I segreti di Istvar
(Sfida finale della gara "Cm Arena" , nella quale sono arrivata 3°)
___________________________________
Una figura immobile, avvolta da un mantello, osservava con attenzione le pendici della montagna di fronte a quella su cui si trovava, in attesa. Grazie alla sua conoscenza di quel territorio Lester Gahan, nonostante fosse fra i più giovani Cacciatori dei Laghi, ogni anno veniva chiamato a svolgere il delicato compito di sorveglianza delle greggi di terilad durante la loro transumanza dai pascoli di alta montagna prima della stagione fredda.
Il cielo era completamente coperto di nubi e il paesaggio era a malapena illuminato dalla livida luce dell'alba. La grande umidità faceva cadere microscopiche gocce, creando sul terreno scosceso una patina molto scivolosa, ma a Lester non importava: fino a che non avesse visto passare sul sentiero i piccoli quadrupedi dal morbido pelo celeste, da lì non si sarebbe mosso.
Abituato alle lunghe attese che il suo ruolo comportava, osservò ciò che gli stava intorno. Si trovava quasi in cima a uno dei Monti della Catena di Hager, che attraversava la Regione dei Laghi ed era una vera trappola mortale per chiunque non fosse ben addestrato e perfettamente a conoscenza del territorio e delle sue insidie. In lontananza il ragazzo riusciva a intravvedere il grande Lago Ayvelyn snodarsi sinuoso fino alla Bolla di Energia Teris, che proteggeva tutta la Regione dalle incursioni del vicino popolo di Feredor, il grande territorio desertico che si estendeva al di là dei Laghi.
Poiché l'energia difensiva delle Torri, disseminate lungo tutto il confine della Regione dei Laghi, era in gran parte dovuta ai terilad, era vitale che questi tornassero sani e salvi alle loro consuete attività nelle Torri: ecco perché, ogni anno, i loro Custodi studiavano un percorso diverso, ma sempre difficile da scoprire, e si facevano scortare dai Cacciatori più esperti.
Un tenue bagliore celeste apparve per un attimo, ma a Lester fu sufficiente: i terilad stavano scendendo per il costone di fronte a lui. Era giunto il momento di muoversi.
Con un rapido movimento si tolse il mantello e controllò che il turcasso, che teneva sulla schiena, fosse saldamente legato: non poteva rischiare di perdere le frecce della sua balestra.
Coprì con un berretto nero i corti capelli chiarissimi, che creavano un forte contrasto con la pelle abbronzata del viso. Quando fu certo di essere pronto, si avvicinò al bordo del terrapieno su cui si trovava e si lanciò nel vuoto, allargando immediatamente le braccia. La speciale membrana fra le maniche e il corpetto della veste si gonfiò al vento e, grazie all'esperienza maturata con la pratica, con lievi movimenti del corpo diresse rapidamente il volo sul versante di fronte e atterrò silenziosamente, molto vicino al punto stabilito.
Di fronte a lui apparve un'alta figura vestita di verde con un lungo bastone luminoso puntato in avanti.
"Lester. Finalmente. Seguimi."
Un breve sospiro sfuggì al ragazzo.
"Maris, posso prima fermarmi qualche minuto alla Torre di Istvar?"
Gli occhi neri dell'uomo si bloccarono su quelli di ghiaccio del giovane Cacciatore. Lester non abbassò lo sguardo.
"Va bene. Ma fai presto, il viaggio non è finito."
***
Nella Torre di Istvar Lester aveva fatto il Tirocinio, obbligatorio per tutti i bambini del Popolo dei Laghi. Quel periodo aveva lasciato un segno profondo nel suo animo: aveva imparato a conoscere sé stesso, ad accettare pregi e difetti e ad andare sempre oltre i limiti che pensava di avere, scoprendo forze e risorse insospettate.
Lester si muoveva lentamente nella sala centrale, respirando l'aria profumata del luogo, perso nei ricordi.
"Quanto della persona che sono oggi dipende dalle stagioni vissute qui..." sussurrò "Me ne rendo conto solo adesso..."
Lo sguardo si fermò sugli unici ornamenti delle pareti: una serie di panoplie contenenti le spade di tutti i Custodi della Torre.
Lester ne sfiorò una con i polpastrelli, poi andò verso la piattaforma circolare posta al centro della sala. Era tiepida e liscia perché nel corso del tempo era stata erosa dalle correnti di energia che scorrevano al suo interno e che collegavano quella Torre alle altre poste a difesa del Territorio: l'energia congiunta di tutte le Torri, detta Teris perché la sua origine era dovuta agli stessi terilad condotti a valle poco prima, alimentava la Bolla che proteggeva la Regione.
'Terilad... Così piccoli e depositari di un tesoro così grande...' pensò per l'ennesima volta Lester 'Chissà chi scoprì che, se si affezionano a qualcuno, quando muoiono la piccola pietra all'interno del loro cuore si carica di un'energia straordinaria che può essere sfruttata come barriera difensiva... Cosa succederebbe se i Feredor riuscissero ad impadronirsi di questa fonte di potere?...'
* * *
L'ingresso improvviso di un uomo e di un ragazzo, entrambi avvolti da un lungo mantello blu, interruppe il corso dei pensieri di Lester.
Il ragazzo, che si era seduto con la schiena appoggiata alla piattaforma per goderne il tepore, alzò gli occhi e, non appena riconobbe chi aveva di fronte, balzò in piedi esclamando a gran voce:
"Abel! Fratellone, che bello rivederti!"
Il più giovane dei due nuovi arrivati si era bloccato sulla porta della sala, fissando sorpreso Lester che gli stava correndo incontro per abbracciarlo.
"Lester!" disse freddamente, a malapena rispondendo alle sue effusioni. "Cosa ci fai qui? Non dovresti essere al seguito delle greggi di terilad? O hai deciso, come al solito, che la cosa non era alla tua altezza e te ne sei andato?"
"Non è mai successo che abbia lasciato quest'incarico a metà, lo sai benissimo." rispose piccato l'altro. "Solo perché ho deciso che il percorso per diventare Custode di una Torre non faceva per me non vuol dire che non so portare a termine i compiti che mi vengono assegnati."
I due fratelli si fronteggiarono per un lungo momento, pronti a esplodere. Molto simili fisicamente, entrambi alti e con un bel fisico, i capelli chiarissimi e la carnagione scura, erano tuttavia agli opposti come carattere. Abel era tranquillo, riservato e studioso laddove Lester era irruento e vulcanico. Il primo non gli aveva mai perdonato il fatto di aver abbandonato il Tirocinio, perché sapeva che le sue doti innate, se avesse voluto, lo avrebbero fatto diventare un grande Custode. Ma Lester non era mai stato in grado di rimanere relegato in una Torre a gestire le enormi quantità di energia che passavano al suo interno: per sentirsi vivo lui aveva bisogno di aria, avventura e movimento. Ecco perché se ne era andato da lì, preferendo la carriera di Cacciatore.
Tutto il piacere di stare all'interno della Torre era completamente svanito e, come ogni volta in cui aveva uno scontro con il suo fratello maggiore, Apprendista Custode di Istvar, Lester sentiva come se qualcosa nel suo animo fosse stato messo in disordine in malo modo. Nessun altro riusciva a toccarlo così nel profondo e lui odiava sentirsi così vulnerabile. Non vedeva l'ora di andare lontano da lì.
L'altro uomo si frappose fra i due. La sua notevole altezza e l'aura di autorevolezza che lo circondava fece automaticamente allontanare i due fratelli.
"Ora basta, ragazzi. Non è il tempo giusto per litigare."
"Scusami, Custode Jarin." disse subito Abel, con un tono di voce completamente diverso da quello usato poco prima con il fratello. L'altro fece un cenno secco con la testa fissandolo severamente per un attimo, poi volse la sua attenzione a Lester, che lo osservava con un'aria di sfida.
"Cacciatore. Fra quanto saranno qui i terilad?' Chiese Jarin, con un tono perentorio che imponeva una risposta immediata.
"Entro domani sera, Custode Jarin. Quando li ho lasciati, stavano percorrendo il sentiero che porta nella valle. La zona più impervia è stata superata." rispose Lester, altrettanto seccamente. Non intendeva lasciarsi intimidire da Jarin, per quanto note fossero la sua forza e la sua esperienza.
Il Custode scosse la testa, contrariato. "Dovrete farli accelerare. Abbiamo necessità di avere qui quelle bestiole al più presto."
"Non è possibile. Quei poveri animali sono già molto stanchi a causa del lungo e difficile viaggio. Far loro accelerare il passo significherebbe rischiare di farli infortunare." replicò senza abbassare lo sguardo. "Arriveranno entro domani sera, come stabilito. Cercate di farvelo andare bene."
Jarin, irritato dalla risposta, si girò di scatto verso il suo apprendista. "Abel. La lettera."
Il ragazzo si affrettò a consegnare al Custode un pezzo di carta, senza dire una parola e senza alzare lo sguardo.
Lester osservò il comportamento del fratello, ai limiti del servilismo, e scosse lievemente la testa: non era più l'Abel che conosceva. La Torre lo stava cambiando... E non per il meglio, a quanto pareva.
"Vedi questo pezzo di carta, giovane e avventato Cacciatore?"
"Certo che la vedo. Contiene indicibili segreti?" Lester stava iniziando a prenderci gusto a far vedere a Jarin che non lo temeva.
"Peggio. Spiega, Abel."
Il mezzo sorriso di Lester si gelò sul viso. Cosa stava succedendo?
Il fratello iniziò a parlare con aria di sufficienza. "Da quanto è emerso, dopo che siamo riusciti a espungere le parti inutili, i Feredor stanno per portare un attacco su vasta scala."
"E qual è la novità? Ci provano in continuazione..." Replicò Lester annoiato.
"La novità è che questa lettera è partita dal Castello di Ayvelyn, Cacciatore. E che, con linguaggio cifrato, descrive ogni punto debole della Bolla." Rispose secco Jarin. "La novità è che c'è una talpa fra i nostri."
Seguì un silenzio carico di significato.
"Siamo stati venduti, Lester." Questa volta Abel parlò con affetto, come se fossero tornati indietro nel tempo, a quando erano inseparabili. "Perciò abbiamo bisogno di avere più energia possibile: dovete far accelerare i terilad, ne va della salvezza di tutti noi."
Lester annuì. Aveva compreso. "Ci proveremo, ma non sarà facile... Cosa succederebbe se i Feredor riuscissero nel loro invento di invadere la Regione dei Laghi?"
Abel scosse la testa ma non proferì verbo.
Jarin, dal canto suo, chiuse gli occhi e si lasciò sfuggire un sospiro stanco. Quando riprese a parlare, sembrò più vecchio di dieci anni e non aveva più quell'aria dura e inavvicinabile.
"Un attacco del genere è già avvenuto, ma voi siete troppo giovani e non l'avete vissuto." Lester e Abel si guardarono nuovamente, dimenticando definitivamente i loro dissapori. Jarin proseguì.
"Io c'ero e vi posso assicurare che la furia iconoclasta di quei maledetti ci ha quasi annientati. Quando, alla fine, riuscimmo a sconfiggerli e a cacciarli fuori dal nostro territorio, la devastazione era tale che temetti non ci saremmo mai ripresi... Se ora riescono a tornare non ci sarà modo di arginare il loro impeto... Dobbiamo fermarli o per noi sarà la fine."
* * *
Un fragoroso boato troncò il dialogo e i tre caddero a terra a causa dell'improvviso sollevarsi e abbassarsi del pavimento. Pezzi di intonaco e alcune panoplie si staccarono dal muro e rimbalzarono sulla piattaforma. Una lunga crepa si aprì e, dal pavimento, arrivò fino al soffitto.
"Qui crolla tutto!" Esclamò Lester, cercano di sovrastare i rumori sinistri dell'edificio pericolante. "Dobbiamo andarcene!"
"No!" Urlò Jarin. "Questo è opera dei Feredor, l'attacco è iniziato! Dobbiamo andare a controllare il "cuore" della Torre, seguitemi!" Il Custode si alzò più in fretta possibile, nonostante il continuo tremore del pavimento non accennasse a diminuire e, senza controllare se gli altri gli fossero dietro, sparì dietro a una piccola porta mimetizzata sulla parete. Lester e Abel si affrettarono a seguirlo.
Non appena varcarono lo stretto uscio, questo si richiuse, sigillandoli all'interno di quello che sembrava un piccolo ripostiglio che aveva una sottile feritoia in alto che consentiva alla luce esterna di filtrare e rischiarare, almeno un po', il piccolo ambiente.
Fortunatamente nel frattempo il terremoto si era placato, per cui non c'erano più problemi a restare in piedi.
"E ora dove andiamo? E dov'e' sparito Jarin?" Chiese Lester, impaziente.
Senza prestargli attenzione, Abel si mosse in fretta, andando vicino alla parete opposta a quella dalla quale erano entrati. Alzò un ciondolo che portava al collo, che racchiudeva una Pietra di Terilad, e lo posizionò di fronte al muro, facendo tuttavia attenzione a non toccarlo. L'amuleto iniziò a illuminarsi e a tremare.
"Vieni qui, Lester. Ora aprirò un varco che rimarrà aperto per pochi secondi. Dovremo fare molto in fretta o rimarremo schiacciati." Senza girarsi, sentì il fruscio dei passi del fratello avvicinarsi a lui. "Pronto?"chiese.
"Quando vuoi." rispose Lester.
Abel appoggiò il ciondolo alla parete. Una lama di luce partì da esso e tagliò in due il muro. Apparve una fessura verticale larga circa mezzo braccio, sufficiente a far passare un uomo.
"Ora!" I due si infilarono uno dopo l'altro nel pertugio e Lester fece appena in tempo a passare attraverso che la parete, all'improvviso come si era aperta, si richiuse con un suono secco.
"Non male!" Esclamò Lester. "Ancora un attimo e mi avrebbe tranciato in due. Cosa custodisce questo posto, per essere difeso così bene?"
"Vieni."
Abel si inoltrò velocemente in un corridoio discendente, lievemente illuminato da una luce bianca che sembrava provenire dalle stesse pareti. Lester avrebbe voluto chiedere un po' di informazioni al fratello, ma evidentemente non era il momento.
Ben presto sentirono davanti a loro dei passi e, dopo un'ultima curva, si imbatterono in Jarin, immobile in mezzo alla galleria.
"Eccoci, Custode Jarin." disse semplicemente Abel.
L'uomo li guardò per un attimo, poi riprese a fissare il corridoio.
"Temo che sia troppo tardi." sussurrò. "Non dobbiamo farci sentire. Andiamo."
Si mosse rapido e silenzioso come un'ombra, procedendo nel corridoio che, a pochi metri di distanza dal punto in cui si trovavano, terminava contro una grande pietra circolare con un piccolo foro in mezzo, dal quale si intravvedeva una luce azzurrognola. E si udivano voci.
Dall'altra parte c'era qualcuno.
Altrettanto rapidi e silenziosi, Lester e Abel lo affiancarono e, insieme, raggiunsero la pietra.
"Armi in pugno, signori. Diamo ai nuovi arrivati una bella accoglienza." Disse con un filo di voce il Custode, estraendo da sotto il mantello una lunga spada che emanava calore e luce. La Spada dei Custodi era un'arma potentissima, che racchiudeva in sé l'energia stessa che alimentava la Bolla e contro la quale nessuno poteva sperare di vincere. Jarin si tolse dal collo il ciondolo che portava, simile a quello di Abel, e lo incastonò sull'elsa. La spada sembrò riconoscere l'oggetto, infatti tremò leggermente fra le mani dl suo possessore.
Abel fece lo stesso; la sua Spada era più corta e con la lama più sottile di quella di Jarin, ma era per certo quasi altrettanto potente. Anch'essa vibrò, non appena l'Apprendista posizionò il suo amuleto nell'elsa.
Lester li fissò. Cosa mai avrebbe potuto fare la sua misera balestra, se confrontata con le armi dei suoi compagni e con quelle che, con ogni probabilità, avevano i nemici? Dubbioso, incoccò una freccia e si preparò all'azione.
Jarin controllò che i suoi giovani compagni fossero armati, poi fece un cenno e inserì la base dell'elsa nel foro al centro della pietra. Con un rumore sordo questa si spostò e ciò che i tre videro li lasciò a bocca aperta, incapaci di muoversi.
Quella sala sotterranea esagonale era il cuore della Torre, dove nasceva l'Energia Teris che da lì partiva per confluire in quella delle altre Torri, dando origine alla Bolla difensiva che proteggeva la Regione.
Al centro esatto dell'esagono, fluttuando dal pavimento al soffitto, si ergeva una colonna formata da decine di migliaia di Pietre di Terilad, raccolte in centinaia di anni, che vorticavano a velocità folle creando scie luminose e incandescenti che si attorcigliavano le une alle altre ingrossandosi e che, quando raggiungevano una dimensione ragguardevole, partivano dalla colonna di Pietre e sparivano all'interno dei lastroni neri che ne circondavano la base.
Data l'importanza vitale di quel luogo, i Custodi erano gli unici a potervi accedere, per gestire i flussi neonati di Teris e utilizzare quella stessa corrente energetica per trasferirsi da una Torre all'altra. Nessun altro poteva accedervi.
O almeno così credevano.
Di fronte agli occhi sgranati di Jarin, Abel e Lester, alla base della colonna di Pietre vorticanti, si trovavano il Gerente di Ayvelyn e quello che era indiscutibilmente il Re dei Feredor, intenti a cercare di interrompere i flussi di Energia Teris che dalla colonna arrivavano ai lastroni neri.
I cinque si guardarono ammutoliti, poi tutto cambiò in un istante.
Il grido "Tradimento!" di Jarin riscosse i due ragazzi di fianco a lui.
Abel andò immediatamente contro il re di Feredor, con il quale instaurò un furioso duello di spada per cercare di farlo finire in mezzo ai flussi di Teris. Dal canto suo Lester, lasciata a terra la balestra, evidentemente inservibile in quel frangente, tirò fuori due lunghi pugnali con i quali si scagliò contro il Gerente di Ayvelyn, furioso di sapere che li aveva venduti tutti al nemico.
"Maledetto bastardo, pagherai per questo!" Gridò, menando fendenti che l'altro però parava senza troppe difficoltà.
Ben presto la lotta divenne impari. I due ragazzi non possedevano l'esperienza necessaria per sconfiggere i due uomini, guerrieri esperti reduci di tante battaglie. Uno dopo l'altro, vennero disarmati e resi inoffensivi.
"Jarin! La spada!" Gridò Abel, tenuto bloccato a terra dal suo avversario, cercava di divincolarsi per arrivare alla sua arma, caduta poco distante.
Lester, steso anch'egli a terra e con la punta della spada di Ayvelyn che premeva contro la sua gola, girò di scatto lo sguardo e incrociò quello del Custode. Solo in quel momento si era reso conto che l'uomo non aveva preso parte al breve duello.
Agghiacciato, lo osservò avvicinarsi lentamente alla spada di Abel e prenderla in mano.
"Mio Apprendista. Così coscienzioso e capace... è un peccato, ma temo che dovrò fare a meno di te, non credo accetteresti di venire dalla nostra parte, vero?"
L'espressione del viso di Abel non necessitava di commenti. Disgustato, il ragazzo cercò di nuovo di alzarsi ma il piede che Feredor gli teneva sul petto impediva qualsiasi movimento.
"Anche tu un traditore, dunque... perché?"
"Perché ciò che può darmi Feredor non è paragonabile alle miserie di questa Torre." Jarin alzò le spalle, spazientito. "Questa energia viene sprecata per la Bolla, quando potrebbe essere utilizzata per andare alla conquista di tutti i Territori conosciuti... pensa a quanto potere sprecato... Allora, sei dei nostri giovane Abel?"
"Mai!" gridò il ragazzo furioso, cercando ancora una volta di liberarsi.
"Peccato..." con un movimento improvviso, alzò la spada di Abel e la piantò nel petto del ragazzo, uccidendolo all'istante. Poi la estrasse e la scagliò lontano.
"No!" gridò Lester, fuori di sé dal dolore e dalla rabbia. Con la parte esterna dell'avambraccio, protetta da una placca di metallo, diede un colpo all'arma che lo teneva sotto tiro e rotolò distante, verso la balestra che aveva lasciato a terra poco prima e riuscì a prenderla con un gesto fulmineo, prima che i tre reagissero al suo scatto. Udì appena l'urlo di rabbia di Ayvelyn e l'avvertimento di Jarin. Solo una cosa contava su tutte: vendicare suo fratello e fermare quei tre, anche a costo della vita. Imbracciata la balestra, scoccò due frecce che,una dopo l'altra, andarono a segno: ancora una volta, grazie alla sua proverbiale mira, aveva fatto centro. Ayvelyn, colpito al cuore, cadde a faccia in giù a pochi centimetri dai suoi piedi e Feredor, ferito al fianco, perse l'equilibrio e venne risucchiato dal flusso Teris che vorticava sempre più furiosamente.
Lester non si diede il tempo di guardare i suoi nemici che cadevano.
Subito dopo aver scoccato la freccia che aveva centrato Feredor, volse tutta la sua attenzione a Jarin, che si stava avvicinando da destra brandendo la Spada dei Custodi.
"Non hai scampo, Cacciatore. Non puoi fermarmi. Io ho organizzato tutto e non sarai certo tu a far saltare i miei piani, ora che sono a un passo dalla vittoria!" urlò, guardando Lester con occhi folli. "Quel fragore che hai sentito prima era il segnale che Istvar sta per cadere e con essa la Bolla. Non avete scampo, popolo dei Laghi!"
Jarin continuava ad avanzare verso Lester, tenendosi di fianco alla colonna vorticante.
La piccola pietra incastonata nell'elsa della Spada sembrò sentire la vicinanza con le altre che formavano la colonna e iniziò a vibrare e a brillare sempre più intensamente, mentre un calore via via più forte iniziava a irradiarsi da essa e a percorrere tutta la lama.
Lester, che era ormai pronto ad affrontare il Custode e a vendere cara la pelle, osservò sorpreso quest'ultimo fermarsi, distogliere lo sguardo dalla sua preda per dirigerlo verso la mano che brandiva l'arma con un'espressione che, in pochi istanti, da sorpresa divenne sofferente.
Jarin si lasciò scappare un grido, mentre cercava di scagliare lontano la Spada che lo stava ustionando. Questa però non solo gli rimase incollata alla mano, ma iniziò a trascinarlo verso i filamenti di Energia Teris, attratta come da una calamita.
I luminosi tentacoli blu si avvolsero intorno alla lama della Spada e al corpo di Jarin, che iniziò a brillare.
Jarin scoppiò a ridere urlando "Sto diventando parte di Teris! Non avrete scampo!".
Quel suono agghiacciante e quel grido fecero accapponare la pelle a Lester, che corse a prendere la Spada di suo fratello, caduta poco lontano dal punto in cui si trovava.
Una scarica gli attraversò il corpo non appena toccò l'elsa, ma lui non mollò la presa e la spiacevole sensazione ben presto svanì.
Guardò Jarin, sempre più nelle spire dei filamenti di Teris. La colonna si stava aprendo per far entrare al proprio interno il Custode.
Lester osservò la scena per un attimo e capì che entro breve Jarin sarebbe stato irraggiungibile. Allora spostò lo sguardo sul corpo esanime di Abel e prese una decisione.
"Ti vendicherò, Abel" sussurrò "A qualsisi costo."
Con un movimento fulmineo si mosse e spiccò un salto, con la Spada di Abel saldamente in pugno.
"Non mi sfuggirai, Custode!" gridò, avvinghiandosi a lui nel momento esatto in cui veniva risucchiato dalla colonna.
I filamenti si avvolsero anche intorno al corpo di Lester, che vide svanire tutto in un bagliore celeste.
Un istante dopo il passaggio si richiuse e dei due uomini non rimase traccia.
______________
Nelle intenzioni, a parte tutti i vincoli che il brano doveva rispettare per la gara, questo dovrebbe essere il prologo della versione "non Harry Potter" del mio "La figlia di Bellatrix"... che ne dite?
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro