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Benvenuti a Frigolandia

"Benvenuti a Frigolandia!"
Legge, a bassa voce, il cartello.

«Frigolandia?»
Si domanda lo scalogno nella sua mente.

"Mi sa che mi sono perso"
Continua, ma questa volta i suoi pensieri si fanno sentire.

Si volta a destra e sinistra, mentre osserva con stupore la città davanti a sé.

Si possono intravedere boschi magici, ruscelli d'acqua fredda e soprattutto i cittadini: una vasta varietà di ortaggi.

Urla di felicità, piccoli ortaggi che giocano, genitori che parlano con i figli, pianti, una vera e propria città.

«Ma ripensandoci, ho detto proprio pianti? Chi è che sta piangendo?»
Pensa lo scalogno, cercando di capire da quale direzione provenga il suono.

"Questa volta non sono stato io, giuro!" Afferma, guardandosi intorno come se volesse scusarsi.

Si gira e rigira e improvvisamente vede ai piedi di un albero tutto bagnato.

«Ma non sta piovendo» pensa l'ortaggio, guardando il cielo quasi per conferma.

Così, preso dalla curiosità, si avvicina e si accorge che il pianto proviene proprio dall'albero.

"Perché piangi?"
Domanda, sperando in una risposta.

"Le mie figlie mele mi stanno abbandonando tutte, guarda ai miei piedi" risponde indicandole con una parte di ramo.

"Dai, non devi piangere, è il corso della vita, l'anno prossimo ti affezionerai anche alle prossime mele, quindi non fare il melo-drammatico."

L'albero, nell'udire tali parole, rimane scioccato e decide di far finta di niente, mentre osserva lo scalogno andare via fischiettando.

"Che spirito di patata!"
Grida, in lontananza, il pomodoro arrabbiato, mentre viene schiacciato vista la sua noncuranza.

"Ehi tu, che hai contro di me?"
Interviene la patata irritata.

"Tu stranamente mi metti di buon umore e pensandoci un bicchierino di vodka, estratto da te, lo accetto molto volentieri!"
Dice indicando quest'ultima.
"Mentre tu sii più concentrato" risponde lo scalogno, indicando il pomodoro.

Dopo questo breve confronto, lo scalogno continua a camminare tranquillo, cercando di capire dove andare e perlustrando la città incontra un'arancia in cerca di aiuto.

"Aiuto! Aiutami, per favore!"
Urla guardando l'ortaggio camminare.

"Ma aranciati!"
Dice con un sorrisetto malizioso.

Poi si volta verso la banana e dice: "E tu attenta a non cadere e sbucciarti."

"Mi sa che hai bisogno degli occhiali" interviene la carota.

"Forse dovrei mangiarti, così mi risparmio gli occhiali visto che le carote fanno bene alla vista. Sarà vero? Tentar non nuoce" afferma guardandola con sguardo di sfida.

"Ancora qua sei!"
Urla arrabbiato il pomodoro, di prima, anche se malconcio.

"Sì, sono ancora qui. Vuoi che ti offra un po' di ketchup?"

Sbalordito per la domanda che gli è appena stata posta, va via rammaricato.

«Non mi resta che trovare un posto dove passare la notte, domani troverò un modo per ritornare a cipollandia» pensa fra sé e sé lo scalogno.

Cammina, in cerca di un posto accogliente. La notte sta calando e lui si sta addentrando nel bosco incantato.

«Sarà davvero incantato?»
Si domanda, guardandosi bene attorno.

Non sembra esserci nulla fuori posto, ha persino trovato il posto per passare la notte.

Si mette tranquillo e si sdraia sul prato fiorito, addormentandosi poco dopo.

All'improvviso uno strano essere arriva strisciando e lasciando sul terreno uno strano liquido viscido.

Lo scalogno si ridesta dall'incubo pensando fosse solo una finzione, ma quando si sveglia capisce che non è proprio così.

"Cincisquequeeee! Cincisquequeeee!"

«Perché continua a dire questa parola? E poi che che strano vocabolo, cosa significherà?»
Pensa l'ortaggio, ma visto che è molto sfrontato, nasconde la sua paura e chiede: "Perché cincisqueque?".

"Io cincincisqueque" afferma spalancando la bocca per mangiarlo e si notano subito i suoi denti affilati.

"Ma cosa sei?"
Continua, nonostante tutto.

"Io cincisquequeeee."

"Ok, tu cincisqueque."

Improvvisamente inizia a piangere, ma nessuno si spiega il motivo... fino a quando scalogno si getta a terra per il dolore allucinante, ha un taglio molto profondo.

Infatti, tutti gli ortaggi che erano giunti lì per vedere cosa stava succedendo iniziano anche loro a lacrimare.

Con quel pianto però, il cincisqueque alterò l'ecosistema e l'equilibrio che si era creato fra tutti i cittadini di Frigolandia.

Improvvisamente tutti gli ortaggi iniziarono a diventare talmente grandi da non starci più in Frigolandia. Le porte della città si aprirono, il fiume di latte straripò e tutti gli ortaggi si ritrovarono separati e in posti a loro sconosciuti.

Storia breve scritta
per la traccia data da:
VictorDuval

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