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[16] Who's The Real Villain?

Su Instagram ci sono diverse pagine che offrono degli spunti di scrittura. Questa è una cosetta che è nata in inglese e poi ho deciso di tradurre e mettere qui.

* * *

Scesi nel seminterrato con una scodella di zuppa per il ragazzino. Non mi piaceva tenerlo in quella cella , ma non potevo lasciare che fuggisse. Mi servivano informazioni di una certa importanza su quello stramaledetto Capitan Fantastic e il ragazzo era probabilmente l'unico in grado si darmi qualcosa di utile.

Come mi vide, balzò giù dalla brandina e corse in un angolo. "La prego, non mi picchi!" gridò. Potevo vedere il terrore nei sui occhi.

"Non sono qui per farti del male. Ti ho solo portato la cena."

Fissò la scodella ed esitò.

"Che c'è dentro? Veleno? Qualche pozione della verità?

Stavo per mettermi a ridere. "Non esistono cose come il siero della verità. È solo una zuppa. Ci sono soltanto verdure."

Il ragazzo fece un passo verso di me. "Ci sono dei cereali dentro?

"No, no. Forza, ragazzo, non resterà calda per sempre!"

Prese la scodella e bevve tutta la zuppa prima che potessi dire che avevo anche un cucchiaio. Non ne lasciò neppure una goccia.

Poi sussurrò qualcosa che non mi sarei mai aspettata. "Grazie, signora."

Mi sedetti sulla brandina. Al siero della verità serve qualche minuto per funzionare. (Ovviamente possiedo un siero della verità! Non sono un qualsiasi pseudo cattivo da quattro soldi! Mi chiamano Lady Antartide, Signora del Ghiaccio e della Neve e, presto, Regina del Mondo.)

"Vieni qui, bimbo."

Obbedì solo perché era ancora spaventato.

"Come ti chiami?"

"Marvel Boy"

"Intendo il tuo vero nome."

"È... Mathis. Mathis Bonnet"

"Oh, sei francese!"

Scosse il capo. "Forse. Non conosco la mia vera famiglia."

"Quindi... Capitan Fantastic è tuo padre adottivo," supposi.

Non andava bene. Se l'eroe era la sua unica famiglia, difficilmente Mathis l'avrebbe tradito.

"Non esattamente... Ma me l'ha promesso."

Percepii qualcosa di strano nella voce del ragazzino. Teneva le mani occupate, giocherellando con le maniche della maglietta. Notai una macchia rossa sul suo braccio sinistro.

"Quello cos'è?"

Dapprima mentì. "Niente!" (Non doveva essere in grado di mentire: come poteva resistere al siero?) Poi sospirò e mi mostro il braccio. Era pieno di ustioni. Somigliavano a certe cicatrici che avevo per aver affrontato Capitan Fantastic, ma queste non erano state curate adeguatamente.

"Ne hai altre?"

Lentamente, Mathis annuì.

"Quante?"

D'un tratto sembrò trovare enorme interesse per le proprie scarpe.

"Era parte dell'addestramento..."

Non riuscivo ad immaginare quanto potesse essere doloroso quell'addestramento.

"Quanti anni hai?"

"Quasi 15..."

Era così giovane! Alla sua età, tutta la violenza che avevo conosciuto consisteva in un paio di scapaccioni da parte dei miei per essermi comportata male. Il mio incidente era accaduto quando ero già sulla ventina.

"Perché diavolo sei ancora il suo assistente?"

"Mi ha promesso una vita migliore, via dall'orfanotrofio. Non è un brutto posto, ma voglio di più. Mi ha offerto una possibilità."

Ricordai perché avessi iniziato a parlare con Mathis.

"Conosci la sua identità segreta?"

"Lui non si leva mai la maschera quando sono nel suo quartier generale segreto. Ci passa più tempo di quanto non stia mella sua vera casa. Vuole davvero distruggerLa, sa?"

"Ed ora stai aspettando che venga a salvarti da me."

"Non sono così stupido. Non più. In un paio di settimane, un mese al massimo, avrà un nuovo assistente."

"Ne sembri proprio sicuro. Come?"

"Non sono il primo e non sarò l'ultimo. Cap sceglie sempre degli orfani: così nessuno può risalire a lui tramite il suo aiutante."

Imprecai mentalmente. "Allora sei inutile... Suppongo che ti riporterò al tuo orfanotrofio."

"Così presto? Non posso restare per un po'?"

Gettai uno sguardo al mio orologio. Non avrebbe potuto mentire per un'altra mezz'ora.

"Vuoi davvero restare?" chiesi.

"Ho bevuto la tua droga della verità. Non posso mentire."

Rimasi di sasso. "Come lo sai?"

"Posso vedere il passato delle cose che guardo, se voglio."

"Perché l'hai bevuta comunque?"

"Avevo fame. Ce l'ho ancora."

"Il tuo capo sa del tuo potere?"

"Volevo dirglielo, ma a lui non importa... La prima volta che ho visto quaalcosa ero al quartier generale..."

Notai che cercava di resistere al siero, di nuovo. Dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare, Mathis voleva ancora proteggere Capitan Fantastic?"

"Che cosa hai visto?"

"Io... ho visto Cap... Il suo volto... Senza maschera..."

Ritrovai un pizzico di speranza. "Chi è?"

"Se lui scopre che Le sto dicendo il suo segreto, mi ammazza."

"Non lo farà. Non lascerò che ti tocchi ancora. Lo giuro."

"Grazie, signora."

"Chiamami Violet, bimbo. Ora vieni con me: ti mostro la tua nuova casa."

La giornata stava chiudendosi con una doppia vittoria: avevo le informazioni che mi servivano e qualcuno a farmi compagnia. Che dire, gente? Preparate cappotti e abiti invernali ché sta per arrivare una bufera.

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