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Birthday gifts; Max Verstappen

Erano ormai mesi che io e Max non ci vedevamo. Io ero impegnata con gli ultimi esami, mentre lui era nel pieno della stagione e per ordine di Helmut Marko i piloti della Redbull non potevano tornare a casa dopo il weekend di gara, perché affermava che si sarebbero distratti. Io sarei andata volentieri da lui, ma purtroppo non era possibile. Stavo studiando duramente, senza mai fermarmi. Quella settimana, però, vi sarebbe stato il mio compleanno ed io ci tenevo molto a trascorrere quella giornata con il mio fidanzato. Non glielo dissi, non avevo intenzione di farlo sentire in colpa. D'altronde lui non ne aveva. Ci sentivamo costantemente, per messaggio o tramite una chiamata e ci raccontavamo tutto ciò che avevamo visto o fatto. Cercavamo di rendere l'uno partecipe della vita dell'altro. Era una situazione davvero insopportabile, ma io lo amavo e gli avevo promesso che non l'avrei mai lasciato a causa della distanza. Era un rischio che avevo accettato quando avevo scelto di fidanzarmi con lui. Il giorno del mio compleanno, però, ben presto arrivò. Aprii gli occhi e sentii un odore di caffè pervadermi le narici. Non mi preoccupai molto, mia madre aveva la copia delle mie chiavi e non era raro che venisse a farmi una visita. Mi alzai dal letto ed afferrai dall'armadio la prima maglia che mi capitò tra le mani e la indossai, per poi legare i capelli in una coda e scendere le scale, così da dirigermi verso la cucina, da dove proveniva quel profumo. Vidi una sagoma di spalle e non era certamente mia mamma. Sorrisi al pensiero che avessi innanzi a me Max e prontamente gli cinsi la vita con le mie esili braccia. Piegò leggermente la testa e ricambiò il mio sorriso.
《Buon compleanno, amore!》 Annunciò, per poi voltarsi completamente verso di me e lasciarmi un bacio sulla fronte. 《Bella maglia.》 Ridacchiò ed io abbassai lo sguardo, notando che avessi indossato una sua maglia della Redbull che, per quanto Max fosse più alto di me, era comunque molto corta. Cercai, così, di abbassarla il più possibile, senza particolare successo. 《Ehy, non devi preoccuparti, sono io.》 Mi sorrise nuovamente.
《Come mai sei qui?》Gli domandai sorpresa, cambiando discorso.
《Non sei felice di vedermi?》 Ammiccò ed io scossi la testa divertita.
《Ma certo che lo sono, è solo che è molto strano. Tutto qui.》Feci spallucce e lui annuì.
《Non è stato facile convincere Helmut.》 Ridacchiò. 《Ma è bastata qualche minaccia ed ora eccomi qua!》 Scoppiai a ridere. Era davvero incorreggibile.
《Un giorno di questi ti farai licenziare.》 Cercai di ritornare composta, ma senza successo.
《Ed a loro converrebbe perdere il miglior pilota della storia della Formula 1?》 Si pavoneggiò.
《Questo pilota ha anche un'altra grande dote: l'umiltà.》 Pose la sua mano al centro del cuore, come se l'avessi sparato. Lo spinsi leggermente con la mano, ridendo.
《Hai imparato a fare il caffè in questi mesi senza di me?》 Lo presi in giro e lui mi guardò torvo. Ne versò un po' in una tazzina e me lo passò. 《Non mi vuoi avvelenare, vero?》
《No, mi servi ancora.》Sorrise ed io assaggiai il suo caffè, che stranamente non era male.
《Come hai fatto ad entrare in casa? Dimmi che non ho lasciato la porta aperta.》 Sospirai. Scosse la testa.
《Ho chiesto le chiavi a tua madre.》 Riferì, facendo spallucce. Annuii e, quando posai la tazzina nel lavabo, Max battè le mani. 《Ora vatti a vestire comoda.》 Mi spinse leggermente sulla schiena ed io obbedii.  Indossai un paio di jeans ed una felpa bianca e lasciai i miei capelli legati in una coda. Ritornai da Max, che nel frattempo aveva raccolto un borsone da terra, che non avevo notato prima. 《Pronta?》 Mi chiese.
《Pronta.》 Gli sorrisi e lui mi cinse le spalle con un braccio. Uscimmo di casa e salimmo sulla sua vettura.
《Ti fidi di me?》 Io, confusa, annuii e lui mi mostrò una benda, che guardai alquanto stranita. 《Qualsiasi cosa tu stia pensando, non è quella. Devo solamente bendarti.》 Rise ed io lo lasciai fare. 《Almeno così sono sicuro che non sbircerai.》 Mi lasciò un bacio sulle labbra e poi partì. Del viaggio ricordo ben poco, sarà perché ho dormito per quasi tutta la durata, visto che non potevo fare e vedere nient’altro. 《Siamo arrivati, ora vengo a prenderti, tu non scoprirti ancora gli occhi.》 Rimasi immobile, sebbene stessi fremendo dall'ansia. Dopo pochi secondi, mi aiutò ad uscire dalla vettura e dopo essersi posto dietro di me, mi tolse la benda. Davanti ai miei occhi apparve un edificio, al cui interno sapevo vi fosse una pista di go kart. 《Purtroppo a Monte Carlo la pista non è straordinaria, ma la più vicina era in Francia.》Si grattò la testa imbarazzato, ma io prontamente lo abbracciai.
《Va benissimo così, Max, davvero.》 Gli sorrisi. Lo pensavo davvero. Sapeva che avevo sempre sognato guidare sui go kart, ma non ne avevo mai avuto la possibilità. Mi prese per mano ed insieme ci avviammo verso l'interno. Subito tutti i responsabili della pista si accorsero di avere davanti un pilota di Formula 1 e cercarono di sorprenderlo in tutti i modi, facendomi divertire. Alla fine il mio ragazzo riferì di aver fatto una prenotazione e quegli uomini ci fecero entrare, ci passarono i nostri caschi e ci indicarono i kart su cui avremmo gareggiato. 《Cerca di non buttarmi fuori.》 Gli feci una linguaccia, prima di infilare il casco e sedermi sulla mia momentanea monoposto.
《Così mi offendi!》Annunciò prima di imitarmi. Il suo kart era al mio fianco, quindi volsi la testa e gli strizzai l’occhio, prima di abbassare la visiera. Al via partimmo e come previsto Max era davanti a me. Per quanto potesse essere dolce e comprensivo, quando si parlava di gareggiare, non aveva alcuna intenzione di perdere. Ed io non volevo che lui mi lasciasse vincere. Sapevo di non essere brava neanche un quarto di quanto lo fosse lui e, poi, a me importava principalmente partecipare e divertirmi, non vincere. Beh, anche quello non avrebbe fatto male. Qualche volta ero passata davanti a Max, prendendomi la leadership momentanea, ma poi finiva sempre per superarmi di nuovo. Lo immaginai con la sua espressione sempre concentrata e mi scappò un sorriso. Max era sempre la causa della mia gioia, nonostante la distanza ed il suo essere facilmente irascibile. D'altronde lo amavo. La mini gara stava ormai per terminare e decisi di azzardare all'ultimo un sorpasso alla Ricciardo, difficile non solo perché fosse di Ricciardo, ma anche perché fossimo semplicemente su dei go kart che erano dei tricicli, paragonandoli alle monoposto di Formula 1. Giunse la curva ed osservai attentamente i movimenti di Max. Si era spinto verso sinistra, potevo azzardare sulla destra. Presi la curva di potenza e non frenai, almeno fino a quando non vidi l'altro kart dietro di me. Vinsi la gara. E non grazie all'olandese. Scesi ed aspettai che anche il mio fidanzato lo facesse per poterlo abbracciare di slancio. Mi strinse a sé e mi sorrise, lasciandomi un bacio leggero sulla nuca.
《Mi sono divertita tantissimo!》 Riferii, felice come una bambina. Mi aggrappai al braccio di Max ed insieme ci avviammo verso l'uscita della pista.
《Lo vedo.》 Ridacchiò. 《Dove hai imparato a fare quei sorpassi?》 Feci spallucce.
《Sarà stato per tutte le gare che avrò visto in televisione. Ho pensato che fare un sorpasso alla Daniel sarebbe stato forte e quindi l'ho fatto.》 Sorrisi.
《Promettimi che, però, quando ti farò salire su una vera monoposto non lo farai.》 Sbarrai gli occhi.
《Come? Vera monoposto? Sei serio?》 Annuì.
《Ben presto ti porterò a provare una vera monoposto, guideremo insieme. Ma tu devi promettermi di non fare alcuna manovra spericolata.》
《Ma io ti vedo sempre farle!》 Feci il labbruccio, sperando di intenerirlo, ma non vi riuscii.
《Io guido per la RedBull e sono esperto, tu non ti azzardare a farle.》 Mi rispose severo. 《Non voglio perderti.》Si addolcì e mi avvicinò a sé.《Ora, preferisci vedere l'altro tuo regalo oppure andare a mangiare?》 Chiese lui.
《Richiederà molto tempo vedere il mio regalo?》Fece spallucce.
《Dipende da quanto lo farai durare tu.》 Confusa, decisi di accettare la prima proposta. Ero troppo curiosa.
《Devo bendarmi di nuovo?》 Scosse la testa.
《Non ce n'è bisogno.》 Sorrisi e, una volta entrati in macchina, accesi la radio. Anche se alla fine non vi prestai molta attenzione, poiché ero davvero in ansia. Guidò a lungo e non riuscivo a comprendere dove fossimo diretti. Eravamo sempre a Monte Carlo, perché distinguevo il paesaggio, ma non avevo idea di dove mi stesse portando. Ad un tratto si fermò in mezzo al nulla, poiché vi eravamo solamente noi ed un'altra vettura senza conducente. 《Scendi.》 Mi disse ed io continuai a guardarlo confusa.
《Vuoi uccidermi?》 Sorrise.
《Mi hai dato un’idea, ma no. Devi entrare in quell'auto.》 La indicò con un cenno della testa. Quello era ancora più strano.
《Mi stai chiedendo di rubare una vettura?》 Rise e mi mostrò un paio di chiavi.
《È tua.》 Me le diede ed io lo guardai sorpresa.
《È quello il mio regalo?》Annuì.
《Una parte.》 “Una parte?” pensai “Quella vale più della mia casa e di me messe insieme!” Era un'Aston Martin DB11 grigia e la conoscevo perché Max possedeva lo stesso identico modello, ma nero.
《Ma non dovevi farmi regali costosi, Maxie! Sai che non li voglio.》 Fece un gesto con la mano come ad allontanare le mie parole.
《Ora sali e seguimi.》Mi passò le chiavi ed io obbedii. Entrai in quella che sarebbe stata la mia nuova auto e subito trovai i sedili comodissimi. “Credo che trascorrerò molto più tempo alla guida” Max partì ed io lo seguii a ruota. Finalmente iniziavamo ad inoltrarci nella città. Guidammo tra i vari vicoli, fino a quando non ci trovammo in una zona un po' più isolata dalle altre. Sembrava essere davvero molto tranquilla. Ad un tratto lo vidi svoltare e poi fermarsi davanti ad una casa enorme. “Non può essere quello che sto pensando”
Scesi dalla vettura ed affiancai Max, che si era appoggiato con i fianchi alla sua Aston Martin. Senza neanche guardarmi, mi allungò un altro paio di chiavi.
《Credo di aver bisogno di un portachiavi.》 Ridacchiò.
《Ne avremo bisogno.》Mostrò un altro paio di chiavi identico al primo.
《Mi stai dicendo che…?》 Spalancai gli occhi ancora più di prima.
《Che se vorrai, potremmo venire a vivere insieme, qui.》Si voltò verso di me, sorridendomi in attesa della mia risposta.
《Certo che lo voglio!》Lo abbracciai e gli lasciai un bacio sulle labbra, che lui iniziò ad approfondire. Mi staccai per riprendere fiato e gli sorrisi, facendo incontrare le nostre fronti. 《Ti amo, Maxie.》
《Ti amo, T/N.》 Mi sussurrò, per poi lasciarmi un altro bacio.






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