❤️IWAOI | MALEDETTO
Questa One Shot mi è costata una notte insonne, ed è venuta alla luce in meno di ventiquattro ore così come la state leggendo.
È il risultato di discorsi interessanti e stimolanti con Ecate96, a cui dedico questa storia sperando che le piaccia e che incontri il suo gusto. ♥
Spero che piaccia a tutti voi, in realtà.
≧^◡^≦
Come spesso mi capita nelle storie che scrivo in maniera convulsa, in poche ore, ci trovate dentro un pezzettino di me.
Buona lettura.
∘⊱❤⊰∘
FANDOM: Haikyu!!
SHIP: Hajime Iwaizumi x Tōru Oikawa
PAROLE: 3.519
RATING: ❤️ nsfw
TW: ✶ Yaoi ✶ Lemon ✶ Smut ✶ Spoiler (pre Time-Skip) ✶
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* * * ATTENZIONE * * *
QUESTA STORIA CONTIENE SCENE E LINGUAGGIO ESPLICITI
- - - ADATTA PER UN PUBBLICO ADULTO - - -
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Camminano in silenzio, il peso della sconfitta che ancora incurva le spalle e piega gli animi.
Hanno cercato conforto nella squadra, cenando tutti insieme, e poi in palestra, solo loro del terzo anno un'ultima volta insieme, per sfogare sulla palla la rabbia e la frustrazione residue. Non ha funzionato granché, Oikawa si è lasciato andare in un ringraziamento così sentimentale da riportare tutti alle lacrime.
Ed ora sono rimasti solo loro due.
Continuano a camminare, la luce dei lampioni che li avvolge e fa brillare a tratti la tuta bianca della Seijoh che forse non avranno più occasione di indossare, non in una partita ufficiale in ogni caso.
Oikawa è ancora pensieroso, Iwaizumi lo guarda di sottecchi: condividono la stessa pena, ma Hajime vorrebbe poter alleggerire quella del suo capitano, lenire il dolore del suo migliore amico, consolare il cuore sanguinante del ragazzo che ama ormai da sempre.
I corvi li hanno schiacciati, i nazionali una possibilità sfumata in un battito d'ali.
- Tu non sarai mai realmente felice perché sei un idiota perfezionista. - sbotta, il bisogno di farlo stare meglio che sfocia in un ultimo tentativo di provocazione.
- E che diavolo! Ma che cavolo di maledizione è questa? - risponde Oikawa, più un lamento stanco che una vera replica.
- Non importa quanti tornei vincerai, non sarai mai realmente soddisfatto. Sarai uno di quei ragazzi fastidiosi che inseguirà la pallavolo per sempre. - Hajime ci riprova, il bisogno di dirgli ancora ciò che pensa di lui, annegato nel sarcasmo come ormai è abituato a fare.
- Devi sempre insultarmi, non è vero? - la semplice constatazione di una consuetudine che ormai tra di loro si consuma in affettuose prese in giro. E forse Tōru non vuole rispondere alla provocazione.
- Ma tu vai avanti senza pensarci due volte. - Iwaizumi ignora la sua obiezione, si ferma e si volta a guardarlo. Lo fissa nella luce fioca dei lampioni, solo un parco giochi deserto come testimone del loro ennesimo confronto. E poi, gli ricorda ancora una volta il perché è sempre stato al suo fianco.
- Non potrei essere più fiero di averti avuto come partner: sei il miglior alzatore in assoluto! -
L'espressione ora stupita di Tōru è balsamo per gli occhi arrossati di Hajime. Adora sorprenderlo in quel modo, nutrire il suo orgoglio e lenire le sue insicurezze, che lui cerca sempre di nascondere a tutti, ma che Hajime conosce e riconosce in tutte le sfumature delle sue espressioni.
- Anche se finiremo in squadre diverse, questo fatto non cambierà mai. Ma darò comunque il massimo per sconfiggerti. -
Oikawa sorride, dopo la disperazione e le lacrime, la luminosità del suo viso lievemente offuscata dalla stanchezza.
- Provaci. - lo sfida.
Lo ha sempre sfidato, sin da quando erano bambini; la tensione durante il gioco, la rivalità, il bisogno di primeggiare, li ha sempre portati a cercarsi e confrontarsi e migliorarsi. C'è stata poi una evoluzione naturale del loro rapporto, crescendo, senza una vera e propria dichiarazione, semplicemente il bisogno di sentirsi, di appartenersi, da parte di entrambi, nelle piccole cose di ogni giorno, che si è aggiunto alla smania di emergere. Le mani intrecciate, un braccio attorno alle spalle, la testa infilata nel collo, le labbra a lenire le lacrime, dapprima fugaci sfioramenti, poi baci più intensi e passionali. È una cosa solo loro, che tacitamente tengono segreta al mondo, ma di cui nessuno dei due può più privarsi; la sensazione di completa e totale appartenenza di quando fanno l'amore, vitale per entrambi come l'aria che respirano.
Lo sguardo che si scambiano in quel momento racconta in un istante tutta la storia del loro amore, della loro amicizia, della stima reciproca.
Il pugno si incontra a metà strada, un gesto da amici e compagni che si trasforma in conforto ancora una volta, quando Hajime avvolge con la sua la mano di Tōru e lo attira tra le sue braccia.
- Vieni qua. - gli sussurra avvolgendolo, inglobandolo nel suo spazio personale.
Tōru appoggia la fronte sulla sua spalla e ancora una volta si abbandona alle lacrime.
Hajime scorre con le mani sulla sua schiena, giusto un istante, prima di ricordarsi che sono in mezzo alla strada dove chiunque potrebbe vederli.
- Andiamo a casa. - gli dice ancora.
Tōru annuisce e scaccia le lacrime col dorso della mano mentre raccoglie la borsa che è scivolata a terra.
La casa di Tōru è buia e silenziosa, i suoi genitori sono spesso in viaggio e lui quasi non ci fa più caso.
Toglie le scarpe e si volta verso Hajime ancora fermo sulla porta. Il suo viso è in penombra, i lampioni dietro di lui che celano la sua espressione, ma Tōru riesce comunque a vederla nella sua mente. Interrogativa, arrendevole, disponibile.
- Iwa-chan. Resta con me stanotte. - gli dice piano.
Hajime fa un passo e chiude la porta alle sue spalle.
Tōru è turbato, è sconvolto, sta vivendo una tempesta emotiva che, Hajime lo intuisce, non può nemmeno lontanamente paragonarsi alla propria delusione. Ha anche il sospetto che ci sia qualcosa che non gli sta dicendo, una sorta di sfilacciatura che ha letto nei suoi gesti negli ultimi giorni, e che si è sforzato di attribuire alla tensione per l'imminente partita. Per questo motivo sa di non poterlo lasciare da solo. Non lo vorrebbe nemmeno, in ogni caso; ogni volta che lo saluta sull'uscio è un piccolo spasmo di sofferenza a cui forse non farà mai l'abitudine, e ogni volta che i suoi genitori non ci sono è una conquista dolce e amara.
Hajime ha un'ulteriore conferma dell'emotività instabile di Tōru quando entrano nella sua stanza.
Tōru sfila la giacca della tuta e poi si fionda sulle labbra di Hajime spingendolo contro la porta. Il suo bacio è vorace, disperato e brutale, e Hajime lo accoglie con gratitudine, felice che Tōru cerchi ancora uno sfogo su di lui e non si chiuda in sé stesso. Tōru gli apre la zip per abbassare velocemente la giacca dalle sue spalle, e poi gli sfila la t-shirt con gesti bruschi; è una furia, si avventa sul suo collo e lo morde con foga, mentre le mani volano sulla sua pelle calda, tracciando percorsi confusi e frettolosi sul suo torace, sulle sue spalle, sul suo addome.
Hajime si aggrappa ai suoi capelli, getta indietro la testa contro la porta e geme, il dolore dei morsi e il piacere delle carezze che si alternano in rapide scosse di brividi che lo squassano in tutto il corpo.
- Tōru... - geme, una punta di preoccupazione ancora vibrante in mezzo alla confusione dei sensi che lo sta avvolgendo.
- Sshhh... - è l'unica risposta che ottiene, un dito sulle sue labbra e due occhi lucidi e brillanti nella penombra della stanza che lo guardano, come rapiti, scorrendo sul suo viso e sul suo corpo.
Hajime approfitta del momento e gli sfila la maglietta, i suoi gesti sono calmi, spera di riportare pacatezza in quella foga disordinata ma senza spegnere l'ardore.
Tōru scende in ginocchio, e gli abbassa i pantaloni della tuta per accogliere in un istante la sua erezione tra le labbra. L'ardore è diversamente incanalato, ma sempre bruciante nei movimenti lascivi della sua lingua, vibrante nei mugugni che li accompagnano.
Non si era reso conto di quanto avesse bisogno anche lui di questo, Hajime, ma ora non può far altro che gemere e stringere i capelli morbidi e setosi di Oikawa tra le dita.
- Sì... così... - gli sussurra, gli occhi chiusi e la testa abbandonata.
Non ha bisogno di indicazioni, Tōru, ma recepisce la lode, il suo ego che si nutre anche di quello, la sua bravura nel portare Hajime a perdere totalmente il controllo, ad abbandonarsi al piacere che solo lui gli sa dare.
Aumenta il ritmo, accogliendo la sua lunghezza sempre più a fondo, piccole lacrime inconsapevoli compaiono sulle sue lunghe ciglia, mentre porta una mano a coppa e l'altra a completare la presa, in un ritmo così coinvolgente e incalzante che Hajime deve per forza bloccarlo.
Non vuole venire così.
Lo solleva da terra e lo sospinge verso il letto mentre sfila entrambi i pantaloni della tuta.
Il corpo di Tōru riluce nella penombra, la sua pelle candida e meravigliosa, lucida di sudore, si staglia sul copriletto scuro.
Hajime lo sovrasta col suo corpo, è suo ora l'assalto fatto di baci profondi e carezze impazienti, e Tōru geme e mugugna, occhi chiusi e labbra aperte, un sospiro dietro l'altro, che accelera insieme al battito del suo cuore.
Le mani e le labbra di Hajime si rincorrono sulla sua pelle, un aroma famigliare e inebriante lo invade, dolce di bagnoschiuma e salato di sudore.
Tōru urla quando Hajime lo accoglie nella sua bocca, l'espressione quasi sofferente nel piacere, le mani che lo artigliano confuse, senza realmente sapere cosa vuole fare. Geme ora, mentre Hajime lo lambisce più lentamente, un ritmo pacato e ondeggiante che, lo sa per esperienza, porta Tōru in pochi attimi a chiedere di più.
Ma non questa volta.
La reazione di Tōru lo coglie di sorpresa, e non sa come reagire quando si ritrova con la schiena sul letto e Tōru a cavalcioni, il suo bellissimo volto che lo sovrasta: i suoi occhi sono accesi da una luce quasi folle, oscena e perversa, mentre lo fissano, il petto scosso da violenti ansiti.
- No Iwa-chan... - ansima - oggi ti scopo io! -
Lo stomaco di Hajime è stretto in uno spasmo, l'eccitazione e il timore che si alternano, quasi generassero un battito ciascuno nel suo cuore che corre furioso nel petto.
Hajime lo fissa rapito, ipnotizzato da quegli occhi scuri. Poi allunga le mani sui suoi glutei e lo spinge più forte sulla sua erezione, uno sfregamento impaziente che è già una risposta.
Il sorriso di Tōru è bellissimo, una luce lasciva e dissoluta che lo inonda mentre scende nuovamente a cercare le sue labbra. Lo assapora con calma, ora che i ruoli sono chiariti, provocandolo con lenti movimenti della lingua, dentro e fuori dalla sua bocca, mentre col bacino ancora ondeggia piano, uno stillicidio che non fa che rendere Hajime sempre più impaziente.
Un mugugno sottile esce dalla sua bocca, mentre scende con la mano alla erezione di Hajime. Le dita si stringono abili sulla sua lunghezza, il movimento del polso è inesorabile. Hajime geme, un basso grugnito di insoddisfazione per quel ritmo che Tōru ama e che sa perfettamente che lui invece non apprezza: troppo lento, troppo caldo, troppo avvolgente. Una tortura.
Deve leggere una luce assassina nei suoi occhi, Tōru, perché si ferma e prende il lubrificante dal comodino. Scende quindi in ginocchio in mezzo alle sue gambe e accoglie di nuovo in bocca la sua erezione. Tutta. Completamente in fondo.
Hajime sfrigola, come se il piacere bruciasse, la gola che lo accoglie calda e stretta e che minaccia la sua sanità mentale.
Lo artiglia per i capelli, e getta indietro la testa mentre scopa almeno la sua bocca. Tōru lo accoglie, lo asseconda nel ritmo mentre solleva a tratti lo sguardo. Il viso di Hajime è una maschera di piacere, e Tōru decide che è il momento di andare oltre.
Scosta piano la testa e senza quasi dargli il tempo di accorgersene, entra piano in lui cogliendolo di sorpresa. Hajime si inarca, il fiato dell'ultimo respiro che gli muore in gola. Allarga ancora di più le gambe e si impone di rilassarsi a quella violazione, importuna e gradita allo stesso tempo.
- Bravo, Iwa-chan. Così... Respira. - la voce di Tōru è confortante ed eccitante allo stesso modo, il sussurro roco e avvolgente come la carne attorno al suo dito.
Il corpo di Hajime è confuso dalle sensazioni, disorientato da quella intimità con Tōru a cui è abituato ma che gli sta ingenerando sensazioni del tutto nuove e inaspettate. Meravigliose e sconvolgenti per quanto diverse e totalizzanti siano.
- Tōru... - è un gemito, una preghiera, non sa nemmeno lui per cosa.
- Di più? O basta? - lo provoca in un sussurro - Dimmi Iwa-chan... -
- Di... più! - decide Hajime, i talloni puntati sul copriletto e la schiena inarcata ad accogliere la sensazione.
Trattiene il fiato quando entra il secondo dito, gli occhi spalancati fissi in quelli del capitano che per la prima volta si è portato la sua autorità anche fuori dal campo. E Hajime non può certo dire che gli dispiaccia. Questo Tōru così dominante è magnifico, lo sta portando a scoprire nuovi confini del piacere e della lussuria, in uno stato di sudditanza mentale a cui non aveva mai rivolto nemmeno un pensiero, ma che si scopre ora di apprezzare moltissimo.
Tōru lo guida e lo plasma, il piacere è il suo dono e la sua ricompensa, e Hajime ci si vuole perdere per sempre.
- Bravo, Iwa-chan. - lo loda ancora, lo premia a parole mentre si prodiga per farlo godere.
Piega le dita dentro di lui, e sorride soddisfatto quando Hajime sgrana gli occhi in un basso grugnito.
- Tōru... -
- Eccomi, Iwa-chan. Sono qui... Sono qui per te... -
Il movimento delle dita di Tōru è inesorabile, Hajime non riesce ormai più a connettere, sa solo che vuole di più.
- Scopami. Ti prego. -
Non è certo che due dita siano sufficienti per la sua prima volta, ma anche Tōru è impaziente. Si sente scoppiare, traboccare, un groviglio complicato di emozioni che lo stanno soffocando da giorni, a cui si è aggiunto il macigno della sconfitta, e la consapevolezza di aver giocato l'ultima partita con la squadra. Quale che sarà il suo futuro, una parte importante della sua vita è terminata là, su quel parquet lucido e inclemente, con quell'unico colpo che è riuscito a intuire ma non a intercettare per la deviazione del muro.
Chibi-chan lo ha sconfitto.
Può solo inghiottire il suo dolore. O buttarlo fuori, come sta facendo ora, con Hajime che si sta immolando ad un sacrificio più grande di lui senza nemmeno sapere di cosa si tratta.
Scaccia il pensiero, Tōru, ancora per un po' non ci vuole pensare. Vuole invece godersi il momento.
E Hajime sotto di sé che lo implora di essere scopato è magnifico.
La sua bocca è socchiusa, le palpebre svolazzanti mentre ancora inarca la schiena e muove il bacino. La sensazione è nuova, per lui, quel tipo di stimolazione è sconvolgente e fa perfino paura, la prima volta, per quanto ti entra dentro al cervello. Tōru sa che dopo averlo provato, anche Hajime non potrà rinunciarci.
Il rammarico di quella consapevolezza lo abbatte di nuovo come un aquilone nella tempesta.
Non sarà con lui, probabilmente, la prossima volta.
Svelto sbatte le ciglia, scaccia quelle lacrime importune e prende una dose generosa di lubrificante, quindi si allinea, gli addominali ben addestrati che consentono di sostenere sé stesso insieme alle gambe divaricate e ancora tremanti di Hajime.
Entra in lui lentamente, tutta la fretta e l'impazienza domate dall'amore che prova e che gli impone di andare piano, per non fargli male, per sentire e fargli sentire. Il suo sguardo non abbandona il viso di Hajime nemmeno per un istante, la sua bocca atteggiata in una "O" sorpresa, che cerca l'aria mentre gli occhi si chiudono alla sensazione invadente e prepotente che lo risucchia.
Li riapre solo quando Tōru si ferma, completamente dentro di lui, e lo guarda, ancora, estasiato dalla sua espressione rapita e dalla stessa sensazione nel suo ventre.
- Ti amo Iwa-chan - gli esce di getto e Hajime è talmente confuso nel vortice di sensazioni che non si accorge delle sue lacrime e del tono disperato della sua dichiarazione.
Poi comincia a muoversi, il ritmo dapprima lento e morbido che si fa via via più incalzante, in risposta ai gemiti di Hajime che lo asseconda e gli va incontro ad ogni affondo.
Scende a baciarlo, Tōru, la sua lingua che lo invade, il bisogno di sentirlo, di entrare in lui ovunque, di lasciargli una parte di sé, insieme al ricordo. Sposta la bocca sulla sua guancia, e poi scende sul collo, dove la pelle è tenera e sensibile, e succhia. Lo attira in sé, lo prosciuga, lo marchia intanto che spinge ancora inesorabile col bacino.
Le mani sui suoi glutei, Hajime lo incalza nel ritmo, lo attira ancora più contro di sé, come se averlo dentro ormai non fosse abbastanza, come se volesse essere compenetrato anche dalla sua anima.
Tōru si puntella sul letto con le mani, e allarga le ginocchia in una posizione più efficace, le ultime spinte quasi frenetiche mentre Hajime si contorce sotto di lui, attorno a lui.
Il rumore nella stanza è quasi osceno, lo schiocco sonoro della loro carne che si incontra, i gemiti rochi di Hajime e i mugugni più acuti di Tōru, e gli sembra quasi di poter sentire anche il battito del loro cuore che sale e cresce negli ultimi affondi fino quasi a scoppiare.
L'esplosione coglie Hajime di sorpresa, lo travolge e lo annienta, lasciandolo sconvolto e inerme ad ascoltare il battito del suo stesso cuore che gli pulsa impazzito nelle orecchie.
Con un grugnito sostenuto, Tōru getta indietro la testa, e dopo un ultimo spasmo crolla in avanti, ansimando e risucchiando l'aria come se stesse annegando, le sue braccia ormai stanche che lentamente cedono e lo adagiano sul petto di Hajime.
Iwaizumi lo circonda con le braccia, mentre Tōru ruota la testa e appoggia l'orecchio proprio sopra a quel cuore grande e generoso che batte furioso, allo stesso ritmo del suo.
Il silenzio è quasi palpabile, ora, solo lievi sospiri ad interrompere il ronzio sordo nelle orecchie di Tōru.
La realtà è tornata prepotente nei suoi pensieri, e le lacrime ricominciano a sgorgare. Fare l'amore con Hajime è servito solo a prendere tempo, ma ora il dolore è ancora più forte e lo dilania straziandolo come un bisturi affilato. Le braccia di Hajime attorno al suo corpo, il cuore che batte sotto la sua guancia, saranno solo un altro ricordo che lo tormenterà nelle notti di solitudine che lo attendono.
-Tōru - un sussurro mentre gli accarezza dolcemente i capelli - stai piangendo? -
Dolce, sensibile Iwa-chan, che lo tratta sempre male ma che si accorge di ogni vibrazione del suo cuore.
- Iwa-chan, ti è piaciuto? - riesce a sostenere un tono frivolo mentre evita di rispondere a quella domanda.
- Cazzo! - ridacchia Iwaizumi, riacquistando un po' della sua spavalderia.
Tōru solleva il viso e appoggia il mento sulle mani sopra al suo petto, così da poterlo guardare in faccia. E gli regala uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Spera che le lacrime vengano mascherate dal sudore e dal disastro dei suoi capelli, e che Hajime attribuisca il suo rossore all'emozione del loro amplesso.
Iwaizumi gli scosta i capelli dalla fronte, un gesto tenero e delicato che Tōru gli consente solo dopo che hanno fatto l'amore. Tōru chiude gli occhi, come un gatto in una pozza di sole sul pavimento, in una giornata d'inverno.
- Sei sicuro che va tutto bene? - gli domanda ancora, premuroso.
- Certo! È solo... tutto un po' difficile da digerire, ancora... - fa un gesto confuso con una mano, mentre spiega e ancora sorride. Era preparato, questa volta, e poi in fondo ha detto la verità. Quel "tutto" è ancora vago e nebuloso, e Hajime non ha la minima idea di doverci aggiungere altro, oltre alla sconfitta e all'addio alla squadra. E Tōru ha già deciso che non gliene parlerà fino al mattino seguente, quando la luce del giorno renderà, spera, tutto più facile.
Perché in quel momento non è assolutamente in grado nemmeno di pensarci che dovrà dirgli addio. Scaccia quel pensiero con la mente, e spalma ancora la faccia sul suo petto. Inspira il suo profumo, si riempie i polmoni della sua fragranza così famigliare da non saperla quasi distinguere dal suo stesso odore. Assorbe il calore del suo corpo, cerca di caricarsi, di accumularlo per poterlo poi rilasciare nelle fredde notti argentine, quando sa già che si sentirà così freddo e solo da poterci impazzire.
Perché la decisione ormai è già stata presa.
Partirà dopo il diploma, e non vorrebbe rovinarsi gli ultimi mesi insieme a Hajime. Ma glielo deve dire. È giusto che anche lui lo sappia. Perché in fondo, Hajime, certe cose le aveva già capite. Le sue parole di quella sera stessa, la sua "maledizione" erano tanto più vere e profetiche di quanto lui stesso potesse immaginare.
Sa che sarà sconvolto dalla notizia, non stupito, ma in ogni caso distrutto.
Ma è tutto vero quello che gli ha detto, Tōru inseguirà la pallavolo anche in capo al mondo, per trovare la sua realizzazione, e forse davvero non sarà mai soddisfatto. Ma ci deve almeno provare.
Si stringe ancora più forte a quel torace solido e rassicurante, chiude gli occhi e prova a scacciare i pensieri per godersi ancora un'ultima notte tra le braccia del ragazzo che ama e che amerà per sempre.
Il suo tepore lo avvolge ancora una volta. Il battito del suo cuore lo calma, lo culla, e lo trasporta lentamente in un limbo dove ci sono solo loro, i loro corpi allacciati, i loro respiri mischiati, i loro cuori sincronizzati.
Tōru si addormenta così, tra le braccia solide e rassicuranti del suo amore.
Al resto, penserà domani.
∘⊱❤⊰∘
PUBBLICATO: 20/07/2022 - Buon compleanno Tōru!
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