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❤️IWAOI | POKER FACE


FANDOM: Haikyu!!

SHIP: Hajime Iwaizumi x Tōru Oikawa

PAROLE: 5.041

RATING: ❤️ nsfw

TW: Yaoi Lemon Smut ✶ Spoiler (post Time-Skip)


♡.•*¨*•.♡


* * * ATTENZIONE * * *

QUESTA STORIA CONTIENE SCENE E LINGUAGGIO ESPLICITI

- - - ADATTA PER UN PUBBLICO ADULTO - - -


♡.•*¨*•.♡


- Iwa-chan! Allora io vadoooo... -

Il borsone in spalla, pieno di solodiosacosa, il lungo cappotto color cammello aperto e svolazzante, e la manina che elargisce saluti e benedizioni. Il mio ragazzo esce dalla porta e la richiude alle sue spalle con la sua solita teatralità.

Gli rispondo allo stesso modo, con un gesto della mano, mentre finisco di scrivere un articolo per una rivista sportiva che devo consegnare entro stasera.

Poco più di mezz'ora, e ho terminato. E posso finalmente godermi un intero pomeriggio da solo.

Intendiamoci, io amo Tōru, tantissimo, ma stare insieme a lui è davvero impegnativo. Ogni tanto anche a me ci vuole una pausa.

E il 23 dicembre ormai è conclamato che posso prendermi il pomeriggio e fare ciò che voglio, perché lui ha l'appuntamento fisso annuale con il suo centro estetico.

Inspiegabilmente, è convinto di avere bisogno di un intero pomeriggio di trattamenti di bellezza, per poter affrontare le feste di Natale al meglio della sua forma.

Quando torna è un continuo chiedermi se mi sono accorto di quanto siano lucenti i suoi capelli, di quanto pulita sia la sua pelle, di quanto rassodati siano i suoi glutei...
Ovviamente lo rassicuro e gli confermo tutte le volte che è decisamente più bello e in forma di prima.

La verità, la pura e semplice verità, è che a me sembra esattamente uguale.

Ma il fatto di poter avere anch'io un pomeriggio tutto per me, per fare tutto quello che voglio, anche niente, vale bene qualche bugia bianca.

Perché, devo ammetterlo, dopo quel pomeriggio anche lui si sente meglio. E se sta meglio lui, sto meglio io. Perché lo amo. Ovviamente.
Ma anche perché per un po' non mi stressa, per qualche giorno si gode il relax che evidentemente questo pomeriggio gli mette addosso, e non mi chiede di fare nulla o di portarlo da qualche parte.

E canticchia. Canta proprio, in certi momenti.

In tanti anni che siamo insieme, mi sono accorto che dopo questo pomeriggio al centro estetico, ha voglia di cantare: mentre cucina, sotto la doccia, o anche solo mentre scorre le pagine di Instagram sul suo cellulare.

E se c'è una cosa che quella testa cotonata sa fare bene, è cantare.

Me ne sono accorto anch'io da qualche anno, saranno quattro o cinque, forse.
Prima al liceo non cantava mai. Ma da quando viviamo insieme, ogni tanto canta.

E cazzo se è bravo!

Un po' per scherzo gli ho detto di fare dei provini, ma non ha mai voluto.

"Canto solo per te, Iwa-chan. Perché per me cantare è una dimostrazione di amore. E non vorrai mica che lo dia a tutti... il mio amore?".
Che dire...

Ma in effetti quando, Tōru canta, il mio cuore vibra.

Mi eccito se canta una canzone sexy, mi innamoro di nuovo se canta una canzone romantica, mi viene voglia di ballare se canta una canzone ritmata.

Mi trasmette sensazioni, emozioni.

Anche quella testolina bacata in fondo qualcosa lo sa fare, oltre alle rubriche su outfit e i consigli di moda che elargisce sul suo canale YouTube.

Qualcosa che però davvero non sa fare è essere ordinato. Cazzo!

Tutte le volte che entro in camera da letto dopo che lui è uscito, mi incazzo così tanto che poi mi tocca per forza punirlo, quando torna.

Ma gli serviva davvero buttare sul letto quasi tutto il suo guardaroba, per andare al centro estetico? Che poi, se ho ben capito, là resta tutto il tempo col loro accappatoio.

Scaravento per terra questa montagna informe di strass e finta pelle.
Se la raccoglierà tutta da solo, perché io adesso voglio solo buttarmi sul letto, accendere il mio maxischermo da 85 pollici, e guardarmi Netflix fino allo sfinimento.

Beh, sì, non ce la passiamo male.
Quando Tōru ha lasciato la nazionale argentina e ha smesso di giocare a pallavolo per fare lo YouTuber, temevo che avremmo dovuto cavarcela col mio stipendio di preparatore atletico. E la cosa assurda è che invece oggi guadagna molto più di me, e molto più di prima, grazie a tutti gli sponsor e agli eventi a cui gli chiedono di partecipare.

E così, come primo regalo mi ha comprato questa TV.
Cioè, diciamo che ha comprato ME con questa TV, perché in realtà questo regalo aveva assolutamente un secondo fine.

"Iwa-chan mi piacerebbe tanto regalarti la TV da 85 pollici, ma poi dove la mettiamo? Di fronte al letto c'è l'armadio... come possiamo fare? Oh, beh, che idea che mi è venuta! Trasformiamo in cabina armadio la stanza di fronte alla nostra!".

Eccolo, il mio regalo. Per la sua cabina armadio.

Anzi, ora che ripenso, raccolgo tutti i vestiti da terra e li butto direttamente in corridoio.

Dalla montagna di abiti cade il suo zainetto di Prada, e sparge tutto il contenuto sul pavimento.
Cerco di non guardare, ho sempre paura di quello che può uscire dalla sua borsa. Ma tra l'astuccio degli occhiali da sole, e un numero spropositato di lucidalabbra di tutti i colori e sapori, mi cade l'occhio sul suo enorme inconfondibile portafoglio rosa glitterato di Hallo Kitty.

Impossibile che lo abbia lasciato qui. Non se ne separa mai. Compra zaini e borse in funzione della dimensione di questo portafoglio.

Lo apro per sincerarmi che non abbia comunque fatto un cambio di portafoglio per andare al centro estetico, ma qui dentro c'è ancora tutto. Soldi, carte di credito, patente, foto di me nudo... ok, saltiamo questa parte.

Stupikawa, ma dove cazzo hai la testa!

Prendo il cellulare e lo chiamo subito. Squilla. Non risponde. Richiamo tre volte. Niente, deve averlo silenziato e non lo sente.

Non può guidare senza patente, non può pagare senza carta di credito.

C'è solo una cosa che posso fare, e fanculo al mio pomeriggio di relax.
Mi sa che per stasera devo trovare una punizione esemplare, non mi interessa se quando torna dal centro estetico è sempre stanco.

Infilo un paio di jeans al posto della tuta, una felpa sopra la t-shirt nera che indosso, e prendo il mio giubbotto di pelle.
Tempo: due minuti.
Vanikawa ce ne mette trenta, almeno, se deve indossare un outfit semplice come jeans e felpa.

Controllo su Google Maps dove devo andare; in effetti non gli ho mai chiesto dove sia il suo centro estetico, non sono un fidanzato modello, lo so...
Mi aspettavo però che fosse in centro.
Google invece mi segnala che Tōru è in periferia, in una zona che un po' conosco, ma non sapevo che lì ci fosse un centro estetico.
Per fortuna abbiamo attivato la condivisione della posizione dei nostri cellulari, così posso raggiungerlo prima che decida di elargire prestazioni sessuali per pagarsi il trattamento estetico, o peggio, che venga arrestato per guida senza patente e di doverlo andare a recuperare alla centrale di polizia tra prostitute e viados.
Oddio, non so perché, ma ce lo vedrei bene in quella situazione...

Infilo Hallo Kitty nella tasca interna del giubbotto e scendo in box, indosso il casco e accendo la mia Kawasaki Ninja ZX-10 RR del 2017.

E come sempre, ho un orgasmo.
Davvero.
Beh, quasi. C'è solo una cosa che me lo riesce a far venire così duro, dopo Oikawa naturalmente, ed è la mia Ninja. Il rombo del suo motore, la stretta nello stomaco quando piego in curva....

Evidentemente devo avere gli ormoni sovra stimolati in questo momento, perché prendo nota mentalmente che io e Tōru non abbiamo mai fatto sesso sulla sella della mia Kawasaki.
Lo segno nella lista delle cose da fare.

Arrivo dopo una ventina di minuti, e vedo la sua Toyota CH-R color verde acqua, parcheggiata a spina di pesce di fronte a un parco.

Mi infilo con la Ninja nel primo posto vuoto lì accanto, scendo, levo il casco e mi guardo finalmente in giro.

Da un lato della via, il parco. Dall'altro, una serie di capannoni. Non vedo nessun centro estetico.
Eppure, la macchina è qui. Ricontrollo su Google, e mi conferma che sono nel posto giusto, la goccina rovesciata indica i capannoni.

E Google non sbaglia mai.

Lego il casco alla moto, attraverso la strada e mi infilo dentro a un ingresso di accesso al cortile, davanti ai capannoni.
Ce n'è solo uno con le porte aperte, da cui proviene della musica.
Sopra all'ingresso, uno striscione che recita "Centro sociale del buon Gesù" con un'immagine di Asahi della Karasuno. Lo so, questa battuta era scema già a quei tempi, ma ci sganasciamo sempre come matti.

Mi avvicino e la musica è sempre più forte, evidentemente c'è una festa.

Sono davvero, davvero confuso; che cazzo ci fa qua Tōru?

Che ci sia qualche ingresso secondario del centro estetico a cui si accede da questo cortile?

Mi addentro nel capannone buio, seguo la musica sperando di incontrare qualcuno a cui chiedere.

Svolto a sinistra e poi a destra in un labirinto di tendoni scuri, e sbuco finalmente in fondo ad un teatro.

Beh, chiamarlo teatro è un po' eccessivo.

Diciamo che c'è un grande palco con due grosse casse e luci varie, e che davanti sono allineate decine di sedie di plastica, occupate da una moltitudine di gente davvero variegata. Ci sono anziani, tanti anziani, e poi giovani con abbigliamento eccentrico e multicolore; e anche dei senzatetto, evidentemente, visti i carrelli pieni di oggetti, trasandati e maleodoranti, che sono parcheggiati ai lati del salone.

Il palco è vuoto e la musica ora è cessata, un brusio si solleva dalla sala. Mi avvicino a due persone anziane sedute nella penultima fila, infilandomi a mia volta nell'ultima e sto per chiedere informazioni quando sul palco compare un uomo.

- Siamo arrivati alla penultima esibizione di oggi. Ma dopo non andate via, restate ai vostri posti, mi raccomando, perché mangeremo tutti insieme il panettone e berremo un bicchiere di spumante.
Ed ora, facciamo un bell'applauso a... Lady Gaga! -

Le prime note di Poker Face inondano la sala, un paio di fari si accendono su una figura di spalle avvolta in una tutina nera di pelle con una spalla scoperta, lunghi capelli platinati fino a metà schiena, la testa buttata indietro, ed un ancheggiare a ritmo di musica.

Cerco di parlare coi due vecchietti prima che parta la canzone.

- Scusate, mi sapete dire se... -

Si voltano entrambi e mi zittiscono con fare perentorio.

- Zitto! Sta cominciando! È l'ultima esibizione del Grande Re! Non ce la possiamo perdere. -

Le prime parole della canzone mi fucilano seduta stante, e crollo seduto dietro ai due vecchietti, boccheggiando.
Cioè, non le parole, ma la voce che le sta cantando.

Io proprio non posso credere alle mie orecchie, ma alla fine devo per forza credere ai miei occhi. Quei glutei sodi che ondeggiano fasciati dalla tuta nera, li conosco. Li conosco bene.

Il trucco pesante nasconde il suo viso, ma con tanto di parrucca con la frangetta e tacchi a spillo, Tōru sta cantando Poker Face.

Ed è meraviglioso!

Resto a guardarlo ipnotizzato per tutta la sua esibizione.

E non canta solo; balla! Ed esegue una coreografia davvero degna di Lady Gaga.

Non penso a niente per quei tre meravigliosi minuti, fino a che l'esibizione finisce e gli applausi scrosciano a lungo, la gente in piedi che batte le mani e qualcuno anche i piedi. E i fischi... un sacco di fischi di apprezzamento.

Le luci sul palco si riaccendono, ed entrano una ventina di bambini con cappelli da Babbo Natale e orecchie da renna, e cantano il Jingle Bells più stonato che abbia mai sentito.

Il vecchietto davanti a me si volta.

- Ecco, giovanotto, ora puoi parlare, cosa volevi chiedere? -

È magro e ha i capelli completamente bianchi, un paio di baffi folti su cui svetta un naso piccolino sormontato da due occhiali neri che continuano a scivolargli. Il suo amico invece è tutto tondo, una palla da biliardo con gambe e braccia, la testa completamente calva.

- Sapete... chi era? – riesco a balbettare indicando il palco.

- Il Grande Re, dici? Non sappiamo il suo nome. -

- Ma è il nostro angelo! -

- Tutti gli anni viene a trovarci per la festa di Natale. -

- Ed è bravissimo! -

- Hai visto? -

Si alternano a parlare come una coppia collaudata e navigata. Magari lo sono davvero....

- Prima che arrivassi tu ha fatto Bohemian Rhapsody... -

- E ti assicuro che mi è venuta la pelle d'oca. -

- E lo scorso anno ha fatto canzoni dei Musical. -

- The Phantom of the Opera. -

- E Cats! -

- Noi lo adoriamo. -

- Perché poi si ferma sempre tutto il pomeriggio a parlare con noi. -

- È dolce e gentile. -

- È proprio il nostro angelo del Natale. -

Mi fissano entrambi. Devo avere evidentemente il volto ancora stravolto dalla sorpresa, perché il signor Palladabiliardo mi chiede se sto bene, e io farfuglio qualcosa, non lo so cosa.

La mia mente sta correndo decisamente più della mia Ninja, per mettere insieme tutte quelle informazioni.

Jingle Bells finalmente finisce, e da dietro le quinte compaiono sul palco diverse persone che evidentemente si sono esibite prima, ciascuno con in testa un cappello da Babbo Natale, e in mano diversi vassoi colmi di piatti di panettone e bicchieri di plastica.

Tōru è ancora vestito con gli abiti di scena, il cappello da Babbo Natale calato sopra la parrucca platinata. Prima di defilarmi dietro le tende, noto soltanto con quanta grazia riesce a muoversi su quei tacchi vertiginosi, mentre scende le scale del palco e distribuisce il panettone, accompagnando ciascun piatto con un enorme sorriso e due parole per tutti.

Esco nel cortile e prendo una lunga boccata d'aria, quindi salgo in sella alla mia Ninja.


♡.•*¨*•.♡


Non ho davvero coscienza di aver guidato fino a casa, di aver parcheggiato la Ninja in box e di essere salito nel nostro appartamento.

Mi riscuoto in corridoio, davanti al mucchio di vestiti per terra. Rimetto Hallo Kitty nello zaino e, come un automa, sistemo tutti i suoi vestiti ordinatamente nella cabina armadio.

Ho bisogno di pensare, e questi gesti meccanici mi aiutano.

Di nuovo in tuta mi butto sul letto, ma non accendo la TV, anche se la sto fissando rivedendoci l'esibizione di Tōru.

Io proprio non avevo idea, non mi aveva mai minimamente sfiorato il sospetto che il 23 Dicembre lui non andasse davvero al centro estetico.

Un turbine di pensieri sconnessi si sta sovrapponendo nella mia testa, devo cercare di dargli un ordine altrimenti impazzisco.

Primo: la reazione di pancia.
Mi sta mentendo da cinque anni. Non si fida di me, non condivide con me questa bellissima cosa che fa; proprio con me, con cui condivide davvero tutto il resto, il meglio e il peggio di sé...
Beh, a questo punto mi sfiora il sospetto che forse non sia davvero tutto, quello che condivide.

No, i miei pensieri stanno prendendo la piega sbagliata.

Posso immaginare perché Tōru non me lo abbia mai detto.
Si vergogna, ha un'immagine da cattivo ragazzo da difendere... e comunque non è questo il punto principale.

E passiamo infatti al secondo punto.

Sta facendo un meraviglioso gesto d'amore e di altruismo.
Amore verso il prossimo. Amore verso i meno fortunati. Amore verso persone con una vita vuota, difficile, traumatica.
E lui concede loro la cosa assolutamente più preziosa. Il suo tempo.
Non si limita ad elargire soldi agli enti benefici, perché quello so che lo fa già, che spesso le sue dirette hanno una finalità di raccolta fondi per chi ha bisogno.
Ma qui ci mette letteralmente la faccia.
La sua bellissima faccia da poker.
Scende in pista, non sta nascosto nella comodità del suo studio dietro una telecamera.
Va su un palco, canta e balla, e passa il pomeriggio a parlare con queste persone, a cercare di regalare loro un po' di amore e di calore.

Lo ha detto, il mio Romantikawa, che per lui cantare è un atto d'amore. Tutto sacrosanto.
In questo momento mi sento di amarlo ancora più di prima, se mai fosse possibile.

Terzo punto: mi sono perso cinque anni delle sue esibizioni!
Cazzo!
Era davvero strepitoso su quel palco, e non lo dico perché lo amo. Era lampante, palese, tutti lo acclamavano.

E ora veniamo al punto dolente delle mie riflessioni. Che cazzo faccio adesso?

Gli dico la verità? Gli racconto quello che è successo, che l'ho seguito per dargli il portafoglio e che ho scoperto il suo segreto?

Da un lato mi piacerebbe, detesto questa barriera tra noi, per quanto capisca le sue intenzioni.
Ma proprio perché le capisco, penso che, se non me ne ha parlato fino ad ora, è perché preferisce così.
Preferisce mantenere anche con me la sua immagine di bello e stronzo, che poi io lo so, che lui lo sa, che io lo so, che stronzo davvero non è.
Ma gli piace giocarci, su questa cosa, e non voglio che possa rovinarsi qualcosa tra noi se glielo dicessi o lo forzassi a dirmelo.

Beh, ovviamente non posso indugiare troppo in questi pensieri, perché probabilmente non ne verrei a capo in ogni caso, ma soprattutto perché sento la porta di ingresso che si apre.

- Iwa-chaaaaaan! Sono tornatooo! -

Accendo alla svelta Netflix alla pagina principale, per salvare almeno le apparenze.

Tōru butta il borsone nella cabina armadio e si toglie il cappotto, quindi entra in camera nostra con un sorriso radioso sul viso e si butta a peso morto sul letto con me.

- Iwa-chan cosa fai di bello? Cosa hai fatto questo pomeriggio? Ah, io sono a pezzi! Letteralmente. C'era una massaggiatrice nuova, tranquillo era una donna, veniva da Samoa e aveva i bicipiti più grandi dei tuoi. Mi ha letteralmente sconocchiato tutto. Sono distrutto! Meno male che poi tra sauna e vasche varie mi sono rilassato... -

Va avanti cinque minuti a parlare, così, senza nemmeno lasciarmi rispondere alle domande che mi fa. Non sarei in grado di farlo in ogni caso, rispondere, perché non lo sto minimamente ascoltando.

Intanto si sfila i pantaloni e il maglione di cachemire che butta a terra, e solo in boxer e camicia, viene ad accoccolarsi tra le mie braccia, poggiando la testa sulla mia spalla e la mano sul mio petto.

Forse esausto per quest'ultima recita, smette di parlare, e io non dico nulla ma Tōru sembra proprio non farci caso, almeno per un po'. Quindi volge lo sguardo al mio viso.

- Iwa-chan, tutto bene? -

E io lo bacio. Lo bacio dolcemente, sfioro prima le sue labbra indugiando, e poi lentamente con la lingua gliele separo e mi impossesso della sua.

Mi addentro piano nella sua bocca, lo assaporo lentamente questo ragazzo bellissimo e dolcissimo.
Sento verso di lui un trasporto che mi sconvolge, non importa se è capriccioso, disordinato, eccessivo in tutto quello che fa.
È mio, e lo adoro.

- A cosa devo questo bacio? -

- Mi sei mancato. -

- Anche tu Iwa-chan, mi sei mancato molto... -

E riprende lui a baciarmi, spostando piano il suo corpo sopra al mio; a cavalcioni su di me, con la camicia bianca mezza slacciata e le sue mani che si insinuano sotto la mia maglietta, cambia in un attimo l'atmosfera della stanza.

Da molle e rilassata, a rovente e infuocata.

Lo ribalto dalla sua parte del letto, e gli sbottono fino in fondo la camicia, quindi mi sfilo in un attimo maglietta e pantaloni.

Tōru mi guarda mentre mi spoglio, un sorriso malizioso comprare sul suo viso. Si tira su un gomito, e dandosi lievi colpetti con l'indice sulle labbra, mi canzona.

- Piccolo Iwa-chan, devo esserti mancato davvero tanto questo pomeriggio per farti infiammare così. -

Non gli rispondo e gli sfilo i boxer ma gli lascio la camicia: lo trovo davvero irresistibile, così, sdraiato sul nostro letto con solo la camicia aperta a mostrare a tratti i suoi pettorali.

Torno su di lui e lo bacio, lo bacio profondamente questa volta, mentre il mio corpo lo schiaccia, le mie mani lo stropicciano, le mie ginocchia allargano le sue.

Scendo a leccargli i pettorali, indugio sugli addominali e gli infilo la lingua nell'ombelico: Oikawa rabbrividisce di piacere.

Scendo ancora più giù e prendo in bocca la sua erezione che si fa più solida ed evidente.

Mi rendo conto che è stanco, davvero stanco, sia per la sua erezione un po' distratta, sia perché non parla. Di solito parla moltissimo quando facciamo sesso.
Mentre ora non parla; mugugna, geme, sospira, ma non parla.

Si aggrappa ai miei capelli e allarga le gambe per darmi libero accesso alla sua intimità.

Scendo con la lingua e indugio a lungo sulla sua apertura, la lambisco e la stuzzico, e quando sento che risponde alle mie stimolazioni, mi allontano e prendo il lubrificante dal cassetto del comodino.

Tōru mi guarda mentre ne prendo un po' e glielo spalmo per poi introdurre piano un dito. Arrivo fino in fondo e lo guardo ancora, mentre mi muovo piano stimolando la sua zona più sensibile.

Lui chiude gli occhi, trova una posizione rilassata sul letto con gambe e braccia aperte, e sospira.

Muovo le mie dita più velocemente, e quando vedo che inarca la schiena e si morde le labbra mi fermo.

Apre gli occhi ma non fa in tempo a protestare che ne introduco due.
I suoi gemiti sono più forti, ora, le sensazioni che prima lo rilassavano, ora lo stanno eccitando. Non voglio stancarlo, non voglio portarlo all'esasperazione, non voglio torturarlo come faccio sempre con giochini sadici per farlo implorare di essere scopato.

Lo scopo e basta.

Entro pian in lui, e quando sono completamente in fondo, mi adagio sul suo stomaco per baciarlo. Mi bacia voracemente di rimando, si aggrappa alla mia schiena e mi divora con la bocca mentre geme e sussulta per ogni mio affondo.

Aumento il ritmo, anche io sto raggiungendo il punto di non ritorno e non voglio prolungare troppo perché credo che Tōru non reggerebbe.

Sento che lo sto portando verso l'orgasmo quando mi pianta le unghie nella schiena e si stacca dalla mia bocca per respirare e gemere il mio nome sempre più forte.

- Hajime! Hajimeeeee! Sìììììì! -

Gli ultimi affondi e anche io mi perdo dentro di lui.

Mi sposto un po' di lato, e lo abbraccio, stringendolo a me, entrambi sfatti da quell'amplesso.

Sento il suo respiro che lentamente si regolarizza, la sua mano sulla mia schiena che perde la presa e diventa inerme.

Mi sciolgo piano dall'abbraccio e vado in bagno a ripulirmi.

Sono ancora turbato dal nostro insolito amplesso, il mio cuore in preda a una tempesta emotiva, ma che più di tutto trabocca di amore per il mio splendido ragazzo.

E non sono per niente pronto quando torno in camera e lo trovo rannicchiato sul letto che piange. Seduto tra le lenzuola sfatte, le ginocchia abbracciate al petto e la testa spettinata in modo adorabile che poggia sulle sue braccia incrociate.

Piange, singhiozza, sussulta, e io davvero, davvero non capisco.
Mi siedo sul letto accanto a lui, un braccio sulla schiena e la accarezzo attraverso la camicia senza dire nulla. Perché proprio non so cosa dire.

Dopo qualche minuto sembra aver sfogato il pianto, solleva la testa e allunga un braccio sul comodino per prendere un fazzoletto e soffiarsi il naso.
Quindi si volta verso di me.

- Ok, Hajime, cosa sta succedendo? -

Eh?

Lo fisso sbalordito.

- Credi che non mi accorga di niente, eh? Tu pensi che io sia davvero stupido, come mi dici sempre... -

Continuo a non capire e lo fisso a bocca aperta.

- Cosa hai fatto oggi pomeriggio? -

Oh cazzo!

- ...niente. Sono stato qui, a casa. Perché me lo chiedi Tōru? E perché piangi? -

- Senti, non fare il finto tonto con me. Stiamo insieme da una vita e viviamo insieme da cinque anni. Certe cose sono evidenti! -

- Certe cose, cosa? Cazzo! Parla, perché proprio non ti seguo! -

- Tu mi tradisci. -

Conclude poi, scoppiando di nuovo a piangere.

Resto un attimo pietrificato, quindi lo abbraccio e lo tiro vicino a me.

- Ma cosa dici Stupikawa! Io che ti tradisco? Non potrei mai! Non so come ti vengano certe idee... -

- Non sono scemo, sai? È così evidente... -

- Ma cosa, è evidente? Cosa? -

- Tu non sei tu, oggi. Sei strano. Sei diverso. Prima di tutto ho lasciato la stanza un disastro quando sono uscito, mi aspettavo che mi assalissi come prima cosa appena tornato, e che mi punissi anche... -

Brutto stronzo provocatore, lo fai apposta allora?

- E invece tu non mi hai detto niente. Anzi, di più. Hai messo a posto tu tutti i miei vestiti! -

Idiota che sono. Ha ragione.

- E poi da quando sono tornato non mi hai insultato nemmeno una volta, mi hai baciato come non mi baciavi da quella prima volta negli spogliatoi della palestra. E hai fatto l'amore con me! Non mi hai scopato, no. Hai fatto l'amore. Non mi hai torturato, non mi hai stuzzicato, mi hai amato in maniera meravigliosa e dolcissima. -

Pausa ad effetto, e riconosco che anche i suoi tempi scenici sono davvero da professionista.

- È il tuo senso di colpa per avermi tradito, che ti porta ad essere così carino con me... Ma così ti sei tradito da solo. -

E torna a piangere, ancora più forte di prima, e questa volta, però, il sospetto che stia calcando un po' la mano, mi viene.

Però ha ragione. Sono stato un idiota. Ecco cosa succede a modificare le dinamiche perverse del nostro rapporto di coppia.

Questa ondata di amore che mi ha travolto, mi ha fatto comportare in maniera davvero insolita. Ma pensare addirittura che lo tradisca...
Quasi mi viene da ridere, ma in realtà non voglio che soffra per colpa mia, soprattutto non oggi, non dopo il suo pomeriggio di solidarietà che lo ha di sicuro lasciato stanchissimo.
Non voglio rovinargli quella sensazione di appagamento che lo accompagna sempre per qualche giorno, e che so, oggi, non essere da attribuire alle abili mani del massaggiatore, ma al suo cuore grande e generoso.

- Tōru ascoltami, amore mio. Non ti ho tradito. Assolutamente. Perché io ti amo. Amo solo te. Volevo solo dimostrarti che mi sei mancato. Non volevo stancarti troppo perché quando torni dal centro estetico sei sempre stanco, e quindi ho voluto fare l'amore con te, per una volta, alla maniera classica. Hei, guardami. Guardami negli occhi. -

Solleva le sue lunghe ciglia bagnate e mi guarda con un broncio adorabile di chi "sì, tra un po' mi convinci ma continua ancora...". E io lo faccio.

- Vuoi sapere una cosa? Mi era venuta una idea un po' perversa, ma la stavo tenendo per un altro giorno per paura che tu fossi stanco. Ma se può servire a dimostrarti che ti amo e che non ti ho tradito... -

Nei suoi occhi si accende una luce maliziosa.

L'ho convinto, evidentemente, e soprattutto ho stuzzicato tutte e cinquanta le sue sfumature.

Ma prima di mettere in atto il mio piano, lo bacio ancora, di nuovo, dolcemente e a lungo.

- Però ricordati che ti amo. Amo stare con te. La vita con te è meravigliosa. Eccitante, divertente, inebriante.
Non dubitarne mai. Nemmeno se faccio l'amore con te. O se ti bacio in maniera romantica. -

Pausa. Anche io so giocare con i tempi scenici.

- Perché tanto, prima o poi la paghi. E a tale proposito... -

Mi alzo dal letto e comincio la mia, di rappresentazione; una recita inscenata per una buona causa.

Mi rivesto con la tuta e la maglietta e indosso la mia espressione più dura.

- Ora tu vai nella tua cazzo di cabina armadio. Ti togli la camicia. Prendi i guanti di pelle nera senza dita e li indossi. E poi ti infili solo il cappotto e gli stivaletti neri con le borchie. Se non sei pronto in tre minuti, partirà la prima punizione. -

Oikawa mi fissa con un'espressione a metà strada tra lo spavento e l'eccitazione, con una punta di stanchezza, e anche un pizzico di "meglio se me ne stavo zitto".

- Rispondimi "sì signore". Sennò parte la seconda punizione. -

- Sì... signore! -

Faccio davvero fatica a mantenere l'espressione truce, guardandolo alzarsi dal letto con una smorfia di disagio; deve essere davvero stanco. Ma se l'è cercata, in fondo.

Zompetta fino alla cabina armadio e richiude la porta alle sue spalle.

Prendo il lubrificante e lo metto in tasca, quindi lo aspetto in corridoio.

- Un minuto! -

Lo minaccio ad alta voce, e poco dopo esce con guanti, stivaletti e cappotto, come ordinato.
Sorride. Il suo solito sorriso malizioso.

Lo prendo per mano e senza parlare me lo trascino dietro sino al box.

Accendo la luce e richiudo la saracinesca alle mie spalle.

Mi avvicino alla Ninja, e la metto sul cavalletto centrale.

Mi giro verso Oikawa che mi fissa trepidante, deve aver già intuito cosa ho in mente.

- Togli il cappotto. -

- Sì signore. -

Lo appoggia sul cofano della Toyota, e poi resta lì, nudo, al freddo, le mani intrecciate sotto al mento con i gomiti stretti per non disperdere il calore dal suo corpo, scosso da evidenti brividi di... freddo? Eccitazione?

La seconda di sicuro, vista la sua erezione che mi sta implorando di andare avanti con questo gioco.

E io lo faccio.

- Monta in sella, metti i piedi sui pedalini e attaccati alle manopole. -

- Sì... signore! -

Ed è una visione sublime, con solo guanti e stivaletti addosso, le sue natiche bianche che aderiscono alla sella di pelle nera. Tiene la testa bassa e lo vedo che trema, ma non si lamenta né si muove.

Mi libero velocemente di tuta e maglietta, e tengo in mano il lubrificante che mi servirà.

Tōru ruota leggermente la testa e mi guarda con la coda dell'occhio, e un sorriso malizioso si allarga sul suo bellissimo viso, mentre salgo dietro di lui e lo avvolgo con le braccia.

Sento che si rilassa per il calore del mio colpo, ma dopo un istante sussulta quando sente le mie mani che lo prendono per i glutei e lo sollevano dalla sella, mentre mi accingo a cavalcare i due amori della mia vita, insieme.


♡.•*¨*•.♡


PUBBLICATO: 20/12/2021

RIPUBBLICATO: 11/05/2022

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