Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Concorso Miraculous di @saralt99 e @_StormInside_ ~ PRIMA PROVA

"Driiiiiiiiin"

Quella mattina era bastato un solo squillo della sveglia impostata sul suo cellulare per svegliare la ragazza. Di solito ne occorrevano circa una decina e nonostante uscisse di casa in orario, riusciva a fare comunque tardi ogni giorno. Ma quella non era una giornata come tante e Camille se lo ricordava benissimo. La sera prima era rimasta alzata fino a tardi, mezzanotte e mezza per la precisione, e successivamente prendere sonno era stata un'impresa più che ardua. Scattante la ragazza si tirò su dal cuscino, ma nella fretta diede una forte botta contro la mensola che sovrastava il letto e molti dei libri appoggiati su di essa le crollarono addosso. Soffocando un gemito di dolore non potè fare a meno di ripetersi per circa l'ottantesima volta in tre giorni che, se mai un giorno Chat Noir avesse avuto bisogno di un'alternativa al Cataclisma, nessuno sarebbe stato più adatto di lei.
Si avviò verso la cucina per fare colazione con molta cautela, in modo tale da non svegliare i suoi genitori ma, arrivata a destinazione, si accorse che sul frigo c'era il solito post-it giallo fluorescente che recitava le stesse identiche parole dei giorni precedenti:
"Siamo usciti, a stasera tesoro"
Un lungo sospiro la accompagnò fino al tavolo del salone, dove prese una mela verde dalla cesta di vimini poggiata su di esso per poi lavarla ed iniziare a mangiarla. Ogni morso scandiva i suoi pensieri e le sue monotone riflessioni. Aveva ormai capito che non avrebbe mai potuto contare su una presenza completa dei suoi genitori, che essendo due poliziotti erano occupati giorno e notte, dall'alba al tramonto, quasi tutti i giorni della settimana. Inoltre ultimamente a causa del peggioramento delle condizione di salute della sua nonna paterna, non li vedeva nemmeno la sera per la cena. L'orologio verde al suo polso, con un insistente "bip bip" la riportò nel mondo reale, ricordandole che era tardi ed aveva solo 10 minuti per vestirsi e correre fino a scuola. Camille si mosse come un ciclone, sbattendo qua e là su vari mobili mentre si vestiva con una rapidità impressionante. D'altronde però quel giorno non poteva permettersi di arrivare in ritardo, quindi in un batter d'occhio agguantò lo zaino già pronto, la giacca di jeans e le chiavi dell'appartamento per poi avviarsi a passo svelto verso il Liceo. Entrò in classe appena in tempo, salutando i suoi compagni che a stento si accorsero della sua comparsa. Le dispiaceva abbastanza non avere amici o perlomeno non avere nessuno con cui poter condividere esperienze, emozioni ed opinioni. Quando aveva messo piede per la prima volta in quell'aula si era ripromessa che non avrebbe fatto lo stesso errore delle elementari, ma dopo la formazione dei soliti gruppetti di "popolari", "intelligenti" e "sportivi", aveva capito che non avrebbe avuto nessuna possibilità. Dopotutto lei aveva già una persona importante nella sua vita, una persona dolce e comprensiva, capace di farla sorridere e piangere di gioia, una persona che le era rimasta accanto, la stessa persona che aveva scritto sul suo banco a matita, con una calligrafia ordinata e tondeggiante: "Ci vediamo a ricreazione al solito posto".
Ebbene sì, Camille aveva un ragazzo, Lucas, un biondino dagli occhi verde smeraldo che le aveva rubato il cuore fin dal loro primo incontro e che si era dichiarato a lei in modo classico e romantico, dando vita una relazione magnifica che quel giorno contava il settimo mese. Camille passò l'ora di lezione con gli occhi castani fissi sull'orologio e i capelli color miele intrecciati tra le dita. Non vedeva l'ora di uscire da quella stanza e respirare, lasciandosi alle spalle l'incomprensibile storia moderna. Non appena il suono squillante della campanella le rimbombò nelle orecchie, raccolse velocemente il suo zaino da terra, lasciando però in classe i libri e i quaderni, agguantò il cellulare, se lo mise in tasca e si avviò verso l'esterno. In una manciata di minuti arrivò al luogo dell'incontro, il loro posto speciale, quello in cui si erano dichiarati e si erano messi insieme. All'ingresso della scuola, dietro un ampio cespuglio, in disparte. Lucas la stava aspettando col telefono tra le mani, mentre giocava ad uno di quei videogiochi di calcio. Camille si avvicinò lentamente al ragazzo, sistemandosi dietro di lui per poi scattare e mettergli le mani sugli occhi ridacchiando soddisfatta non appena il biondo sussultò. Improvvisamente però, il sorrisino che si era formato sulla faccia del ragazzo scomparve e, con fare serio, quasi arrabbiato, porse alla castana un pezzettino di carta ripiegato varie volte su se stesso. Non appena consegnato, la guardò negli occhi con un'espressione dura, sussurrando un "Ciao" per poi allontanarsi velocemente e rientrare nell'edificio. Camille rimase turbata dal comportamento del giovane, non riuscì a trovare la forza di corrergli dietro, la sua attenzione era focalizzata sul rettangolino di carta stropicciata che aveva in mano. Vi erano impresse poche, semplici e taglienti parole: "Mi piace un'altra, tra noi è finita."
Le guance della ragazza tremarono e gli occhi furono allagati velocemente da milioni di lacrime.

Cosa cazzo ho fatto per meritarmi questo?

Nella sua testa ruotavano pensieri, i mostri del suo passato fecero capolino dagli angoli più remoti della sua mente, tutti i problemi che aveva avuto, le sue giornate, prive di qualsiasi forma d'affetto, ad eccezione delle ore passate con Lucas. Ora era tutto finito. Non aveva nemmeno avuto il coraggio di dirglielo in faccia, era scappato da lei.

Ho perso l'unica cosa per cui valeva ancora la pena vivere...

Cosa c'è che non va in me? Perché tutti scappano? Perché mi evitano?

Crollò a terra, il cuore stretto in una morsa, le mani premute sugli occhi così forte da fare male nel disperato tentativo di fermare l'amaro flusso di lacrime che le inondava le guance arrossate. Si sentiva vuota, impotente, inutile, sola. Eppure, proprio in quell'attimo di debolezza, in quel secondo di assoluta distruzione, in cui voleva scomparire, morire, farla finita per sempre, una farfallina dalle sfumature violacee si intrufolò nel bigliettino che aveva stretto nel pugno destro, la sua testa si svuotò completamente da ogni pensiero e scoprì una parte di lei, rinchiusa fino a quel momento, che voleva vendetta, che provava odio verso coloro che vivevano nella felicità.

"Ciao Destructa, sono Papillon."

La stessa parte di lei che avrebbe torturato tutte le persone che si erano divertite a farla vivere in un inferno per tutti questi anni.

"Ti darò il potere di far pentire tutti coloro che ti hanno presa in giro ed usata, ma in cambio dovrai portarmi i Miraculous di Ladybug e Chat Noir..."

Tutti finalmente si sarebbero accorti che esisteva e che anche lei era capace di farsi rispettare.

"Conta su di me, Papillon"

Sussurrò, leccandosi le labbra secche.
Un fumo violaceo la avvolse, tramutando i suoi vestiti in una tuta nera aderente attraversata da linee grigie come a formare una ragnatela, sul suo viso comparve una maschera color pece, anch'essa ornata di filamenti argentati, e i capelli furono raccolti in una coda alta, diventando bianchi con sfumature argentee se esposti alla luce solare, mentre le punte erano via via più scure, fino a tramutarsi di un colore simile al carbone bruciato. Sui suoi fianchi era comparsa una cintura in pelle nera, sulla quale era fissata una pistola dalle sfumature cobalto che avrebbe usato per diffondere la stessa tristezza e solitudine che gli altri avevano fatto provare a lei. Finalmente, per una volta nella sua vita, lei sarebbe stata la predatrice, non la preda.

saralt99
_StormInside_

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro