Prima Prova ~ Fantasy
La Biblioteca delle Anime Tormentate
Un ventenne correva affannato, continuando a guardarsi alle spalle. Il sole stava tramontando all'infuori delle mura dell'antica villa, e ciò creava delle lugubre ombre che sembravano inseguire il giovane.
Il ragazzo si fermò all'improvviso davanti a una delle finestre e cercò di aprirla furiosamente, ma senza successo.
"Oh, caro, piccolo e dolce Jeremi. Te ne vuoi già andare? Ma il sole non è ancora tramontato! Resta ancora un altro po', solo il tempo per una tranquilla cena a due. La portata principale è qualcosa di incredibilmente magico!" Una giovane voce femminile riempì il tremendo silenzio dell'enorme casa. Jeremi sussultò, cominciando a tremare senza controllo.
"Strega! Col cavolo che accetto il tuo invito!" Una strana rabbia aveva preso possesso del ragazzo, anche se il tremore persisteva. "Ridammi la mia ragazza!"
Una risata agghiacciante penetrò nelle ossa di Jeremi, facendolo rabbrividire. "Smettila di fare il bambino, Mi. Io non sono una strega, dovresti saperlo. Sono un'elfa del Sabhu. Una prescelta tra tante candidate per questo grande e divino compito. Solo io posso adempiere ad esso. E adesso che tu hai scoperto tutto - come è consono alla procedura -, devi morire."
Quelle furono le parole che fecero tornare in sé Jeremi. Ma soprattutto quel soprannome. Solo Cere lo chiamava così. E nessuno - nemmeno una strega come quella che si credeva un'elfa - aveva il diritto di chiamarlo in quel modo.
Strinse i denti e riprese a correre, mentre la Guardiana ricominciò a ridere per quella sua scelta disperata. Lo sapeva benissimo anche lui: correre era inutile, cercare di scappare da quella prigione era ancora meno sensato. Quindi perché non sfruttare quell'occasione?
"Cere! Cere! Rispondimi! Dove sei?!" Le urla disperate di Jeremi, i suoi passi che cominciavano a farsi sempre più pesanti, le porte che sbattevano e cigolavano come a prendersi gioco di lui... ciò portò la Guardiana a ideare un gioco per torturare ancora di più i suoi ospiti. Un sorrisetto sadico comparve sull'elegante viso della Guardiana, mentre con una mano toccava l'orecchino che portava sull'orecchio destro a punta, caratteristica tipica della sua razza.
"Se vuoi, ti posso condurre da lei."
Questa notizia innescò un tripudio di sensazioni in Jeremi. Rabbia, per non essere riuscito a trovarla lui stesso, per non essere riuscito a salvarla. Sollievo, per aver saputo che lei stava bene e che non era morta - come aveva pensato fino a poco prima, travolto dallo sconforto e dal terrore. Ma soprattutto, una grande felicità nel poterla finalmente abbracciare.
"Dimmi dov'è." Disse solo questo, ma la Guardiana vedeva con chiarezza il tripudio delle emozioni che lo stavano travolgendo.
Con un sorrisetto malvagio, guidò il giovane con la propria voce fino a un grosso portone in legno. "Basta una piccola spintarella e potrai finalmente essere da lei."
Jeremi spinse il portone senza esitare un secondo, non rendendosi conto che l'elfa bellissima all'interno della stanza era la Guardiana. Nelle sue mani teneva un libro di favole: Cenerentola.
"Vediamo quale ruolo ti si addice di più per farti soffrire."
Tutti conoscono la favola di Cenerentola, no? Parla di una dolce ragazza maltrattata dalle due sorellastre e dalla matrigna, a cui è morto il padre, e a cui le è stato impedito di andare al ballo reale, dove sarebbe stata scelta la moglie del principe, futuro re del regno.
La matrigna e le sorellastre sono le cattive. Cenerentola e il bel principe i buoni. È naturale che sia così. Ma se i ruoli fossero imposti? Se i personaggi fossero costretti a ripetere le stesse azioni e le stesse parole per l'eternità, e a soffrire, senza riuscire a essere se stessi nemmeno per un secondo?
La Biblioteca delle Anime Tormentate è così.
Le anime delle persone che vengono attratte nella trappola - come una falena nella tela del ragno - saranno ingannate, fatte tremare dalla paura, torturate fisicamente e poi rinchiuse per l'eternità in un libro, in cui il proprio ruolo è imposto e a cui non possono più fuggire.
Ma la Guardiana si diverte a infliggere pene eterne più oscure e crudeli. Gioca con i sentimenti delle anime e dei legami che potrebbero avere con le altre, e ne sceglie ruoli "impossibili" per esse.
Cenerentola odia il principe. Il principe ama la matrigna. La matrigna è la madre di Cenerentola. Cenerentola ama il suo carrozziere, trasformato solo per una notte in umano.
Cenerentola è Cere.
Il carrozziere Jeremi.
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Mi dispiace per il ritardo, davvero. Spero che questo possa reputarsi una oneshot fantasy e... che possa piacere.
~Ellyma
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