❤️UKASHIMA | EBREZZA
Ok, ok, lo so che questa Ship è stramba, ma che ci posso fare...
Questa storia si è annidata nella mia mente da diverso tempo, e non c'è stato verso di mandarla via.
È venuta fuori da sola, e personalmente la trovo davvero, davvero bella.
Quindi per favore: datele una possibilità!!!!!
♥
Aspetto tutti i vostri commenti, anche quelli negativi.
😊
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FANDOM: Haikyu!!
SHIP: Keishin Ukai x Makoto Shimada
PAROLE: 3.876
RATING: ❤️ nsfw
TW: ✶ Yaoi ✶ Lemon ✶ Smut ✶
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* * * ATTENZIONE * * *
QUESTA STORIA CONTIENE SCENE E LINGUAGGIO ESPLICITI
- - - ADATTA PER UN PUBBLICO ADULTO - - -
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- Ce l'hai? -
- Sì. Ce l'ho! -
- Ottimo, allora ci vediamo alle 20 da Shimada. Ora lo avviso. Porto la pizza. -
- Ok, a dopo. -
Keishin riattacca e seleziona il numero di Makoto Shimada.
- Ciao. Yusuke ha recuperato il video. -
- Ok, perfetto, venite da me? -
- Sì, alle 20, porto la pizza. -
- Ok, allora io porto su qualcosa da bere. -
Eccitato come un bambino, Shimada riordina casa sua durante la pausa pranzo, per ricevere i suoi amici. Sono anni che Keishin Ukai e Yusuke Takinoue usano casa sua come punto di ritrovo per le loro serate, sin da quando erano al liceo, visto che Shimada viveva già da solo perché i suoi genitori erano sempre all'estero.
E a Makoto piace avere la casa sempre in ordine, anche se sa che, dopo una serata con quei due, dovrà pulire tutto daccapo.
Puntuali alle 20, si presentano alla porta, e non passa nemmeno mezz'ora che la casa sembra già un campo di battaglia.
Il tavolo è pieno di bottiglie di birra, alcune ancora piene e molte già vuote. Una bottiglia di Sakè attende per il loro dopo cena.
- Allora, Taki, questo DVD? -
Yusuke recupera il DVD dalla tasca della giacca e armeggia per infilarlo nel lettore di Shimada.
Seduti per terra tra il divano e il televisore, si contendono l'ultima fetta di pizza.
- E pensare che otto anni fa facevano queste serate con i film porno! – scoppia a ridere Keishin, ma si fa subito serio quando sullo schermo appaiono le prime immagini.
È una delle partite del torneo primaverile dell'anno precedente.
Yusuke ha un amico che lavora alla "NKK Sport Online", e gli ha procurato tutte le partite, dai quarti di finali alla finale.
I tre ragazzi iniziano a commentare le azioni, e Shimada segna su un tablet squadre, giocatori, minuti del video e appunti vari.
- Ok Taki, va bene, direi che abbiamo segnato tutto. Makoto ti manda gli appunti via mail così prepari il montaggio, e appena è pronto lo facciamo vedere ai ragazzi. -
- Va bene... E non vogliamo vedere anche questo, che è arrivato fresco fresco alla Takinoue Electronics questo pomeriggio? -
Con un sorriso malizioso Yusuke estrae davvero un DVD porno, questa volta, ma la cosa grottesca è che riscuote meno successo del precedente.
Dopo mezz'ora scarsa, Keishin sta ronfando sonoramente sul divano, mentre Shimada comincia a fare ordine: mette tutte le bottiglie vuote in un bidone e svuota l'ultimo dito di Sake in un bicchiere che porge a Takinoue.
- Tieni, il bicchiere della staffa. -
- Kanpai! Ok, vado a casa. -
- Sicuro? -
- Sì, sì, ce la faccio – risponde, barcollando leggermente mentre recupera i DVD e si mette le scarpe. Saluta con la mano e si chiude la porta alle spalle.
Anche lui con le gambe malferme, Shimada raccoglie i cartoni della pizza quindi si accinge a svegliare Keishin, che sta russando a bocca aperta completamente rovesciato sul divano, un braccio che tocca terra e una gamba scomposta sullo schienale
Si accuccia accanto a lui e con un dito gli tocca ripetutamente la faccia.
- Kei... Keeeei.... -
Con gli occhi chiusi, Keishin allunga il braccio attorno al collo di Shimada e lo attira vicino al suo viso.
- Che c'è, nonno?! Che vuoi? -
Shimada si divincola.
- Non sono tuo nonno, idiota. Yusuke è andato a casa. Tu che fai? -
- Dormo qui...? – apre solo un occhio, implorante.
- Ok. Va bene. -
Ukai si stropiccia la faccia e si mette a sedere sul divano.
- Facciamoci un ultimo goccetto, dai. -
- Impossibile. Vi siete già scolati tutto... -
- Non ci credo, qualcosa da bere ce l'avrai, no? -
- Beh, ora che mi ci fai pensare, ho una bottiglia di Shōchū che mi ha regalato la mamma di Tadashi per ringraziarmi. -
E così il tasso alcolico di quella serata, già pericolosamente alto, raggiunge livelli mai toccati prima.
Mezz'ora dopo Keishin ride e piange insieme: Makoto si è messo in testa la fascia rossa che usa alle partite e sta facendo una pessima imitazione di Yusuke che si vanta con Saeko, la sorella di Tanaka, per i risultati della Karasuno.
- Cazzo! Che male allo stomaco! Basta, Makoto, davvero. Sto male... – Ukai tira sul col naso e si asciuga le lacrime.
E scoppiano nuovamente a ridere come idioti.
Lentamente le risate si spengono, ed entrambi fissano il vuoto davanti a loro.
Makoto si sfila la fascia e la butta sul divano.
- Makoto. -
- Dimmi. -
- Ma tu te lo ricordi bene quando andavamo al liceo? -
- Boh, sì abbastanza. Perché? -
- Te la ricordi l'ebrezza dei diciotto anni, quella sensazione di onnipotenza, di poter fare davvero qualsiasi cosa? -
- Già... -
Poggiato con i gomiti sulle sue ginocchia, la testa piegata in avanti, Keishin ricomincia a piangere.
Non sono le lacrime da tanto ridere di prima. E non è nemmeno un pianto sconsolato. No. È un pianto lieve, rassegnato e amaro.
- Mi ricordo che parlavamo sempre di quello che avremmo voluto fare da grandi. -
Le parole escono dalla bocca di Keishin deformate e trascinate. Fa una pausa per raccogliere i pensieri, anch'essi lenti e confusi come la sua lingua.
- Ricordo che facevamo a gara a chi pensava più in grande. -
- Sì, mi ricordo che Yusuke diceva che avrebbe fondato un'azienda di elettronica tutta sua, a Tokyo, e avrebbe abitato in un attico con la piscina riscaldata sul tetto. E che ogni sera avrebbe avuto una, anzi due donne diverse... -
Ridono ancora lacrimando, ma di nuovo il pianto di Keishin si fa triste.
- Makoto. -
- Dimmi. -
- Io cosa volevo diventare? Non me lo ricordo... -
- Boh.... Aspetta... non mi viene... Ah, ecco, non volevi girare il mondo? -
- Sì... - si illumina – volevo girare il mondo... -
Sorride al televisore spento davanti a sé.
- E invece il massimo che faccio sono le consegne per il Sakanoshita Market, a mezz'ora di distanza da casa. -
E il sorriso diventa nuovamente una smorfia triste.
- Makoto. -
- Dimmi. -
- Una cosa me la ricordo. Dicevamo sempre, tutti e tre, che da grandi avremmo fatto tanto, tanto sesso. -
- Già. -
Kaishin si butta con la schiena sul divano, le gambe larghe davanti a sé e le braccia sullo schienale. Shimada è seduto più composto, con la testa poggiata alle sue braccia incrociate sul bracciolo, le gambe ripiegate sotto di sé.
- Makoto. -
- Dimmi. -
- Tu fai tanto, tanto sesso? -
- No. -
- Nemmeno io... -
- E fai tanto sesso? -
- No. -
- Nemmeno io... -
- E... poco sesso? -
- No. -
- Nemmeno io... -
Shimada chiude gli occhi e si sta quasi addormentando, per quei discorsi sconclusionati e monotoni.
- Makoto. -
- ...dimmi.... -
- Vuoi fare sesso? -
Makoto spalanca gli occhi e solleva di scatto la testa. Non è sicuro di aver interpretato correttamente la domanda di Ukai, che sembra quasi addormentato con la testa reclinata indietro sul divano, le braccia ancora aperte lungo lo schienale e le gambe abbandonate davanti a sé.
Lo guarda di sottecchi e non risponde.
Ukai ci riprova.
- Makoto. -
- ...eh? -
- Vuoi fare sesso? ...con me? -
Non sembra più così addormentato, ora, Keishin, che ha aperto gli occhi e solleva la testa dal divano. Il cerchietto gli è caduto e la sua massa di capelli biondi protesta ribelle.
Ci pensa quasi seriamente a quella proposta, Shimada, mentre osserva il suo amico nel chiarore del led sopra al televisore, i suoi capelli biondi con pennellate di luce blu, e due occhi seri e penetranti che lo fissano in attesa di una risposta.
Shimada scoppia a ridere.
È l'unica risposta corretta a quella domanda.
Secondo lui.
Non secondo Keishin.
- Sono serio. Per quanto io possa esserlo nelle mie condizioni... ma sono serio. -
Lo guarda dal suo lato del divano, su cui si siede ora più composto, ancora una volta i gomiti sulle ginocchia, le mani intrecciate davanti a sé, e la testa girata verso Shimada.
Makoto si volta anche lui verso Keishin, e tira le ginocchia al petto, raggomitolato sul divano, in una posizione di chiusura e difesa.
- Smettila di dire cazzate. – gli intima con tono serio, per la prima volta in quella serata.
E forse, così serio e brusco, per la prima volta nella storia della loro amicizia.
Perché Shimada è sempre stato segretamente innamorato di Keishin Ukai, e non gli piace proprio che si scherzi coi suoi sentimenti.
Ma Ukai probabilmente è troppo ubriaco per capire questa sottigliezza, per percepire che Shimada è serio, davvero serio, e continua con le sue avances.
Si avvicina al suo amico sul divano e si volta verso di lui, il braccio destro sullo schienale del divano, e lo trafigge con uno sguardo così intenso che non lascia capire se sia totalmente sobrio o completamente ubriaco.
- Makoto. Sono serio. Non sei terribilmente incazzato, frustrato, deluso per la piega che ha preso la tua vita? Io sì. Che male c'è se ci consoliamo a vicenda? Che male c'è se proviamo a darci un po' di conforto, un po' di calore? -
E con l'indice dalla mano sinistra traccia dei piccoli cerchi sulle mani di Shimada, intrecciate davanti a lui a trattenere le sue ginocchia.
Shimada chiude gli occhi, un brivido lo percorre per quel tocco lieve sulle sue mani, e pensa che deve essere anche lui davvero, davvero ubriaco per prendere anche solo in considerazione la proposta di Ukai.
Keishin interpreta quel silenzio come un invito a continuare, come un tentennamento indeciso che forse può volgere a suo favore. E quindi allunga la mano e la infila tra i capelli di Shimada.
Forse a causa dell'incredibile tasso alcolico, forse perchè il ragionamento di Ukai ha fatto breccia nelle difese di Makoto, o forse perchè semplicemente ha atteso quel momento per tutta la vita. Ma non si ritrae, Makoto. Apre la bocca e sospira mentre piega la testa incontro alla carezza di Keishin.
Con l'altra mano, Kei sfila gli occhiali di Makoto e li poggia sul bracciolo. Quindi prende il suo viso tra le mani e lo osserva, forse guardandolo davvero per la prima volta. Spinge coi gomiti sulle ginocchia di Makoto, abbassa la sua barriera, e si avvicina lentamente col viso.
Makoto riapre gli occhi giusto in tempo per vedere quelli di Kei che lo scrutano, le sue labbra che si avvicinano, il peso del suo corpo che lentamente lo spinge sdraiato sul divano.
Non se lo aspettava, Makoto, un bacio così dolce e delicato. La proposta di Kei era tutto fuorché romantica, ma il bacio che gli sta dando, invece, è soffuso, morbido, leggero. La sua lingua apre piano le labbra di Mokoto, si insinua a cercare la sua e la lambisce delicatamente, dolcemente, come se stesse assaporando un liquore per la prima volta e volesse coglierne tutte le sfumature, tutti gli aromi.
I loro corpi intrecciati sul divano si muovono piano, seguono la cadenza delle loro lingue, in uno sfregamento lento e appena accennato. Makoto infila le mani sotto la maglia di Keishin, e finalmente un altro pezzettino dei suoi sogni degli ultimi dieci anni, prende consistenza.
La sua pelle calda, i suoi muscoli tonici, il suo respiro lievemente affannato, le mani sul suo viso; ogni piccolo dettaglio accende quel desiderio tanto sopito e soffocato da anni di meravigliosa e frustrante amicizia.
Il bacio di Makoto si fa più profondo, le sue mani più voraci, il suo corpo più infiammato, e in quel dimenarsi non si rende conto delle reali misure del suo divano: si spinge contro Ukai che, con la schiena proprio sul bordo, si sbilancia e finisce a terra con un tonfo sonoro.
Non realizza quasi di essere rimasto sul divano da solo, Makoto e si sporge. Ukai è sdraiato a terra, immobile, gli occhi chiusi.
Si precipita in un istante al suo fianco, le mani sul suo viso.
- Kei! Keishin rispondi! Cazzo! -
Ukai sorride, ha gli occhi chiusi ma sorride e gli prende i polsi per tirarlo di nuovo a sé.
- Allora ci tieni a me, eh, Makoto? -
- Stronzo! Mi hai fatto morire di paura! -
Ma non lo lascia continuare, Keishin, lo tira a cavalcioni sopra di sé e riprende a baciarlo con intensità.
Makoto si abbandona al bacio, al sollievo e alla passione che lo sta invadendo sempre di più. Ormai non è più possibile tornare indietro, se ne rende conto. Né lo vuole fare.
Sente la sua erezione sempre più urgente, e registra anche quella di Ukai sotto di sé, altrettanto invadente. Le loro spinte sono ormai frenetiche, ma a quasi trent'anni non può certo accontentarsi di uno sfregamento fugace attraverso i pantaloni.
Si stacca da quel bacio e si sorregge con le mani di fianco alla sua testa. Lo guarda, aspetta che anche il biondo apra gli occhi, e quando finalmente lo fa, lo implora di realizzare il suo più grande desiderio.
- Fai l'amore con me. -
E glielo dice senza pudore, senza vergogna, ormai tornato del tutto in sé e consapevole di aver preso un biglietto di sola andata per una destinazione a sorpresa. Bella o brutta, non è dato saperlo.
Ukai si solleva seduto tenendo Shimada a cavalcioni sulle sue gambe, e guardandolo negli occhi prende il suo viso fra le mani e sussurra.
- Per terra, in salotto, si fa sesso. Se vuoi fare l'amore, andiamo in camera da letto. -
E con una forza che non credeva di avere, si punta con una mano, si alza da terra tenendo Shimada in braccio, e con passo malfermo lo porta fino al letto.
La camera è immersa nell'oscurità, solo le luci della strada filtrano dalla finestra, ma quel chiarore basta a Makoto per avere l'ennesimo spasmo al bassoventre quando Ukai si toglie la maglia e resta a petto nudo.
Seduto a gambe incrociate sul letto, si rende conto di essere assolutamente inadeguato a vivere la sua stessa fantasia.
È un uomo di quasi trent'anni, e si sta comportando come un adolescente timido e impacciato alla sua prima volta.
Non che lo sia davvero. Ha già avuto qualche esperienza con altri uomini; poche, ma abbastanza per sapere cosa fare.
Ma è l'aspetto emotivo della situazione che lo fa sentire inadeguato.
Non sta facendo sesso con uno sconosciuto incontrato la sera in un bar.
Sta per fare l'amore con l'uomo di cui è da sempre innamorato.
La differenza è abissale.
Ukai si libera anche dei pantaloni e, completamente nudo, gattona sul letto verso Shimada con uno sguardo sensuale e provocante.
- Cosa ci fai ancora vestito? -
Shimada arrossisce, le sue guance paonazze sono evidenti anche alla luce fioca della stanza. E quel rossore infiamma ancora di più Keishin che, con pochi gesti veloci, libera il suo amico di tutti i vestiti.
Non riesce ad assaporare quell'istante come vorrebbe, Makoto, quando Kei riprende a baciarlo voracemente, i loro corpi allacciati in mezzo al letto, le mani intrecciate e le lingue che si rincorrono impazienti.
Vuole imprimersi per bene ogni dettaglio nella memoria, perché pensa che dovrà accontentarsi di quel ricordo, in futuro, dopo che Ukai si sarà risvegliato da quella sbronza e, come sempre succede, non ricorderà assolutamente nulla.
Ma nello stesso tempo non può indugiare, non può tentennare, sia per la foga e l'impazienza che si riflettono nei movimenti di Kei, sia soprattutto per il suo stesso bisogno di vivere quel momento, di lasciarsi trasportare dalla passione.
Kei si scioglie dal loro abbraccio, e si posizione in mezzo alle gambe di Makoto, dove prende in bocca il suo sesso con un unico fluido movimento della testa. Lo lecca e lo succhia, stringe le labbra e muove la testa su e giù e poi, aiutandosi con la mano, porta in pochi istanti Makoto al suo primo orgasmo dentro la sua bocca.
Troppo veloce.
Dannatamente troppo veloce.
Avrebbe voluto durare di più, anche e soprattutto per assaporare ogni istante. E invece era tutto troppo, troppo eccitante e semplicemente non ce l'ha fatta.
Ma Keishin non sembra infastidito, anzi, sorride compiaciuto, mentre accarezza lentamente gli addominali di Shimada e lo guarda nella penombra della stanza.
Shimada riprende lentamente coscienza del suo corpo, e Kei lo solleva e lo stringe in un abbraccio.
- Mi piace vedere che ti faccio questo effetto. Ma spero tu abbia ancora voglia. Non abbiamo ancora fatto l'amore. Tu vuoi fare l'amore con me, no? -
Non capisce se Ukai lo stia prendendo in giro; il suo tono è dolce, sensuale. Ma forse è solo, semplicemente troppo ubriaco.
Shimada lo bacia e poi lo spinge a sua volta con la schiena sul letto, per restituirgli il piacere allo stesso modo.
Si accuccia tra le sue gambe e prende tra le mani la sua potente erezione. Lo accarezza piano, e poi lo impugna sempre più saldo mentre lentamente, un centimetro per volta, lo accoglie tutto in bocca.
In un attimo Ukai lo prende per i capelli, e muove la sua testa su e giù, lo guida, lo sposta come vuole; con la mano segue il ritmo della sua stessa bocca.
Ma non vuole venire, Ukai, e improvvisamente lo ferma.
- Hai preservativi? Lubrificante? -
- No.. – risponde Shimada, ancora leggermente imbarazzato, vergognandosi, ma specificando dopo un attimo:
- Cioè, sì. Aspetta... -
E si sporge per prendere quanto richiesto da un cassetto del comodino.
Makoto non può fare a meno di notare i gesti fluidi e sicuri con cui Ukai apre la busta del preservativo e lo srotola lungo tutta la sua erezione: e non tremano le sue mani nemmeno quando apre la bottiglietta di lubrificante e se lo spreme sulle dita della mano destra.
Una sicurezza che denota famigliarità e abitudine con quei movimenti, sicurezza che Shimada non ha di certo.
Ma non vuole rovinarsi il momento, Makoto, pensando alla vita sessuale di Ukai, anche perché lo sa, lo sa dal principio di quella strana, folle serata, che sarà una volta e mai più.
E ha deciso che va bene così.
Fissando il bellissimo volto tagliente di Ukai, Shimada si sdraia sul letto, e apre le sue gambe pronto ad accoglierlo.
Keishin Lo prepara velocemente, prima con un dito, e poi con due dopo pochissimo.
Shimada geme per quella penetrazione, la prima volta, e geme ancora più forte, la seconda.
Si contorce sul letto sentendo le dita evidentemente esperte di Ukai che trovano subito il punto più sensibile e che lo tormentano con pressioni e sfregamenti che lo portano al limite della sopportazione.
Ma senza oltrepassarlo.
Ci sta attento, Keishin, perché Makoto è già venuto, e non vuole certo farlo venire ancora, non così, non con le dita.
Spalma quindi ancora del lubrificante sul suo membro, che è rimasto duro e gonfio nel preservativo, e finalmente si accinge a esaudire il desiderio di Makoto.
Cerca il suo sguardo, Shimada, vuole che almeno quel momento resti impresso nella sua memoria. E si guardano, senza mai distogliere gli occhi, mentre Keishin lo sovrasta e lentamente lo spinge tutto, completamente, dentro di lui.
- Cazzo, se sei... -
Non completa la frase, zittito dal movimento del bacino di Shimada che lo porta invece a gemere forte.
Il corpo di Keishin, bello e provocante, sopra di lui, dentro di lui, le loro labbra unite in un bacio umido e sensuale, i movimenti esperti del suo bacino che lo portano lentamente, un affondo dopo l'altro, all'apice del piacere.... questo è fare l'amore con la persona che si ama.
Nulla a che vedere con quello che c'è stato prima, pensa Makoto, né con quello che ci potrà mai essere dopo con qualcun altro.
E cerca di assaporarlo, questa volta, di farlo durare di più, ma si deve arrendere a quella passione che ormai ha preso lei stessa il controllo dei loro movimenti, dei loro corpi, delle loro anime.
E si arrende così, Shimada, a quell'orgasmo devastante che lo porta a gridare il nome di Kei nel buio della sua camera da letto, mentre anche Kei, con un'ultima spinta, raggiunge grugnendo il suo orgasmo, e poi si abbatte su di lui senza più forze.
Deve essersi addormentato, Keishin, perché Makoto lo sfila piano da sé, e quando torna dal bagno, lo ritrova nella stessa identica posizione che russa lievemente.
Non senza sforzo, lo gira a pancia in su, e con delicatezza e – possiamo dirlo – amore, lo ripulisce completamente usando un asciugamano inumidito con acqua calda. Non riesce a rivestirlo, quindi sfila le lenzuola da sotto di lui e finalmente riesce a coprirlo. Quindi, indossando una maglietta e un paio di boxer, si sdraia sotto le lenzuola al suo fianco: poggia il suo petto alla schiena di Keishin, e lo circonda con un braccio.
Resta immobile qualche minuto col naso tra i suoi capelli morbidi, ad ascoltare il rumore del suo respiro, un russare lieve; e poi, sollevandosi sul gomito, lo guarda un'ultima volta nella penombra della sua camera da letto.
Osserva i suoi capelli dorati sparsi sul cuscino, le sue lunghe ciglia abbassate, il suo naso dritto e sicuro, la sua bocca così dura all'apparenza, ma capace di baci incredibilmente dolci.
Avvicina le sue labbra all'orecchio di Keishin e sussurra, semplicemente:
- Grazie. -
Quindi si sdraia al suo fianco, e cullato dal calore del suo corpo, si addormenta.
♡˜°•°˜♡
Ukai si presenta in cucina la mattina dopo, vestito di tutto punto – Makoto gli ha poggiato i vestiti sul letto quando si è alzato – e con una criniera arruffata e indomabile.
La tavola è apparecchiata per la colazione che Makoto ha già preparato.
- Prendo solo un caffè. Grazie. -
Si siede al tavolo mentre Shimada, senza i suoi occhiali, sta lavando alcune stoviglie al lavandino.
Forse.
Forse lo sta solo evitando.
- Certo che ci siamo andati giù pesanti ieri, eh? -
Una tazza scivola dalle mani di Makoto ma per fortuna non si rompe.
- Abbiamo bevuto l'impossibile... – e ride sganasciandosi.
- Eh, già. – risponde Makoto tirando un sospiro, non sa nemmeno lui se di sollievo o di delusione.
Finito il suo caffè, Ukai si accinge ad andare a casa.
- Sai dov'è il mio cerchietto? ...ah, eccolo. -
Prova a domare la sua zazzera ribelle, ma ci rinuncia e se lo infila in tasca. Mette le scarpe e apre la porta.
- Ciao. Ci vediamo appena Yusuke ha il montaggio pronto. -
E si chiude la porta alle spalle.
Makoto è ancora al lavello, l'acqua che scorre senza alcun motivo, le mani coperte dai guanti gialli che strizzano nervosamente la spugna piena di schiuma.
E lacrime calde che scorrono già da qualche minuto sulle sue guance.
Una notifica sul suo cellulare lo riscuote. Chiude l'acqua, toglie i guanti e si asciuga il viso in qualche modo.
Prende il telefono e legge il messaggio.
Muovendosi come un sonnambulo, si siede piano al tavolo della cucina, mentre sul suo volto si alternano ansia, stupore, ed infine si apre un grande, radioso sorriso.
UKAI:
Non c'è di che.
I tuoi occhiali sono sul bracciolo del divano.
Stasera lo Shōchū lo porto io.
😈
♡˜°•°˜♡
PUBBLICATO: 15/12/2021
RIPUBBLICATO: 10/05/2022
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