Prova 2
Senza rendersene conto, aveva organizzato due diversi appuntamenti per la stessa sera.
Malediceva l'aver acquistato un'agenda di cui dimenticava perennemente l'esistenza.
Si guardò allo specchio: come era potuto succedere?
Megan fece scivolare le mani sulla sua vita. Il vestito che indossava era diverso dal resto del suo guardaroba, composto principalmente da jeans e maglie di almeno due taglie più grandi.
Avrebbe dovuto essere sè stessa quella sera più che mai ma sapeva che se l'avrebbe fatto avrebbe rovinato tutto.
Era convinta di dover essere scoperta poco alla volta, come un libro voleva essere letta pagina per pagina, capitolo per capitolo.
Il telefono squillò. Era Jackson.
4 luglio 2016, Dallas
<< Non dovremmo essere qui, Jack. >> sussurrò Megan con voce sommessa.
Jackson le prese la mano.
<< L'ho fatto un milione di volte, Meg. >>
Scavalcarono un cancelletto arruginito ed entrarono in un edificio dismesso.
Meg non sapeva dove si trovava, però l'idea di fare qualcosa fuori dalle righe, diversa da quello che era abituata a fare, le piaceva. Inoltre, la faceva sentire un po' più come Jackson: libera, spensierata, senza paura.
I due si erano conosciuti al barbecue di una amica della zia Kate la sera del suo arrivo in città e tra loro era scattato qualcosa, come se si fossero cercati inconsapevolmente per tutto quel tempo.
Camminarono mano nella mano dentro l'edificio spoglio fino a che Jackson svoltò in un corridoio buio e trascinò Meg fino ad una porta antipanico.
Entrarono.
<< Non ci posso credere! >> esclamò la ragazza correndo sugli spalti.
Davanti ai suoi occhi un campo da hockey sorprendentemente ben curato la chiamava.
Jack la raggiunse. Riuscivano a specchiarsi nello specchio di ghiaccio sotto di loro e per la prima volta dopo un mese, ebbero paura di lasciarsi.
<< Chi l'avrebbe detto che avrei giocato ad hockey anche a Dallas? >> cercò di sdrammatizzare lei.
Jackson era silenzioso mentre estraeva dallo zaino dei pattini.
Scesero i gradini immersi dalla testa ai piedi in un oceano di silenzio, fino ad una panca dove li attendevano due mazze e qualche cookie.
<< Cosa c'è, Jack? >> chiese Megan mentre lo guardava calzare i pattini.
Lui si fermò e la guardò.
<< Domani a quest'ora non sarai più con me. >> rispose facendola sussultare.
Quello era il suo ultimo giorno in visita a casa di sua zia.
<< Puoi sempre venirmi a trovare a Boston. >> propose pensando a tutte le cose che avrebbero potuto fare insieme: il Common Park in fiore durante le vacanze di primavera, le partite di baseball, il New England Acquarium, il porto.
<< Sappiamo entrambi che una volta attraversato il confine del Massachussets ti dimenticherai di avermi incontrato. >>
Meg era spiazzata. Sapeva così poco di lui, eppure in sua compagnia il mondo sembrava meno impossibile, diverso. Lui era diverso.
Si alzò in piedi e scese gli scalini per arrivare alla pista. Jack la seguì.
Lei si sfilò la collana che teneva sempre con sè e gliela mise tra le mani.
<< Non mi dimenticherò mai di te. >>
* * *
4 luglio 2018, Boston
Guardò fuori dalla finestra. Tyler l'aspettava nella sua nuova auto lussuosa.
Lo osservò passarsi un mano tra i capelli mentre si guardava allo specchietto della macchina.
Non poteva crederci: Tyler Pickers le aveva chiesto di uscire. Era un sogno.
28 giugno, Boston
Megan passò il cookie a suo fratello Davis, che però se lo fece sfuggire.
Con uno scatto la ragazza lo superò e segnò un punto schivando i coni posizionati in precedenza per l'allenamento.
Dagli spalti si udì un applauso che rimbalzava sul ghiaccio della pista.
Megan si girò quasi spaventata.
Tyler le sorrideva sorseggiando una bevanda comprata al chiosco dello stadio.
Davis si allontanò lasciandoli da soli.
<< Pensavo di essere l'unico a frequentare questa pista in estate. >> esordì il ragazzo.
<< Beh, come vedi non è così. >> rispose cercando di mostrarsi il più calma possibile quando dentro sentiva i fuochi d'artificio.
<< Sei brava. >> continuò lui avvicinandosi.
Lei, nel frattempo, quasi sentiva le gambe cedere a quelle parole.
Tyler le aveva fatto un complimento, o meglio, le aveva rivolto la parola.
A scuola era una leggenda. Durante i primi anni del liceo aveva riportato alla luce la squadra della Santa Monica High School facendole vincere il campionato dopo quasi dieci anni di sconfitte. Ora si pensava al campionato nazionale.
Per Meg lui non era solo uno dei ragazzi più belli della scuola, era un idolo.
<< Brad Hoffelman dà una festa sabato: che ne dici di andarci con me? >> chiese sfoderando un sorriso che gli fece conquistare il cuore di Megan in così poco tempo che quasi le inziò a girare la testa.
Lei annuii.
<< Passo a prenderti alle sette e andiamo a mangiare qualcosa? >>
<< Va bene. >> balbettò lei slegandosi la coda di cavallo per nascondere le gote rosee.
Tyler si voltò e la lasciò da sola, incredula ed esultante, sulla pista vuota.
* * *
Salii in auto.
<< Ciao, dolcezza. >>
<< Ciao, Tyler. >> lo salutò accennando un sorriso per poi voltarsi immediatamente per guardare fuori dal finestrino.
Le arrivò un messaggio:
Sono da Taco Bell. Ti aspetto. J
Tyler e Megan entrarono nel fast food investiti dall'odore di fritto misto a detersivo per i pavimenti che tanto piaceva agli studenti del liceo Santa Monica.
Si sedettero ad un tavolo vicino alla vetrina del ristorante.
<< Emh, devo andare in bagno. Torno subito. >>
Meg si alzò e con lo sguardo cercò gli occhi scuri di Jackson.
Il ragazzo la vide e fece per alzarsi, ma Megan affrettò il passo per impedirglielo.
<< Meggie, sei stupenda. >> la salutò lui invitandola a sedersi.
<< Anche tu, Jack. >> rispose lei.
Si strinsero la mano sul tavolino vuoto.
<< Cosa ci fai a Boston? >> chiese la ragazza.
<< Volevo vederti. E avevo voglia di Taco Bell. >> scherzò Jackson.
Risero entrambi.
<< Mi sei mancata. >>
Meg abbassò la testa per guardare le loro dita che si intrecciavano.
Una ragazza portò due porzioni di patatine, una Sprite e una Diet Coke.
<< Come hai...? >> chiese lei stupita.
<< Me ne sono ricordato. >> alzò le spalle lui.
Megan stava per ringraziarlo del gesto quando vide dall'altra parte della stanza Tyler mentre guardava l'orologio con aria impaziente.
<< Scusa, devo andare al bagno. >> si alzò e tornò al primo tavolo.
<< Dov'eri finita? >> chiese Tyler con tono un po' seccato.
<< Non mi sono sentita molto bene, scusa. >> mentii Meg.
<< Per un momento ho pensato che avessi incontrato un altro. >> rise il ragazzo.
Megan drizzò le spalle e scoppiò in una risata nervosa.
Accampando la scusa del bagno ogni dieci minuti riuscii a dividersi tra i due ragazzi per circa un'ora.
<< Megan, cosa mi stai nascondendo? >> chiese Jackson quando la vide tornare al suo tavolo per l'ennesima volta.
<< Nulla. Davvero. >> rispose lei velocemente.
<< Ne sei sicura? >>
<< Sì. >> Meg si guardò attorno avendo perso il controllo sugli spostamenti del suo secondo accompagnatore.
<< Chi stai cercando? >> Jackson richiamò l'attenzione nuovamente su di lui.
Megan non rispose.
<< C'è un altro ragazzo, vero? >>
<< Jack... >>
<< No. Capisco, Meg. Dopotutto sono io quello ad essere ripiombato improvvisamente nella tua vita dopo due anni. >> disse il ragazzo visibilmente ferito.
Nella sua voce Megan poteva sentire il rumore delle crepe che stava causando al suo cuore.
<< E' solo che questo ragazzo mi ha chiesto di uscire una settimana fa e non potevo dirgli di no. Sono stata un'idiota. Ma adesso che sei qui davanti a me capisco il perchè sia stato così difficile lasciare Dallas. >> spiegò lei.
Jack scosse la testa.
<< Non dire così, Meggie. Sono stato uno stupido a pensare che tu non mi avessi dimenticato dopo tutto questo tempo. Mi sento un completo idiota per essere venuto fino a qui senza neppure averti chiesto come stava andando la tua vita. >>
<< Io non ti ho dimenticato, Jackson. Come avrei potuto? >>
<< Allora perchè sei qui con qualcun'altro? >> chiese lui con voce ferma.
<< Aspettami qui. >> la ragazza si alzò e diede un bacio sulla guancia al ragazzo che sedeva difronte a lei.
Spiegò la situazione a Tyler.
<< Che cavolo? Stai scherzando? Sei una cazzo di psicopatica. >> sbottò alla fine del racconto i Megan prima di alzarsi e sparire fuori dal ristorante.
Sospirò e chiuse gli occhi. Si chiese se era stata la cosa giusta da fare e guardandosi dentro vide Jackson davanti a lei, con la maglia da hockey la prima volta che l'aveva visto.
Fu come un secondo amore a prima vista.
Tornò al tavolo. Non trovò nessuno, solo un messaggio scritto su un tovagliolo e la sua collana.
1-0
Non ti dimenticherò mai.
Corse fuori dal locale, si guardò attorno, ma non riuscì a trovarlo.
Si sedette davanti all'insegna luminosa del Taco Bell e ripensò alla sera del 4 luglio in cui aveva lasciato il suo primo vero amore in una città del Texas, a cosa aveva dovuto provare Jackson quella notte, alle loro mani intrecciate poco prima e la tristezza lasciò spazio alla consapevolezza di aver avuto una seconda opportunità di innamorarsi di qualcuno come era sicura non sarebbe mai stata capace di fare una seconda volta.
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