Finally ~ Adrianette
Quella mattina di Novembre, Adrien si era svegliato più triste del solito. La sera precedente suo padre era partito per l'America insieme a Nathalie per presentare la sua nuova collezione di abiti internazionali, dopotutto era una grande opportunità per la famiglia Agreste riuscire a vendere il proprio marchio anche fuori dai confini della Francia, ma il ragazzo non era riuscito a non maledire la fama di suo padre. Adesso si sentiva più solo che mai, dentro quelle mura che non racchiudevano più per lui il significato della parola casa. Non che il padre fosse di gran presenza quando era in città, ma almeno la sua voce autoritaria che comandava Nathalie a bacchetta e il rumore sordo dei suoi passi che riecheggiava tra le pareti dell'immenso ingresso, gli permettevano di percepire la sua presenza. Ora invece: il nulla. Era completamente solo. Gettando uno sguardo fuori dalle vetrate della camera, vide i passanti avvolti in piumini colorati, sciarpe soffici e cappelli di lana. "Questo è solo l'inizio di un lungo inverno..." si disse, per poi prepararsi ad affrontare una lunga giornata scolastica. Afferrata la sua borsa a tracolla, richiamò il piccolo Kwami ancora addormentato nel primo cassetto della sua scrivania e lo fece accomodare all'interno di essa, avvolto in un morbido calzino bianco per non fargli prendere freddo. Aveva appena varcato la soglia della porta quando si bloccò e si diresse verso il suo armadio, gli sembrava piuttosto stupido non averci pensato prima viste le sue riflessioni sulla Parigi invernale, ma evidentemente si era distratto. Aprì una delle ante, tirò fuori dalla sua scatola una sciarpa color azzurro cielo e se la adagiò intorno al collo, affondando il naso nel tessuto caldo. Tese una mano per passarsi il morbido cotone di un lembo della sciarpa tra le dita ma, proprio all'apice, queste incontrarono qualcosa di ruvido, somigliante ad un filo, che era intrecciato assieme alla regolare stoffa. D'istinto il biondo scostò il resto della sciarpa e avvicinò agli occhi quella zona del tessuto. Rimase senza parole dalla sorpresa: sull'estremità destra della creazione erano state cucite con del filo dorato delle minuscole lettere in corsivo fluido che formavano la parola "Marinette". La mente del ragazzo elaborò velocemente quell'indizio, sapeva che la sua compagna era una ragazza dotata nel campo della moda, aveva visto alcuni dei suoi bozzetti e la sua bombetta era riuscita a vincere il concorso indetto da suo padre, inoltre lei era solita firmare tutto ciò che creava, in più non gli risultava che la ragazza vendesse i suoi capi quindi era chiaro che doveva esserci stato un errore e quella sciarpa era un regalo da parte della sua migliore amica e non da suo padre, come aveva creduto fino a quel momento. Involontariamente il suo viso si incupì e, varcando il cancello di Villa Agreste, non potè non pensare se sul pianeta terra ci fosse effettivamente qualcuno a cui realmente importasse di lui, che lo amasse veramente. Arrivato davanti all'edificio scolastico, la vide e tutto per lui divenne migliore, perfetto. La corvina stava sorridendo mentre chiacchierava con la sua migliore amica Alya all'ingresso, nel cortile. I capelli scuri con qualche riflesso cobalto erano legati nelle solite codine ai lati della testa e gli occhi azzurri come il cielo erano incorniciati da lunghe ciglia nere in contrasto con le labbra sottili e rosee. Adrien non riusciva a spiegarsi come una ragazza dall'aspetto così mozzafiato, misterioso e rimandante alla notte potesse essere tanto solare e ottimista in ogni situazione. "È un persona davvero unica" si disse e, forse per la prima volta, si rese conto che quella ragazza per lui era diventata più di una semplice amica. Voleva parlarle, ringraziarla visto che fino a quel momento non l'aveva fatto, farle capire che aveva apprezzato non poco il suo regalo. Un sorriso spuntò sul suo viso mentre si avvicinava alle ragazze. "Hey Mari, posso parlarti?" sussurrò Adrien alla compagna, leggermente in imbarazzo, mentre Alya si avviava verso la classe lasciandoli soli. La corvina arrossì vistosamente e annuì nervosa, ormai era abituata ad essere impotente di fronte al biondo, ma questa volta almeno sperava di non fare figuracce e di comportarsi normalmente con lui, cosa quasi impossibile. Adrien inspirò profondamente e si protese verso la ragazza facendola arrossire. "Volevo ringraziarti...questa sciarpa è davvero meravigliosa" sussurrò a qualche centimetro dal viso della corvina che, presa alla sprovvista, sgranò gli occhi. "C-COSA?! C-come lo hai s-scoperto?" biascicò guardando in basso, era davvero troppo imbarazzata, credeva che lui non sapesse la verità su quella sciarpa, la cosa l'aveva lasciata spiazzata. "C'è il tuo nome cucito su uno dei lembi, me ne sono accorto solo stamattina, mi dispiace non averti ringraziato prima." spiegò lui, sinceramente dispiaciuto. "Perché non mi hai detto che era da parte tua?" le chiese infine, guardandola con dolcezza negli occhi. Marinette alzò lo sguardo, incontrando quei soavi occhi color smeraldo che le avevano fatto perdere la testa da ormai un anno, incredula che effettivamente loro due fossero vicini, soli e stessero parlando in modo pressoché normale, poi analizzò la domanda ritornando alla realtà e cercò un punto nel vuoto da fissare, ritrovandosi a vagare qua e là con lo sguardo: "Eri così felice quando hai creduto che fosse da parte di tuo padre, non volevo toglierti quella felicità..." bisbigliò lei, rossa come i capelli di Nathanaël, lo sguardo fisso sulle sue ballerine rosa. Il biondo perse un battito: quella era la cosa più dolce che avesse mai sentito. Per un momento, solo un attimo, ebbe la sensazione che quella fantastica ragazza, alla quale aveva apposto un'etichetta subito dopo il loro primo incontro, avrebbe preso il posto che qualcun'altra già occupava nel suo cuore; inevitabilmente i suoi pensieri arrivarono a Ladybug, la sua dolce Lady, amore non corrisposto, ecco cos'era, nulla di più. In uno slancio di coraggio circondò la corvina in un abbraccio dolcissimo, che racchiudeva tutto l'affetto che nutriva per lei. Dal canto suo, la ragazza non poté fare a meno di urlare dentro di sè e di stringere contro di lei il ragazzo così tanto che ebbe paura di poterlo quasi soffocare. "Grazie Mari" sussurrò lui. Inutile dire che in quel momento Marinette era la persona più felice del mondo. Rimasero così, stretti l'uno all'altra, finché il ragazzo non cominciò ad allentare la presa, per poi prenderle delicatamente la mano. "Rimarrei avvinghiato a te tutto il giorno, ma credo sia il caso entrare in classe, abbiamo già 20 minuti di ritardo" si giustificò. "E la prima ora abbiamo chimica!" aggiunse la corvina affranta. "Sarà meglio andare" concluse Adrien, incamminandosi con Marinette, mano nella mano, verso l'ingresso dell'edificio scolastico. Il biondo si avvicinò delicatamente all'orecchio di lei e sussurrò teneramente: "Alla fine ho scoperto comunque la verità su questa sciarpa, e sono felice lo stesso, forse anche di più..." le disse per poi fare l'occhiolino, facendo ridacchiare e arrossire la corvina che strinse la presa sulla mano del ragazzo.
"Solo amici... oh no, quei due sono tutto, tranne che soltanto amici..." pensarono nello stesso istante due piccoli spiritelli, uno nero dai profondi occhi verdi, l'altro rosso con qualche macchia scura che ricordava il manto delle coccinelle. Tikki e Plagg si mossero, lei sbirciò fuori dalla borsetta rosa della custode, lui si affacciò dalla tracolla grigia del protetto. Fu un lampo. Si guardarono un secondo negli occhi e capirono tutto, si sorrisero.
"No, no... quei due non sono assolutamente destinati ad essere solo amici..."
~Luna🌙
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SPERO VI PIACCIA....
se avete consigli da darmi su come migliorare magari nei contenuti, oppure nel modo di scrivere, contattatemi pure nei messaggi, se non vi dovessi rispondere ai commenti ^^
-ladybugx ecco come scrive una luna selvatica :D
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