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Comalies

-Quanto è grande quest'isola? Sono tre giorni che camminiamo!- si lamentò Nami. -Mi fanno male i piedi...-

-Mia dolce Nami, vuoi forse che ti porti in braccio?- accorse subito Sanji.

-No grazie.- lo fermò la rossa con un pugno. -Chopper sei sicuro della strada che stiamo facendo?-

La piccola renna stava avanzando annusando l'aria. -Sì, riesco a sentire l'odore di Robin... anche se è debole...-

-Spero stiano bene...- pensò a voce alta Nami. -Non vorrei che fosse successo loro qualcosa di male...-

Sanji si infuriò. -Giuro che se trovo anche un solo graffio sulla mia cara Robin quel Marimo lo faccio a pezzi...!-

-Finiscila!- Nami gli diede un altro pugno.

I tre continuarono a camminare in silenzio, Chopper faceva da guida annusando l'aria e il terreno. Non avendo visto tornare Zoro e Robin alla nave il primo giorno, subito tutti si erano preoccuparti, ma confidavano che sarebbero tornati presto. Quando non tornarono neanche il secondo giorno si decise di andare a cercarli. Chopper aveva annusato un vestito di Robin e ancora adesso stava seguendo le sue tracce.
Il sentiero che stavano percorrendo iniziò a salire e dopo un po' si trovarono in cima ad un promontorio dell'isola. Chopper continuò a seguire le tracce, si stavano facendo sempre più forti finché Sanji non lo fermò: intento com'era a seguire le tracce non si era accorto che stava per cadere giù dalla scogliera.

-Chopper, Nami state giù!- disse Sanji improvvisamente accucciandosi a terra. Nell'insenatura alla loro destra c'era attraccata una nave a loro ben nota.

-Cosa ci fa qui la Marina?- chiese Nami.

-Non lo so...- rispose Sanji. -Ma è strano... Non vedo nessun movimento sulla nave...sembra deserta...-

Chopper non stava ascoltando le parole del cuoco, era concentrato ad annusare l'aria. -Com'è possibile? L'odore di Robin viene da qui sotto...- la renna si sporse e guardò in basso. -Ragazzi, guardate!-

~

"Parlami
Il tuo silenzio guarda dentro
Non resisterò

È un attimo,
Nel tuo vuoto sento che
Io non ce la farò

[...]

Slegami dal mio rimorso
Sei diverso,
Mentre muoio e poi risorgo dentro te
Finché vivrò ricordarti così
Sarà una colpa eterna su di me"


Robin aveva perso il conto dei giorni. Non sapeva da quanto tempo lei e Zoro erano su quella spiaggia. Era arrivata a contare tre giorni, ma poi aveva perso il conto. L'unica cosa che sapeva era che erano lì da molto tempo. Zoro non si era ancora svegliato e le sue ferite avevano smesso di sanguinare, fasciate da pezzi della sua gonna, ma andavano disinfettate o rischiava una seria infezione. Per tutti quei giorni non era riuscita a nutrirlo, gli aveva fatto solo bere l'unica acqua che avevano trovato ed era ormai finita. Robin si cibava di mirtilli e lamponi, ma era dimagrita e non era in forze. Vegliava giorno e notte sullo spadaccino, non aveva mai chiuso occhio. Non avevano ancora avuto notizie dalla ciurma, Robin non ricordava la posizione esatta della nave quindi non poteva sfruttare i suoi poteri per avvisarli. Tuttavia riusciva a creare un suo clone e a guidarlo a ritroso attraverso il sentiero che avevano percorso, ma più volte lo faceva più in fretta il clone si dissolveva. Quella mossa costava molta energia e a Robin ne rimaneva sempre meno.

La donna era inginocchiata al fianco dello spadaccino. Posò lo sguardo su di lui e grosse lacrime le salirono agli occhi. Non riusciva più a sopportare quella situazione, aveva bisogno che Zoro aprisse gli occhi, le parlasse, che facesse qualcosa per dimostrare che era ancora vivo. Invece lui era lì, fermo immobile con gli occhi chiusi e il petto che si alzava e si abbassava quasi impercettibilmente. Robin temeva che quel minimo movimento si fermasse da un momento all'altro e lei non se lo sarebbe perdonato. Lui le aveva salvato la vita, ora lei doveva salvare la sua.

Le lacrime le rigarono le guance. -Parlami.- disse quasi implorando Zoro. -Il tuo silenzio mi guarda dentro...mi sento in colpa per quello che è successo, non resisterò...- gli prese il viso tra le sue mani. -È un attimo, nel tuo vuoto sento che io non ce la farò...- avvicinò il suo viso a quello di Zoro fino a che non si toccarono con la fronte. -Slegami dal mio rimorso, sei diverso... finché vivrò ricordarti così sarà una colpa eterna su di me... è colpa mia se sei in questo stato... perché mi hai protetta? Perché l'hai fatto anche a costo di morire?- si tirò su e scoppiò in un pianto disperato. -Ho un desiderio, uno solo: apri gli occhi. Dimostrami che sei vivo, dimostra a tutti che niente e nessuno può batterti.- appoggiò il viso sul petto dello spadaccino e scoppiò di nuovo in un pianto. -Dimostrami che sei lo Zoro forte e imbattibile di cui mi sono innamorata...- disse quasi in un sussurro. E rimase lì a singhiozzare mentre le sue lacrime bagnavano la veste dello spadaccino.

-Robin...!- qualcuno la chiamò e le mise una mano sulla spalla. La donna alzò lo sguardo sperando che fosse stato Zoro a parlare, ma lui era ancora immobile con gli occhi chiusi. Sì girò e vide davanti a lei Nami che la guardava preoccupata. Poi la rossa si rivolse a qualcuno fuori dal campo visivo di Robin. -Li ho trovati!-

Dietro a lei sbucò Sanji, mentre Chopper accorse per vedere il suo stato di salute. -Robin sei viva! Come stai? Sei ferita? Cosa è successo? Oh no, guardate Zoro in che condizioni si trova!- la piccola renna corse al fianco dello spadaccino. -È pieno di ferite e tagli profondi, respira debolmente...-

Lo sguardo di Robin seguì Chopper mentre iniziava a visitare Zoro, poi tornò sul volto di Nami e Sanji che la stavano osservando preoccupati. Fece un debole respiro di sollievo: ora che i loro compagni erano arrivati si era come sgravata della responsabilità di prendersi cura di Zoro e sembrò piombarle addosso di colpo tutta la stanchezza e la fame di quei giorni trascorsi su quella spiaggia. Cominciò a sentire un forte brontolio allo stomaco, un giramento di testa e una forte debolezza...

-Robin cosa c'è?- chiese Nami notando quel peggioramento della salute dell'amica. -Sei pallida e magra e... Robin!- quella fu l'ultima cosa che Robin ricordò prima che la terra si inclinasse di colpo e tutto diventò nero.















Mi sono ispirata al testo della canzone Comalies dei Lacuna Coil.

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