Butterfly - Mark Tuan
Titolo : Butterfly
Protagonista : Mark Tuan (GOT7)
Storia richiesta da : SamanthaFerrara2
Sapete quei bei periodi dove i spiriti farfalle nascono e mostrano la loro bellezza e l'eleganza a noi umani?
Ecco, oggi era quel periodo tanto magnifico.
Queste bellissime creature, dove la leggenda racconta che abbiano un aspetto umano a dir poco affascinate, nascono in boschi ben nascosti e più pericolosi della zona.
Succede ogni anno in un periodo particolare, dove le farfalle escono fuori dal loro guscio e svolazzano in tutta la città per mostrare la loro bellezza, ma tutto ha una fine putroppo e per loro la fine é veloce.
IMuoiono dopo una settimana passata.
Mark era nella sua bella stanza ordinata con la finestra bella spalancata, dove i raggi di sole entrarono, che leggeva un libro abbastanza spesso con la copertina blu.
Indossava sempre i suoi occhiali per leggere e si sedeva al centro della stanza in una sedia di legno massiccio.
Era un giovane ragazzo che amava leggere poesie, letteratura, leggende, miti....in poche parole tutto ciò che riguardava a storie scritte in un foglio.
Amava anche scriverne qualcuna per sfogare la sua infinita immaginazione.
Soprattutto era indifferente, serio, abbastanza freddo con gli altrui, mai sorridente, degno di essere chiamato poeta o scrittore.
«Signorino Mark....» la porta venne bussata e una voce dietro la porta lo chiamò.
«Avanti.» rispose semplicemente, senza distogliere lo sguardo dal libro.
Il maggiordomo della casa varcó la soglia e fece un inchino di cortesia per Mark, che senza degnarlo di uno sguardo gli fece segno di alzarsi con la mano.
L'uomo non era per niente gioioso, anzi aveva un'espressione dispiaciuta.
«Cosa ti porta qui?» chiese Mark continuando sempre a guardarek le pagine e dopo pagine del suo libro che tanto trovava interessante.
«Signorino, Mark....v-vostro padre.....é....é morto in un incidente durante il viaggio.» quelle parole tanto crude e disperati, fece finalmente chiudere il libro al ragazzo e finalmente guardó il suo maggiordomo, ma la sua espressione in viso non era cambiata di una virgola, nemmeno una lacrima che bagnava le sue guance candide.
Era così freddo da non provare tristezza e pietà per il suo stesso padre biologico?
«Ho capito. Deciderai tu come organizzare il funerale di mio padre. Ti affido questo incarico. Adesso esca pure.» disse stando alla solita espressione e cacciando via l'uomo dalla sua stanza.
Il maggiordomo fece un ultimo inchino e lasció la stanza.
Vi starete chiedendo del perché la sua freddezza e disinteresse per la morte del padre stesso?
La risposta era semplice, ma dolorosa per il ragazzo; non aveva mai ricevuto amore paterno dal padre e mai l'avrà, putroppo.
La madre l'aveva abbandonato quando era solo un bimbo.
Il padre era un uomo di grandi affarri, un gran lavoratore e solo di lavoro si occuperà sempre. Adesso che era morto, Mark non provó tristezza per l'uomo, perché il padre non era nient'altro che una persona alla cui non gli importava affatto e questo fu stato.
Riaprí di nuovo il libro blu e ricominció da dove aveva interrotto, ma proprio in quell'istante una farfalla azzurra d'orata entró attraverso la finestra spalancata e si appoggió con eleganza sulla pagina del libro di Mark.
Quest'ultimo, per un attimo era stata l'unica cosa più bella che lui avesse mai visto in tutta la sua vita, come se quell'istante il cuore ricominciò a essere di nuovo un cuore.
Così la accarezzò, proprio con una delicatezza assurda, su una delle antenne della bellissima creatura.
«Sai, vorrei tanto essere come te....libera di volare e essere notata. Sei davvero bellissima, ma questo posto non ti appartiene piccola creatura.» si alzó dalla sedia di legno e si avvicinó alla finestra con la farfalla ancora appoggiata sul libro.
«Vola lontano dalle dissaventure e metti in mostra la tua unica e rara bellezza.» e così la soffiò, obbligandola a innalzarsi e volare via dalla stanza di Mark, che era contento in fondo di aver visto una creatura così meravigliosa.
La farfalla vola intorno alla casa del signorino e si trasforma nello spirito della farfalla, nonché, come diceva la leggenda, dall'aspetto umano a dir poco affascinate agli occhi degli umani.
Una fanciulla magra, capelli lunghi neri come il petrolio che toccavano il sedere, degli begli occhi color nocciola chiari, labbra rosee carnose e sottili allo stesso tempo, una carnagione molto chiara come il latte.
Anch'essa era felice di aver incontrato il ragazzo su cui lei si era appoggiata sul suo prezioso libro dalla copertina blu, come se la copertina si intonasse alla perfezione al colore delle sue grandi ali azzurre d'orate.
Quando ella sorrideva, era come se i fiori sbocciassero.
.
.
.
Mark era sempre nella sua stanza a scrivere romanzi e poesie affianco a un pianoforte nero con una lampada accessa.
Lavorava giorno e notte.
La piccola creatura volle di nuovo incontrarlo, nonostante fosse già buio e c'è già la Luna appesa nel cielo scuro.
Così senza pensarci troppo, entrò di nuovo nella stanza del ragazzo, grazie alla finestra aperta, e si appoggiò proprio sul foglio su cui Mark stava scrivendo una poesia.
Quest'ultimo vide di nuovo davanti ai suoi occhi la bellissima farfalla, era sopreso sul fatto che le farfalle volino ancora di notte tarda.
«Tu non eri quella splendida farfalla di oggi? Che ci fai ancora qui tutta sola di notte fonda? Se non sbaglio le farfalle non volano di notte.» nuovamente accarezzò la farfalla.
Quest'ultima voló intorno a Mark, come se fosse una danza, per dirgli che voleva fargli compagnia per tutta la notte e Mark capì, fortunatamente, grazie alla sua intelligenza e sensibilità.
Egli porse un dito e lei si appoggiò proprio lì.
«Vuoi proprio farmi compagnia? Grazie splendida creatura.» in qualche modo provò a sorridere e appoggió la farfalla sulla sua scrivania, prima di mettersi di nuovo al suo capolavoro sui fogli.
La farfallina era molto felice di stare lì, accanto a Mark, per fargli compagnia, dopotutto lui era così irresistibile agli suoi occhi.
Oramai era molto tardi.
Mark era così stanco che smise di scrivere e si addormentó senza volerlo sulla scrivania.
La farfalla azzurra si trasformò in spirito per portarlo sul letto e rinboccargli le calde coperte, e la notte lo avrebbe cullato con le sue grandi braccia calde e irresistibili.
Lei si sedette sul bordo del letto per ammirare la sua bellezza di nascosto, che sorrise.
Gli accarezzò con la sua mano la sua calda guancia.
A quel contatto Mark in un istante si era sentito protetto e notato finalmente.
.
.
.
Era mattina e i raggi entrarono di nascosto nella stanza di Mark per poi svegliarlo.
Subito si accorse che era sul letto, ma lui ben si ricordava che ieri notte era sulla scrivania che stava scrivendo, ma putroppo si era addormentato sulla sua scrivania.
Subito gli venne un illuminazione.
«Non sarà......la splendida farfalla di ieri?» si chiese incredulo, ma subito si accorse che era una cosa ridicola ad pensarlo.
«Aish! Ma che dico! Ovvio che non può essere.» si alzó dal letto guardando per un bel po' di tempo il paesaggio che aveva nella finestra.
I suoi pensieri furono interrotti dal bussare della porta.
«Avanti.» rispose senza perdere tempo a guardare chi fosse, tanto sa di chi si tratta.
«Buongiorno, signorino Mark. Il funerale inizierà oggi tra due ore. Vi prego solo di prepararvi. Se non avete altre obbienze, mi permetto di uscire.» disse il maggiordomo inchinandosi come il solito per poi andarsene lasciando il silenzio in compagnia a Mark.
Lui non disse proprio niente, così si preparó vestendosi di nero.
In realtà non voleva assolutamente andarci al gunerale organizzato, ma doveva almeno dare buona figura agli collaboratori del suo padre ormai defunto.
Si avviò al funerale, vicino ai boschetti della città, dove vi erano presenti tutti i collaboratori del padre vestiti tutti in nero.
Mark veniva fissato da tutta quella gente e in un certo senso non si sentiva al meglio con i loro occhi fissi su di lui.
La cerimonia era lunga e silenziosa.
La barra viene sotterrata vicino a un albero e subito dopo questo, tutti i partecipanti lasciarono un fiore alla sua tomba.
Solo Mark non lasciò niente, ma dopo che tutti se ne andarono, lui si avvicinò alla pietra, dove era inciso il nome di suo padre, con uno sguardo freddo e distaccato.
«Non verserei nemmeno un grammo di lacrima per te, padre. Non mi hai mai dato amore paterno e attenzione da te. Sei solo un uomo presuntoso che ama solo ed esclusivamente fare affarri con gli altri.
Se avere soldi ti fa sentire più importante e amato....be' mi dispiace dirtelo, ma hai scelto la scorciatoia sbagliata caro padre mio.
Ti auguro un buon riposo eterno.» parlò Mark, come se suo padre fosse ancora davanti a lui che lo ascoltava.
Con sopresa il ragazzo si ritrovò di nuovo davanti ai suoi occhi la farfalla azzurra d'orata.
«Di nuovo tu. Ti trovo sempre da tutte le parti.» il suo tono diventò di nuovo normale e rispettoso nei confronti della bellissima creatura.
La farfalla in qualche modo fa capire a Mark di seguirla.
Lui la segue fino ad arrivare in un posto stupendo e pieno di colore, solo che la sua giacca nera non si abbinava per niente a quei magnifici fiori presenti in quel prato tutto maturo e verde vivace, così lo tolse e lo butta nel prato, rimanendo solo con la camicia bianca, per poi camminare tra i magnifici fiori seguendo la farfalla che danzava tra questi fiori.
«Perché mi hai portato in questo bellissimo posto?» chiese alla farfalla, come se lui potrebbe avere una risposta da lei.
Cominciò così ad rotolarsi sull'erba con il sole che emanava calore e luce accecante.
Chi se lo aspettava che dopo il funerale del suo peggior padre del mondo, sarebbe stato felice trovando un posto del genere?
La farfalla lo seguiva daperttutto.
Vedeva che spruzzava da tutti i pori, finalmente, di felicità.
Quando egli sorrideva, era come se il sole fosse ritornato dall'Eclissi.
«Sai, meravigliosa creatura, è la prima volta che mi diverto cosi tanto e sono così rilassato. Era da tanto tempo che non sorridevo, ma grazie a te ho imparato di nuovo a sorridere.» ringraziò alla farfalla che sbatteva le ali, mentre lui si sdraiava sul prato sotto una quercia con affianco la sua giacca nera che prima si era tolto.
Finalmente Mark respirava aria pulita e fresca della natura viva.
La farfallina si appoggiò con delicatezza sulla camicia del ragazzo, e subito Mark si ritrovò sopra di lui una bellissima fanciulla corvina e candida come i petali di una margherita.
«T-tu chi sei?» chiese lui stupendosi che una ragazza così affascinate fosse sopra di lui che gli sorrideva.
«Sono io....non mi riconosci più Mark? Sono lo spirito della farfalla azzurra d'orata di tutti i giorni.» la sua voce era così soft e sottile, come se seguisse il ritmo di una bellissima canzone.
Mark sgranó gli occhi da quello che aveva appena sentito.
«Tu....sei quella farfalla!? Ma com'è possibile?» era ancora più confuso di prima.
La ragazza sorrise e subito Mark venne colpito dritto al cuore.
«Mark.....amo il tuo sorriso.» le sue dita sottili finirono per toccare il viso perfetto di lui.
Quest'ultimo era colpito da tale bellezza e delicatezza del suo aspetto.
«Posso?» chiese lei avvicinandosi pericolosamente sul viso di Mark.
«Cosa?» chiese lui non capendo tanto la situazione.
«Questo.» detto questo le sue labbra perfette finirono su quelle del ragazzo che un po' non ricambiava, ma dopo poco sente una sensazione piacevole e il suo cuore diceva di continuare ad assaporare le labbra della bellissima ragazza.
Il bacio durava così tanto che il tempo quasi si fermò.
La ragazza tolse gli occhiali a Mark e quest'ultimo capovolta la situazione; adesso era lui sopra di lei.
«Mark....» le guance di lei si tinsero di un colore roseo.
Subito si fiondò nuovamente sulle sue perfette labbra da fanciulla delicata come le note di un pianoforte.
.
.
.
.
Oramai era notte e in quel prato sotto la quercia c'erano le lucciole che illuminavano qualsiasi paesaggio.
Mark teneva ben coperta la sua creatura stringendola più a sé stesso, invece lei era tra le sue calde braccia protettive con addosso la sua giacca nera di prima.
«Tu come ti chiami?» chiese lui stringendo le sue sottili mani.
«Io....non ho un nome.» rispose ricambiando l'intreccio della sua mano.
«Che ne dici se ti chiamo Sophy? Rappresenta proprio te.....delicata, affascinante, dolce e soffice a solo guardarti e pronunciare questo nome.» propose Mark lasciando un bacio sulla mano della ragazza.
«Sophy.....sì, mi piace.....sarò la tua Sophy.» sorrideva per il nome che Mark le aveva regalato.
La giornata era stata una delle più belle di tutta la loro vita.
I due giovani fanciulli si frequentarono sempre di più.
Mark era felice e aveva trovato il motivo per sorridere.
Insegnava Sophy a suonare il pianoforte.
Toccare le sue dita mentre la insegna, é un grande privilegio per lui.
Sophy aveva trovato il sorriso nascosto dentro a una scatola buia di Mark, e quest'ultimo adesso non perderebbe il motivo per non sorridere.
Cominciò persino a scrivere poesie per la sua bellissima creatura.
Ma tutto aveva un lieto fine, che sia felice o infelice.
Era un lunedì mattina, quindi inizió una nuova settimana.
Sophy era con Mark, intrecciati seduti sullo stesso prato di fiori sotto la quercia.
«Sophy....dopo la tua apparizione dentro alla mia vita monotona, sono diventato più vivo. Ti devo molto e ti amo molto. Vedo un futuro meraviglioso in noi. Saresti disposta a stare per sempre con me mia meravigliosa creatura?» fece Mark baciando come sempre la mano della sua bellissima donna.
Sophy, nonostante era lieta di sentirselo dire dal suo amato, ma putroppo non riuscì minimamente a sorridere per lui, perché un destino vicino la attende.
«Mark....mi dispiace....ma non posso prometterti questo.» rispose deludendo un po' il ragazzo.
«Perchè?» chiese lui stranito dal comportamento della sua amata.
«Io....io sono uno spirito di una farfalla, e noi siamo destinati a morire a fine settimana, cioè oggi.» era stato così doloroso spiegarlo al suo uomo che le lacrime scesero come una cascata.
Mark non poteva crederci...era tutto così bello all'inizio che pian piano diventò di nuovo un incubo.
Davvero lui non poteva permettersi di stare felice per tutta la vita? Era così difficile accontentarlo?
Anch'esso pianse per la notizia sconvolgente che nemmeno si era preparato.
«M-Mark....mi dispiace tanto...i-io ti amo e non voglio lasciarti, ma questo é il mio destino.....Promettimi che anche dopo la mia sparizione tu continuerai a essere Mark Tuan di adesso....sempre felice, ok? Ti prego Mark.» le sue mani finirono sul viso del ragazzo.
Stava asciugando le sue lacrime calde e per confortarlo per la sua vicinissima morte, ma anch'essa era piena di lacrime e fu proprio Mark ad asciugarle e a cambiare il conforto.
«Sophy.....ti amo così tanto.....ti amo.» queste sarebbero state le ultime parole che avrebbe sentito dire dal suo amato.
«Anch'io Mark...molto....ti amo molto.» queste invece sarebbero state le ultime parole che avrebbe sentito uscire dalla bocca di Sophy.
Si scambiarono un bacio intenso e fecero di tutto per allungarlo sempre di più, ma putroppo Sophy diventò sempre più trasparente che dopo poco si ritrasformò nella farfalla azzurra d'orata di sempre, ma anche quello si dissolve in una polvere bianca brillante per poi non rimanere niente di lei.
Mark non sentendo più le sue labbra dolci e sottili sulle sue, le lacrime aumentarono sempre di più.
Il sole era felice, persino il cielo azzurro e i fiori colorati, ma lui non lo era per niente.
.
.
.
.
Mark era come sempre nella solita stanza che guardava il paesaggio attraverso la finestra con la solita espressione pensierosa, questo gli faceva ricordare molte cose sui bei momenti passati con Sophy, la dea delle farfalle.
Nonostante erano state solo 7 giorni, ma per lui era molto di più.
Guardando il cielo lui vede lei che gli sorrideva....è così bella quando mostrava i suoi denti bianchi.
Fu pubblicato dopo una settimana il primo libro di Mark Tuan, sentitola "Butterfly" con la copertina azzurra d'orata, stesso colore delle sue belle ali.
Ogni cosa faceva pensare a lei e ogni volta lui restava ore e dopo ore a fissare il vuoto per pensarla.
Tutto aveva un fine in tante situazioni, ma alla fine l'importante era stato la capacità di trovare il modo di amare e sorridere, questo era l'importante per Mark e anche, soprattutto, di aver conosciuto una come la sua unica donna della vita.
«Sophy, la mia meravigliosa creatura.» sussuró Mark continuando a guardare il cielo azzurro attraverso la solita finestra spalancata tutti i giorni sperando che una farfalla azzurra d'orata entrasse dentro nella stanza.
The End
•Spero che sia del vostro gradimento.
•Grazie mille della richiesta.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro