La Profezia della Fenice [Parte 2 - La Rinascita della Fenice]
Eilidh si dirige verso Parmkutalka a grosse falcate, nel mentre di ricordi che riaffiorano.
"Mikonos, dove mi stai portando? Non avevi detto di volermi aiutare con gli allenamenti?"
"Ora vedrai, Eilidh, gli allenamenti non scappano".
Esili piedi ne seguivano due più robusti tra frasche e cespugli; una mano ossuta era tenuta salda da una più larga. Finché lasciò la presa e la passò lungo un liscio ciuffo corvino.
Fieri occhi, scuri come una quercia durante una pioggia, fissavano una boa mentre si dissetava in riva ad un ruscello.
Eilidh gridava impaurita, e così fu attirata l'attenzione del rettile su di lei.
Il suo codino marrone ocra svolazzava, accompagnato da grasse risate del bambino. "Ma è così bella, volevo fartela vedere ma tu l'hai spaventata. Ora allenati con lei, uccidila". un sorriso sornione si levava tra la giovane voce.
"Ma io sono disarmata!"
"I tuoi allenamenti sono così duri che avrai sicuramente la forza di soffocare questa boa, dai. Tanto non è velenosa".
Eilidh non ebbe il tempo di volgere lo sguardo verso il nemico, che codesto s'avvolse lungo la sua vita. Lei si dimenò, lo afferrò per il corpo e la lotta per la sopravvivenza durò un minuto circa.
Quando la bambina diede segno di cedimenti, Mikonos intervenne: concentrò tutti i muscoli delle braccia per liberarla, e in pochi secondi la boa si staccò e fuggì.
"Mikonos, oggi sei diventato pazzo!" Le lacrime scorrevano copiose sul suo viso.
La risposta fu una risata pregna di fierezza. "Non sono impazzito, volevo solo aiutarti con gli allenamenti, anche se non ce l'hai fatta sei stata comunque bravissima..." l'abbracciò con forza, "dai, ora torniamo indietro e continuiamo ad allenarci con le spade di legno. Diventerai così forte che al villaggio si sbalordiranno tutti! Anche tuo padre che pretende sempre troppo!"
Dopo mezz'ora di passo spedito, Eilidh giunge al villaggio. Lungo il percorso verso casa un mulinello di grigiore si leva sino al ceruleo confine... pari solo al terrore che lei prova. Dalle case in roccia e legno si staccano balaustre d'arancio fumante.
Non è possibile, le nostre case sono fatte di un legno che resiste ad ogni magia di fuoco. Chi può aver bruciato l'intero villaggio?!
Inizia a correre. Nel ché dell'Inferno sceso in terra, sgrana gli occhi dinnanzi un'anima schiacciata da macerie... che forse è davvero agli Inferi, in questo momento.
"Oddio, Bart! Non meritavi di morire, stavi progettando il matrimonio!" stavolta la voce adulta di Eilidh non si risparmia.
Continua con le sue celeri falcate, ma esse si mescolano ad una continua scoperta di volti familiari... non più in questo mondo, ognuno trafitto da un'arma da taglio. La sua resistenza al fuoco non salva il suo cuore spezzatosi infinite volte.
Infine giunge al cospetto di casa sua: quella del padre, capo villaggio di Parmkutalka... o meglio quel che ne resta.
La porta d'ingresso è aperta, hanno attaccato anche qui!
Intercorre tra il legno che ormai è una tavola in fiamme e l'ingresso. Davanti a lei c'è una scalinata dai pioli distribuiti diagonalmente, rotti, e alla destra uno stretto corridoio. Da questa direzione viene spaventata dall'esplosione di un pregiato vaso di porcellana.
Dopo pochi secondi non demorde e si dirige nel corridoio.
"Papà!"
Gira l'angolo e si ritrova in una camera da pranzo. Vicino ad un largo tavolo rettangolare, dalla bianca tovaglia ormai bruciacchiata, trova il corpo di un uomo robusto, l'ispida barba rivolta verso il soffitto.
"Papà, come stai?" Prende d'istinto la testa per la sua mano destra, alzandola delicatamente per la nuca.
"Eilidh, ci hanno attaccati di sorpresa..."
Non appena lui apre bocca, lei scopre con orrore di una profonda ferita all'addome. "Papà, parleremo dopo, ora corro da un medico hai bisogno di cure urgenti..!"
L'uomo risponde con voce roca. "No, ormai è tardi... figlia mia, ascoltami attentamente. Sono stati il clan del drago di Fuoco... hanno rotto il patto di non aggressione che avevamo da un secolo..."
La voce della ragazza è di già lacrime senza controllo. "Perché avrebbero dovuto farlo? Ero andata da loro la settimana scorsa per porre gli omaggi, c'eravamo scambiati i viveri..."
"Non lo so..."
"Dov'è Mikonos? Ho trovato tutti morti tranne lui..."
"Non so neanche questo... forse è partito per una missione, comunque adesso ascolta... perdonami se non sono stato un buon padre, se ti ho trattata più da guerriera da addestrare che da figlia..."
"Papà, non dire questo..."
"Mi sono comportato così perché in cuor nostro sapevamo noi tutti che sarebbe arrivato questo giorno..." espettora un grumo di sangue, "Concentra tutte le tue energie, diventa la Fenice e fa sì che la Profezia si avveri... sconfiggi quelli che da sempre sospettavamo essere malvagi... fai vivere l'essenza del clan della Fenice... Vendicaci..."
L'uomo spira.
Le lacrime di Eilidh perforano la coltre grigia emanata dalle fiamme, un ultimo abbraccio ad un padre che in cuor suo ha già perdonato.
Dieci minuti dopo, la casa inizia a crollare, ma Eilidh è già fuori. Il suo corpo freme: I quattro venti si concentrano su di lei, il fumo è intimorito da ciò che le è innato... ciò che suo padre, anzi tutti in Parmkutalka, hanno sempre creduto. Flemme rosse danzano vorticose tra l'ormai modular corpo... sempre più belluino, sempre tutto fuorché umano. Aura corvina si stacca dalle spalle come corvi bramanti il cielo che vogliono tingere di una sola e unica cosa: vendetta!
La Fenice... è infine rinata.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro