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Il Muro di Cristallo [Contest Pasticceria Creativa @Ciambella198]


La regola di questa sfida consisteva, con un massimo di 2510 parole, nello scrivere una one shot di genere action con elementi sci-fi e-o horror, basata su cosa il sottoscritto ha interpretato dell'immagine in alto nel momento dell'iscrizione. 

Volendo si potevano superare le 2510 parole, tuttavia ogni 100 aggiuntive avrebbero detratto un voto dalla valutazione finale.


Un cristallo ha numerose sfaccettature.

Riflette l'immagine come uno specchio;

Lo specchio mostra il nostro io;

Il nostro io a sua volta contro il muro che lo sostiene;

Inamovibile, pronuncia concetti dalle parole sommesse, riempitive quanto perforatrici d'animo;

Impossibile mentirgli, nessuno può sfuggire alla sua gemente trivella,

perché faro della nostra essenza, pirotecnica e veglia quanto una supernova;

Ma anche vuota, al pari del minuscolo bene metallico di cui ci facciamo scudo per apparire.

Proprio come un cristallo: fragile come un dito d'infante ma longevo quanto un albero secolare.


Apre gli occhi, destata da quegli echeggianti fraseggi. Un vitreo fulvo spicca tra sbarazzine frange cremisi.

"Dove... dove sono?" il dolce mugolio è sommesso, rivolto verso qualcosa di "Metallo? Acciaio?" la voce si alza, ma sempre pregna di femminilità.

Inarca il suo scoperto addominale, per poggiare le esili mani sulla fredda ma polita superficie.

Non appena la deambulazione è al suo culmine, viene fulminata dalle interiora.

"Alla tua destra..."

Non si domanda neppure da dove provenga: asseconda. La sclera s'inietta di rossore.

Un'armoniosa poliedrìa riflette alternatamente i suoi abiti alla marinara in un contrasto di smeraldo, un turchese; per poi in senso orario topazio e ametista. Il suo metro e sessantotto sminuisce dinanzi la maestosità di un rilucente muro, che si erge oltre i confini di un cielo celeste dalle nuvole multicolore.

Incredibile! Riesco a vederlo nonostante dovrebbe accecarmi... che siano arrivati gli UFO?

I suoi pensieri, riverberati da un grido d'eccitazione, vengono interrotti ancora da quegli echi.

"Minori-Shang...

Le ali del tuo elemento,

fissa ancora il muro;

Solo così risorgerai,

e ascendendo il cristallo salverai R..."

Uno scoppio irrompe contro lo stato quasi ascetico della ragazza, in un fascio di luce azzurra che viene inglobato dall'onirica costruzione: una circonferenza simile al risucchio di un Buco Nero.

"Obiettivo... identificato... Formazione d'attacco. Codice rosso... Lock-on¹ sull'intrusa!"

La cantilenante minaccia risuona come se ogni materiale metallico si fosse incarnato in ciò che è alle sue gracili spalle. Tre scintillanti robot perlati, simili ad androidi alti tre metri, sono equipaggiati di un fucile al plasma, sorretto da copri braccia abbinati alla robusta armatura adamantina.

L'esaltazione si tramuta in sangue raggelato; le iridi in fessure per pochi istanti, favorite poi dal puro istinto: si precipita celere verso il primo vicolo a sinistra.

Nota che nella direzione opposta il muro dai mille colori è scomparso; è invece attorniata da una serie di grattacieli d'acciaio, dalle più svariate forme immaginabili e dai vetri smerigliati.

Aiuto! Dove sono finita? Non ricordo più nulla... So solo che non posso fermarmi, gli alieni mi uccideranno!

I rapidissimi scalpiccìi, provocati tra la superficie e le scarpette in cuoio talpa tacco due, sembrano rappresentare appieno la forza della disperazione e l'attaccamento alla vita; non vuole diventare parte della freddura come quella che sta battendo.

Appena nota un'asimmetrica breccia di un edificio, vi si getta senza remore.

Il fiatone viene inquinato dalla polverosa aria viziata; la seta rosso veneziano si riempie, quasi come se recepisse la volontà della sua indossatrice di non esplodere. Si rannicchia coprendosi le labbra di media misura.

Mi troveranno..! Sto soffocando, ma devo resistere...

Di lì a poco ode un sibilo simile a un jet che si appresta a decollare da una portaerei. Sul punto di perdere i sensi, espettora più volte con terrore.

Dopo circa due minuti riprende piena coscienza di sé, rasserenata dal puro silenzio; gli avambracci poggiati sulle ginocchia e gli scoperti quadricipiti finalmente rilassati.

C'è mancato poco, se avessi tossito una base prima mi avrebbero uccisa...

Sussulta.

Aspetta, ho detto prima base? È Baseball! Ora capisco perché non mi sento esausta dopo quella corsa: avrò percorso almeno ottocento metri... Ora devo cercare di ricordare anche il resto...

Spreme le meningi, ma è come se alcuni neurotrasmettitori si scontrassero prima di giungere a destinazione. Quando, toccandosi la rosea spalla destra, si accorge che la mezza manica è completamente polverizzata.

Quel laser deve avermi colpita di striscio! E allora come mai ho solo un lieve fastidio? Sono certa che i laser non colpiscono solo i vestiti ma bruciano un intero arto. Mentre mi inseguivano ho visto molti altri colpi: sono strasicura che sono laser! Un alieno è questo che spara, l'ho visto nei film. Può mai essere che...

Dove vige l'enigma s'innalza un pulviscolo giallo grano che si scontra col resto del lugubre ambiente.

"Ci tieni davvero a sapere se stai vivendo la realizzazione del tuo sogno? Allora seguila..."

Questa volta sembra provenire dal cervello più che dall'animo, per cui non bada a mantenere il silenzio. "Sento che qualcosa dentro di me dice di fidarmi, anche se mi fanno paura queste luci, sembrano quasi lucciole... anche piacevoli".

Si avvia nei meandri di quei cunicoli. La scia si affievolisce man mano che procede tra le pareti di un bianco imbrunito, ricolme di crepe e ragnatele, e pavimentazione dalle divelte e sfregiate linee di una tonalità irriconoscibile. Presto nota che:

I muri non sono affatto come le costruzioni all'esterno, sono molto simili a quelle del mondo normale.

Per brevissimi istanti svela un sorriso che risalta i delicati lineamenti del viso, le semivisibili fossette. Alza le braccia come a preparare una gomitata alle spalle, ma espone ad alta voce con un mugolio di piacere:

"Che figata, ci sono un mucchio di cose da scoprire qui! E la voce ha detto di un sogno, magari sarà uno spasso... Andiamo, fight!²"

Accelera il passo, ma pochi istanti dopo le sovviene un lecito interrogativo.

Ma che sto dicendo?! Ci sono dei giganteschi robot lì fuori che vogliono fucilarmi e io penso a divertirmi come se passeggiassi a scuola di notte... Qualcosa mi dice che non dovrei temerli, ma devo avere paura invece di...

Si ferma di colpo, poggiandosi su di un arrugginito tavolo placcato, abbandonato in piedi lateralmente, a stento sorretto da due piedi.

Mi scoppia la testa, non riesco a ricordare, è come se... qualcosa di veramente doloroso si rifiutasse di uscire allo scoperto...

Il tavolo si smuove, provocando un boato. L'inevitabile stridio riecheggia nell'edificio desertico come se tutte le cellule del corpo volessero ribellarsi all'amnesia.

Dopo l'ennesima ripresa, tramuta l'andatura in adagio e prudente, mordendosi le labbra per oltre due chilometri di esplorazione.

Giunge infine in un'ampia sala rettangolare, abbracciata da un indistinguibile fetore. Non appena poggia il trentasette di piede destro su qualcosa, quasi inciampando, ogni antecedente terrore è un lontano ricordo.

La polverina si posiziona in alto, come a voler concentrare i riflettori su di uno scenario di guerra. La penombra provoca disperazione in lei: porta le mani verso la bocca, con tremori da epilessia e atterrite acque che si rifiutano di sgorgare.

Le bianche calze sportive dalle strisce rosse, fasciate sino agli stinchi, battono contro una delle numerose carcasse umane riversate a terra. Uomini, donne e bambini spenti per l'eternità dal rigor mortis, con una comune causa da decesso: ciascuno con uno squarcio circolare, nei più disparati punti.

La povera spettatrice è incapace di formulare coerenti pensieri; fin quando, ripresasi anche da quest'orrore, nota un foglio all'estremo opposto della sala. Sulla destra dell'impolverata scrivania è poggiata una stilo ripiena di cenere.

"C'è una data, ma non riesco a leggerla: sono degli strani numeri, molti di più delle quattro cifre solite... Meglio se leggo il resto".

Oggi sono due mesi che non fanno altro che ucciderci a sangue freddo. Non staremo qui a scrivere sentimentalismi, possiamo solo essere forti e resistere. Vorremmo solo sapere da dove sono venuti e perché ci impediscono di avvicinarci al Sacro Muro di Cristallo. Abbiamo sempre mantenuto un equilibrio sin dal giorno che è apparso dal nulla, ci ha aiutato a progredire e noi da allora lo abbiamo sempre onorato. Quei misteriosi robot sono così pochi, eppure nessuna delle nostre armi sembra scalfirli, soprattutto da quando hanno profanato il Sacro Muro e ne hanno preso parte delle sembianze cristalline. Nel caso fossero i suoi guardiani, imploreremmo il suo perdono pur di risparmiarci, ma se così non fosse perché non ci aiuta e non si oppone a quei mostri senza cuore? Sentiamo che non dureremo ancora a lungo, cibo e acqua scarseggiano dopo una settimana che siamo nascosti in questi sotterranei di due secoli fa, presto dovremo uscire per fare rifornimento...

La giovane è sconvolta, non riesce a trattenere le lacrime.

"È terribile! Povere persone..."

Si rannicchia gemendo. Tuttavia, dopo un po' ha come un'illuminazione.

Quando ero davanti al muro sentivo come se mi volesse dire qualcosa: mi aveva chiesto di continuare a fissarlo, aveva citato delle ali e che devo risorgere. Magari, se io tornassi indietro...

Stringe con forza i pugni, gli occhi limpidi che si smuovono verso i cadaveri. "... Ha detto chi sono: Minori-Shang! Se davvero stava parlando con me, allora so cosa fare! Fight!"

Squarcia ogni incertezza come se il sole avesse deciso di irrompere nell'oscurità di quelle tombe. Con trafalca determinazione ritorna sui suoi passi, le rinvigorite polveri gialle è come se avessero percepito l'enorme volontà di chi hanno sinora aiutato.

Un solo fruscio sfiora la sua risolutezza, quando sorpassa il tavolo precedentemente crollato.

Continuo ad avere la sensazione che ascoltare il muro non mi piacerà... perché?

Varcato l'uscio, la spedita deambulazione torna ad essere compatta, seppur allo stesso tempo quatta. Le orecchie di media misura fanno danzare irregolari gli orecchini, di una corta catenina in plastica violacea, quasi in segno d'allerta per i predatori robotici.

Ricordo che quando sono vicini i loro razzi ausiliari si sentono, eccome. Se li dovessi sentire andrò per vie secondarie, sperando di non perdermi.

Procede a ritroso per cinquecento metri, sinché non percepisce un fioco sbrilluccichìo. Svolta l'angolo e si china stravaccata.

Non so se siano loro o il muro... forza, non posso esitare, devo buttarmi...

Concentra le sue capacità uditive, avanzando sghemba lungo le pareti.

Sopraggiunta a uno svincolo illuminato di spirali di luce, comprende di essere giunta a destinazione; ma al contempo, è come se alle sue spalle tremasse la terra.

Stanno pattugliando i vicoli! Anzi, uno solo di loro, perché sento solo due passi... Sicuramente avranno pensato che non posso essere tornata indietro. Se sono davvero predatori di esseri umani, per predisposizione non vanno a cercare nelle vie principali, o meglio nel loro stesso nido. Ora o mai più!

Il colletto marroncino della divisa scolastica si gonfia abnorme, come a voler contenere l'enorme grumo ingollato da lei. Avanza imperterrita verso la luminescente costruzione, quando le retine è come se entrassero in contatto spirituale con l'incarnazione stessa del prisma. Il pulviscolo che l'ha sinora cullata si posiziona parallelamente tra i due estremi comunicanti.

Cenni,

versi,

citazioni,

rimembri.

Minori-Shang è come risucchiata da una dimensione gassosa, ove le informazioni confluiscono alla velocità dell'ibernazione di un corpo solido. Non può rendersi conto che di fianco riecheggia un'inquietante presenza. "Bersaglio identificato... È entrata in contatto. Ripeto, è entrata in contatto. Radunata! In attesa di ordini..."

Un terremoto di magnitudo tre inghiotte l'intera zona, a causa dei propulsori alle spalle e ai piedi dei nemici, rilasciati al massimo delle loro facoltà.

"Ricevuto, priorità estrema..."

La circolare bocca rilascia energia al plasma, compressa dopo dieci secondi d'accumulo.

Una scia celestina, che rivaleggerebbe persino col suono, provoca un'esplosione che innalza plumbee coltri.

Il conseguente silenzio è interrotto dal movimento dei rinforzi, accorsi per assistere involontariamente a uno straordinario fenomeno.

Infuocate ali di libellula squarciano il bigio. Il robot che ha sparato è inerme contro una grossa palla di fuoco viaggiante, dalla irregolare traiettoria; incapace di schivarla, finisce in mille pezzi.

Il fumo si dilegua, sostituito dall'iridescente aura che attornia il corpo della ragazza alata. Calde lacrime sfumano sul viso ambrato e ardenti iridi sembrano quasi impietosite, in un grottesco connubio di imperioso quanto illecito utilizzo dell'enorme potere; le vesti sembrano voler abbandonare il corpo in segno di empatia di ciò che attende i due nemici; le frange vermiglie, come smosse dal Ponente, così come le ciglia aggrottate, sembrano invece consigliare loro di fuggire, sconfinando sino alla più lontana Galassia conosciuta.

"Io non sono perfetta, io non sono così diversa da voi..."

"Avvicinamento... Richiesta copertura sulla media distanza!"

L'androide sferra un rapidissimo gancio destro contro la nemica; lei solleva il braccio opposto, che non solo interrompe l'attacco a breve distanza ma liquefa completamente l'arto. Contrattacca allungando entrambe le braccia in una serie di jab³, potenziati da mani pregne di fiamme, su ogni dove della corazza cristallina; per poi disintegrarla, sferrando un calcio rotante destro.

"... Ma io non ferirò gli innocenti..! Almeno non più".

Non appena poggia la rigida gamba sfolgorante, tesse un arco come un comando digitale di un gioco in realtà virtuale. Si libra in volo, evitando i laser dell'ultimo avversario rimanente, per poi darsi la spinta con i piedi in uno scoppio di bracieri posteriori; durante la discesa in diagonale scocca incandescenti frecce, veloci come saette, che bucano ogni singolo circuito dello sconfitto.

Infine, con una capriola attutisce l'impatto col suolo. Ma a differenza dell'arma magica appena svanita, la sua introspezione è tutt'altro che sopita. Allarga le ali al massimo della loro estensione e spicca il volo, ascendendo lungo il muro di cristallo. Lo fissa piangente.

Mi hai rivelato chi sono davvero, e di questo ti ringrazio. Tu sei la mia immagine riflessa, ciò che ho fatto di male a tutti. I robot non erano altro che il mio sogno di combattere gli alieni e salvare il mondo, ma anche la mia volontà di redimermi.

Ben prima del mio viaggio con gli altri, ferii quel ragazzo a causa della mia insicurezza e del mio rancore. Lui era già scottato dalla sua crudele ex che davanti a lui baciò un altro, e io gli diedi il colpo di grazia solo perché temevo che pensasse ancora a lei.

E intanto io, per R... mi hai detto che dovrei salvarlo, proprio io che ero troppo accecata dalla rabbia perché odiavo la sua scelta: la mia migliore amica non gli regalò la felicità che meritava... la felicità che io gli avrei voluto dare.

Sono finita qui mentre lo combattevo con tutta me stessa, accecata dalla vendetta... e ho finito per perdere me stessa più di quanto io non avessi già fatto.

Solo con l'allegria riesco a mandare via i miei demoni: sono un fragile cristallo proprio come te, bellissimo muro che fra poco non vedrò più.

Non sarò mai bellissima, neppure un quarto di come sei tu...

Tuttavia, ora che ho visto la verità, proverò davvero a risplendere come gli altri e il mio fratellino pensano che io faccia sempre. Salverò R dal suo tormento e mi scuserò in ginocchio col ragazzo che ho deluso. Anche a costo di estinguere per sempre le mie fiamme con cui ho viaggiato, vissuto mille battaglie ma anche tante gioie.

Se solo avessi imparato prima a dare voce al mio io interiore, a ciò che posso provocare agli altri, a guardarmi allo specchio e accettare le sue piacevoli ma anche crudeli sentenze, forse ora avrei più autostima e meno sensi di colpa.

Non credo allo specchio delle mie brame, ma il cristallo... è una cosa meravigliosa! Da ora in poi mi prenderò cura del suo splendente riflesso.

Promesso!


¹ Termine inglese, utilizzato per indicare "bersaglio sotto tiro" oppure "il bersaglio è sotto il mirino"

² Combatti-combattere in inglese

³ Nelle arti marziali, termine tecnico che sta ad indicare pugni rapidi, principalmente dritti o diagonali, alternati con braccio destro e sinistro o viceversa


Spazio Autore


La seguente one shot si è aggiudicata il secondo posto alla seconda sfida de "La Pasticceria Creativa", ma c'è da menzionare che sono venuto a conoscenza di un gioco sporco da parte di una partecipante, la quale ha dato motivazioni insensate a questa shot, d'altronde sproporzionate rispetto gli errori compiuti nella sua, la quale è stata vincitrice di cui riconosco il merito solo per la grammatica di livello enconiabile. Due dei quattro parametri di valutazione sono completamente privi di oggettività; dunque vi linko quella che secondo me sarebbe da riconoscere vincitrice almeno al mio pari, se non assoluta, del mio gruppo.

https://www.wattpad.com/1211753696-dove-il-giorno-finisce-la-notte-le-tenebre-il-buio

Passate sul suo profilo: l'autrice mette il cuore in ciò che scrive e con questo contest si è davvero spinta ai suoi limiti. Si è guadagnata tutto il mio rispetto, di conseguenza, ci tengo a renderlo noto^^ più di quanto io prima non la rispettassi già, per una storia reale scritta da lei che davvero mi ha messo i brividi.


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