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Apparenze

AsiaFabbri0

Izuku si era fatto incredibilmente irritabile, sebbene avesse continuato a conservare il suo solito sorriso, bastava cercare di discutere con lui su quello che era successo a Katsuki che la luce nei suoi occhi mutava. La cosa peggiore è che non si liberava da quel piegamento di labbra, solo che questo perdeva la sua accessione positiva, assumendo un'aria tetra a causa del fuoco sinistro che bruciava attraverso le sue gemme smeraldo e non ammetteva in alcun modo che qualcuno, chiunque esso fosse, provasse anche solamente a dire qualcosa di sconveniente sul suo amico d'infanzia.

Quando era giunta la notizia che Bakugou aveva ceduto alle pressioni dell'associazione dei criminali, la quale stava terrorizzando il Giappone con il fare cruento e spietato dei propri membri; tra tutti i componenti della loro classe, quello che era parso maggiormente provato dalla situazione fu il loro coordinatore, il quale però non aveva sacrificato i propri doveri. Imperterrito aveva aiutato a forgiare i corpi e gli animi dei suoi studenti e solo una volta aveva nominato colui che ormai era divenuto loro nemico, spiegando che non dovevano oscurare i loro cuori con i pregiudizi rispetto quello che era accaduto, in caso che le loro strade si fossero incrociate ancora avrebbero dovuto cercare di riabbracciarlo, perché non potevano sapere cosa gli fosse accaduto in quei giorni di prigionia. All Might fu dello stesso parere, disse che non conosceva il ragazzo esplosivo da tanto tempo eppure era certo che non fosse malvagio, dunque qualcosa che non sapevano doveva essere avvenuto o magari quella era l'esplosione di un problema che era stato continuato ad essere ignorare per troppo tempo dal biondo.

Midoriya aveva tentato di tenersi il più distante possibile da quelli che erano suoi amici e compagni di classe, dopotutto li conosceva ed era certo che non sarebbero riusciti a tenersi i propri pensieri e le proprie riflessioni per loro stessi e questo lo aveva portato ad allenarsi continuamente. Tanto duramente da aver fatto aumentare ulteriormente la propria muscolatura e quindi forza fisica, è chiaro però che non avesse affatto trascurato la propria unicità e magari la smania di voler mettere mano alla situazione, o forse l'ossessivo pensiero del biondo nella mente, lo portarono a fare progressi incredibili che non si sarebbe mai aspettato e che non aveva avuto l'ardore di condividere con nessuno. Sapeva, come gli altri, che tra loro c'era un traditore che passava delle informazioni ai criminali che avevano accolto il suo Kacchan tra le loro fila, perciò pensò che rivelare dei suoi miglioramenti gli avrebbe tolto l'effetto sorpresa che invece avrebbe potuto permettergli di catturare Katsuki, riportandolo in questo modo dalla sua parte e soprattutto non voleva che, la notizia del suo miglior controllo del proprio potere, potesse venir male interpretata da colui che ormai era diventato un chiodo fisso per il riccio.

Tuttavia il suo isolamento destò il sospetto e la preoccupazione dei suoi amici, i quali si organizzarono in una sorta di imboscata per potergli parlare del cambio di cuore del loro ex compagno di classe: «Ascolta Midoriya, sappiamo che vuoi molto bene a Bakugou, ma è il momento di affrontare il fatto che non è più un nostro amico» disse serio Iida che temeva davvero il momento in cui si sarebbero incontrati nel campo di battaglia, aveva paura che Izuku non sarebbe stato capace di levare il pugno contro il suo amico d'infanzia: «Bisogna accettare il fatto che dovremo combatterlo, prima o poi» aggiunse Uraraka con lo sguardo puntato verso il pavimento, non le piaceva l'idea di infierire. Inaspettatamente egli roteò gli occhi verso il cielo in risposta, prese un grosso sospiro come per mantenersi calmo e spiegò: «Non sono un idiota e so bene che al prossimo scontro saremo nemici, ma questo non significa che devo arrendermi al fato che ci vede opposti. Ho la forza di batterlo e sistemare tutto e voi, che non avete idea di quello che io stia pianificando e che neppure conoscete il suo cuore, dovreste rimanere nel ruolo che occupate e non esularne» quelle che pronunciò furono parole estremamente p eloquenti e cordiali ma il loro suono differì da un'impostazione distaccata, abbracciando una chiara sfumatura di minaccia.

Entrò in classe sistemandosi sulla propria seggiola, rigido come una statua di marmo, ascoltando in silenzio i discorsi dei propri compagni su quanto la terribile personalità di Bakugou avrebbe dovuto fungere da avvisaglia rispetto alla sua reale inclinazione, a questi bisbigli si unì persino Kirishima, il quale aggiunse che essendo tanto forte, aveva sperato di aver visto in lui un animo nobile ma alla fine si era sbagliato e davvero non capiva chi aveva continuato a difenderlo. Chiaramente Midoriya finse di non star partecipando, mantenendo quella sorta di aria assorta che aveva preso nelle ultime settimane, cosa che gli permise di passare inosservato mentre scrutava minuziosamente tutti i presenti, riuscendo così ad individuare il traditore tra loro, dopotutto chi altri avrebbe potuto registrare quella conversazione con il proprio cellulare in modo tanto nascosto e che scopo poteva avere se non quello di mostrarla al protagonista del discorso, spingendolo a credere di non avere più alcun posto tra di loro?

Ecco spiegato cosa ci faceva in piena notte nella periferia di Tokyo, seguendo un Aoyama teso che continuava a guardarsi attorno, pregando di non essere stato seguito da nessuno, il ragazzo non aveva l'aria di chi svolge il proprio lavoro felicemente, anzi, lo sguardo scuro e dispiaciuto suggeriva che per qualche ragione non si era potuto rifiutare di adempiere a quel ruolo scomodo. Il biondo si fermò solo quando fu fuori una fabbrica abbandonata, con il riccio che se ne stava accovacciato con la schiena contro il cemento gelido che recintava la zona con un muretto, alto abbastanza da fungere da copertura e permettergli di assistere alla conversazione senza essere notato e dalla voce, riconobbe subito Tomura: «Allora?» «Ecco» biascicò poco convinto il giovane riproducendo la traccia audio, un macabro sorriso si dipinse sul viso lentigginoso di chi, a loro insaputa, li stava spiando. Il suo amato Kacchan doveva essere lì e ne fu certo quando avvertì il suo passo pesante e leggermente strascicato muoversi di poco, probabilmente data l'inquietudine aveva fatto un breve tratto avanti ed indietro, riflettendo su quello che aveva sentito, dando la possibilità al criminale di approfittarsi della sua debolezza: «Vedi? Loro non hanno fiducia in te, è bastato loro sentire che sei diventato uno di noi per abbandonarti, nessuno sembra aver dubitato anzi, le tue orecchie non ti hanno ingannato, hanno persino ammesso che avrebbero dovuto saperlo che questo destino non era poi tanto scontato per te» le risa mal trattenute che resero la sua voce ancora più fastidiosa fecero arricciare il naso ad Izuku.

«Immagino tu abbia ragione...» «Certo che ce l'ho ed è per questo che li attaccheremo domani, perché non ti liberi di chi ti ha già dimenticato ed ha iniziato ad odiarti?» l'ex studente non rispose, fissò il panorama abbandonato della zona industriale in rovina nelle vicinanze e pensò che, ironicamente, raffigurava il suo animo confuso e scisso. A quanto pare quei criminali avevano ragione, le persone al suo fianco lo avevano davvero solo preso per i fondelli, fingendosi sui amici per poter approfittare della sua intelligenza e la sua forza e nessuno lo aveva mai amato genuinamente, quella era sempre stata la sua paura più grande. Sperava davvero che quella sera Aoyama sarebbe arrivato all'appuntamento a mani vuote, almeno si sarebbe sentito leggero e sollevato senza dover accettare la verità dei fatti, potendo rifiutare quella strada, ma messo davanti all'evidenza si disse che preferiva starsene con i criminali poiché almeno loro erano stati onesti.

Lui e Shigaraki vennero trasportati nel nascondiglio da Kuroghiri, mentre l'altro con passo incerto cominciò a tronare verso la U.A. ma prima che potesse rendersene conto delle mani lo afferrarono violentemente, con il corpo l'aggressore gli bloccò ogni possibilità di muoversi e la sua bocca venne coperta dalle sue dita. Il panico stava per avere la meglio su Aoyama quando la familiare voce di Deku giunse alle sue orecchie: «Sta calmo, fai tutto quello che ti dico e starai bene, tradiscimi e dirò ai professori chi sei e cosa hai fatto. Mi hai capito?» lui scosse la testa terrorizzato, certo conosceva chi lo stava minacciando come una sorta di angelo, però aveva anche trascorso molto tempo con dei veri criminali e conosceva l'impostazione vocale di chi era disposto a qualsiasi cosa per ottenere quello che voleva. Venne liberato lentamente con il riccio che si stiracchiava a causa della scomoda posizione che aveva dovuto assumere prima e gli chiese se aveva un metodo per contattare Katsuki: «S-si ma loro tendono a controllare quello che gli dico...» «Mandagli queste coordinate e poi scrivi che hai sbagliato» lui fece cenno con il capo ed eseguì: «Tranquillo, sono le coordinate di un parco giochi, non è sospetto come luogo. Ma Kacchan lo conosce bene» sorrise in modo tetro e incrociò le braccia per poi continuare: «Non posso credere che abbiano osato mettere le loro mani su Kacchan, penso che domani avranno una brutta sorpresa i tuoi amichetti ma non avvertirli, oppure ti strappo le braccia» trillò con fare allegro, sembrava pazzo ma era solo terribilmente arrabbiato e tutti gli sforzi che aveva fatto per rimanere calmo e nascondere i danni che aveva subito dai continui abusi nella giovinezza, gli parevano futili.

Avvertendo la perplessità del suo interlocutore spiegò: «Oh si, sono davvero così sebbene cerco di controllare i miei impulsi più violenti. Quella del bravo ragazzo dall'animo nobile non è propriamente una bugia, solo il mio desiderio di aggrapparmi a quello che ero un tempo, ma ormai non ho più il cuore tenero, sono dovuto cambiare per sopravvivere...» si fece accompagnare lungo la strada, si stava dirigendo proprio nel luogo che aveva segnalato, qualcosa gli suggeriva che Katsuki non avrebbe mancato di aggrapparsi all'ultima speranza che qualcuno ancora lo pensasse, anche se era pericoloso. «Pensavo, come credo tutti gli altri, che tu avessi una vita perfetta già prima di entrare alle superiori» biascicò ancora spaventato Aoyama, sperando di non farlo arrabbiare e rimase interdetto quando in risposta udì una sonora risata. «Oh no, assolutamente no. Non avevo una unicità e venivo mal trattato da chiunque tranne mie madre, persino gli insegnanti si prendevano gioco di me e il peggiore di tutti era sempre Kacchan, sai se non avessi già compreso prima di allora che era stupido ascoltare gente che doveva prendersela con qualcuno che non poteva difendersi per sentirsi importante e che mi sarei vendicato in seguito, avrei davvero potuto fare quello che mi aveva detto. Mi consigliò di suicidarmi e pregare di avere un quirk nella mia prossima vita» confessò tutto questo senza un minimo cambio di espressione, come se la questione non lo riguardasse.

«Allora...?» il biondo non aveva idea di cosa chiedere: perchè voleva incontrarlo? Perché aveva tentato di salvarlo? Come mai non aveva detto nulla in quei mesi, cercando semplicemente d'andare d'accordo con Bakugou? Non si sentiva in diritto di potergli domandare nulla del genere ma a quel punto Izuku avvistò l'entrata del parco e lo fermò. «Non seguirmi oltre e rientra nei dormitori, ma prima voglio rivelarti un segreto. Dopotutto so che non lo dirai a nessuno in quanto ora mi sei ostaggio, perciò ecco: nonostante tutto non ho mai cessato di amarlo, non è forse assurdo? Eppure per quanto voglia farlo piangere e vederlo piegato implorante a chiedermi perdono, non ho intenzione di perdonare chiunque osi posare anche solamente lo sguardo su di lui. Vedi è colpa sua se ora sono così però è anche la ragione per la quale posso essere calmo abbastanza da vivere normalmente...» continuò ad avanzare di qualche passo per poi congedarsi con un ultima rivelazione: «Credimi, in fondo è davvero semplice, lo amo molto più di quanto io abbia a cuore me stesso quindi posso perdonargli qualsiasi cosa, eppure non posso fare a meno di odiare chiunque si metta sulla mia strada e domani, io potrei ucciderli tutti, quindi ti do un modo per rimediare e sentirti meglio con te stesso: tienili tutti dietro di me, chiunque mi sarà davanti verrà colpito». Aoyama rimase immobile per una manciata di minuti, osservandolo mentre entrava e il cuore gli batteva forte nel petto, come se un cobra lo avesse avvolto nelle sue spire, portando la bocca spalancata con i denti ben in vista, vicino al suo collo per poi allontanarsi come se loro strade non si fossero mai incrociate ed il sollievo lo pervase, facendolo cadere a terra.

Il mondo non ha senso, pensò, dopotutto Bakugou, ch tutti vedevano plausibile come criminale a causa dei suoi modi poco gentili,in realtà sperava semplicemente di essere amato dalle persone al suo fianco ed era stato il dubbio di non riuscire a soddisfare le aspettative che tutti si facevano sempre su di lui ad averlo reso malleabile nelle mani di menti malvagie. Al ontrario quel ragazzo dal sorriso angelico che sempre si buttava in prima linea per difendere gli altri e che nessuno avrebbe mai creduto poter anche solo arrabbiarsi, nascondeva un animo nero come la pece ed era capace di ridere spensierato mentre rivolgeva della sincere minacce a qualcuno, non aveva mentito quando aveva detto che avrebbe potuto inavvertitamente uccidere qualcuno che era un suo alleato. Scosse il capo, lui lo sapeva bene, le apparenze inganno troppo facilmente e nella società sono tutto quello che contano, non importa quale sia la verità, alla fine saranno sempre gli altri a fare in modo che la tua vita prenda una determinata piega, ma ti lasceranno sempre solo, come se tu avessi davvero impedirlo e rabbrividì sbrigandosi a tornare nei dormitorio, aveva paura a restare lì.

Katsuki d'altro canto aveva detto che sarebbe uscito a schiarirsi le idee prima di domani e nessuno ci aveva visto niente di male, tanto ormai era parso che non aveva più alcuna ragione per tornare indietro, che volesse diventare uno di loro o meno, era un ricercato agli occhi della legge e lo sapeva bene, un certo disgusto lo aveva pervaso quando si era reso conto che erano bastati un paio di giorni e tutti gli avevano già voltato le spalle. Si disse che se davvero a qualcuno fosse importato di lui, lo avrebbero cercato... Si sentiva così sciocco mentre attendeva con le stelle sopra la testa, dondolandosi su un'altalena, quel tizio mezzo francese gli aveva inviato delle coordinate dicendo di aver sbagliato chat, tuttavia la curiosità aveva avuto la meglio su di lui spingendolo ad indagare e aveva scoperto che si trattava di quel luogo, il parco dove andava sempre a giocare quando era piccolo e si disse che non poteva essere una coincidenza, però lui non poteva conoscerlo e gli era subito venuto in mente Izuku.

Sospirò, il riccio aveva visto la sua parte peggiore e la conosceva meglio di chiunque altro perciò, a rigor di logica, era quello che meno avrebbe dovuto dubitare della sua scelta eppure quando sentì improvvisamente la presenza di un petto contro la schiena gli si bloccò il cuore, davanti a sé vide le mani piene di cicatrici di Deku e una strana voglia di piangere lo impossessò, si trattenne senza sapere come e lo ascoltò: «Sono contento che tu sia venuto Kacchan, stai bene? Ti hanno fatto qualcosa?» «No...» «Sono sollevato » «Ci hai sentiti prima?» una risata cristallina gli deliziò l'udito, quella conversazione così rilassata per lui non aveva senso, ma tentò di rimanere calmo per cercare di capire quale fosse la situazione: «Certo che si, non è che siete stati troppo prudenti e tenevo gli occhi ben aperti in classe. Sarebbe stato stupido cercarti senza alcun indizio, solo che questa sera mi è andata meglio di quanto mi aspettassi. Mi è bastato prendere alla sprovvista Aoyama, è più intelligente di quanto sembra perché ha capito subito la situazione e che avere a che fare con me è ben diverso che avere a che fare con gli altri idioti della nostra classe» Bakugou avvertì una mano tappargli la gola e l'altra sul suo collo: «Ho fatto più o meno così quando l'ho fermato» gli sussurrò nell'orecchio per poi liberarlo e sedersi sorridendo accanto a lui.

«Potrebbe avvertirli o potrei farlo io» il riccio scosse la testa: «Non lo farà per due ragioni, la prima è che gli ho detto che se avesse parlato avrei riferito tutto ai professori, la seconda, che credo sia stata quella che lo ha convinto di più, è che gli strapperò le braccia se ci prova» il biondo si voltò sconvolto a guardarlo, la gelida naturalezza con cui lo aveva detto aveva fatto risalire una marea di brividi lungo la sua schiena e ora, davanti a quei bellissimi occhi smeraldo lo capiva, quel profondo senso di inquietudine che aveva preso ad asfissiarlo non era frutto della sua immaginazione, il fatto che i suoi istinti avessero preso a fargli alzare peli dietro la nuca in alcuni momenti non era una sua fissazione, perché davanti a sè aveva un predatore. «Quindi non me l'ero immaginato?» chiese, l'altro gli sorrise nuovamente come faceva sempre: «Certo che no, sono contento che tu sia stato l'unico a notarlo, dopotutto ho fatto del mio meglio per nasconderlo. Ma Kacchan, non è normale che quando dei comportamenti ti mettono in pericolo, tu ne assuma di opposti? Credimi, è solo istinto di autoconservazione» spiegò alzandosi per pararsi dritto di fronte a lui, afferrando con le mani le catene che sorreggevano la seduta occupata da Katsuki, osservandolo dall'alto in basso e questa volta la luce che gli illuminava il viso era cambiata, un bagliore più bramoso e passionale lo infiammava e per una ragione che il biondo dalla ispida chioma non riusciva a metabolizzare, le guance gli si accesero di rosso.

«Vuoi sapere perché ti ho chiamato qui, non è vero?» «Ovviamente» sottolineò cercando di mantenere un minimo di compostezza, pregando che l'oscurità notturna avesse celato al riccio il bruciore sulle sue gote, o i piccoli movimenti che il suo corpo compiva ogni volta che lo sentiva parlare, dannazione, si sentiva così esposto e vulnerabile davanti a lui e questo non gli era mai piaciuto, da quando erano bambini. «Non vincerete, domani. Basterò solo io e non sto improvvisamente peccando di superbia, non lo direi se non ci credessi e poi Kacchan, fare il villain non ti si addice per niente. Hai un animo troppo nobile e sei troppo sportivo per assecondarli...» lasciò in sospeso il discorso afferrandogli il viso con le dita, fece sfiorare le loro fronti senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi cinabro e continuò: «Mi sono reso conto che le uniche volte in cui ti mostri più aggressivo è quando hai paura di qualcosa. I tuoi fantastici amici non si sono accorti di nulla, le persone amano parlare ma è troppo faticoso andare oltre le apparenze per loro» il suo tono di voce si era abbassato gradualmente e ora Bakugou poteva percepire distintamente il ronzio del suo cuore che palpitava velocemente, gli pareva rimbombasse nella sua cassa toracica e persino nella sua mente, sentiva come una morsa all'altezza dello stomaco che gli aveva fatto spezzare il respiro e quando le labbra di Izuku si posarono sulle sue smise di ragionare, si aggrappò alle sue spalle, sentendo come sorrideva contro la sua bocca nel sentirlo ricambiare quel contatto tanto inaspettato. La sua mente si era svuotata di ogni cosa, sentiva solo ogni parte di sé intorpidita piacevolmente e un sollievo strano che prima d'ora non aveva mai sperimentato, godendosi il calore del più basso intento a divorarlo facendo pressione contro di lui e torturando la sua lingua, tutto quello gli piaceva e non riuscì a trattenere un gemito quando avvertì le dita ruvide accarezzargli l'attaccatura tra collo e mascella. Si sentì tirare con forza contro il corpo dell'altro e notò subito come fosse più muscoloso di quanto lo aveva lasciato, sentì che anche il suo muscolo vitale sembrava impazzito quando, per sorreggersi, appoggiò uno dei suoi palmi sul suo petto, nella zona del suo cuore e si separarono solo quando sentirono che l'aria non era sufficente, ma Midoriya si assicurò di mordere con decisione il labbro inferiore del biondo, con un inespresso desiderio di monopolio.

«Hai sempre avuto il terrore di non essere amato, perciò hai sempre fatto quello che tutti si sono sempre aspettati da te. Hai un' unicità forte quindi devi esserlo anche tu, non puoi farti aiutare. Non è forse sempre stato così, Kacchan?» disse accarezzandogli il viso, che ora riposava appoggiato contro il suo petto: «Però sai, se non mi avessi allontanato avresti sperimentato prima cosa significa essere amato incondizionatamente. Sai che non sto mentendo, dopotutto sono rimasto al tuo fianco nonostante tutto, anche ora sono qui per te e le persone che hai sempre cercato di compiacere dove sono? Parlano come se ti conoscessero e non lo sopporto, non sono abbastanza intelligenti per capire il tuo cuore Kacchan, sai che solo io posso farlo» Bakugou tremò leggermente, aveva ragione, su tutto, in fin dei conti lo sapeva bene che l'unico motivo per il quale aveva continuato a spingerlo via e maltrattarlo era perché la facilità con la quale lo comprendeva lo terrorizzava, lo faceva sentire vulnerabile e in passato aveva creduto di essere guardato dall'alto in basso da lui perché egli non condivideva le aspettative che gli altri avevano. «Non è troppo tardi ormai?» «Per cosa?» «Per tutto» sospirò, era la terza volta che si faceva vedere sul punto di piangere davanti a Deku e solo lui lo aveva concesso perché si fidava e sapeva bene che non lo avrebbe giudicato né tantomeno respinto, ma normalmente aveva questa irrazionale paura che non riusciva a scrollarsi di dosso che prima o poi, lo avrebbe abbandonato, ecco perché non voleva trovare rifugio in lui.

«Kacchan, qualsiasi cosa accada io non mi libererò di questi sentimenti e se posso amarti dopo che mi hai detto di suicidarmi, credimi, potrei amarti non importa cosa, fidati di me, completamente e di quello che ti dico» Izuku lo sapeva, in quel momento il biondo era tanto vulnerabile quanto non lo era mai stato perché il suo modo di vivere ed il suo mondo erano appena andati in pezzi e solo lui poteva riaggiustare tutto quanto, sorrise, non gli piaceva in quello stato e tutti i colpevoli avrebbero pagato a tempo debito ma , in quel momento, sapeva anche che quella era la sua unica possibilità di valicare i muri che il ragazzo aveva messo su per anni. «Ascolta Kacchan, posso fare in modo che vada tutto bene domani. Ti fidi di me?» «Credi che se non lo facessi sarei rimasto qui?» chiese retoricamente, rifiutandosi di alzare il capo, il quale ora giaceva abbandonato sulla piega del suo collo, soffocando i singhiozzi ma lo tradirono le lacrime che inzupparono la maglietta che il riccio portava, egli gli passò dolcemente le dita tra la chioma ispida e spiegò: «Non hai ancora commesso alcun crimine quindi non puoi ancora essere accusato di nulla, domani avanza prima degli e vieni dietro di me» «No, ti faranno del male, contro tutti loro...» «Ho sconfitto Muscolar potendo usare molto meno del mio potere di quanto posso fare ora, Kacchan, lascia che mi prenda cura di te per una volta» «Promettimi che non ti farai male per proteggermi» il sorriso sul suo volto macchiato di lentiggini si fece luminoso come una stella, il suo cuore scalpitava allegro perché per la prima volta lo sentiva onesto e preoccupato per lui, non riusciva a trattenere la contentezza.

«Te lo prometto e ti prometto anche che li schiaccerò, perché io sono il posto in cui potrai sempre tornare. Ti amo» quando disse queste parole Bakugou si decise finalmente a mostrargli la faccia rigata di lacrime e fu lui, questa volta, a baciarlo, con un'inaspettata timidezza che parve addirittura accrescere i sentimenti già soffocanti dell'altro, che non mancò l'occasione di approfondire il contatto, però quando si separarono nessuno dei due sorrise: «Devo andare» «Lo so, anche io. Ci vediamo domani» il più alto annuì ancora con le guance arrossate e si allontanò velocemente, con il cuore in gola, non avendo il coraggio di guardarsi indietro, poco dopo l'altro se ne tornò alla U.A.

Il giorno dopo Izuku era più tranquillo del solito, ciò non gli impedì di ignorare chiunque gli rivolgesse la parola e fu così per tutta la mattinata, finché all'ora di pranzo scattò l'allarme dell'edificio scolastico avvertendo docenti e studenti che qualcuno si era introdotto senza permesso al suo interno, poi ci furono dell esplosioni e fu chiaro che si trattò di un attacco da parte della L.O.V. e un certo panico si diffuse tra i presenti che corsero in maniera veloce e disordinata verso l'esterno. Iida fece del suo meglio per controllare i membri della sua classe ma dato che non erano insieme, non poteva vederli tutti, all'appello mancava Izuku.
Quando anche lui uscì, notò che tutti erano in posa combattiva e tra gli assalitori c'era Katsuki, chiaramente irrequieto e la presenza rilassata di Midoriya attirò subito l'attenzione di Shigaraki, irritato dal fatto che non fosse trattato da tutti come una vera e propria minaccia, il ragazzo continuò ad avanzare placidamente, ignorando i professori che lo richiamavano dicendogli che era pericoloso e si parò dinnanzi alla folla appena scappata dalla scuola, guardando con disinteresse l'associazione criminosa.

«Stupido ragazzino cosa credi di poter fare uh?» «Mha, l'ultima volta ho solo battuto in uno scontro fisico quello fisicamente più forte di voi e non riuscivo ad usare molto bene la mia unicità, ora la situazione è ben diversa» nessuno di coloro che erano alle sue spalle potè vedere il cambio nei suoi occhi, che velocemente avevano smesso di avere il loro solito alone di speranza e tranquillità, tramutandosi nella muta minaccia di un predatore piuttosto territoriale e furibondo, fece una piccola pausa mentre Aoyama correva dietro di lui cercando di fermare chiunque avesse cercato d'intervenire e ci riuscì, in qualche modo.
«Credo sia il momento di cominciare le danze» esclamò divertito Izuku allungando la mano, a quel punto Bakugou si mosse verso di lui e tutti pensarono che i due si sarebbero affrontati faccia a faccia iniziando quella sorta di battaglia, ma inaspettatamente il biondo si fermò dietro al ragazzo: «Non ho alcuna intenzione di essere un criminale» questo il capo della L.O.V. non lo aveva previsto, perciò iniziò a grattarsi ferocemente il collo con agitazione, il suo piano era perfetto, come era possibile che le cose stessero prendendo una tale brutta piega?

«Non hai un posto dove tornare» «Ti sbagli, ce lo avrò sempre» disse con quel suo solito sorriso strafottente che aveva ritrovato la forza di abbracciare, però improvvisamente Dabi fece partire un attacco di fuoco, ma prima che Aizawa potesse anche solamente intervenire, Deku aveva afferrato la vita del suo amico di infanzia e spiccato un balzo di lato, avendo predetto l'attacco grazie a Danger Sense, in seguito aveva creato una copertura con Smoke Screen per poi prendere tutti i villains di sorpresa stritolandoli nella morsa serrata di Black Whip, la quale normalmente avrebbe semplicemente una funzione costrittiva, tuttavia a causa della rabbia in fermento del suo cuore, essa si era indurita e fatta tagliente, nessuno di loro poteva utilizzare il loro potere senza farsi del male, dopotutto Izuku poteva semplicemente allungare il raggio della sua frusta oscura e allontanare Dabi il più possibile, aspettando che a forza di attaccare si fosse bruciato. Sapendolo il figlio di Endevour non aveva provato a fare nulla, sentendosi sconfitto nell'orgoglio.

«Tutto bene quel che finisce bene, no?» sospirò Aoyama raggiungendo i due «All For One è ancora libero» bisbigliò Bakugou venendo accerchiato da studenti e professori e prima che potesse venire attaccato Aizawa gli si parò davanti: «Che diavolo state facendo? Dovreste dare l'esempio ai vostri studenti, non agire come dei novizi impreparati e menare le mani senza una valida ragione!» il coordinatore della classe B annuì: «Il ragazzo non ha intenzioni ostili, chiaramente, inoltre le informazioni che ci sono arrivate sulla sua aderenza all'organizzazione criminale potrebbero benissimo essere fasulle» una discussione sembrava sul punto di nascere, almeno finché un Nezu insolitamente iracondo non venne scortato al centro della folla agitata di persone, in modo da essere ascoltato, era stato lì tutto il tempo ma era parso invisibile. Al suo fianco c'era All Might, scuro in volto che guardava aspramente chi era subito balzato alle conclusioni, accompagnato da Midnight, Present Mic e Cementos, altri si erano radunati lungo le mura esterne dell'accademia per eroi impedendo ai media di fare incursione.

«Bakugou, stai bene?» domandò l'ex simbolo della pace, notando con quanta forza si aggrappasse al suo pupillo, che cercava di fargli forza accarezzandogli la schiena, stringendolo ancora a sé dopo l'attacco da poco evitato, il biondo fece un cenno con il capo e a quel punto il preside si rivolse al suo studente appena ritrovato: «Stavamo cercando la loro base ma non ci siamo riusciti, ti chiediamo perdono, deve essere stata una terribile esperienza...» esordì facendo un inchino, come a scusarsi, poi si rivolse agli altri: «Avete subito creduto che un vostro compagno o studente potesse improvvisamente abbandonare il proprio cuore da eroe per ripiegare sulla via della criminalità e questo è inaccettabile. Lo avete per caso visto commettere un solo crimine, o magari dalle sue labbra avete sentito dire che con goia abbracciava il male?» un silenzio pieno di sensi di colpa fu la sola risposta che ottenne.
«Egli è innocente fino a prova contraria» dopo queste parole e una bella ramanzina furono tutti rimandati a casa e Aoyama approfittò della situazione per cercare di cambiare la sua vita, spiegò che la sua famiglia era al servizio di All For One e che lo avevano obbligato a tradire i suoi amici, ma non voleva più farlo, anche se significava mettere in pericolo i suoi genitori, nella sua narrazione tacque però la collaborazione con Midoriya.

«Kacchan, andiamo, ti riaccompagno a casa» «Non voglio andarci» «Tua madre non ha mai creduto a quello che dicevano di te, anzi è quasi finita dentro per aver aggredito uno studente. Era venuta per parlarmi, credo volesse una rassicurazione del fatto che ti stessero davvero cercando e non le avessero detto di starlo facendo solo per tenerla buona» Bakugou parve sorpreso, poi però rise immaginando quella donna tanto simile a lui e si disse che si, probabilmente era qualcosa che lei avrebbe potuto fare, prima che potesse dire altro venne buttato a terra dall'abbraccio della genitrice che mentre lo insultava lo stringeva tanto forte da rischiare di strangolarlo, Masaru aveva rinunciato a cercare di trattenere la moglie e rideva imbarazzato chiedendo perdono agli insegnanti presenti per la scena, Aizawa alzò le spalle scuotendo il capo divertito pensando che quei due rumorosi biondi erano proprio due gocce d'acqua. «Hai mantenuto la parola, grazie per aver riportato sano e salvo a casa questo idiota» «Vai al diavolo vecchiaccia, la fai finita di insultarmi?» «No brutto citrullo, mi hai fatto preoccupare, mannaggia a te» a dire il vero in quel quadretto familiare il riccio si sentiva un po' di troppo, ma il marito della donna, annuendo come a comprenderlo gli mise una mano sulla spalla: «Ti capisco, è così per me tutti i giorni» «Certo che vanno proprio d'accordo, uh? Ora capisco da chi ha ripreso Kacchan il brutto vizio di nascondere cosa prova realmente» l'uomo annuì: «Prenditi cura di lui, Izuku» annuì, sorrise e fissò lo sguardo nel ragazzo che amava chiedendosi che reazione avrebbe avuto quando avrebbe scoperto che aveva già rivelato ai signori Bakugou di amarlo.

Le cose non erano andate così male, era stato divorato solo un po' dall'imbarazzo ma era stato felice di vedere che la sua famiglia lo amava e che non avevano mai perso le speranze, fu però ancora più lieto di godersi il tocco di Deku tra i capelli mentre erano stesi sul letto della sua stanza. Improvvisamente il riccio prese a baciarlo con foga come se non lo vedesse da anni e questo fece fuggire una piccola risata dal biondo, che lo strinse in un abbraccio sussurrandogli che lo amava, fu la prima volta che lo vide arrossire, anche se quel senso di vittoria che provò non durò tanto a lungo, in quanto nella successiva sessione di baci e tocchi febbrili finì inevitabilmente a rabbrividire e contorcersi, completamente alla mercé dell'altro che non celava il proprio godimento nel dominarlo tanto chiaramente in quei loro contatti lussuriosi. Si sentivano entrambi come se i loro cuori fossero sul punto di scoppiare, con una voce ignota nelle loro menti che gridava di voler sentire l'altro più profondamente, che non era abbastanza quel contatto per dimostrarsi quanto si appartenevano, tutto questo fece sì che venissero travolti dalla libidine, tanto da dimenticare che in quella stessa casa c'erano i loro genitori, con Inko che aveva fatto loro visita, felice che Katsuki stesse bene.

Il mattino successivo non ci furono lezioni perché la scuola era stata attaccata e a quanto pare avevano cominciato la costruzione di un nuovo sistema di sicurezza, anche per questo nessuno, il giorno prima, era potuto rimanere nei dormitori.
Izuku era steso su un fianco, con le braccia avvolte attorno al biondo e lo guardava dolcemente, senza celare il luminoso sorrido che gli aveva invaso il viso realizzando che, per la prima volta da anni, stava assaporando una contentezza e una calma tali da fare sopire i suoi peggiori pensieri. Ah quanto potere che l'amato aveva su di lui senza saperlo, ridacchiò all'idea e accarezzò dolcemente la sua guancia, osservando come, ancora immerso nel proprio dormire, avesse spinto la guancia contro il suo palmo, per godersi quel contatto che gli fece piegare appena le labbra verso l'alto e a quella vista, non sapendo se fosse possibile, Izuku sentì come di essersi innamorato ancora più profondamente e non riuscendo a trattenersi gli rubò un vasto bacio a fior di labbra.

Quando si allontani, ad accoglierlo ci furono due meravigliosi rubini, ancora lucidi di sonno e il riccio si trovò a trattenere il fiato, perché al suo fianco aveva una creatura che avrebbe sfidato e vinto Afrodite grazie al suo fascino e non si aspettava di sentire i suoi piedi intrecciarsi con i suoi, o la sua figura farsi più vicina per strappargli ancora un dolce contatto, approfondendo il bacio tirandolo a sé con foga, accarezzando con le mani la sua schiena nuda ed inarcata per la piacevolezza di quel loro momento. In quella stanza l'atmosfera stava iniziando a scaldarsi quando un bussare frenetico lì riportò
alla realtà, solo allora Katsuki parve realizzare che in quella casa c'erano sempre stati i genitori e dato quanto male aveva alla gola, dubitava di non essere stato sentito.

«Posso entrare o devo vedervi nudi?» urlò Mitsuki dall'altra parte della porta ridacchiando «Cosa cazzo vuoi vecchia strega» rispose a tono, sebbene estremamente imbarazzato, il biondo, che si godeva la risata allegra del ragazzo e le sue dita che percorrevano amorevolmente la sua pelle, non più candida. «Ci sono devi vostri compagni di classe sotto, fosse stato per me li avrei picchiati ma tuo padre dice che devi parlare con loro e decidere cosa fare» fece una breve pausa e aggiunse: «Comunque ieri è stato meraviglioso vedere Masaru e Inko rossi fino alle orecchie e la base del collo, parlare a voce alta per cercare di non sentirvi. Però la prossima volta che dovete accoppiarvi come due conigli fatelo quando non ci siamo o meglio, fuori da questa casa» detto questo se ne andò malevola, lasciando il figlio a gemere per la frustrazione.

«Kacchan se non vuoi vederli, ci penso io» sussurrò nel suo orecchio, disseminandogli di baci la faccia, l'altro scosse la testa, si fece aiutare a mettersi in piedi e a farsi la doccia, con le gambe molli che non reggevano il suo peso, si vestì e si fece accompagnare nel soggiorno, dove si sedette sul divano, accanto ad Izuku che fissava con rabbia quelle persone.
«Oh Dio, Katsuki, sono così felice che tu stia bene, non sai quanto mi sono preoccupato, lo sapevo che eri troppo virile per accettare la loro offerta» Bakugou digrignò i denti e scosse la testa amareggiato: «Ho sentito te dire proprio il contrario, ma quanto sei patetico... Non voglio avere a che fare con nessuno di voi. Mi disgusta sapere cosa quanto poco abbiate fiducia in me solo perché sono un po' abrasivo nel carattere, nonostante vi abbia già salvato il culo in numerose occasioni» Kaminari e Mina cercarono di parlare ma vennero subito zittito, prima che il riccio gli dicesse di ascoltarli, allora lo fece, contro voglia.

«Avremmo dovuto dire qualcosa, ci dispiace davvero, però non abbiamo mai creduto che tu potessi arrenderti tanto facilmente soprattutto non se riesci a sopportare Denki abbastanza da fargli recuperare le materie in rosso» disse Mina guardandosi le scarpe, lasciando spazio anche al ragazzo elettrico di intervenire: «In realtà all'inizio abbiamo provato a difenderti ma non funzionava e cominciavano a dare il peggio di loro, non ci piaceva sentirli parlare male di te quindi abbiamo smesso» Iida, Todoroki, Uraraka e Tsuyu erano gli unici altri che avevano lasciato il giudizio in sospeso, era plausibile che fosse passato dalla parte dei villain ma allo stesso tempo era poco probabile, comunque avevano accettato la situazione in virtù di non rimanere spiazzati sul campo di battaglia e fu per questo che anche loro vennero perdonati, ma gli altri non ricevettero più un solo sguardo né dal biondo, né dal ragazzo ricoperto di lentiggini, che guardava male chiunque si avvicinasse loro, proteggendolo dalle malelingue e persino Monoma fu dalla parte del ragazzo esplosivo, facendo sentire ancora peggio gli altri della classe A.

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