Sunbür: La Disperazione della Salvezza [Sfida Scrittura Creativa @MaidireTEAM]
La regola di questa sfida consisteva nello scrivere, con al massimo 2000 parole, una storia basata sull'immagine in alto con finale e messaggio morale annessi.
La salvezza non conoscerebbe tristezza;
La disperazione non conoscerebbe contentezza.
La disperazione può specular gaio;
La salvezza può specular fio.
L'amicizia arde come il più scoppiettante dei bracieri;
L'inimicizia frantuma come i più cristallin vitrei.
Cosa vi è,
quando gli ellissi del fato rilasciano fuoco e fauna liberi di bramar,
là dove tutto perduto è,
per color triangolati dal non ritorno di valor animati?
Fameliche natural fauci attanagliano, coi lor torreggianti arbusti atri, l'intera zona circostante. Esse si scontrano, in una ballata delle più grottesche, con un corso d'acqua putrescente, il qual ondeggio aggrazia le due figure in penombra.
Il remo poggia cantilenante il suo lembo, quasi a chieder venia agli abissi di quel fiume senza fondo... o meglio, la mezza-luna intimidita dall'etere sembra così saggiar.
"Dove mi stai portando?" Il tacito è rotto dall'affranta voce femminile.
"Lo scoprirai fra molto men ché un fioco¹, anche se io non ne sarò testimone". l'atona risposta è inquietante quanto le labbra screpolate; frattanto le iridi, scure come le mura di un forte sotto assedio, si focalizzano sul posteriore della gongola.
Un crin setoso, del men rigoglioso grano quasi ingurgitato dai tassi, ricade lungo un'immacolata piana di cute, carponi.
No... non devo ricordare, non posso cedere proprio ora ai sentimentalismi..!
I crateri di zigomi violacei si specchiano con la coppia di un profondo castagno, come innaffiato da una distesa d'Oceano Nero² per ininterrotte ore.
Perduto nell'illusion di carnal piacer, nei meandri del tempo che mai indietro torneran, non vien neppur rinsavito dai flutti di un'altra imbarcazione.
"Ignis Bringer... perché mi guardi intristito?" il mieloso sonetto non conosce rima. Il reciproco contatto visivo svanisce insieme alle polveri di stelle a cui sono ridotte le gioiose rimembra.
Al prominente cozzo ligneo, il caliginoso abito da druido dell'uomo dinnanzi scivola inesorabile. Gentil lineamenti, accarezzati da una sbarazzina chioma dorata, frammista un armonioso viso elfico con l'erculea virilità; la striminzita pettorina di cuoio adorna i muscoli scolpiti, figli di mille battaglie ed eroiche gesta; i gambali in metallo si rifiutano di sigillare i marmorei quadricipiti, intimoriti dalla volontà di scendere in guerra come al cospetto di Ares.
"Libra Sornis..." china il capo in segno di ossequi. Tuttavia, l'ampia fronte biancastra, celata d'increspar corvina vittima d'aratur'abbandonata, tradisce la palesata freddezza.
"Amico mio, quanto tempo sarà passato? Perché sei così formale, lo sai che con me non ce n'è bisogno". un sorriso brioso dipinge il suo viso come pennellato da un bonari'artista.
"Il luogo stabilito è più avanti!" la gelida affermazione rabbuia le sinor splendenti cerulee oculari.
"Ordini dall'alto, Ignis Bringer. Null'altro ti è dato sapere. Tranne la mia parola d'onore che la donzella che hai volentieri scortato verrà trattata al meglio sino a destinazione". la pronuncia mistica, trangugiata dall'inevitabile appiattimento, segue un elegante porger mano alla giovine; tremiti avvolgono ella.
Il robusto avambraccio latteo si scontra con un altro, meno chiaro ma più avverso. "Non osare toccarla!"
Femminil stridìi sembrano arbitrar l'inevitabile ostilità tra i due uomini. Libra Sornis retrocede di due passi, portando cantilenante il braccio sinistro verso la schiena. "In nome della nostra vecchia amicizia, della nostra passata fratellanza dentro e fuori il campo di battaglia: non costringermi a farlo!" la decisa minaccia cela malamente la supplica.
"Non capisci che ormai l'ordine dei difensori del mondo è corrotto? Qualunque comando venga da loro non può essere affidabile. Vi siete rassegnati con un trattato con i figli dell'oscurità! Tutta una copertura per non ammettere che vi siete sottomessi a Meinsmuya, la lussuriosa peccatrice che un tempo era al pari dei comuni umani, ascesa a regina degli Inferi per invidia verso..." Ignis Bringer ha un attimo di esitazione; un conato sembra quasi infettare l'armatura in metallo dalle interiora, "... una dei nostri! Ed io dovrei eseguire un vostro schema?"
La cordialità abbandona totalmente l'interlocutore, l'ampia fronte corrugata come la vetta di uno scabro monte dalla sciolta nivea. Sguaina una scimitarra dalla poliedrica sfera incastonata nell'elsa. "Giudichi i tuoi vecchi compagni d'armi, quando proprio tu ne sei la causa? Ignis..." arrocca la voce, schernente, "volevo dire Igrea³ Bringer, lo spietato guerriero che con le sue fiamme nere ha ignorato il patto di non aggressione tra noi eletti dagli esseri superiori! Hai attaccato la nostra campionessa Eephrixia a cui dovevamo innumerevoli vittorie; hai esorcizzato lo spirito della sua sfera e hai provocato l'apocalisse: il Sunbür!" Celere, allunga la lama verso il nemico con una sferzata; egli schiva, retrocedendo piegato sulle ginocchia, nel mentre della mano destra sul manico di una spada infoderata.
Nelle lor menti, i lacrimanti della ragazza ovattati ormai, son.
Libra Sornis pianta salde le gambe sulla barca e lancia un affondo; ma, fulminant'estratta, l'arma di Ignis Bringer svela la sua imponenza: contrappone con l'ampio forte dello sterminadraghi. Le sinor silenti acque sembrano rinascer dal lor eterno torpor.
Ira è il nome di colui che difendendosi sta; l'alizalina della sua sfera brama il sangue di sorella poliedria.
"È così allora che si dice nelle vostre marce terre?! Mi avete persino disconosciuto ciò ché voi stessi avete fieramente proclamato... E per cosa? Perché ho dato a quel che una strega come Eephrixia merita?! Non me ne importa nulla che abbia da sola smezzato parte dei patroni dell'oscurità," la maschia tonalità s'innalza sino alle grida, "perché lei mi ha tradito per un altro guerriero! E la tradigione è da rogo, fino a contrario emendamento!"
Il mezz'elfo non accoglie lo sfogo, né la diga si rifiuta di redarguire lo straripo. I due combattenti, quasi come rassomigliati da uno specchio, innalzano le loro lame per un attacco dall'alto verso il basso. L'intera foresta trema dinnanzi il contatto ferroso; frasche di mirto rassegnate alla lor separazione dai ram morenti.
Lo stallo dell'armi riapre il dibattito. "Perché non chiami le tue gesta per quello che sono, guerriero del fuoco? Vendetta! Quando tu sapevi da sempre che la vostra relazione vi era stata imposta. Dovevate apparire uniti per incutere il terrore tra ogni maligno essere: il fuoco e il sole, quale migliore accoppiata? Hai giurato fedeltà alla causa nel momento in cui hai toccato per mano quella sfera, sapevi che ogni cosa dicessero potesse essere usata contro di te a costo del bene del mondo! Se tu davvero avessi tenuto al bene di tutti, avresti dimenticato Eephrixia... no, Helen!"
Ignis Bringer sobbalza a quel nom d'amor puro, ma non interrompe la disquisizione del contendente. "Le voci a palazzo giravano ma tacitavano su come t'umiliava. Dunque, se davvero la amavi, ma volevi smetterla con quel supplizio, potevi richiedere dopo mezzo estron⁴ di dividervi, così da lasciarle godere dell'amore deviato che aveva per il padrone del vento; che tu hai ben pensato di assassinare con quella farsa di duello... ripeto, per vendetta. Sarebbe stato mille volte meglio solo questo e poi andare nell'eterno esilio, che spegnere il sole e tutto ciò che lei avesse di caro, anche la sua famiglia, oltre che adulterare altre donne. La vendetta porta solo ad altre vendette, per questo..." indietreggia, ponendo fine allo stallo e ingentilendo la voce, "Daniel, ho capito che vuoi risparmiarla perché somiglia ad Helen da adolescente... quando ancora ti trattava come ogni amante meriterebbe. Orbene, consegnami questa donzella: seppur conscia di ciò che ha fatto, l'abbiamo spaventata già abbastanza. Te lo giuro, non è per l'ordine ma per me stesso; ho smesso di lavorare per loro, dunque la salverò dalla tragica sorte che non vuoi siglarle".
Lo sterminadraghi dello spadaccino, sinora vegliante, si trasforma in un incandescente pilastro che sembra squarciare il cielo e provocare siccità; i muscoli irrigiditi al pari di una quercia secolare; cornee e orecchie fumanti come un vulcano attivo.
"Finora ti ho lasciato parlare, Atras, ma hai dimenticato forse quante donne hai ammaliato e deluso, e quanto desideravi essere al posto mio con Eephrixia sotto le lenzuola? E sei sicuro che non avresti scagliato la tua furia della natura contro chiunque dei nostri commilitoni che, ipotizziamo, avrebbero toccato tua sorella? So benissimo che hai messo a soqquadro la città angelica di Nornias, d'altronde popolo nostro alleato contro i figli dell'oscurità, solo per ritrovarla... Nonostante fosse sotto la protezione della sua migliore amica e sovrana".
Libra Sornis ghigna copioso, come se il suo sferico artefatto avesse anche il dono della veggenza. "Quante altre volte dovrai tirare fuori questa leggenda peggio narrata della tua? Perché non lasci vivere ad Helen il resto dei suoi solitari giorni fin' a vecchiaia? Lasciale sognare d'essere ancora in compagnia dei suoi affetti, al posto di bruciare la barca sotto di te; altrimenti annegherà non solo questa sua sosia impaurita, ma anche la tua sete infinita di fuoco che ti offrono i roghi delle salme delle miscredenti, di cui approfitti per accrescere i tuoi poteri". Allarga le braccia sino ai massimi sconfini, la luminescenza dai mille colori imperversare dalla scimitarra. Dalla riva giungono rampicanti, sinor braccia lignee appartenenti alle torri di fauna.
I denti del guerriero avvolto dalle fiamme si spalancano come quelli di un vampiro pronto ad azzannare l'ammaliata prescelta. "la tua spiritella Villitrix è morta, così come il mio spirito Drico, lo si vede da quella rocca laggiù dove avresti dovuto essere! Ma sei comunque svantaggiato: finirai incenerito prima che quei giocattolini possano toccarmi!" Porta la spada alla sua sinistra, pronto ad un roverso tondo¹¹ che fenderebbe il Creato, tutto.
"S-signore, Ignis Bringer è-è stato gentile con me..."
Le fruste posano leggiadre sulle calme acque; l'imperioso fiammeggio estinto dalla prona innocenza: la ragazza ha pronunciato parole di miele intorno a un prato rinsecchito... proprio come i meri stracci che la deturpano.
Atras replica, stentato. "Cosa stai dicendo? Lo hai sentito tu stessa che non ha negato gli empi di cui si è macchiato..."
L'innocenza consegue, balbettante. "Non-non sto mentendo, lo g-giuro. Mi sono concessa a lui spontaneamente. Nei mi-miei otto estron non ho mai incontrato una persona che mi difendesse dal mio patrigno... Mentre mi picchiava per avergli disobbedito, lui non ha esitato ad ucciderlo per salvarmi. Quello che ab-biamo vi-vissuto è st-stata la cosa p-più bella che mi sia capitata in tutta la vita... Ma lui non può tenermi con sé, altrimenti di certo non avrebbe viaggiato sin qui per incontrarla..." Le lacrime rassomigliano a rugiada di secoli or sono.
"Per questo, la prego di lasciare Ignis Bringer... la libertà di uccidermi! Non voglio più udire di assassinii, annusare odore di morte, tremare dall'ansia per la venuta dei non-morti..."
Si dice che sotto gli occhi attoniti del migliore amico che fu, il patron del fuoco prese in braccio la martire.
Divenne una palla di fuoco che volò come una stella cometa, per regalar ultimo gaio a colei che per un pugno di fiochi, amato lui ha.
Il gaio un fio;
Il fio una voce,
riecheggiante nel cobalto,
gemente di brucior.
"Gratias tibi! Ut ignis vester unus dies purificet mundum¹²"
La disperazione,
nella salvezza del tocco della morte,
in quel fin di mondo,
sta.
¹ Immaginaria unità di misura del tempo che corrisponde alla breve durata della luce in alcuni punti del mondo.
² Un mare ai confini orientali del mondo, anche conosciuto come "Black Merth", annerito in seguito alla tragedia del Sunbür.
³ termine immaginario, ibrido tra "fuoco" in latino e "nero" in greco.
⁴ Immaginaria unità di misura del tempo che corrisponde a circa ventidue mesi.
¹¹ Gergo tecnico del combattimento all'arma bianca, che sta ad indicare un attacco orizzontale da sinistra verso destra.
¹² "Grazie! Che il tuo fuoco possa un giorno purificare il mondo" in latino.
One shot vincitrice del contest "Sfida Scrittura Creativa" del MaidireTEAM
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