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La Corruzione di Frencyrian [Ultima Parte - La Sylvie Macchiata]


Viene raccolta e accompagnata per mano, le olivastre spalle scolpite a stento ricoperte da un maglione cinabro. "Con chi stavi parlando al librafono, perché non mi hai aspettato fuori la porta della stanza?" la ramanzina ha una voce profonda ma non intimidatoria.

"Non ti avevo visto e sono andata da un'altra parte ad aspettarti, lo sai che molte valchirie e spadaccine hanno un librafono personale, che c'è di strano?" tenta di rimanere calma, quando le immagini di lui con Eephrixia martellano la sua compostezza.

"Sì, voi donne e i vostri segreti..."

La suadente affermazione sopisce la malevola di Sylvie. Effettua un delicato cenno di lasciare la sua mano sinistra, accelera il passo e finge di acconciarsi lo scollo e la chioma.

"Sì, i nostri segreti non vanno detti a nessuno. Ma oggi tu potrai scoprirne qualcuno." è più lasciva possibile, più di quanto abbia fatto con giovani soldati convinti di poterla sopraffare in allenamento.

I due giungono alla volta di una robusta porta in legno mogano, ornata dell'emblema dell'Ordine di Frencyrian. Lui la invita ad entrare e lei, intercorsa la rientranza, non scruta l'ampia stanza polita e ordinata... tant'è ispirata dal mettersi in gioco: lentamente solleva il braccio destro, si sfila la rispettiva spallina per poi ripetere con l'altro lato, cantilenante.

Si volta verso l'uomo, il viso scarlatto pregno di malizia, la pelle fasciata unicamente da un intimo a due pezzi bianco e nero; la Shvinbrüer scivolata lungo le mattonelle talpa. Solleva la gamba destra sino a piegarla; struscia la medesima mano sulla coscia. "Queste però devi toglierle tu, altrimenti che cavaliere del regno sei?"

Vintrius si avvicina verace, ma dalla tasca estrae una sfera verde più luminescente di uno smeraldo; da essa si orde un bastone avviluppato da folate di vento.

Nello stupore di Sylvie, il suo addome viene travolto dal lembo dell'arma: un affondo tutt'altro che gioco sessuale.

Il respiro mancante, i gracchi più prominenti della sua normale voce; le farfalle nel suo stomaco come private del loro volo verso la libertà di puro piacere... col terrore di discendere sino agli Inferi.

"P-perché?"

"Sei una spia dei figli dell'oscurità!"

Com'è riuscito a scoprirla? Neanche un secondo di più per domandarselo: il guerriero allunga il suo braccio sinistro, apre il carnoso palmo e lo schianta contro la guancia destra per tre volte.

Lei cade battendo la testa sul parquet, rosso come il suo viso prossimo ai lividi.

Lui evoca una spirale di vento che si suddivide in tre meno voluminose. Due di esse assumono la forma di corde, che vanno a legarsi tra i polsi di lei e il soffitto arancio.

"Sei uno... s-stronzo..."

Il guerriero ignora ogni successivo insulto e, apprestandosi alla porta, batte con tre pugni talmente roboanti che sembrano abbatterla.

"Avevi detto che... mi avresti accompagnata per tutto il palazzo, i giardini... voi uomini fate tutti schifo, sapete solo..." il terzo grumo d'aria sfiora le sue labbra carnose.

"Adesso possiamo parlare! Io non ho mai detto di volere certe cose da te, volevo solo allenarmi per migliorare la mia tecnica perché tu eri brava. E anche tu sei migliorata molto, dovresti ringraziarmi..."

Sylvie attenta un'incuria, ma la sua orale è una centrifuga di magia dal sapore acre e dalla perpetua bava colante.

Lui circumnaviga la prigioniera, silente, per poi poggiare il bastone sul letto matrimoniale dalle leggere coperte color pesca. Per poi agguantare la sua maschera e rimuoverla dal viso.

La ragazza trasale. Un fosco manto di ricci castani sfiorano un volto per metà olivastro... metà rassomigliante una statua d'argilla, imbrunita sino all'antracite.

"Io sono nato dall'unione di un'umana e un originario dell'oscurità, sono un mezzo sangue Paüric. Tu lo sei solo di nomea perché unisci poteri della luce a quelli dell'oscurità quando attacchi. L'ho capito allenandomi con te, ma anche perché Eephrixia ti tiene d'occhio da quando ti baciò quel giorno: qualunque cosa lei tocchi in presenza del sole, diventa sua capacità vegliarne sino alla morte, e quel giorno voi eravate nel ciglio di un'ala del palazzo, proprio dove il sole sfiorava le pareti. Poi, quando io e te ci siamo incontrati nel bosco, hai detto Esperanza, dunque abbiamo avuto una traccia da seguire sul tuo passato. E abbiamo scoperto che sei una spia, ma la sua ossessione per l'uguaglianza nel mondo tra ogni essere vivente ti ha risparmiata. Lei sapeva che saresti venuta all'appuntamento con me, abbiamo organizzato tutto così che tu potessi sentirci. Ma ora lei è convinta così come tutte le guardie allertate che tu morirai per mano mia. Ma io non voglio ucciderti, o meglio non lo farò se tu mi aiuterai ad attuare il mio piano. Nel frattempo tu dovrai rimanere qui perché la tua stanza è al setaccio... e tranne che per pochi uomini e donne a me fedeli, tu sei ricercata viva o morta. Avrai libri, svaghi, cibo in abbondanza ogni giorno, anche un'arma con cui tenerti in allenamento; ma Shvinbrüer è sequestrata, deve tornare dove io e il tuo Ron l'abbiamo rubata. Lui ti ha ingannata, ti ha solo usata per avere quante più giovani adolescenti tra le sue fila, non per la mia ribellione, e soprattutto non ti avrebbe mai concesso un duello col portatore di Neo-Excalibur! Lui è in un luogo lontano milioni di mitron da Frencyrian. Ma non mi interessano i suoi rapporti con Meinsmuya o con gli altri oscuri, io non voglio far prevalere l'oscurità ma solo una monarchia più giusta: voglio la perfetta unione tra i quattro venti! Luce e oscurità hanno solo portato guerre inutili, io voglio debellarle per sempre! Inoltre, io tratto tutte le ragazze che alleno al pari, niente sesso, Eephrixia è la mia fidanzata ma sa che vedo altre ogni tanto... per coprire la sua falsa relazione col prescelto del fuoco. So che sei delusa e non ti biasimo, ma se mi aiuterai a prendere il potere, quando sarà il momento... ti garantisco un posto speciale tra le mie fila, ben migliore di quel che potrebbe darti un cuore sincero; perché voi donne non siete molto diverse da noi uomini: dici che siamo tutti stronzi, ma voi donne non potete giudicarci finché approfittate della nostra presenza e vittorie in combattimento per farvene un vanto!"


I fiochi si susseguono, per poi innumerevoli tramonti. E un estron, due...

La migliore amica di Sylvie è oramai la scrivania in un legno di noce, dai fogli di carta ove appuntare tutto.

Devastata dalla monotonia, delusa da ogni essere vivente del creato, incapace di gridare il proprio dolore se non al di là di quella minuscola rientranza quadrata. I propri rimpianti, i propri rimugini...

Sfruttata da ogni essere umano, persino il Ron che tanto amava.

Cosa voleva dirle lui quel giorno? Che la ricambiava ancora? Che fosse tutto parte di un piano più grande come disse Vintrius?

Costui le mentì quando la lasciò libera da quell'infernale folata davanti la bocca?

Da allora non ha più avuto sensazione di peggiore soffocamento se non quelle della libertà privata... e sono ormai apparse rughe sul volto.


Quando un dì si leva, in ogni angolo dei cieli, un poliedrico mantello e polveri di stelle, più suggestive di un'aurora boreale.

E il sole non è mai più sorto.


Da parecchi, equivalenti circoli della stella scomparsa, alcun'anima viva ha più fatto visita quello stanzino.

Sete e fame hanno inabissato la donna, prossima alla visione di Ron e Vintrius.

Quando un boato rilascia schegge di legno e mura ormai decrepite.

Una donna equipaggiata di frammentaria armatura a scaglie, quasi svestita e provvista d'ali demoniache, si erge alla presenza della moribonda.

"Sto per venire da te, Mia..."

"No, Sylvie, tu non morirai. Sono davvero io, ma non Mia, quel nome non esiste più. Ora sono a tutti gli effetti Meinsmuya, la più grande sovrana che gli Inferi abbiano mai avuto!

Pensavo di lasciarti morire perché quel maschione di Ron non mi è mai piaciuto, non sa neanche come scopare decentemente.

Meritavi di morire anche perché hai fatto credere a tutti di volere Neo-Excalibur. Ma tu in realtà vuoi l'Anello del NabboLungo... il mio anello!

E sei fortunata! Estron fa ha dato il suo testamento:

Un giorno, se dovesse succedermi qualcosa, l'Anello vorrà te!

Perché spifferando a Ron che quella strega buona e il bel venticello stavano insieme, hai dato modo al padrone del fuoco di infrangere il patto di non aggressione tra gli eletti. Così lui ha privato il mondo del sole, ostracizzando quella pietosa esserina che viveva nella sfera arancione. Eephrixia è ora prigioniera nel mausoleo dove i suoi simili si allenavano e non può fermarci. Il mondo è nostro!

Ah, questa porta ho potuto distruggerla solo ora perché Vintrius è morto per mano di Ignis Bringer. Sai, quando gli ometti fanno a pugni per noi donne... anzi, voi donne, io adesso sono un demone superiore. Ma anche se io fossi ancora umana... è ugualmente facile sedurli quando sono focosi, io non ho fatto niente di eccezionale.

Se tu mi aiuterai a combattere gli esseri umani e le razze nemiche rimanenti, e a fornirmi di interessanti schiavi, io ti aiuterò a cercare Ron.

Ma non so se lui sia ancora vivo; e la nostra cara Veronica non vuole più vederlo tale, non lo ricambia più...

E altro problemino: le strade magiche che collegavano i quattro continenti, ora sono... un po' impraticabili.

Ma ora alzati e vieni! Voglio darti il benvenuto nel mondo che tu stessa hai creato:

Il Sunbür, il fuoco che si è fuso al sole e lo ha oscurato!





La Corruzione di Frencyrian si è aggiudicata la vittoria al contest per cui è stata ideata: Scrittura Creativa+Scambio Lettura di dreams_in_letters


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