Un amore vampiresco
È una serata qualunque. Solo noia, tanta noia.
Non so che fare, così decido di chiamare la mia amica Sofia e le propongo una serata al cinema.
Lei accetta entusiasta, infatti dopo pochi minuti è già sotto casa mia.
Finisco di prepararmi, dopodiché ci incamminiamo alla volta di quest ultimo.
Decidiamo il film da guardare, prendiamo i biglietti e i pop-corn. Entrando in sala, un uomo con una maschera stravagante e molto gentile ci mostra quali sono i nostri posti a sedere.
Il film è davvero molto bello e io e Sofia lo stiamo guardando con gli occhi a cuoricino. È una bellissima storia romantica.
Ma tutt'un tratta qualcosa distoglie la mia attenzione, uno squillo di un telefono. Inizialmente non mi rendo nemmeno conto che il cellulare che sta suonando è proprio il mio, ma quando mi sento gli occhi di tutti puntati addosso, capisco che c'è qualcosa che non va.
«Ero convinta di averlo spento.»
Penso tra me e me.
Dalla vergogna cerco in tutti i modi di recuperare il più velocemente possibile il telefono per farlo smettere di suonare, ma naturalmente la fortuna non è mai dalla mia parte. Nel momento in cui provo a prenderlo mi cade dalle mani e, con mio enorme imbarazzo, devo abbassarmi per trovarlo nel buio.
Mentre sono a terra penso a quello che mi dirà la mia amica una volta uscite da qui, oppure alla mia faccia color peperone quando il film sarà finito e tutti mi guarderanno.
Dopo alcuni interminabili minuti, qualcosa pone fine ai miei pensieri.
«È proprio il mio telefono!»
Penso, mentre lo afferro e decido di alzarmi, ma tutt'un tratto un frastuono assordante mi fa tornare involontariamente giù.
«E ora cosa sarà questo rumore?»
Non so più cosa pensare, so solo che l'ansia sta prendendo il sopravvento.
Rimango giù per un periodo più o meno lungo e, quando decido di alzarmi, quello che vedo mi fa rimanere con gli occhi e la bocca spalancate.
Me li strofino bene per capire se è un sogno, se sono io che sto avendo le allucinazioni oppure è la realtà. Riprovo più e più volte, ma niente, continuo a vedere tutto in bianco e nero, i colori sembrano scomparsi.
«Ma solo io non vedo o è tutto il mondo così? Cos'è successo in quel breve lasso di tempo che ero a terra?»
Decido di porre fine alle mie domande cercando la mia amica: "Sofi, ma tu..."
Non mi dà nemmeno il tempo di finire la mia domanda che subito grida: "Asia non vedo più. Non ci sono più i colori, è tutto in bianco e nero."
A quel punto capisco che non sono solo io. Mi guardo attorno e propongo alla mia amica di uscire fuori, questa stanza sta diventando troppo piccola, inoltre mancano anche pochi secondi allo scoccare della mezzanotte.
Mentre ci dirigiamo verso la porta dell'uscita due bellissimi ragazzi si piazzano davanti a noi. Io e Sofia ci guardiamo stranite e nel frattempo penso: «Questi ora cosa vogliono?». Stranamente sembrano leggermi nel pensiero perché uno dei due risponde alla mia domanda: "Io voglio te" dice l'uomo più alto; mentre l'altro si rivolge alla mia amica dicendole: "E io te!"
Strabuzziamo gli occhi, non possiamo credere alle loro affermazioni, vogliamo divincolarci dalla loro presa, ma sembra quasi che ci abbiano ammaliate.
Quando ci sorridono e vediamo i loro denti appuntiti, capiamo che il loro aspetto cadaverico e i loro occhi rosso fuoco sono dovuti al fatto che sono dei vampiri.
"Io sono Alaric e tu presto diventerai mia a tutti gli effetti."
Afferma avvicinandosi pericolosamente al mio collo.
Non ho nemmeno la forza di divincolarmi dalla presa, che in pochi secondi sento i suoi denti sul mio collo.
Sento che sto perdendo molto sangue, all'inizio mi sembra quasi di svenire, di morire, ma poi qualcosa cambia e inizio quasi a sentirmi immortale.
Quando si stacca dal mio collo sento di nuovo una strana sensazione, infatti cado in un sonno profondo.
Al mio risveglio mi guardo attorno e capisco che questo che vedo non è il mio mondo e nemmeno la mia camera. Mi mancano tutti i colori, è tutto cupo, ogni cosa è in bianco e nero.
«Ma dove mi trovo? Cos'è successo ieri sera?»
Penso fra me e me, ma niente, non ricordo assolutamente nulla. Il vuoto più totale.
Tutt'un tratto qualcuno apre la porta e scorgo da lontano un uomo molto affascinante.
Viene verso di me e mi domanda: "Dormito bene?"
Faccio un cenno con la testa e subito dopo si avvicina di nuovo al mio collo, mordendolo.
È una sensazione strana, mi sembra quasi di averla già provata, ma questa volta la sento ancora più forte.
Sento che mi sto per innamorare di questa persona, ma c'è qualcosa che non mi rende felice.
La mia speranza è quella di ritrovare il mio mondo a colori, solo allora potrò vivere appieno ogni emozione.
Lui forse sembra accorgersene che sono assente, infatti mi domanda: "Tutto bene? Che hai?"
"Non sono felice in questo mondo bianco e nero."
Affermo con gli occhi lucidi.
Lui mi guarda con lo sguardo triste e dice: "Sai, se io rimettessi i colori in questo mondo morirei. I colori e la luce del sole fanno male a noi vampiri."
Spalanco gli occhi alla sua affermazione e lì capisco che rimarrò intrappolata in questo mondo buio per tutta la vita.
I giorni passano, non so nemmeno io descrivere come mi sento. Con lui sto bene, ma mi manca poter osservare ogni colore, ogni sua sfumatura, mi trasmettevano felicità invece qui è tutto solo bianco e nero. Niente dà spazio all'immaginazione, non ti è permesso sognare con questo ambiente così cupo.
"Carissima mia amata,
Questo è il gesto più folle che potevo mai fare, ma l'ho fatto per amore e per la tua felicità.
Nel momento in cui tu leggerai questa lettera io non ci sarò più, ma al posto mio troverai tutti i colori. Ogni volta che li osserverai, pensami!
Ti amo! Tuo Alaric!"
Storia breve scritta
per l'ottava prova:
"Il Mondo In Bianco E Nero"
de: "La Libreria del Cappellaio Matto"
Limite parole 1000!
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