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Le Parole del Fulmine - Tappa 1 [Contest Pasticceria Creativa @Ciambella198]


La regola di questa sfida consisteva nello scrivere, in base a una traccia tra cinque selezionabili, le prime 500 parole (al massimo 550) di una one shot che sarebbe stata composta poi dalle successive quattro tracce, selezionate in ordine sparso per ogni partecipante dall'organizzatrice.

La traccia selezionata era "Che Cosa Disse il Fulmine?"

 Dunque, al momento della scrittura di questa prima tappa, nella mia mente non c'era ancora l'andamento effettivo dell'intera vicenda.


ATTENZIONE: se il linguaggio dovesse risultarvi troppo difficoltoso, saltate le 5 Tappe e leggete "Le Parole del Fulmine - Versione Linguaggio Semplificato". Si trova dopo la Tappa 5 di "Le Parole del Fulmine - Contest Pasticceria Creativa @Ciambella168"



Il fulmine è potente,

prepotente,

impetuoso,

imperioso.

Portatore di distopiche nubi,

sventure,

destini nefasti...

Ma qualcuno ha mai provato a udire la sua gemente voce?

L'incuria d'esser scagliato,

la paura di spirar,

il timor prim'ancor di pronunciar:

Per savio piacer m'innamorai,

per onor grezzo vissi,

per numen¹ capriccio mi sacrificai?


La sbarazzina capigliatura come il castagno giace inerme contro la pluvi'aria. Le robuste mani dipingono l'altera rupe, sminuendola quasi, premendo contro una katana degna del più valoroso dei samurai.

Aiutami, Muriaykin, dimmi cosa devo fare...

Accarezza una sfera di pur'ametista, incastonata all'interno dell'elsa.

Un fulmine proveniente dalla coltre di terracotta, che sembra voler frapporsi al libero arbitrio dei cieli, rovescia tutta la sua prepotenza, irradiando il suo circolar vettore in un violaceo poliedro attorniato dal turchese.

Le rocce tremano al cospetto del forte della lama la quale, quasi ad esprimere radiante libertà contro un'antica prigionia, provoca il lor scricchiolio.

Nel prescelto della via dell'aiuto s'innescano memorie di un arrivo in... un posto – o un mondo – di cui neanche lui ancor consapevole, è.

Era ai margini di un sentiero boscoso, limitrofo di una speculare riva d'alto mare. Un vetusto mausoleo, in pieno stile greco, sembrava quasi assistere a quella prima, indimenticata tragedia. Silenzioso, non osava ovattare gli strepiti inneggi dei compagni del neo-eletto.

Giovini come lui spaventati come infanti, donne paralizzate dal terrore: entrambi alla ricerca spasmodica delle men perigliose retrovie.

Non era in grado di impugnare efficacemente la katana, eppure il fulmine gli donava istruzioni chirurgiche, quasi un copione da rispettare su di un palco da teatro... di quelli drammatici.

Il primo abominio si fece avanti. Il neo-guerriero allungò le braccia e strinse l'arma a due mani, per poi rotearla da sinistra verso destra, sbilenco. Il grigiastro fu diviso in due, dal fianco destro al petto sinistro; pochi attimi per udire il suo lamento belluino.

Mai più vorrebbe rimembrare gli stridìi delle ragazze, soprattutto quelli della sua nuova fidanzata.

Due nuovi nemici si precipitarono, ardendo vendetta contro l'intruso. La sfera ametista risplendette, quasi un'incursione punitiva contro ciò che appestasse la zona altrimenti tranquilla. Una saetta circondò il ferro pregiato, appena forgiato a nuova vita; fu poi lanciata contro i semi-umani privi d'empatia.

Le polveri non ebbero neppure tempo per essere ossequiate dal Maestrale, che altri cinque simili uscirono allo scoperto.

Lui temette la fine, quando dal nulla sfrecciò, a falcate talmente leste da sembrar quasi invisibili, una figura dai lunghissimi capelli corvini, bramanti il sangue dei predatori. Si trasmutarono in micidiali lame affilate, silenti e indolori; neppure i lor bersagli poterono rendersi conto di cosa li avesse condannati all'eterno oblio.

Ricolma di chermisi, la misteriosa ragazza voltò lo sguardo, risaltato da iridi acquamarina che sembrassero reclamar l'ira di Poseidone abbattutasi in terra ferma. Non rispose allo smunto ringraziamento del nuovo spadaccino, dileguandosi nella fitta vegetazione.

Perché mi hai mostrato tutto ciò?

Quella domanda non s'ha da ponderar. Alle sue spalle irrompe una voce...

tutt'altro che amichevole.


¹ Volontà divina in latino



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