capì più niente.

《Cerca solo di non farti venire strane idee, tipo diventare una Vestale o cose simili.》le raccomandò il ragazzo.《Altrimenti non potrai mai essere mia moglie.》

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Filia mea: figlia mia

Mater: madre

Pater: padre

Pater familiae: padre di famiglia

Puella: fanciulla, ragazza

Puer: fanciullo, ragazzo

Domus: casa

Gladios: gladii (spade usate dagli antichi romani)

Ave: Ciao, salve (saluto romano)

Ave Cesare, morituri te salutant!: Salve Cesare, coloro che stanno per morire ti salutano! (saluto che i gladiatori rivolgevano all'Imperatore prima di iniziare a combattere)

Gratia: grazia, misericordia, benevolenza

Dii immortales: dèi immortali (esclamazione)








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