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❤️KAGEHINA | COLPA DI FREUD


NOTA: questa storia avviene dopo la One Shot "KUROKEN+KAGEHINA | SWITCH", e la One Shot "DAISUGA | INSTABILE" in questa stessa raccolta. Ci sono accenni e riferimenti a queste due storie (in particolare la prima), che aiutano a comprendere i fatti precedenti, ma non è necessario averle lette, si può leggere ugualmente (i punti salienti vengono spiegati).


☆.•'¯'•.☆


FANDOM: Haikyu!!

SHIP: Tobio Kageyama x Shōyō Hinata

PAROLE: 7.183

RATING: ❤️ nsfw

TW: Yaoi Lemon Smut ✶ Spoiler (post Time-Skip)


☆.•'¯'•.☆


* * * ATTENZIONE * * *

QUESTA STORIA CONTIENE SCENE E LINGUAGGIO ESPLICITI

- - - ADATTA PER UN PUBBLICO ADULTO - - -


☆.•'¯'•.☆


- Tobio-chan! Se non pieghi le tue belle gambe muscolose, non riuscirai mai a dare alla palla la spinta giusta! -

Accucciato dietro di me, Oikawa sfiora delicatamente la pelle morbida e sensibile dietro al mio ginocchio, nel foro lasciato libero dalle ginocchiere. Quindi risale lungo la coscia, e si insinua sotto i pantaloncini.

Mi volto di scatto, e gli fermo i polsi piegandomi in avanti.

- Che cazzo fai, Tōru!? -

Oikawa si rialza e sorride, e mi fissa negli occhi; nella penombra della palestra vuota, gli occhi color cioccolato di Tōru brillano maliziosi.

- Niente Tobio-chan. Ti aiuto. Come mi hai chiesto tu. Sto sacrificando il mio lunedì di riposo per aiutarti, quindi mi aspetto almeno un po' di gratitudine da parte tua. -

Si allontana con passo solenne, e mi lascia da solo accanto alla rete, circondato solamente da un centinaio di palloni.

Lo rincorro nello stanzino degli attrezzi.

- Ok, va bene. Cosa devo fare? Come posso fare per rendere felice Hinata? -

Mi paro davanti lui a braccia aperte, e Oikawa si ferma e incrocia le sue.

- Te l'ho già detto, Tobio-chan. È lui che ha il controllo. Tu non puoi fare proprio niente. È il piccoletto che comanda, tu puoi solo obbedire. Ormai il tuo regno è finito. Non sei più il re prepotente di una volta. Quel piccolino ti ha ammaestrato per bene! -

E scoppia a ridere, una risata eccessiva e fastidiosa, che mi manda su tutte le furie.

In preda alla rabbia, lo afferro bruscamente al collo e lo spingo nell'angolo, contro una pila di materassini alta quanto lui.

- Smettila di parlare di Hinata! Tu non sai un cazzo di Hinata! Lui mi ama. E io amo lui. E voglio essere una persona migliore per lui. -

- Lasciami... il collo... -

Allento la presa sul collo di Oikawa, che si massaggia la pelle e mi guarda con lo stesso sguardo provocatore e malizioso di prima.

- C'è solo una cosa che puoi fare, mio irruente e sensuale kohai. Fare quello che ti dice il tuo senpai. Obbedirmi. Assecondarmi. E forse ti dirò come accontentare chibi-chan. -

- Prima di tutto – continua Oikawa – togliti la maglietta. -

Obbedisco, mi sfilo la maglia e la lascio cadere a terra.

Le mani di Oikawa sono in un attimo sui miei pettorali, accarezzano con cerchi voluttuosi il mio petto, le mie spalle, il mio addome.

Non posso fare a meno di rabbrividire, ma non mi sottraggo a quelle carezze, che si fanno sempre più audaci avvicinandosi pericolosamente all'elastico dei pantaloncini.

- Ecco, bravo, così... Impara dal migliore... Perché io sono il Grande Re. Tutto quello che sai fare in campo lo hai imparato da me. E adesso è ora che impari anche il resto, Tobio-chan. Perché tu devi diventare come me. Tu vuoi essere come me... -

Si avvicina con la bocca al mio collo, e comincia a succhiare e leccare la pelle delicata vicino all'orecchio.

In un attimo prendo la testa di Tōru per i capelli e lo strattono lontano dal mio collo, quindi fisso i miei occhi in quelli castani del mio senpai.

E dopo un istante di esitazione, mi fiondo sulle sue labbra prendendolo per i capelli, e stringendo a me il suo corpo caldo e muscoloso.

Tōru si aggrappa alla mia schiena con le unghie, e vi lascia lunghi graffi rossi, mentre mi bacia con voracità e lussuria. La sua lingua è in continuo movimento nella mia bocca, cerca la mia, la provoca, la succhia.

Ma dopo avermi provocato a sufficienza, si allontana da me, e mi guarda ansimando.

- Bravo Tobio-chan. Vedo che stai cominciando a imparare. Vedo che stai diventando come me, che tu vuoi essere me... -

Tōru si sfila la maglietta e i pantaloncini, rivelando una erezione pulsante, e mi guarda ancora con un'espressione sfacciata e lasciva.

- Anzi, di più. Tu vuoi essere DENTRO DI me, Tobio-chan. Eccomi. Prendimi! -

In un attimo, afferro l'erezione di Oikawa e la stringo; Tōru getta indietro la testa poggiandola sui materassini e geme, ansima forte e allarga lentamente le gambe tenendosi aggrappato alle mie spalle.

Ora sono io a baciare la pelle del collo di Tōru, la mordo e la succhio e lascio dei segni rossi e bagnati sulla sua pelle chiara.

Oikawa geme ancora più forte e si allaccia con le gambe ai miei fianchi.

Lo spingo contro i materassi, e, con una mano, libero la mia erezione dai pantaloncini e la spingo con forza contro la fessura di Tōru, che si allarga subito e mi accoglie dentro di sé.


Balzo a sedere sul letto in un bagno di sudore.

La sveglia sul comodino indica le 6.48.

Shōyō dorme di traverso nel letto, la testa che pende fuori dal materasso, braccia aperte e gambe scomposte. Un piede di Shōyō poggia proprio sulla mia erezione.

Cercando di non svegliarlo, sposto il suo piede, e poi crollo con la faccia sui palmi sudati delle mie mani.

Che incubo del cazzo!

Sho si muove e mugugna nel sonno.

Lo guardo, e come sempre ritrovo un po' di serenità.

Dorme con la bocca aperta, la sua testa rossa arruffata, e occupa tutto il letto matrimoniale.
Ma ormai ci ho fatto l'abitudine, spesso lo sposto per riconquistare un po' di spazio, e lui nemmeno si sveglia.

Shōyō sposta la testa sul cuscino, proprio dove un raggio di sole filtra dalla finestra, alla luce dell'alba in questo maggio già troppo caldo e afoso.

Forse sentendo il calore, apre gli occhi, i suoi grandi occhi caldi e languidi, che restano fulminati da quel raggio di sole.

Li strizza forte, e si sposta verso di me per sottrarsi a quei raggio importuno; getta un braccio dalla mia parte e si accorge che sono seduto sul letto.

- Kags tutto ok? -

- Si Sho, tranquillo. Un brutto sogno. -

Mi metto di nuovo sdraiato e Shōyō mi avvolge col braccio, la testa si infila nell'incavo della mia spalla, e accavalla una gamba sulle mie.

Tiene ancora gli occhi chiusi, la mente annebbiata e la voce assonnata.

- Vuoi... raccontarmelo? -

- No. Decisamente no... - rispondo arrossendo ancora al ricordo del sogno – Torna a dormire Sho, è ancora presto. Scusa se ti ho svegliato. -

- Mmmhhh – è l'unica risposta che riesce a emettere prima di piombare ancora nel sonno, aggrappato a me come una cozza.

Cazzo.

Ma che cazzo di sogno.... Io che faccio sesso con Oikawa.

No, non esiste.

Però cazzo – appunto - mi è venuta un'erezione. Sognando Oikawa...

Mi devo preoccupare?
Mi sto preoccupando.

Devo rifletterci adesso finché me lo ricordo.

Vabeh che oramai sono quasi le sette, chi dorme più...

Però parlavamo di Hinata, io gli ho chiesto di aiutarmi ad... accontentarlo? Farlo felice?

Non so perché ma mi torna in mente quella volta, anni fa, che avevo incontrato per caso Oikawa, e gli avevo chiesto un parere su come comportarmi con Hinata, che voleva decidere lui come schiacciare e non tirare alla cieca sulle mie alzate.

Ricordo che Oikawa mi aveva chiesto se avessi mai pensato che le mie alzate non erano quello che davvero Hinata voleva da me, e ricordo che nella mia mente avevo interpretato la sua provocazione - perché Oikawa è un provocatore - come una domanda in senso generale, non più legata alla pallavolo.

Credo che quella sia stata la prima volta che mi sono sorpreso a pensare a Hinata in altri termini, diciamo romantici...

Ricordo anche di essermi dato dell'idiota per quel pensiero e di aver scacciato dalla mia mente subito qualsiasi implicazione sentimentale verso Hinata.

Però in realtà Oikawa mi aveva messo la pulce nell'orecchio, e dopo ci ho pensato parecchio.

Sempre di più...

Finché poi alla fine ci siamo davvero messi insieme.

Quindi tutto sommato devo ringraziare Oikawa...

Ma perché cazzo ci sto pensando proprio adesso?

Ok, mi alzo.

☆.•'¯'•.☆

- Ciao Kuroo. -

- 'giorno Tobio. -

Prendo uno yogurt in frigorifero e mi siedo al tavolo della cucina. Kuroo sta sorseggiando il suo caffè mentre guarda il cellulare.

Non parliamo al mattino. Non lo facciamo quasi mai.

È quasi un anno che viviamo tutti e quattro insieme, e Kuroo ha capito subito che al mattino ho bisogno di un po' di tempo per carburare.
Siamo sempre noi due i primi, entrambi andiamo a correre quando possiamo, spesso insieme, mentre Hinata si sveglia più tardi, forse deve ancora recuperare tutte le levatacce dei tempi del liceo; e Kenma si alza sempre per ultimo, sia che ci siano i corsi che nel fine settimana.

- Kuroo, stai andando a correre? -

- Sì, anche se ho fatto tardi e ormai farà caldo a breve. Ma un giretto lo faccio lo stesso. Vieni con me? -

- Ok. Lo yogurt lo mangio dopo allora. -

☆.•'¯'•.☆

Corriamo piano, è quasi una camminata veloce, ma questo è il ritmo che teniamo di solito quando parliamo, oltre a correre.
E oggi sono io che ho bisogno di parlare, anche se non so se Kuroo sia la persona giusta con cui farlo.

- Kuroo, come va con Ken? Ci sono state altre stranezze dopo quelle del mese scorso? -

- Tutto bene. No, è tornato tutto a posto. Davvero, non so cosa gli fosse preso a quei due, erano davvero strani. Ma ora Ken è tornato il solito di sempre. E con Shōyō tutto bene? -

- Sì. Boh, non so, in realtà. Cioè, sì, direi che anche lui è tornato quello di prima. Sono io che mi sento... strano, come se avessi un presentimento, come se quello che è successo quei due giorni fosse un segnale, un sintomo di qualcosa di più serio. -

- Dai Tobio, non esagerare, sei stato proprio tu a dirmi che i miei sospetti erano assurdi, e che se il tuo ragazzo per una volta non vuole fare sesso, non vuol dire niente, che a volte succede. -

- Sì, sì, lo so. Hai ragione... -

Proseguiamo la nostra corsa in silenzio, cercando di seguire i vialetti del parco sotto le piante, all'ombra, perché fa davvero già caldo.

- Kuroo, io mi fermo a bere e mi riposo un attimo. Tu vai pure. -

- Ok, ci vediamo a casa. -

Faccio un po' di stretching sul muretto e dopo qualche minuto mi chino per bere dalla fontana.

- Hei Tobio! Buongiorno! -

- Ciao Suga! -

Anche Suga beve.

- Mamma, che caldo. Non ce la faccio a continuare, tu che fai? -

- Mi fermo anch'io, prima che mi venga un infarto... -

Ci incamminiamo piano nel vialetto.

- Allora, come va con Daichi? -

Suga arrossisce, ancora non è abituato a parlare di Daichi e del loro rapporto.
Sono stati separati per anni, e Daichi stava addirittura per sposarsi con Michimiya quando una serie di circostanze fortunate li ha fatti incontrare di nuovo qualche mese fa, e Daichi ha capito che stava per fare la cazzata più grossa della sua vita.

Non so bene come sia andata, solo che adesso stanno insieme. Suga sta per laurearsi in psicologia infantile e Daichi è avvocato, e lavora in una società di sicurezza con incarichi di vigilanza e auditing.

- Tutto bene direi... grazie. Non è semplice, abbiamo perso quasi tre anni stando lontani, però siamo sempre noi, e le cose ora funzionano. Mi dispiace per Yui, so che ne è uscita distrutta... E Shōyō come sta? -

- Bene. Credo. -

- In che senso? -

A Suga non sfugge mai niente, lo so. Anche quando eravamo in squadra insieme, era l'unico che si accorgeva sempre di problemi e malumori.

Magari è lui la persona giusta con cui parlare del mio sogno...

- No, ok. Sta bene. Solo che c'è stato un periodo, un mesetto fa, dove lui e Kenma si comportavano in modo strano. Per un paio di giorni hanno evitato me e Kuroo senza alcun motivo, e continuavano a confabulare tra loro. Kuroo pensa che possano aver avuto una storia.
All'inizio non ci credevo, però poi ripensandoci mi dico che forse è possibile. Forse hanno solo voluto provare con qualcuno che non fosse il proprio ragazzo. In fondo, tra noi quattro, l'unico che ha avuto altre esperienze è Kuroo. Io, Sho e Kenma no. Però ora sembra tutto tornato come prima, loro si comportano normalmente. Però a me è rimasto qualcosa dentro... -

- No, dai, non ci credo. Shōyō e Kenma! Impossibile! Stai tranquillo... -

- Facile a dirsi, visto quello che ho sognato stanotte... -

E nonostante l'imbarazzo, butto fuori tutto il sogno, e anche le mie prime riflessioni mattutine, a caldo.

Suga ride mentre camminiamo lentamente verso il chiosco che c'è in mezzo al parco.

- Ok, dai Tobio, offrimi il caffè, quantomeno mi ripaghi per la consulenza che ti sto per dare. -

☆.•'¯'•.☆

- Ecco, io credo che ci siano due chiavi di lettura da usare nel tuo sogno, una verso Tōru e una verso Shōyō. -

Continua sorseggiando il suo caffè lungo dal bicchiere di cartone.

- Freud ci andrebbe a nozze, probabilmente, con il rapporto tra te e Oikawa, un insieme di attrazione e repulsione; e credo che tu, dopo tanti anni, non abbia ancora elaborato il rapporto con lui. Era il tuo idolo, alle medie così come al liceo, il tuo modello di riferimento, che hai sempre ammirato e cercato di uguagliare. Ma lui ti ha sempre rifiutato, si sentiva minacciato da te, e ti respingeva pur essendo attratto, affascinato, ammaliato dalla tua bravura. Riconosceva sé stesso in te, probabilmente, e allo stesso tempo ti temeva. E tu non hai mai accettato il suo rifiuto, che non abbia voluto mai insegnarti nulla. Dentro di te sai che gli devi comunque qualcosa, solo guardandolo e imitandolo hai imparato tanto; e poi hai migliorato ancora, ulteriormente, per competere con lui, per batterlo. -

E prosegue nella sua analisi incredibilmente calzante.

- Solo che ora la situazione si complica, con quello che provi per Hinata e la pulsione sessuale nei suoi confronti. Questo ingrediente ha acceso una luce erotica anche verso Oikawa, da cui forse inconsciamente, in passato, ti sei anche sentito attratto... -

- Ma no, cazzo, Suga, mai con Schifokawa! –

Piccato, Suga mi cazzia.

- Allora, Tobio, se vuoi che prosegua, prendi quello che ti dico come se fossi il tuo psicologo e non un tuo amico. – e mi fulmina con lo sguardo.

- Ok, scusa, vai avanti. -

- Dicevo, ora stai facendo un bilancio della tua vita sessuale con Hinata, ti senti minacciato dal dubbio che possa aver avuto una storia con Kenma, e pensi di avere qualche colpa, che magari lui sia insoddisfatto della vostra relazione. Da lì, la domanda su come farlo felice, come accontentarlo... e Oikawa è la persona che ha sempre ingenerato in te le più grandi insicurezze, ma nello stesso tempo quello a cui hai sempre fatto riferimento; ci sta che tu abbia sognato lui. -

- Cazzo, ma c'è tutto 'sto casino nella mia testa? -

- Nel tuo subconscio... sì, molto peggio, se vogliamo essere precisi; di solito quello che emerge nei sogni è solo la punta dell'iceberg, e non è nemmeno così semplice dare la corretta interpretazione. -

- Ok, Suga, e quindi...? Cosa devo fare? -

- Beh, credo che per quanto riguarda Oikawa tu non debba fare niente. Capirai forse, un giorno, il tuo rapporto con lui, i tuoi sentimenti per lui, o forse mai. Ma non credo sia il punto principale, ora. Mi concentrerei su Hinata, su te stesso per come sei con lui, e su come Hinata sta con te. -

E prosegue.

- Ma poi, scusa, a lui lo hai chiesto direttamente, cosa era successo con Kenma? -

- Sì, certo. Ma è stato evasivo, mi ha giurato e spergiurato che non c'è stato niente. Mi ha chiesto di fidarmi, e l'ho fatto. Credo... -

- E gli hai chiesto se è felice con te? Perché mi sembra che sia questo, quello che temi. Che lui non sia felice con te, di non essere abbastanza per lui. -

- No. Veramente no... -

- Allora ti consiglio di farlo. Parla con Hinata, molto apertamente, col cuore in mano. -

- Sì, forse hai ragione Suga. -

Beve l'ultimo sorso e butta il bicchiere nel cestino.

- Ora devo scappare ma grazie per il caffè. E se hai bisogno chiamami. -

- Sì. Certo, grazie Suga. Ci vediamo presto. -

☆.•'¯'•.☆

- Sì! Sì... Così... Bravo, esattamente in quel punto... Spingi di più. -

- Sho, sono stanco... -

- Ti prego Kags, ancora un attimo... Sì. Sì. Proprio lì! -

- Basta! Non ce la faccio più. Mi fanno male le mani. Possibile che dopo ogni partita ti devo massaggiare i piedi? -

- Ok va bene. Allora mi giro e ti lascio toccare i capelli. -

Shōyō inverte la sua posizione sul divano, e poggia la testa sulle mie gambe, intanto che guardiamo per la trentesima volta una puntata a caso di Demon Slayer.

Infilo le dita tra i suoi capelli soffici e fluffosi, e ora sono io che godo. Adoro passare le dita nei suoi ricci, mi rilassa e mi eccita allo stesso tempo.

E adoro vedere la sua espressione, come socchiude gli occhi mentre si gode i miei grattini.

- Certo che sei subdolo – gli dico – fai sembrare che lo fai per me a farti toccare i capelli, ma godi anche tu, eh? -

Sorride, e continua a guardare la TV.

È stanco, lo capisco da quanto poco si muove. Succede sempre dopo la partita del sabato pomeriggio. Studiare all'università tutta la settimana e continuare a giocare non è semplice. Ma sia io che Sho abbiamo voluto tenerci il piano B, nel caso non riuscissimo a sfondare nella pallavolo.

Giochiamo in due squadre diverse, e i nostri impegni spesso non si coordinano bene, ma per fortuna riusciamo a ritagliarci serate come questa. Io e lui sul divano a guardare la TV.

Kuroo e Kenma sono usciti con Bokuto e gli altri, ma io e Sho non avevamo voglia. Lui è stanco, oggi è stata una partita difficile, e io giocherò domani pomeriggio, quindi ce ne stiamo a casa.

- Sho sei sveglio? -

- Sì... -

- Non ti ho ancora fatto i complimenti per oggi. Anzi, doppi complimenti per aver fatto quelle schiacciate micidiali, nonostante le alzate scarse del tuo alzatore inetto. -

Sho si gira sulle mie ginocchia e mi sorride, e quando lo fa con quell'aria languida e remissiva io mi sciolgo.

Mi chino per baciarlo, e lui si aggancia al mio collo e mi infila le mani tra i capelli mentre mi bacia lentamente. Sento che non ha molte energie, ma non importa, non avevo in mente niente.

Mi stacco e gli sorrido, e lui mi fissa a sua volta sorridendo per un interminabile minuto mentre la TV trasmette ormai a vuoto la puntata di Demon Slayer che sappiamo comunque a memoria.

- Lo sai Tobio... Col riflesso della TV i tuoi occhi sembrano due mirtilli. – sussurra.

Sorrido per quanto è carino e romantico. E poi aggiunge.

- Mi sta venendo voglia... -

Ma allora non era così stanco...

- Guardi in frigorifero se ce ne sono? – mi domanda.

Ah. Mirtilli... Sì, ce ne sono, stamattina ho fatto la spesa e ho preso un po' di frutti di bosco misti, mi piace metterli nello yogurt a colazione.

Sorridendo, scosto la sua testa e mi alzo, e apro il frigorifero. E improvvisamente mi coglie un'illuminazione.

- Sì, ci sono, te ne lavo una ciotola. Ma visto che sei stanco, comincia ad andare in camera, te li porto a letto. -

- Non mi porti in braccio? – domanda col broncio.

- Se vuoi i mirtilli, vai da solo con le tue gambine... - gli intimo sorridendo dalla cucina.

- Ok. – sbuffa e si alza a fatica dal divano.

☆.•'¯'•.☆

Dopo qualche minuto, spingo con la schiena la porta della nostra camera da letto, e mi affaccio appena.

Sho è sdraiato sul letto, in pantaloncini e maglietta come era in salotto, voltato dalla mia parte e con la testa appoggiata sul gomito.

- Chiudi gli occhi. Non guardare. - gli intimo, col corpo ancora fuori dalla stanza.

- Ma cosa...? – replica.

- Zitto. Non guardare. – il mio tono è ora autoritario.

Sorride mentre obbedisce e si sdraia a pancia in su, con le braccia incrociate sugli occhi.

- Ok, non sto guardando. Ma cosa hai in mente, Tobio? – domanda curioso.

- Niente, tranquillo... Volevi i mirtilli, no? -

Intanto appoggio il vassoio per terra, così che dal letto lui non riesca a vedere niente.

- Ecco, ti ho portato i mirtilli, e non solo.... Però te li devi guadagnare. Facciamo un gioco. Ti va? -

- Oddio, Tobio, mi fai paura... - ma sta sorridendo.

- Ok. Mettiti seduto con i cuscini dietro la schiena, togli la maglietta e tieni gli occhi chiusi. – gli ordino con voce seducente.

Shōyō obbedisce, ridacchiando.

Prendo dal cassetto l'hachimaki (la fascia tradizionale giapponese) che Hinata ha indossato insieme all'hakama quando abbiamo fatto visita al santuario, e gli bendo gli occhi.

- Apri gli occhi e dimmi se ci vedi. – e agito le mani davanti alla sua faccia.

- No. Filtra solo un po' di luce sopra e sotto, ma non vedo. – e continua a sorridere, evidentemente sta cominciando a farsi delle idee su quello che ho in mente.

- Bene. – sorrido anch'io.

Appoggio il vassoio sul letto e mi siedo a gambe incrociate vicino a lui.

- Bene. Adesso io ti metterò in bocca un cucchiaio con dentro qualcosa, e tu dovrai indovinare che cos'è. Se indovini, vinci un premio. Se sbagli, devi fare una penitenza che ti dirò di volta in volta. – gli spiego con tono suadente.

- Ok, Tobio, non so cosa ti sei fumato oggi, però... – ride – fanculo a me e alla mia voglia di mirtilli. Che poi è tutta colpa tua... -

- Zitto. Cominciamo. – impaziente, non lo lascio parlare.

Preparo il primo cucchiaio.

- Apri la bocca. Cominciamo da qualcosa di semplice. – e infilo il cucchiaio nella sua bocca aperta.

- Mhhhh... ok, questi sono mirtilli. Solo mirtilli direi. – risponde.

- Bravo Sho. Ecco il tuo premio. -

Mi avvicino alla sua bocca e lo bacio delicatamente sulle labbra. Sho allunga la sua mano dietro la mia testa per trattenermi, ma io mi scosto.

- No Sho, questa era facile, e il premio è piccolo. Ora preparati per il secondo cucchiaio. –

Lo imbocco di nuovo.

- Mhhh. Queste sono fragole. E c'è anche dell'altro... sciroppo d'acero? – azzarda.

- Bravo Sho. -

E lo bacio ancora, questa volta indugio un po' con la lingua sulla sua, assaporo anch'io il sapore dolce di fragole e sciroppo.

- Bene. Ora un po' più difficile... - sto cominciando a divertirmi.

Gli infilo in bocca il nuovo cucchiaio che ho preparato, e vedo che sta cominciando anche lui a prendere gusto a questo gioco.
Si è appoggiato al cuscino dietro la sua schiena, rilassato, con le gambe stese accavallate davanti a sé e le mani abbandonate in grembo, che giocano con le code dell'hachimaki.

- Mhhh. Qui c'è la panna montata, e poi ancora i mirtilli. E c'è dell'altro... cacao? – fa un tentativo.

- Sbagliato. Cannella. Eh, Sho, mi spiace, ora devi fare la penitenza. – ridacchio.

Sorride mentre inghiotte il boccone.

- Ok, dai, ma fai in fretta che ne voglio ancora... - mi supplica.

- Allora, mi devi dire una cosa che non mi hai mai detto. Un segreto che non mi hai mai voluto confessare. – e faccio il mio primo tentativo di carpire da lui qualche indicazione utile.

- Dai, Tobio, che gioco del cazzo. Dammi 'sta ciotola di mirtilli... - e fa per levarsi la hachimaki, ma lo blocco con le mani mentre lo bacio sulla bocca.

- No Sho, hai iniziato a giocare, e finché ti imboccavo andava bene, eh? Ora per favore andiamo avanti. Sennò vorrà dire che ho vinto io, e so quanto detesti perdere... - sorrido per il mio subdolo giochino psicologico, che però mi si ritorce subito contro.

- Ok, ok, va bene. Allora.... però poi non t'incazzare eh? – un sorriso malizioso increspa la sua bocca ancora leggermente imbrattata di panna. Si lecca le labbra per ripulirla e io deglutisco mentre gli rispondo.

- Promesso. -

- Ok. Ti confesso che diverse volte quando al liceo facevamo a gara per chi arrivava prima, ti lasciavo vincere. – e lancia la sua scoccata al mio orgoglio.

- Eh? E perché? – domando, un po' basito per la piega che sta prendendo il discorso, del tutto fuori dal percorso che stavo lentamente preparando.

- Boh, non so, mi piaceva che fossimo sempre lì lì, al testa a testa, e poi vedevo che ci tenevi davvero tanto... - risponde ora un po' più mesto. E poi, visto che io non parlo, continua.

- Ehi, Tobio? Dai, ti sei incazzato? – fa ancora per levarsi l'hachimaki ma anche questa volta lo blocco.

- No, no. Ok, va bene. Dovrò convivere con questa rivelazione. – taglio corto e proseguo - Andiamo avanti. Apri la bocca. -

Mi rendo conto che devo portare il gioco su un altro livello, così non sto ottenendo granché, e temo che Sho a breve si stufi.

Prendo il flacone di panna spray, apro la bocca, e me ne spruzzo dentro una dose davvero generosa. So che Sho sente il rumore ma poco importa perché mi avvicino alla sua bocca con la mia e lo bacio riempiendo la sua bocca e la sua lingua di panna montata.

Dopo un istante di stupore, Sho si aggrappa di nuovo alla mia testa e continua il bacio anche quando la panna ormai è finita. Sento che mi tira, infila le dita tra i miei capelli e si protende verso di me. Vuole essere abbracciato, e lo faccio mentre concludo il bacio con uno schiocco sonoro sulle sue labbra.

Sho sorride, e io lo interrogo.

- Quindi? Cos'era? -

- Mhhh, panna montata... -

- E...? – lo incalzo.

- E Tobio! – sorride – Senti, vieni qui e fanculo i mirtilli... - vedo che il gioco ormai non lo interessa più.

Mi rendo conto che ho risvegliato i suoi istinti, lo vedo dalla erezione nei suoi pantaloncini, e ammetto che anche nei miei c'è qualcosa che ha smesso di dormire.

- No dai Sho, aspetta, l'ultimissimo. – e sparo la mia ultima cartuccia.

- Ok... -

- Apri la bocca... - e lo imbocco con l'ultimo cucchiaio pieno.

- Mhhh. Questo è difficile, ci hai messo dentro tutto! Ok, allora mirtilli e fragole, panna e sciroppo d'acero. E cannella.... giusto? -

- No. C'era anche un lampone. Penitenza. – sorrido del mio subdolo trucco.

- Tobio... - il suo tono comincia ad essere davvero spazientito.

- Dai l'ultima. Mi devi dire se c'è qualcosa che ti piacerebbe che io facessi, per te, e che non hai mai avuto il coraggio di chiedermi. – e butto lì la mia ultima provocazione.

- Non lo so... - risponde svogliato.

- Pensaci dai... - insisto.

- Beh, veramente c'è una cosa... - dice piano dopo un istante.

Sorrido, soddisfatto di aver forse ottenuto almeno un risultato, un'informazione. Altrimenti, se anche questo tentativo va a vuoto, mi tocca l'approccio diretto come ha suggerito Suga...

- Tobio, vorrei che la prossima volta che andiamo al karaoke, tu cantassi. Almeno una volta. Non ti ho mai sentito cantare. Se vuoi, facciamo un pezzo insieme... - mi propone, la sua bella bocca che sorride candidamente.

Ok, va bene, ci rinuncio.

Prendo la bombola di panna e gliela spruzzo sull'addome, inondo i suoi addominali scolpiti con un enorme arabesco di panna montata.
Sho salta per la sensazione della panna fredda sulla sua pelle.

- Hei, che cazzo fai? – ridacchia.

Inizio a leccare la panna dal suo ombelico, mentre lui si toglie l'hachimaki; vedo che comincia a gradire la sensazione della mia lingua su di sé perché sorride e mi infila ancora le mani tra i capelli.

- Mmhh, niente, mi prendo il mio dolce, adesso. – rispondo, ormai rassegnato e quindi in cerca di consolazione sul suo corpo.

Sho allunga una mano al vassoio dove prende ancora qualche mirtillo dalla ciotola e se li caccia in bocca, quindi mi solleva la testa per baciarmi ed infilarmi in bocca un paio di mirtilli insieme alla sua lingua.

- Senti anche tu come stanno bene con la panna... - farfuglia mentre ci baciamo.

Lo spingo sdraiato sul letto, e lo bacio ancora, affamato di lui più che di ogni altra cosa. Mi spalmo completamente su di lui incurante del suo addome ancora appiccicoso di panna.

Sho si aggrappa alla mia maglietta e me la sfila, quindi mi prende il viso tra le mani e mi guarda, il suo volto ora arrossato e gli occhi luminosi.

- Allora Tobio, è finito il gioco? Ho vinto? – il suo candore mi scioglie.

- Sì, amore, hai vinto. -

Gli rispondo sorridendo, prima di tornare a baciarlo.

E come sempre, baciare Sho mi eccita all'inverosimile, sentire la sua lingua morbida e vogliosa nella mia bocca, le sue mani che corrono sulla mia schiena, le sue gambe che si aggrappano alle mie come se non volesse cadere. La sua erezione tra di noi, che mi comunica che forse la stanchezza della partita di oggi gli ha comunque lasciato un briciolo di energia.

Mi scosto da lui per eliminare le ultime barriere tra di noi, e mentre sfilo i miei e i suoi pantaloncini, gli chiedo se non è stanco, se se la sente.
Sho, rosso in volto e con gli occhi spiritati, annuisce sicuro, e poi si aggancia di nuovo al mio collo e riprende a baciarmi come se fossi la pietanza più buona tra quelle appena assaggiate, meglio dei mirtilli, meglio della panna.

Insinuo una mano sotto di lui, in mezzo ai suoi glutei, mentre continuo a baciarlo, e lo stuzzico col dito, accarezzo la sua apertura e sento che mugugna nella mia bocca, che geme e si allarga di più per accogliermi.

Mi stacco dalle sue labbra, e scendo tra le sue gambe per prendere in bocca la sua erezione che svetta impaziente tra la sua adorabile peluria fulva.

Mi rendo conto che però, forse, il mio stupido gioco ha sortito qualche effetto collaterale, quando Sho mi tira per i capelli e scosta la mia testa. E spruzza un generoso fiocco di panna montata proprio sulla punta della sua erezione.

- Vedi se così ti piace di più... - mi sussurra, a metà strada tra il timido e il provocante.
Ma non sono le sue parole che mi mandano in estasi.
È il suo sguardo voglioso, carico di sensualità ed erotismo. I suoi occhi grandi e allungati agli angoli che brillano di lussuria, le sue iridi ambrate quasi completamente scomparse tanto le pupille sono dilatate dalla voglia che lo pervade.

Mi fiondo sul fantastico banchetto che ha preparato per me, e comincio a leccare piano la panna che sta lentamente colando. Lo lecco per bene e quando è quasi pulito, lo prendo completamente in bocca.

I suoi gemiti si trasformano in un prolungato mugugno di piacere. Chiude gli occhi e getta indietro la testa mentre con le mani si aggrappa ancora ai miei capelli.

Sento che irrigidisce le gambe attorno a me, un lieve tremore le scuote, e si morsica le labbra mentre si contorce sotto di me, dentro di me.

Accompagno con la mano il movimento per portarlo, dopo pochi istanti, a raggiungere finalmente l'orgasmo. Sho grida, urla, non riesce a trattenersi mentre chiama il mio nome più volte.

E poi si accascia stremato e sudato, ansimando con gli occhi chiusi e un braccio poggiato sulla fronte.

Mi sdraio di fianco a lui, e lo abbraccio, gli lascio giusto il tempo di riprendersi un attimo, ma anche io sono impaziente, e Sho lo sa.
Allunga una mano sulla mia erezione, e tenendo gli occhi chiusi, comincia ad accarezzarmi con delicatezza. Troppa delicatezza.
Ma anche questo, lui lo sa, sorride sentendo la mia impazienza. Mi sta provocando.
Ok, l'ha voluto lui.

Mi inginocchio di nuovo tra le sue gambe spingo piano un dito dentro di lui.
Tiene ancora gli occhi chiusi, Sho, mentre mi muovo; mugugna e sospira, un respiro profondo a recuperare ossigeno. Si aggrappa alle lenzuola e si punta con i talloni mentre solleva il bacino e getta indietro la testa mugugnando sempre più forte.

Mi allungo a prendere il lubrificante sul comodino, anche se per un attimo sono stato tentato dallo sciroppo d'acero. Ma non voglio rischiare di rovinare questa scopata che sta diventando sempre più coinvolgente.

Entro quindi in lui con due dita, lentamente, perché Sho è piccolino; mi stupisco sempre di quanto sia stretto ogni volta che lo penetro, sebbene siano ormai più di due anni che facciamo sesso.

Sho spalanca gli occhi, mi guarda mentre entro in lui e lo guardo a mia volta.
Mi eccita sempre da morire vedere il suo viso sfigurato dal piacere, trasformato dalla lussuria, le sue gote in fiamme e gli occhi che lacrimano.
E lui lo sa. Mi guarda per vedere la mia reazione alla sua reazione.

Continuando a muovere la mano, mi sposto su di lui e lo bacio ancora, e lui mi divora.
Letteralmente.
La sua bocca si muove frenetica mentre mi morde il labbro inferiore, lo succhia e poi cerca di nuovo la mia lingua che insegue con la sua fuori dalle nostre bocche aperte.
È ormai al limite della sopportazione, ma io ancora non entro in lui.
Aspetto.
Anche se è una tortura forse più per me, voglio che me lo chieda. E per fortuna non mi fa aspettare troppo.

- Scopami. Cazzo, scopami subito! -

Ovviamente lo accontento.
Non aspettavo altro.
Spalmo il lubrificante sulla mia erezione, Sho poggia le sue gambe sulle mie spalle, e io spingo piano dentro di lui. E mi fermo. Lascio che si abitui alla dimensione, ma voglio anche che mi preghi di entrare di più.

Mi fulmina con lo sguardo, sa che lo faccio apposta.

- Ti odio. Scopami cazzo! Non resisto più. -

Sorrido, e con un unico movimento, affondo completamente dentro di lui.

Sho inarca la schiena, si aggrappa ancora al letto e grida, la bocca completamente spalancata in cerca di ossigeno, gli occhi ribaltati indietro.

Dopo un istante riprendo a muovermi, esco quasi completamente, e poi ripeto l'affondo.

Dio che visione sublime.

Le sue guance paonazze, i capelli del tutto sfatti e scompigliati che si allargano sul cuscino intorno al suo viso in una corona di fuoco.
E fuoco è quello che sento dentro.
Amore e passione, devozione e lussuria, per questo stupendo ragazzo che mi ha completamente e totalmente soggiogato.

Mi muovo sempre più velocemente, ho bisogno anch'io di raggiungere l'apice, di sfogare questa pressione che sta crescendo sempre più e che sta per esplodere.

Tengo Sho per i fianchi, lui si copre la faccia con le mani in quest'ultima sequenza di affondi convulsi che portano entrambi insieme all'apice del piacere.
E Sho grida, come sempre mi avvisa con un ultimo urlo prolungato che sta venendo, e anche io posso svuotarmi dentro di lui con un grugnito profondo.

Le sue gambe ricadono sul letto. Esco lentamente e mi sdraio accanto a Sho, che si aggrappa a me in cerca di un punto di ancoraggio.

E resto lì per un po', con la sua gamba accavallata alla mia, la sua mano sul petto e la sua testa rossa che mi fa il solletico sotto al collo.

Recupero lentamente il controllo del mio corpo, e soprattutto della mia mente, che riprende a funzionare e a rielaborare i fatti.

È vero, quando faccio l'amore con Sho perdo il controllo; mi succede solo con lui, perché per il resto della mia vita il controllo ce l'ho sempre completamente. Ma con lui mi succede anche di perderlo. Spesso. Non solo quando facciamo l'amore.
Mi succede quando mi sfida, quando mi provoca; quando vedo che si diverte con piccole cose quotidiane e mi contagia con la sua allegria.
Perdo il controllo quando mi obbliga a giocare ai videogiochi di Kenma, allora divento davvero stupido e ipercompetitivo. E non gli confesserò mai che mi diverto da morire e non lo faccio solo per lui, come gli dico sempre.
Perdo il controllo quando lo vedo puccettoso che si addormenta sul divano, scomposto e rumoroso nel suo russare a braccia e bocca aperte.

Sento che si muove tra le mie braccia, traccia con la mano il profilo dei miei addominali e mi posa piccoli baci sul collo e sulla spalla.

- Kags... cazzo, che scopata! -

Un'altra cosa che adoro di lui: sembra ancora un ragazzino, nell'aspetto, e il contrasto di quando si esprime così volgarmente me lo fa venire duro. Letteralmente.

- Bella idea, quella del gioco col cibo... - continua - cioè, magari avremmo scopato anche senza, comunque mi è piaciuto... ma come ti è venuto in mente? In più di due anni non avevi mai proposto niente di così... diverso... -

Sho, se tu sapessi...
Tra tutte le cose che ho letto su internet oggi, tra kink, giochi BDSM e semplici fantasie erotiche, mi sono davvero perso... sono un uomo adulto, e facciamo sesso da oltre due anni, ma ammetto che sono rimasto sorpreso dal mondo che c'è là fuori.
Ho cercato qualche idea per uscire un po' dalla nostra routine, ma alla fine ho lasciato perdere. Non fa per noi, non per me, in ogni caso.

E sei stato proprio tu, con i tuoi mirtilli, a darmi questa idea così banale, se vogliamo...

- Boh, non so... - rispondo finalmente – ho pensato che potesse ravvivare un po' il nostro rapporto... -

- Perché? -

Sento Sho irrigidirsi tra le mie braccia, scosta la testa e finalmente apre gli occhi per guardarmi.
E mi fa la domanda da un miliardo di yen.

- Tobio, non sei felice con me? Perché pensi che il nostro rapporto vada ravvivato? -

- No, no, Sho, sono felicissimo. Sto benissimo, non cambierei niente di niente. Ma ho pensato che magari tu avessi voglia di... così... qualche cosa di diverso. So che quello che abbiamo fatto stasera è una minchiata, ma se hai voglia possiamo provare anche altre cose. – cerco di spiegarmi meglio che posso.

Sho si tira a sedere sul letto, le gambe incrociate e le mani strette una nell'altra. E mi fissa con uno sguardo che mi fa paura. Ci leggo agitazione, ansia, terrore.

- Tobio, dimmi la verità. Cosa sta succedendo? – mi chiede con gli occhi grandi e preoccupati.

Mi siedo a specchio di fronte a lui, a gambe incrociate. Gli prendo le mani tra le mie e lo guardo negli occhi con dolcezza.

- Niente, amore. Davvero. Però rispondimi sinceramente. Tu con me sei felice? Sei soddisfatto? Sei appagato? Cambieresti qualcosa nel nostro rapporto? Nella nostra vita sessuale? Vorresti qualcosa di più? – provo a fare a questo punto la domanda diretta.

- Così mi fai paura, Tobio, – il labbro inferiore trema leggermente e gli occhi gli si stanno riempiendo di lacrime – questo discorso mi fa paura. Continui a chiedere a me se sono felice e a propormi cose nuove. Non è che sei tu che vuoi qualcosa di diverso? -

Dio, non posso vederlo piangere.
Questa è un'altra cosa che mi fa perdere il controllo. Le sue lacrime sciolgono la mia scorza dura come se fosse fatta di zucchero, e divento come creta nelle sue mani, riesce a farmi fare tutto quello che vuole.

- No, Sho, tranquillo. Io... sono solo un po' insicuro. Avevo paura che tu non fossi felice. – gli spiego.

- Ma perché? Io sono felice con te. Non desidero altro. – risponde ancora piangendo.

- Ma Sho, pensaci un attimo. Tu prima di me non hai avuto nessun ragazzo, e nessuna ragazza. Come fai a sapere che io sono davvero quello che vuoi? Non hai termini di paragone. – e gli rivelo in un fiato il nocciolo della mia insicurezza.

- Ma io lo so. Lo so e basta. E tu allora? Per te è lo stesso. Potrei farti la stessa domanda. – mi dice guardandomi ora di sottecchi e trattenendo il fiato, forse per paura della mia risposta.

- Sì, e se tu me la facessi ti risponderei che sono sicuro al mille per mille che tu sei l'unica cosa che voglio dalla vita, l'unica persona che mi rende felice. Perché con te sono una persona migliore. Con te sono la mia versione migliore. E fare felice te è la mia unica ragione di vita. – gli dico sinceramente.

- E allora Tobio io ti rispondo allo stesso modo. Sono sicuro, non ho nessun dubbio. Voglio te e solo te. Ti amo da impazzire e non potrei vivere senza di te. Ok? E adoro il modo in cui facciamo sesso. Ma non lo vedi? Non vedi quanto mi fai stare bene? Non ho davvero bisogno di nient'altro. – butta fuori tutto d'un fiato la sua dichiarazione.

E poi mi fissa con quei suoi occhioni ambrati, la bocca socchiusa nell'attesa di una mia reazione.
E io non posso fare a meno di credergli.

Non so cosa sia successo con Kenma un mese fa, e a questo punto non ha nemmeno più senso continuare a pensarci, a farmi domande assurde. Kuroo stesso non se ne fa.

E dopo aver visto gli occhioni di Shōyō così angosciati e sinceri, posso davvero credere a quello che mi dice, posso fidarmi di lui. Sono davvero io quello che vuole.

Mi ama davvero.

Gli vado bene così.

Col nostro rapporto alla vaniglia, che possiamo di tanto in tanto accompagnare con un po' di mirtilli e panna montata. Ma non molto di più...

Sho sta ancora aspettando una mia risposta.

- Sì, Sho, ok. Ok. Scusami se te l'ho chiesto. Ti amo. Ti amo davvero tanto. – gli sorrido cercando di rassicurarlo.

Mi sporgo verso di lui, appoggio piano le mie labbra sulle sue, e lui mi poggia i palmi delle mani sulle guance e risponde al mio bacio.
È un bacio lento e dolce, che rassicura e riscalda, e rimette le cose al loro posto, esattamente dove devono stare.

Ci rimettiamo sdraiati, Sho ancora accozzato sul mio fianco, e io lo stringo a me per fargli capire che non desidero altro dalla vita.

- Tobio... - mi sussurra dopo un po'.

- Dimmi Sho. -

- Però ci vieni davvero a cantare con me al karaoke? -

Rido mentre gli confermo che sì, andrò al karaoke con lui.

Perché in fondo Oikawa ha ragione.
Ha sempre avuto maledettamente ragione.
Il controllo ce l'ha lui. Shōyō. Io sono totalmente dipendente da lui.
Lo ero prima, in campo, quando giocavamo insieme, e lo sono soprattutto oggi.

Per quanto possa sembrare io la parte dominante della coppia, è lui che comanda.
A letto, dove mi porta a fare sempre quello che vuole, e soprattutto fuori dal letto.

Ma io sono felice esattamente così.
E se anche Shōyō è felice, e mi sento di non avere più motivo di dubitarne, ora, allora va bene così.

E quindi, grazie Tōru.

Anzi, forse domani lo chiamo e lo ringrazio davvero.


☆.•'¯'•.☆


PUBBLICATO: 16/01/2022

RIPUBBLICATO: 14/05/2022

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