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Bosco incantato

Ero sola, incerta su quale strada prendere, piena di paura. Ormai mi ero persa in quel bosco desolato: solo alberi intorno a me, nient'altro.

Cercai di seguire quel poco che rimaneva dei candidi raggi del sole che filtravano attraverso i rami dei folti alberi, ma la notte stava calando... il buio stava arrivando.

La luce si affievoliva sempre più per lasciare spazio alle tenebre.

Improvvisamente arrivai in un angolo del bosco, sembrava magico: niente più alberi, l'empireo si mostrava limpido, la luna piena e le stelle sembravano quasi raggiungibili. Uno spettacolo mozzafiato!

Mi distesi su quel prato e iniziai ad osservare tutte le costellazioni; d'un tratto una stella cadente e d'istinto espressi il mio desiderio: «Vorrei tanto poter rivedere i miei nonni» dissi guardando l'astro in modo malinconico. Anche se lo sognavo, sapevo che tutto quello non era fattibile...

Continuai a godermi quel momento suggestionante. Il cielo sembrava completamente diverso quella sera, sembrava come se le stelle stessero facendo una lotta fra loro: erano davvero tante e tutte vicine tra loro.

Inaspettatamente alcune voci iniziarono a invocare in coro il mio nome che iniziò a echeggiare nell'aura.

"Starò diventando pazza?" pensai mentre l'ansia iniziava a prendere il sopravvento.

«Ariel! Ariel!» le voci continuavano imperterrite, mentre io mi nascondevo sempre più su me stessa.

Una mano mi sfiorò il braccio; un urlo di paura fuoriuscì dalla mia bocca.

«Tranquilla, non devi avere paura di noi!» esclamò una voce angelica.

Il timbro di quella voce melodiosa e al tempo stesso delicata mi tranquillizzò molto, tanto che decisi di alzare la testa e guardare cosa c'era intorno a me, da chi proveniva quel suono.

Guardai avanti e non vidi nulla, mi voltai a destra e sinistra ma niente. Mi alzai, feci qualche passo in avanti perlustrando bene la zona. Era tutto buio, era difficile vedere in lontananza, gli unici riverberi che c'erano provenivano dalle stelle e dalla luna.

«Ariel, siamo qui!» esclamò nuovamente quella voce.

Mi voltai su me stessa e infondo all'ampio parco proveniva una luce molto intensa e delicata. Sembrava fosse giorno, ma eravamo nel pieno della notte. Titubante avanzai verso quel bagliore.

«Vieni, non avere timore» continuò la voce incoraggiandomi a proseguire.

Una volta che ero abbastanza vicina riuscii a focalizzare quelle figure. Iniziai a indietreggiare, cercando di allontanarmi, ma quegli individui continuavano ad avanzare verso di me.

Ero spaventata, non riuscivo a credere ai miei occhi, non poteva essere vero...

D'un tratto una persona proferì qualcosa al suo gruppo, loro si fermarono mentre quella continuò a camminare nella mia direzione.

«Ariel, fermati!»

D'improvviso mi fermai, era ancora quella voce angelica. Lei nel frattempo riuscì a riacquistare terreno e in men che non si dica me la ritrovai davanti.

Chiusi gli occhi dalla paura, voleva sicuramente uccidermi.

La figura davanti a me prese la mia mano nella sua, mentre con l'altra iniziò ad accarezzarmi il volto e poi disse: «Non piangere, apri gli occhi, guardami. Io sono qui.»

Impaurita aprii gli occhi e quello che vidi mi fece rabbrividire: una luce aurea avvolgeva la sua figura; capelli ondulati e dorati; piume scintillanti e possenti spuntavano dalle sue spalle... Solo dopo alcuni secondi che rimasi immobile, iniziai a fissare il volto. Le lacrime iniziarono a rigarmi il viso, ma questa volta non erano dovute alla paura.

«Nonna, sei tu?» domandai abbastanza scettica.

«Sì, nipote mia, sono io» rispose abbracciandomi calorosamente.

«Sono il desiderio che hai esaudito qualche minuto fa. Io sono sempre stata con te, ma tu non mi hai mai vista. Questa sera c'è stata una strana guerra cosmica e tutti noi in cielo adesso siamo visibili» aggiunse poco dopo.

«Quindi tutti possiamo vedervi?» chiesi con la voce ancora tremante dal pianto.

«No, Ariel, solo tu puoi vederci in quanto hai espresso il desiderio di volerci rincontrare e grazie alla lotta cosmica che c'è stata e al tuo desiderio tutto questo è stato possibile.»

Poco dopo anche gli altri angeli iniziarono ad avvicinarsi alla figura di mia nonna e fra quelle avvistai anche quella di mio nonno.

Mi precipitai ad abbracciarlo, non ci potevo credere.

«Siete così tanti!» esclamai con aria esterrefatta.

«Vieni, ti riportiamo a casa. Non puoi stare qui sola»

«Ma io non sono sola, ci siete voi con me.»

«Non devi avere paura, noi ti guidiamo fino a casa. Da oggi in poi tu potrai vederci in qualsiasi momento. Ricorda solo che nessuno dei tuoi amici o familiari ci vede» risposero incoraggiandomi a prendere la strada verso casa.

Lungo il tragitto confabulavo e scherzavo con loro come se nulla fosse; incontrai alcune persone che mi guardavano con una strana espressione, fino a quando un uomo mi chiese se fosse tutto apposto.

Gli angeli intorno iniziarono a ridere per la scena e subito dopo scoppiai anche io in una fragorosa risata.

D'un tratto, mentre camminavamo, sentii un mancamento, mi girava la testa e mi mancava l'aria, mi sentivo come se stessi svenendo.

Caddi a terra, o forse no, che strana sensazione... Vedevo tutto bianco e mi sentivo sospesa in aria. Gli angeli mi apparvero davanti e dissero: «Siamo sempre con te, non avere paura!»

«Ariel sta fluttuando in aria, guardate!» esclamò una voce familiare con un timbro intimorito.

Rumori, caos, ambulanze...

"Ma cosa starà succedendo?" pensai fra me e me.

«Veloce, fate veloce. Mettetele l'ossigeno» sentivo proferire in modo frenetico da persone che credo fossero medici.

Dopo ore che sembravano interminabili riuscii ad aprire nuovamente gli occhi: mi trovavo in un letto d'ospedale. Tutti erano fuori dalle vetrate ad aspettare il mio risveglio, ma io non riuscivo più a scorgere le figure dei miei angeli protettori... che fine avevano fatto? Saranno stati loro a salvarmi?

«Ora vivo in te, nipote mia. Ti ho donato un po' della mia anima per poterti salvare.»

Balzai in aria per lo spavento, era la voce angelica di mia nonna.

Sbarrai gli occhi a quello che vidi: non mi trovavo nell'ospedale, ero ancora in quel bosco magico.

Volsi istintivamente lo sguardo verso il cielo e le stelle componevano delle meravigliose ali dorate.

Storia breve scritta
per la nona prova:
"Celestiale"
de: "La Libreria del Cappellaio Matto"
Limite parole 1000

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