L'Oscura Tigre Palmare, Fenditrice dei Cieli Oscuri [Parte 2]
Un frastuono ferroso, artigli d'acciaio angustiano antracite argillosa. I passi retrocedono con l'aumentare della burrasca di affondi. Un ruggito di tigre si eleva tra il difendente e le spirali biancastre: un rovescio di spada che decreta il suo volere, provocando esplosioni tra le simil-alghe marroni.
"Kusaru, stai bene? Oggi la tua invalicabile conchiglia di tartaruga è messa a dura prova..."
Essa svela un paio di occhiali dalle rocciose placchette, immerse nel ché d'opalescenti lenti. "Taigrya! Grazie mille, ma perché fai questo? Non penso di meritare il tuo aiuto, se non per una semplice strategia atta alla sopravvivenza..."
Il sorriso di risposta è stavolta calmo, corolla surreale di un campo di battaglia. "Forse non hai torto, tu non meriteresti questo, ma io te l'ho detto tante volte, voglio essere tua amica, kh! Quando ne avevi l'occasione potevi abbandonarmi, ma non l'hai fatto..." sogghigna, ma priva di malizia, "Ti lascerei friggere se non fosse che le tue strategie ci tirano sempre fuori dai guai, ma tu sei rimasto fedele a ciò che mi dicesti. Dunque l'ultima linea di difesa che para il sedere alla tua freddezza la meriti, anche perché senza i tuoi complimenti come le tiro fuori le unghie retrattili? La tua Ranmaru non ti tradisce, non è Mitsuhide¹!"
"Non dimenticherò mai che confusione ci fu in classe quella mattina, caro nonno. Dovettero portare Amistrian in infermeria, tremava tutta e non smetteva di piangere. Io me la risi di gusto, perché l'ultima cosa che disse confermò che lei è stata bulla di altre ragazzine indifese. Tu mi hai sempre insegnato che la forza va usata per le cose giuste, tra cui difendere i deboli, quindi spero davvero di non essere venuta meno alla visione che mi hai illustrato del Bushido. Se quando uscirò da questo meraviglioso tempio shintoista ci sarà una tempesta, allora ti giuro che prenderò tutta l'acqua fino a casa, per dimostrare che ti imploro perdono e accetto la tua punizione. Anche se una punizione l'ho già ricevuta da qualcun altro, molto importante per me..."
Sono arrivata al campetto sportivo, lo stesso che viene riempito di studenti più sfaticati di me. Oggi è vuoto e non faccio altro che pensare e battere le gambe come se tenessi in bilico la mia spada di legno tra una superficie dritta e una in salita. Minorin non può esserci, e questo mi mette ancora più a disagio.
C'è uno studente che ogni tanto qui ne raduna altri, non sfaticati, nominato a rappresentante del consiglio studentesco, chissà quando e da chissà chi. Non mi è mai importato di cosa fossero i ranghi in questa scuola, né da chi fossero composti: alla fine dobbiamo solo prenderci un pezzo di carta, dando il contentino ai professori con le interrogazioni e i compiti in classe... per trovare un lavoro da adulti... Forse. I ranghi sono una cosa stupida, tutti dovremmo essere pari, studiosi o meno, a tutti dovrebbero regalare il papiro da mettere nel tempio di famiglia, io ho imparato mille cose di più qui che in un ammasso di mura con gente una più noiosa dell'altra – tranne rare eccezioni. Dunque, non mi è mai interessato chi potesse essere il tizio-la tizia che non abbia uno schifo da fare, al punto da prendersi questa stupida responsabilità.
Ma appena lo vedo arrivare... mi ricordo del perché ho questo improvviso interesse verso chi è più in alto in questa scuola. Non mi importa che l'ho aspettato per dieci minuti. I suoi capelli lisci, castani sullo scuro con delle strane tinte di verde ancor più scuro, sono quelli che immagino di un samurai se un giorno decidesse di appendere la katana al chiodo, perché i suoi occhiali gli danno un'intelligenza che nessun altro studente ha. Ho paura della sua infinita conoscenza delle cose, soprattutto quando legge un libro.
Appena si avvicina alzo la testa perché lui è un metro e settanta... e per una volta non mi pesa farlo.
"Ciao Taigrya, scusami il ritardo ma lo sai, gli impegni che ho a scuola sono sempre molto opprimenti..." la pacatezza con cui lo dice e il suo inchino sono di un altro mondo.
Inizio a sentire un'ansia terribile, probabilmente dopo un durissimo allenamento io non ho il viso così rosso. Ho una sensazione, all'altezza del ventre... di bagnato, lo stomaco va su e giù e qualcosa mi fa pregare per teletrasportarmi in un altro posto, qualunque, anche all'Inferno. Ma non qui. Vorrei che mio nonno fosse con me; che venisse a prendermi e mai più mi faccia tornare qui. Mi ha sempre insegnato a non avere paura dei miei avversari, eppure nessun avversario, tranne che quando ero piccola, mi ha così messa in suggestione.
Tutt'un tratto vedo Minorin, il suo più bel sorriso, la sua posa che tanto adora mentre gioca a baseball... e il suo occhiolino che mostra una sicurezza che io nella vita mai ho avuto.
"Vai, Taigrya, prenditi il presidente, combatti come solo tu sai fare! Faccio il tifo per te dalle retrovie, Fight!"
"Ciao Kusaru, scusami ma non sono brava con le parole... volevo solo dirti che tu mi piaci!"
La vita intera mi passa davanti. Ho sempre immaginato un discorso romantico, tra cui... quello che papà mi raccontò, su come la mamma si dichiarò a lui da giovane. E mi sento umiliata per non aver percorso le sue orme. E che figuraccia, cosa penserà ora Kusaru dietro quegli occhi azzurri tendenti al blu... che si stanno rabbuiando, per giunta? Lo stomaco sottosopra mi lascia credere che io mi stia facendo la pipì addosso come quando ero piccola; al sol pensiero che mi veda toccarmi lì con le mie mani... ho il terrore!
"Da un lato lo avevo immaginato..." le sue labbra carnose sono inarcate, il tono di voce molto serio, quasi indurito, non sento alcuna gentilezza rispetto a prima, "... Me lo avevano detto ma all'inizio faticavo a crederci. Poi ho ricordato che tu non accetti da nessuno dei passaggi sotto l'ombrello. Ma da me lo hai accettato, e temo ci sia stato un malinteso, l'ho fatto per gentilezza perché ogni ragazza non merita di tornare a casa come un pulcino, carine come te o meno. Ma io non ti ricambio perché non mi piaci per niente. Hai picchiato Amistrian, e lei è la mia migliore amica sin dall'infanzia. Ho passato tante ore a casa sua e con la sua famiglia le poche volte che era presente con lei. Lei è cresciuta con i loro soldi ma senza il loro amore, e ha dovuto sopportare anche tutti i pregiudizi che una bella ragazza come lei ha, gli stessi che tu gli hai sputato in faccia quando l'hai presa a pugni. Per fortuna che io ti ho fermata in tempo, altrimenti ora lei potrebbe avere danni irreparabili al suo QI e capacità di relazionarsi al prossimo! Lei ha dovuto fortificare il suo carattere lavorando foto dopo foto e praticando il nuoto che da sempre le è piaciuto... ha dovuto normalizzare un importunio, ha dovuto normalizzare l'essere data della puttana, autoconvincersi che la desiderano solo per del sesso e null'altro! E anche se fosse, che lei nella vita sia più brava in quelle cose che tu ripudi che in altro... tu non sei nessuno per giudicarla! Ognuno della vita fa ciò che vuole, io non ti ho mai giudicata, ad esempio, che giri con una spada di legno e che ti alleni come un samurai. Ma anche se non avessi insultato Amistrian, sei violenta e non sei per nulla intelligente, ti infastidisce persino che due uomini o due donne si bacino e stiano insieme! Non siamo nel Giappone Feudale, io voglio una donna che vive negli anni 2000 e non una persona intrappolata nel passato. Mi dispiace ma io non ti voglio".
Mentre parlava ho sentito il cuore peggio che bacchettato dalle punizioni di mio nonno, quando avevo gli atteggiamenti che... questo mostro mi ha rinfacciato. Non riesco a capire come mi sento, troppe emozioni... ma riesco solo ad aprire la bocca di stento, con una forza che non so da dove proviene. "Lei è una bulla delle ragazze basse e merita una lezione, kh, ma poi come fai a sapere le mie cose, kh?"
Lui mi fissa negli occhi e sembra quasi tornare il calmo Kusaru che ho sempre... non voglio dirlo. "Non ti devi preoccupare per lei, le ho dato le giuste raccomandazioni e da ora in poi non assumerà mai più questo atteggiamento con nessuna persona di bassa statura; neppure io posso coprirla fino a questo punto..." poi le labbra sembrano quelle di... quello che lui è, "Sul tuo conto invece, ti sarà forse giunto all'orecchio di mie conoscenze al di fuori della scuola. Ti posso solo dire che qualcuno con la mia stessa iniziale del nome potrebbe rovinarti la vita se tu mi picchiassi in questo preciso istante. Hai gli occhi di quello che dicono di te, quelli di una Tigre Palmare, ma se tu lo facessi non ne trarresti alcun vantaggio: che orgoglio, onore e gloria c'è nel picchiare chi ti ha rifiutato per lecite ragioni? Vuoi che io racconti alla polizia di come abbia fatto un bidone dell'immondizia a piegarsi in quella maniera? Se vuoi e ti può far star bene fallo pure, io non sono di certo un grande guerriero coraggioso del passato ma potrai colpirmi alle spalle mentre me ne vado. Chi la fa l'aspetti, ora imparerai che la violenza nella vita porta solo ad altra violenza..."
Casco di metallo ribassato, artigli di tigre quasi retratti; lama lignea discende sempre più verso gli abissi, più oscuri dell'impeto di cui è già avviluppata.
Minacciose stalattiti s'avvinghiano ad altezza del collo avvallato; un lungo bastone scaccia, pregno di folgori bianche, fracassa e fulmina l'empireo periglio.
"Taigrya, che ti succede, yà? Ti avrebbero spaccato l'armatura, stai bene, yà?"
La salvata innalza nuovamente il capo, con melliflua fierezza e sorriso atono.
"Ero sovrappensiero, grazie, kh..." il farfuglio prosegue tenue, "aspettavo solo che si avvicinassero più ristran per tagliarli tutti insieme, comincio un po' a stancarmi, kh..."
"E fammi indovinare, ne hai approfittato perché Minori-Shang e Amistrian stanno finalmente unendo fuoco e acqua e li stanno decimando, e Kusaru li tiene a bada, vero, yà? Finalmente quelle due vanno d'accordo e ora ti diverti, yà?" la consola civettuolo, poi torna serio, "Non ti ricorda qualcosa, yà? E allora facciamolo di nuovo, uniamo di nuovo le forze, stammi vicino e il no come risposta non lo accetto, yà!"
"Nonno, quello è stato sicuramente il momento più triste della mia vita dopo il tuo ritorno alla natura... forse, quello dove ho scoperto davvero l'odio. L'odio sia per un'altra persona che per me stessa. Pensavo di continuo:
Ho avuto pensieri impuri, la notte ho sfiorato le mie parti intime pensando a lui... mi vergogno troppo, sono sporca come ho detto ad Amistrian.
E Kusaru, però, non riuscivo a odiarlo perché più riflettevo più capivo di essere io sbagliata per lui. Ho iniziato invece a sfogare la mia rabbia su tutti quelli che ci provavano con me, li picchiavo ad ogni dichiarazione perché in loro vedevo Kusaru. Più li picchiavo, più dopo mi sentivo uno schifo, mi sentivo priva di ogni energia... le energie che invece mi tenevano in piedi da arrabbiata. Di lì a poco non ho ricevuto più energie neanche da Minorin, che si è sempre più allontanata: soprattutto dopo che lei aveva chiesto un confronto a Kusaru, abbiamo litigato più volte e ogni volta i miei sensi di colpa aumentavano. E lei intanto era diventata sua amica, mentre io senza il suo fight avevo iniziato davvero a sentire il cielo crollarmi addosso.
Mi domandavo ogni tanto Era la mia punizione e lo meritavo?
E parlando del diavolo, spuntò lo sguardo cattivo e affascinante che lei desiderava..."
Sono inginocchiata sulla strada asfaltata male, un vicolo non lontano dalla scuola. Ho il fiatone. Fisso uno dei tre teppisti che sono distesi a terra, svenuti: ha la grossa fronte che gli sanguina. Poi volto lo sguardo verso la spada di legno, e provo un grande piacere perché è sporca di sangue sul debole. Inizio a rivedere lo scontro decine di volte. Ormai ci sono abituata, la mente si riattiva sempre più presto.
Forse sto diventando una vera guerriera, forse è così che si sentivano i samurai quando sgozzavano più di uno tsuwamono sul campo di battaglia².
"Tu sei Taigrya, giusto, yà?"
Questa voce molto dura la riconosco, al punto da distrarmi dai bei ricordi che non ho vissuto. "Tu sei Ryusan, in classe neanche mi guardi ma lo sai benissimo chi sono! Che vuoi da me? Kh." Ho l'adrenalina dello scontro, non mi deve mentire mai nessuno in questi momenti!
Mi giro e i suoi occhi blu mi fissano con aria molto aggressiva: sono quelli di un teppista pronto a pestare chiunque si ritrova davanti. Ho sentito voci sul suo conto, dicono che chiunque abbia visto il suo sguardo non ne è mai uscito senza almeno una ferita. E il suo fisico robusto tutto impettito, oltre che i suoi capelli lisci, neri e in parte tinti di viola, non aiutano a zittire queste dicerie.
"Ti ricordi di Liouì?" non ho idea di chi stia parlando, ma non mi da il tempo di rispondere, "Lo prendo come un no. Perché lo hai picchiato? È stato così maleducato quando ti ha dichiarato i suoi sentimenti?"
Oh, uno dei tanti che vuole vendetta. È capitato nel momento peggiore, non starò a dargli spiegazioni. Ma nel frattempo prende la mia ennesima non risposta come un attacco e, dal suo avambraccio, nascosto dietro le spalle, tira fuori un lungo bastone di legno.
"Sei nel nostro territorio, non ce ne importa se sei uomo o donna: se fai casini qui con uno dei nostri o ad altri, tu ci paghi o..."
Non lo lascio terminare, non è il primo né l'ultimo che crede di essere il padrone delle stradine secondarie. "Stai zitto, quelli come te fanno più schifo di quelli che ho rifiutato. Sì, quel tipo non so chi sia e mi fa schifo come te, ora vattene!"
La sua postura mi suggerisce che non lo farà, dunque corro e la rabbia mi regala altra energia. Fisso la sua schifosa maglietta, corro e alzo in diagonale la mia spada verso la mia spalla destra. All'ultimo momento vedo il suo bastone cambiare traiettoria.
Le nostre armi si scontrano.
Non sento più la mia tra le mani.
Il rumore del legno che non riconosco, mi fa toccare la mano destra dal bruciore.
Mi volto e vedo che il tipo fa lo stesso. Ma ha uno sguardo completamente diverso. E dentro di me si incespica la sensazione che il suo attacco non fosse aggressivo.
"Liouì non è più dei nostri da tempo, era una testa di cavolo, non sei la prima con cui ci prova a caso. E questo non è il nostro territorio perché i limitrofi della scuola sono pericolosi da conquistare. Volevo solo metterti alla prova, yà..."
Il suo sorriso è strano, è come me quando passo dalla soddisfazione di un allenamento alla fatica... dall'adrenalina alla depressione che mi distrugge da settimane. E ora purtroppo l'adrenalina è sparita: perché questo tipo mi fa sentire così? Il dolore alla mano aumenta ma non mi dà noia, perché sono sbigottita e se ne accorge. Dunque continua, meno calmo.
"Sono venuto per due ragioni. Kusaru so che ti ha umiliata, io e lui ci conosciamo da anni e certi suoi atteggiamenti proprio non mi piacciono, yà. Troppo moralista e se la prende troppo con quelli come me e te. Poi..." lo vedo titubante, ma al sentir nominare Kusaru mi sono incuriosita e poi le nostre armi hanno parlato: lui non vuole farmi del male, "tu sei amica di Minori-Shang, vero? A me lei piace e vorrei uscirci. Quindi vorrei proporti un affare. Io ti aiuterò a vendicarti di Kusaru, ma tu in cambio dovrai aiutarmi a conquistare Minori-Shang. Non posso farcela da solo, mi serve aiuto: quel tipo che lui conosce con la iniziale del suo nome è davvero molto pericoloso... Accetti?"
"Pensavo che quel giorno Ryusan mi stesse prendendo in giro, ma appena lo vidi piangere capii che non scherzava. Non mi è mai interessato sapere chi fosse questo tipo misterioso che inizia per K e non ho mai indagato, al punto che alle volte penso che sia tutta una bugia. Ma fatto sta che, dopo tutte queste cose che ho voluto raccontarti, sono lentamente risalita dall'oblio. Io e Minori-Shang ci siamo riavvicinate e siamo diventate amiche di Amistrian e di Ryusan, anche se Minorin in verità prova altro per lui e viceversa: ancora oggi quei due non trovano il coraggio di dichiararsi. La chihuahua scema non riesce proprio a sopportare l'allegria di Minorin. E Kusaru... non ho tempo per raccontartelo quindi la faccio breve: abbiamo capito che abbiamo sbagliato entrambi... così, in qualche modo, ci siamo messi tutto alle spalle e siamo diventati amici.
Ora ti chiedo umilmente scusa, caro nonno, se sto piangendo lacrime come una bambina che fa la pipì a letto. Devo andare... e sento ancora più di prima la terribile sensazione che non potrò venire a trovarti per lungo, lunghissimo tempo...
Ti voglio bene, mai a nessuno vorrò più bene che a te".
"Io non ce la faccio più, mi fanno male le ali appena cerco di aprirle! Scusatemi ragazzi... per me il fight è finito..."
L'etere è ammantato dall'amaranto, prepotente affronto verso l'artista che ha pennellato il tramonto di verde foglia.
"Neanche io, non riesco più a evocare un goccio d'acqua e ho sete... ho paura, è la fine!"
Passi metallici tuonano sullo smosso terriccio, gli alti filamenti inebetiti. Celato è, da cosa o chi rifuggirebbero... se potessero.
"Abbiamo sconfitto tutti i nemici che ci ostruivano il passaggio, ma adesso ce ne sono ancora altri venti che ci chiudono la via di fuga. Se andiamo avanti non sapremo cosa ci aspetta. Taigrya, dove vai da sola? Ti ho vista prima esausta, almeno tu salta giù e salvati, oppure vai avanti e nasconditi da qualche parte. Noi ce la caveremo con una strategia che ho appena escogitato. La mia difesa non ha ancora delle crepe, ha resistito a ben peggio su Kigros-V".
Erge la sua bassa statura con un movimento rotatorio della lama oscura... al di sopra delle inesorabili figure tarchiate. Altera è ora dinnanzi il loro apprestante dominio.
"Taigrya, io sono con te, yà! Anche senza fulmini e armatura intatta posso fracassare ancora qualche ferraglia, yà!"
"Vi ringrazio, ma lasciate stare. Io non sono brava coi discorsi, ma voglio dirvi una cosa. Vi chiedo scusa, vi ho causato un mucchio di casini da quando vi conosco... vi ho fatto litigare sia sulla Terra che su Kigros-V. L'Oscura Tigre Palmare anche vuole chiedervi scusa, è per colpa sua se ci prendono per cattivi e ci attaccano di continuo. E ora è giunto il momento che io... anzi, io e il mio spirito vi ripagassimo di tutto..!"
il crine veleggia come a volersi disfare della difesa suprema, i guanti sfilano solenni lungo l'arma in ordinanza per l'attacco finale; aura spirituale prolifera come a voler sfidare la cupezza stessa dello spazio infinito.
"E anzi... devo solo ringraziarvi. Ognuno di voi mi ha dato qualcosa durante questo viaggio. Se ora l'Oscura Tigre Palmare è riuscita a suggerirmi cosa fare... è solo perché voi mi avete insegnato il coraggio, la forza e l'energia al pari di mio nonno! Quello che mi mancava per usufruire delle sue reali capacità sopite! Kh! Vi chiedo solo di stare indietro!"
Dalla spada si sdoppia un suo clone gemello, pregno della più pura delle notti, impugnato poi dalla mano sinistra.
Un ruggito, degno della più fiera delle tigri, s'innalza sino ai confini dell'Universo.
"Unione totale di livello superiore!
Lubrankoff, preparati a essere tagliato in due dall'Oscura Tigre Palmare!
Perché adesso è pronta a fendere sia i tuoi robottini che i cieli oscuri di Kigros-V!"
¹ Riferito alla reale storia del Giappone Feudale: Ranmaru Mori era la samurai tra le più fedeli a Nobunaga Oda, al punto che si dice morì insieme a lui ad Honnoji. Mitsuhide fu invece uno dei ex comandanti sotto il comando di Nobunaga, inizialmente tra i più fedeli, a tradirlo nel corso della conquista del Giappone.
² Termine arcaico per "soldato" che indica una persona valorosa.
Questa one shot ha concorso per il contest "Chinese Zodiac Contest 2023" de TheHopeTeam, non si è classificata sul podio ma ha vinto il premio "storia col miglior uso di lessico e grammatica".
Verdetto dei giudici: Le parole ricercate che hai inserito nella storia ci hanno colpito.
Anche se non ho vinto, ciò lo considero comunque una vittoria, poiché fino a un anno e mezzo fa mi consideravo un completo incapace nell'uso di vocaboli ricercati, né mi piaceva leggere storie con terminologie complesse. Per cui ringrazio tutti voi che avete apprezzato le mie one shot con tale tenore che, coi vostri complimenti e critiche, mi avete spinto a credere di potercela fare un giorno ad avere elogi (premi o meno) simili.
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