[4] Percy Jackson & The Olympians
Perdonate la banalità del titolo, ma, a cercarne uno diverso, avrei spoilerato quanto segue.
* * *
L'intero Campo Mezzosangue era in festa: i ragazzi partiti qualche giorno prima per un'impresa erano appena tornati. Per quella sera si prevedevano canti, balli, giochi e cibo a volontà.
Tutti i ragazzi che non avevano partecipato all'avventura si stavano accalcando davanti al portico della Casa Grande schiamazzando eccitati ed impazienti di ascoltare il racconto della missione appena conclusa.
Alcuni, impegnati in altre attività fino all'ultimo, dovevano ancora arrivare. Tra di loro c'era anche un bambino di circa dieci anni che non stava più nella pelle.
Era probabilmente la persona più felice dell'intero Campo, in quel momento. Era arrivato da meno di dieci giorni ed aveva scoperto che non solo le divinità greche che lui tanto adorava fossero reale, ma che lui era anche figlio di una di esse. Aveva passato l'ultima settimana immerso in quello che gli pareva un sogno meraviglioso e non vedeva ancora i lati negativi dell'essere semidei che i ragazzi con più esperienza cercavano di spiegargli. Mentre correva verso il punto in cui tutti si stavano radunando, inoltre, era al culmine della gioia: aveva partecipato all'impresa la persona più cara che avesse, sua sorella maggiore, e non poteva più attendere di rivederla.
Durante gli ultimi giorni era stato in ansia per lei a tal punto da aver avuto incubi sulla sua possibile morte. Non era mai stato senza di lei così a lungo e le storie che gli altri campeggiatori raccontavano la sera attorno al fuoco non lo avevano di certo aiutato a non preoccuparsi. Ma era tutta acqua passata: l'impresa si era conclusa con successo e l'avrebbe riabbracciata a breve.
Quando arrivò davanti alla Casa Grande c'era già una discreta ressa di adolescenti chiassosi da cui preferì restare fuori. Nonostante il forte desiderio di trovarsi in prima fila, l'idea di essere pressato da tutta quella gente rumorosa lo convinse ad attendere e a cercare di ascoltare il resoconto da dove si trovava. Aveva aspettato giorni per rivederla: cinque o dieci minuti in più non avrebbero fatto poi tanta differenza.
Quella manciata di minuti si rivelò ben più lunga del previsto e il tono della folla troppo vivace perché dalla sua posizione si potesse sentire qualcosa di sensato, per cui il bambino decise di fare un giro nell'attesa finché il sole non era ancora tramontato del tutto.
Vagabondando, perse la cognizione del tempo, ma non se ne accorse fino a quando non sentì una voce chiamarlo per nome.
"Nico?"
Con una nota di delusione si voltò: non era la voce sua sorella, bensì quella di un ragazzo.
"Ciao, Percy! -lo salutò continuando a domandarsi dove fosse lei. Che Bianca avesse preferito starsene con le sue nuove amiche piuttosto che salutarlo? No, non era da lei. Presumibilmente lo stava cercando e aveva chiesto a Percy di darle una mano a trovarlo.- Dov'è mia sorella?"
"Mi dispiace, Nico..."
Le prime due parole furono le uniche il bambino sentì e furono due pugnalate al cuore. Per un minuto gli parve di essere diventato sordo o che il mondo avesse perso ogni suono. Delle lacrime cominciarono a rigargli il viso e notò a stento che il quattordicenne gli stava tendendo un oggetto.
"Avevi promesso... -fu tutto ciò che riuscì a dire.- Mi avevi promessa che l'avresti protetta!"
* * *
Non è DC Comic, ma spero vi piaccia ugualmente, dopotutto questa raccolta di nugae è nata come multifandom.
~ET
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