Mika- owari no seraph
Era bello restare tranquilli, seduti sulla sabbia e non molto lontani dalle onde del mare che si avvicinavano e quasi sembravano riuscire a raggiungerti, per poi tornare indietro, là dove erano venute.
Restavo ferma ad ammirare il paesaggio davanti a me, uno splendido tramonto che pian piano scompariva lasciando spazio al buio della notte.
Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla e subito dopo una voce assai familiare.
"(T/n), ecco dov'eri" disse Mika
Io rimasi in silenzio nel mentre che lui si sedeva di fianco a me.
"Non è bellissimo?" chiesi.
"Mai come lo spettacolo che ho di fianco" disse lui girandosi verso di me e guardandomi negli occhi con i suoi rubini rossi.
Io arrossii leggermente e fu in quel momento che con una mano lui mi prese delicatamente il mento per poi lasciare nelle mie labbra un leggero bacio.
"Scusa se non ho avuto molto tempo per stare con te" mi disse
"Tranquillo, ora sei qui, no?" risposi sorridendo.
Era vero, mi mancava, ogni giorno non riuscivo a fare a meno di pensare a lui e a quanto sentivo la nostalgia di averlo al mio fianco.
Era riuscito a trovare un po di tempo per stare con me negli ultimi due giorni, ma mi rattristava il fatto che domani sarebbe già dovuto ripartire.
Lo vidi accennare un sorriso amaro seguito da un'espressione non poco dispiaciuta.
"Non riesco a pensati lontana da me per così tanto tempo" disse
"Non riesco nemmeno io, ecco perché cerco di non pensarci" risposi dirigendo ancora una volta il mio sguardo verso il mare.
Sapevo che non stavo migliorando la situazione in questo modo, ma a cosa sarebbe servito? Dopotutto non valeva la pena di fingere, anche perché si vedeva benissimo quanto lui mi mancasse, e probabilmente dirgli che stavo bene non avrebbe fatto altro che complicare le cose ad entrambi.
Mi svegliai un po assonnata, non avevo chiuso occhio, continuavo a pensare a quante poche volte avessi l'occasione di vedere il mio ragazzo. L'unica persona con la quale avrei voluto passare le mie intere giornate se non la mia intera vita.
"Buongiorno" sentii
"Buongiorno" risposi voltandomi verso di lui.
Mi diede un bacio sulla fronte.
"Ora devo andare" mi disse alzandosi ed uscendo dalla porta della stanza perfettamente preparato. Doveva avermi aspettata prima di andarsene.
"Ciao" feci in tempo a sussurrare prima che la porta si chiudesse.
Rimasi immobile per qualche istante, ma poi mi decisi.
Se questa doveva diventare un'abitudine non sarei rimasta ferma a deprimermi a letto.
Mi alzai e andai a prepararmi.
Uscii di casa per fare una passeggiata, magari sarei potuta andare a chiamare Shinoa, sempre se non aveva molti impegni.
"Certo che posso" mi disse sorridendo.
"Mi fa piacere" risposi.
"Bene, dove vuoi andare?" mi chiese
"Mah, qua e là, dove capita" dissi io.
Lei accennò un sì con la testa e ci mettemmo a camminare in direzione di un parco che non era ancora stato completamente distrutto, anzi, era quasi come me lo ricordavo.
Era bello concedersi un attimo di pausa da tutto ciò e comportarsi come se tutto fosse normale, come se niente stesse accadendo, era bello chiacchierare, liberamente.
Di quello che capitava, delle ultime novità, insomma, le solite cose.
Man mano che andavamo avanti cominciai a sentire una voce, non capivo cosa stesse dicendo ma mi ricordava tanto.....la voce di Mika
Ero sorpresa nel sapere che si trovava al parco quando a me aveva detto che avrebbe dovuto partire subito.
Io e Shinoa ci lanciammo un'occhiata d'intesa e ci dirigemmo tutte e due verso quel suono.
Riuscii a vederlo in lontananza.
Non era solo.
Era con............con Krul.
Non capivo....cosa ci faceva in un parco con la regina dei vampiri?
E il suo impegno così importante?
Continuai a guardarli cercando di capire fin quando non vidi una cosa che, devo dire, mi mise testa uno strano pensiero........
Tutte scuse?
E se mi stesse mentendo?
Perché si stavano abbracciando?
Perché Krul lo aveva abbracciato?
Perché lui stava ricambiando l'abbraccio?
Perché?
Mi voltai verso Shinoa.
Nemmeno lei riusciva, come me, a metabolizzare quello che avevamo appena visto.
Non.......non volevo crederci.
L'unica cosa che riuscii a sussurrare fu:
"Torniamo a casa"
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