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Una Vendetta Necessaria o un Aiuto non Richiesto? - Fanfiction di Ocean Eyes


Premessa

La seguente one shot è una fanfiction di una storia presente su Wattpad e pubblicata anche in cartaceo, e contiene spoiler del racconto in questione.

Così come La Profezia della Fenice, anche questa storia non fa parte del puzzle che compone la mia raccolta di one shot. Inoltre, in quanto fanfiction di un immaginario che non è il mio, nessuno dei personaggi di cui leggerete sarà presente in ogni altro mio scritto.

Chiariti questi punti, vi auguro buona lettura^^



Il ritorno a casa è simbologia di gaio,

ripresa delle forze,

apporto di bagaglio d'esperienze;

Ma anche tristezza trascinata,

affaticamento accumulato,

sorprese nascoste dal fato.

La voglia di vendetta è energia,

ma anche malattia;

Fulgore puro,

ma anche atto impuro.

Cosa in comune avranno,

codeste facoltà,

di cui una ragazzina s'avvarrà?


Il cielo è pregno di macchie su minacciose biancherie; un effetto stroboscopico che si leva sino all'altezza della provvidenza.

"Tu... non ci credo, tu sei..?!" una voce a caso ha sollevato, nel mentre dei tremanti pali arrugginiti.

L'asfalto diventa incandescente, come a dimostrare tutta la sua paura verso ciò che sta per scalpicciarlo.

"Ehi, non eri andata in America?" un'altra voce ha fuso con l'aria che si profuma di Idole al sol passare dell'innominata.

Cascate di un biondo platino discendono lungo spalline nere che si fondono con pelle lattea.

Un fischio proviene da alcuni metri di distanza, ma un top nero massaggia un fisico snello ed eretto, lasciando all'effetto del sole il ruolo di eclissare quell'apprezzamento.

Due iridi blu e profonde come un oceano lo folgorano. "Maiale, io non cerco te ma Claudio. Dove lo posso trovare?" l'intero skatepark trema dinnanzi quel cipiglio.

"Ci sono, signorina." Ricoperto da una canotta da giocatore da basket, dal numero quarantotto, e toccandosi il caschetto nero, risponde a quella domanda.

Lei si volta, con la concentrazione di un predatore prima che raccapricci la sua preda. "Sempre con quel tono strafottente e di superiorità, right, Claudio? And what are you doing here?¹ Simone non ti aveva cacciato di qui a suon di botte?"

Lui ride sguaiato, i robusti addominali gonfiano la canotta. "Quel rompipalle non darà più fastidio da queste parti, ha cambiato skatepark da un po'. Ma che te ne frega di quello lì, ora la sua cuginetta sfigata non c'è più".

I piccoli ma bianchissimi denti come l'avorio digrignano. "You call her sfigata? Ma se non ci hai pensato due volte a rasarle i capelli pur di vendicarti di chissà cosa oppure per toglierti una rivale di torno!"

Il quaranta di piede destro di lui si stacca dallo skate, che viene raccolto dal medesimo braccio. "Lei una rivale? Questa è bella, ma il Tennessee ti ha bruciato il cervello, Carlotta? Lei ha fatto impazzire Daria..." alza il tono della sua voce squillante, "e l'altra sfigata di cui a stento ricordo il nome mi ci ha fatto lasciare. È una stronza, ovunque se n'è andata mi auguro che i capelli non le siano mai più ricresciuti!"

Le bionde e fini sopracciglia di lei vertono in diagonale. "Come ti permetti di insultare così la mia Belinda? Sei davvero così fiero di rovinare l'estetica di una ragazza? Ma che mostro sei, poi, per chiamare sfigata una tua ex; guarda che sapevamo tutti che le hai fatto più di un livido e che eri geloso at maximum level! L'hai oppressa: lei non aveva mai avuto un ragazzo, le hai lasciato a very bad mark nel suo animo. Sono andata a trovarla qualche volta, si sentiva ancora più sola, triste, sconsolata, e ti assicuro che non era solo perché le mancasse Belinda!"

Claudio continua a ridere, ma nervosamente. "Ma vaffanculo, una che ha la grazia di un elefante, al posto di uscire si guarda i telefilm e quando non poteva o voleva guardarli rompeva me per uscire, non aveva per niente carattere – anzi, fingeva di averne – troppo mansueta! Era sì diversa dalle altre che erano troppo ribelli, ma decisamente lo era troppo!"

"Ma quanto sei presuntuoso! Stare con Belinda mi ha insegnato che ogni passione va rispettata e ha i suoi pregi, non conta quanto sia da nerd o da sportivi estremi. Ma poi, l'empatia ti è proprio uknown?² Non ci pensi per un istante se trattassero te come un oggetto?"

La risata del tarchiato non smette. "A chi vuoi fare la morale, Carlotta?! Tu che dici a me che dovrei mettermi nei panni di una qualsiasi? E cosa mi dici di te e di Edoardo? Lo hai lasciato di punto e in bianco, con una scusa che più ridicola non si può! Io sono lesbica! Sappiamo bene che non lo sei, ma se lo sei davvero, perché l'hai illuso standoci insieme?!" Il tono s'innalza e batte forte il suo skateboard contro il terreno, "Sei una puttana come tante altre bellocce e impossibili come te, per voi uno vale l'altro, te la spassi poi lo molli, tanto conta solo l'America e l'anno sabbatico del cazzo che dovevi passare lì! Io so meglio di chiunque altro come è stato lui, ma tu questo non lo sai: una merda per mesi! Veniva già da delusioni e tu gliene hai data un'altra! Ha smesso di fare i suoi video dove io lo aiutavo, usciva molto di meno di casa, giocava a calcio molto poco e quando giocava lo faceva pure male! Ha litigato pure con alcuni dei suoi amici del calcio perché i gol che si mangiava erano terribili anche per un pulcino della scuola calcio!"

La ragazza ha un notevole sbalzo d'umore.

Questo non me lo aspettavo, Edo è stato davvero così male per me? Ma siamo stati insieme per poco, non poteva davvero considerarla una cosa seria. Comunque devo contenermi, mi ha dato della puttana ma devo stare calma: c'è troppa gente in giro, meglio procedere così...

Si schiarisce con un pugno vicino le sottili labbra e smuove le sue gambe scoperte, tranne che da una minigionna bianca. "Senti, stiamo facendo troppo spectacle per i miei gusti, ti propongo di incontrarci qui stasera, ti porterò in un posto dove saremo soli io e te e nessuno potrà disturbarci. Ci stai?"

Claudio sghignazza. "Paura di fare figure di merda perché vuoi tornare in questo skatepark pulita? Va bene, te lo concedo, signorina, stasera alle 22:00 mi dirai che cazzo vuoi da me!"


Il tempo corre inesorabile. Lo skatepark ricorda ancora, paventato, della disfida tra i due giovani che, entrambi determinati, si sono preparati in serata per il secondo confronto. È attorniato dal più silente dei fondali; il parcheggio confinante un cimitero senza tombe a cielo aperto. Finché i due non si presentano, puntuali.

"Forza Claudio, sali in macchina, hai la mia parola che non ti verrà fatto alcun male psicologico on the road for the destination".

"Preoccupati per te, signorina".

La Berlina di Carlotta parte a velocità sostenuta; i palazzi, le abitazioni, i giardini e la costa di Senigallia sfrecciano ai loro occhi concentrati e presi verso ciò che attende l'altra persona: pensano a cosa attenderà le loro bocche, cosa attenderà l'inevitabile confronto, quale riscontro avrà. Entrambi sono convinti di poter sopraffare l'altro: Carlotta è determinata più che mai a proseguire ciò che era iniziato nel pomeriggio, sembra non voler perdonare il male che lui ha fatto a Daria. Claudio invece, dal canto suo, è volenteroso di difendersi da quella ragazza ricomparsa all'improvviso nella sua vita, dopo un anno che era stata in America per, a detta di lei, anno sabbatico.

La canzone Ocean Eyes risuona a tutto volume all'interno del veicolo, quasi a voler dare ulteriore forza agli occhi di Carlotta che, per l'appunto, sembrano un profondo e limpido oceano. Claudio distende le sue corte gambe come a fare riscaldamento per una sessione di skateboard, ma in proporzioni ridotte.

Infine, la destinazione si palesa dinnanzi ai due.

Il cozzare delle portiere contro le aperture dell'auto è come un gong che dà inizio ad un antico combattimento.

"Questo è un posto di cui Linda mi parlò una volta, una casa abbandonata con un giardino che contiene una piscina vuota, dove poter liberamente fare trick. La strada me la indicò una volta Simone... dobbiamo solo scavalcare e poi nessuno ci disturberà".

Il più basso dei due emette un ghigno e si avvia verso il cancelletto.

Una volta superato l'ostacolo ride. "Hai pensato a tutto, Carlotta..." la sua voce assume un ché d'inquietudine, "Ti sei accorta di quello che nascondo a tutti..."

La ragazza si allontana leggermente, avviandosi verso l'estremo sinistro del giardino. Abbassa il collo e inarca le labbra. "I admit, non ero venuta allo skatepark per questo motivo, mi hai sorpresa..."

Il corpo di lei emana una radiante luce giallo ocra; i lisci capelli volano in ogni direzione, come a voler viaggiare nello spazio alla ricerca della luce solare gemella... anche se il resto pare aver risposto a quel richiamo. "E a questo punto è inutile che ti nasconda il mio segreto. Non è stata una coincidenza che io, durante l'ultimo anno delle superiori, fossi insicura del my future. Qualcosa, God, il destino o qualcosa di superiore ha voluto che io andassi in Tennessee, perché lì mi aspettavano queste... capacità sovrumane. Mi ha rovinato una serata con una cara amica americana, ma in una caverna, dove eravamo andate durante un'escursione, l'Essere – or anything it is³ – ha detto che con questi poteri ci sono nata; mi ha solo dato tutti i requisiti per risvegliarli. Io mi sarò comportata male con Belinda, ma se tra tutte le ragazze della mia scuola mi sono fatta avanti proprio con lei, è perché... I don't know how, but...⁴ è come se lei potesse vedere ciò che avevo dentro. Tu, invece, dove hai avuto le capacità represse?"

Lo skater ha sgranato da un minuto gli occhi castano scuro. "Io non posso sentire i poteri degli altri, comunque anche io ho avuto una cazzo di esperienza. Andavo a zonzo per Senigallia e in un postaccio dove non ero mai stato mi capita quello che è capitato a te. Non aveva un cazzo di corpo, solo una voce... e non ho idea se qualcuno, da cinque anni fa che mi è capitato, ha sentito che ho questo..."

Carlotta aggrotta la fronte.

No, non può essere vero, non possono essere collegate le due cose... provo a istigarlo.

"Claudio, renditi conto di quanto tu sia pericoloso. Oggi hai detto che tutte le ragazze che hai avuto, beside Daria, erano troppo ribelli e quindi immagino tu non ci sia stato bene; ma c'è la probabilità che fossero influenzate dai tuoi poteri. Questo ti ha..."

Viene interrotta dall'antagonista del confronto che s'infiamma. "Non sparare cazzate, signorina. Se Daria non era ribelle tranne per i telefilm, non posso avere questa sfiga addosso, e poi questa cazzo di accusa che le avrei messo le mani addosso? Dove l'avete presa tutti?"

"Non nascondere la verità, Claudio. Io ti devo fermare, altre donne ti feriranno e tu sarai sempre più frustrato. Lascia che provi ad assorbire i tuoi poteri, stop con questo ferire gli altri, immagino che tu abbia compiuto la tua missione come io in America ho compiuto la mia!"

Claudio alza di molto la tonalità. "Ma stai zitta, io dovrei rinunciare alla figata e alle mie skill sullo skateboard solo per una teoria da idioti, che guardano telefilm per i nerd sfigati come Daria? Ma poi chi cazzo sei e chi ti credi di essere per decidere dei cazzi degli altri? Non ho mai picchiato Daria né le altre stronze che mi hanno solo usato, punto!"

La luce intorno a Carlotta si intensifica sino a oscurare le stelle, come se volessero rifuggire dallo scontro che non può essere evitato. "Avevo immaginato che non ci fosse punto di ritorno, ma non importa. Per colpa tua io ho perso Belinda! Se tu non gli avessi rasato la testa non sarebbe cambiata fino a prendermi a muso duro e... left me. Ah, poi non so quanto ti possa interessare: io sono davvero lesbica, non ho preso in giro Edoardo perché ero insicura dei miei sentimenti; poi ho fatto chiarezza dentro di me e allora non potevo che lasciarlo, inutile avere una relazione a distanza. Col tempo mi ero innamorata davvero di Belinda, e di conseguenza l'ho punzecchiata ogni tanto solo perché fa parte del gioco del corteggiamento, compresa quella parte che feci anche davanti a te, durante il gioco della riga da oltrepassare. Ma sono very very sure che senza un'esperienza terribile come quella che gli hai fatto vivere avrebbe almeno accettato le mie scuse, mi avrebbe perdonata e io non mi sarei sentita male dentro per settimane! Sono venuta allo skatepark per vendicarmi di te per questo!"

Intorno a Claudio avviene un terremoto; le piastrelle di pietra si sollevano, intere e ordinatamente, come se fossero state smosse da un chirurgico carpentiere. Esse attorniano il corpo del ragazzo, fluttuando copiose.

"Pensaci bene, puttanella! Sei davvero sicura che la sfigatella ti avrebbe perdonata senza quello che le ho fatto? È davvero necessaria questa vendetta? Pensavi di potermi convincere con quella cazzata di prima per evitare le mie pietre? Se togliamo i poteri tu sei come tutte le altre!"

Apre la sua mano destra e allunga il medesimo braccio in direzione di Carlotta; una mattonella vola verso la ragazza, la quale piega il suo di braccio e provoca una scia iridescente che intercetta l'attacco, frantumandolo in mille pezzi.

Poi Carlotta apre bocca, polveri di stelle s'espettorano quasi ad essere espulse dal suo animo. "Non posso dimenticare che per colpa tua la madre mi abbia dato della delinquente! An infinite number of people⁵ mi ha dato del pavone, che me la tirerei, ma mai nessuno mi ha dato della delinquente; non userei mai i miei poteri contro chi non merita né andrei contro la legge!"

Allunga e accorcia con celerità entrambe le braccia a ritmo, da cui fuoriescono raggi di luce amamelidi; Claudio frappone dei frammenti di rocce estrapolati dal terreno, una serie di luminescenze attornia il suo corpo come se fossero esplosi fuochi d'artificio. "Dovresti prenderla con più filosofia, signorina, quando portavo la testa senza capelli mi davano del criminale, per non parlare di tutti gli idioti che pensano che lo skateboard sia da gente di mala strada!"

I due rivali si scambiano colpi a base dei loro rispettivi poteri per almeno un minuto, emettendo ogni tanto mugolii e gemiti. La fatiscente casa osserva silente ogni surreale mossa, come se avesse coscienza di poter essere completamente rasa al suolo da un singolo episodio.

During the mission mi erano capitate bestie che usassero le pietre o il terreno, ma nessuna di queste le usava con così tanta maestria! Rischio di farmi male sul serio, ma se voglio evitare che altra gente soffra a causa sua devo impegnarmi come quando affrontai il capo dei miei nemici! E prima o poi il marmo da cui trae i colpi dovrà finire; io invece non mi sono ancora stancata, mi ero allenata a lungo per mantenere attiva la luce.

In un momento in cui Claudio non sta lanciando sassi, lei cambia postura delle braccia in diagonale verso l'alto, e dal suo petto fuoriescono delle sfere d'energia; queste volano rapidissime verso le gambe del tarchiato, mancandolo.

"Sei già stanca, signorina? Guarda che poi il passaggio per tornare indietro non me lo dai tu, mi rubo la tua auto e chi si è visto si è visto!"

Carlotta dà una strana tendenza alle braccia, come a capovolgere l'umana possibilità, soprattutto alle mani. "Non ne sarei così sicura! Probabilmente pensi di avere a che fare con i mostriciattoli della tua missione, ma io sono meglio!"

Le palle energetiche si bloccano alle spalle dello skater, per poi schiantarsi contro la sua schiena. Molte di esse distruggono altri frammenti, altre lo colpiscono. Lui grida dal dolore, toccandosi la canotta da basket appena bruciacchiata. "Puttana!"

La ragazza non si perde in chiacchiere, continuando a fendere l'umida aria con le mani aperte, quasi a schiaffeggiarla. Il suo nemico indietreggia a ogni movimento di lei, il viso sempre più arrossato. Finché, con un grande sforzo, intercetta coprendo le guance con un paio di rocce. "Bastarda, questo è quello che fai ai maschi, vero? Fai solo soffrire!"

Avanza a passo sostenuto, mentre lo scudo facciale cede sempre più.

Le braccia mi cadono a pezzi, non ce la faccio più...

I ceffoni controllati a distanza terminano, e lui ne approfitta per lanciare i suoi scudi contro le scoperte ginocchia di Carlotta. Quest'ultima si protegge la sinistra, ma la luce non giunge in tempo sino alla destra; un fiotto di chermisi discende lungo la gamba sino alla scarpetta da ginnastica, non più diafana, ormai. Un verso di dolore segue fremiti nel ché del dirimpetto nemico avvicinarsi. "Puttanella, la canotta che uso per andare sullo skateboard me la pagherai il doppio!"

Infine giunge ad un solo centimetro da Carlotta. Indietreggia il braccio destro, chiude la mano a pugno e la avvicina pericolosamente verso la rivale; ma, mentre la colpisce con le nocche sulla guancia sinistra, sente lo stomaco come squarciato. Entrambi cadono a terra, lei stravaccata mentre lui inginocchiato.

That really hurts! I wish che l'ho davvero messo fuori gioco con quel pugno potenziato dalla luce! Otherwise potrebbe uccidermi davvero, non è come i nemici che ho affrontato durante la missione, è molto più resistente. I pugni non sono assolutamente il mio punto di forza...

Per circa un minuto l'unico suono udibile, in quel lugubre giardino, è il respiro affannoso dei due.

"Hai distrutto i bellissimi capelli della mia beloved Belinda... la devi pagare cara..."

"Ancora? Piuttosto sei tu che devi pagarla per aver fatto soffrire Edoardo!"

Carlotta alza le braccia dietro di sé e trova le recinzioni come appiglio; lui invece fatica a poggiarle a terra.

Una volta lasciata la presa dal mezzo di fortuna, lei allarga le braccia al massimo dell'elasticità, raddrizza il capo e la luminescenza del suo corpo assume maggior intensità. Grida come a voler farsi sentire sino ai quartieri confinanti, e la luce si diffonde a macchia d'olio, comprimendosi in un attacco che travolge in pieno l'intero corpo dell'avversario.

Una volta implosa la nebulosa gialla, la giovane si riaggrappa al punto sicuro, la cute madida e la chioma in disordine. Claudio invece si contorce su se stesso, i vestiti sdruciti e le ustioni di primo grado. "Che cosa mi hai fatto, troietta?"

Un minuto dopo si regge in piedi, si volta e sgretola con forza alcune mattonelle sotto di sé.

È finita, adesso mi spaccherà la faccia... sorelle lesbiche, perdonatemi se potete...

Le rotea attorno a sé: il suo cervello effettua uno sforzo sovrumano. "Carlotta... se non avessi fatto del male a Edoardo... forse ti perdonerei, ma ora hai superato il limite... Io ho ucciso qualche testa di cazzo, ma per te sarebbe troppo poco... Adesso mi prenderò cura del tuo viso, così nessun altro uomo vorrà neanche te, così come la sfigata che tu fingi di amare: non sei lesbica, chi ci crede?!"

Le rocce assumono la forma di una stalattite quasi decadente, che raccoglie prima che essa si frantumi al suolo.

Allunga il braccio verso l'alto, quasi un attacco terroristico ai danni di un bersaglio aereo. L'arma appuntita discende, ma si sgretola sfiorando la fioca luce di Carlotta. Un frammento finisce contro l'ampia fronte del ragazzo.

Dopo circa trenta secondi, la ragazza riprende quasi la calma. "Claudio, non volevo farti del male fino a questo punto, te lo giuro. Dovremmo essere alleati, brother e sister di una coppia di supereroi che difende la giustizia, ma tu mi costringi ad essere davvero la bad girl che distrugge la vita degli altri. Sei troppo pericoloso. Ti risparmierò anch'io, ma non ti posso lasciare a piede libero. I tuoi poteri non li vedrà più nessun altro, per molto tempo..."

L'amamelide verte interamente sulla mano destra, abbandonando il resto del corpo alla pura oscurità. La palla d'energia ricreata viene sospinta dall'arto sino al petto del nemico che, appena sfiorato, deglutisce e inspira sofferente. Poi cade, esanime, in un sonno profondo.

Carlotta si siede affianco allo sconfitto contendente, l'illuminazione corporale quasi svanita.


Claudio, con te ho sbagliato.

Sono partita attaccandoti, presa dalla voga della vendetta.

Credevo che vendicarmi per Belinda, e in parte per Daria, mi avrebbe aiutata a stare meglio, e invece mi sento vuota dentro.

Questa vendetta non era necessaria.

Tu volevi sfigurarmi il viso proprio come hai voluto rasarle i capelli, e ora capisco tante cose di te:

quando perdi il controllo tendi a voler distruggere chiunque ti provochi rage, ma non a togliergli la vita.

In fondo sei un bravo ragazzo, nelle tue tante macchie: l'ho capito mentre mi battevo con te.

Essermi privata dei poteri per qualche giorno, per toglierne a te per qualche mese, in fondo non mi pesa.

Una scusa in più per dipendere da me stessa, come un tempo.

Ma tu, ora, senza poteri avrai tempo per trovarti una ragazza che non reagisca negativamente agli influssi delle tue doti sovrumane.

E finalmente finirà il tuo circolo vizioso, che ti rende un pericolo pubblico.

Non ti stavo prendendo in giro su nulla, potevo davvero aiutarti...

E davvero sono lesbica.

Grazie all'anno sabbatico in Tennessee ho imparato a non tirarmi più indietro.

L'ho fatto due volte ai danni di Belinda e ne ho pagato le conseguenze.

Ora voglio usare i miei poteri per fare la cosa giusta, per raggiungere tutti i gay e tutte le lesbiche e aiutarli a fare coming out.

Viviamo in una società arrabbiata con se stessa, piena di pregiudizi, e io mi ci sono fatta trascinare come te, to wrong a lot.

Non sono una delinquente e voglio dimostrarlo proprio a partire da te.

Perché andrò a cercare altri che come noi sono stati scelti dal destino, e li aiuterò formando un gruppo.

Sono sicura che l'entità che abbiamo conosciuto sia andata incontro anche ad altre persone...

Somewhere in the world.⁹


Perché sto avendo pietà di te,

nonostante tu volessi farmi qualcosa di peggiore del femminicidio?

In fondo non lo so neanche io.

Ma di una cosa sono sicura:

se un giorno tu venissi a cercarmi...

Io sarò pronta per battermi di nuovo!


See you around, alligator...¹⁰




¹ "E che cosa ci fai qui?" in inglese

² "Sconosciuto-a" in inglese

³ "O qualunque cosa sia" in inglese

⁴ "Non so come, ma" in inglese

⁵ "Un numero infinito di persone" in inglese

⁶ "Fa davvero male! Mi auguro (oppure spero)" in inglese

⁷ "Rabbia" in inglese

⁸ "Per sbagliare molto" in inglese

⁹ "Da qualche parte nel mondo" in inglese

¹⁰ "Ci vediamo in giro, alligatore" in inglese

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