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Questa non é la realtà!

Zeynep era sempre stata una ragazza diversa da tutte le altre. Era una grande sognatrice ad occhi aperti, sognava di vivere nel 'suo' mondo fantastico, ricco di creature meravigliose e di ambienti altrettanto magnifici.  Zeynep era figlia unica e fino all'età dei sette anni era sempre stata trattata come una principessa, nonostante questo a lei non andasse bene. Secondo ella le principesse erano scontate,  le principesse venivano sempre salvate da un principe, non riuscivano mai a cavarsela da sole, erano deboli. Ed era proprio questo che odiava lei: non riuscire a cavarsela da sola. Lei si definiva una 'vera guerriera', dall'animo casto ma allo stesso tempo forte e indipendente.

Era piccola si, ma certe cose le capiva proprio bene, come quella volta che i suoi genitori avevano litigato così ardemente che era certa che non sarebbero mai tornati a essere la famiglia di prima. Le sue teorie vennero infatti confermate quando il giorno dopo dei genitori felici, che si abbracciavano e che ogni tanto si scambiavano effusioni, nessuna traccia.

Vi erano rimasti solo due persone che viste dall'esterno potevano sembrare due perfetti sconosciuti. Ed era finita così che, dall'essere trattata come una principessa, venisse totalmente oscurata, messa da parte, quasi ignorata. Zeynep non riusciva nemmeno a descrivere ciò che provava, non riusciva a sopportare di vedere la sua mamma e il suo papà divisi, conportarsi come due estranei, come cane e gatto, come se l'amore che gli aveva, un tempo, legati, non fosse mai esistito, come se fosse scomparso, dissolto come una nuvola di fumo.

Sua madre era passata ad essere da una donna forte, coraggiosa, sempre allegra, sempre sorridente, adornata da vestiti colarati che contornavano la sua carnagione chiara e limpida, ad avere sempre due profonde occhiaie sotto i suoi splendidi occhi color smeraldo, a vestirsi sempre con colori scuri, a ignorare ogni piccolo comportamento della figlia, e Dio se faceva male.

Suo padre invece era passato ad essere da un padre sempre scherzoso, amorevole, sempre disponibile verso la sua famiglia, a un padre che non chiamava neanche piu, a un padre presente solo ed esclusivamente al lavoro, a un padre che aveva distrutto la loro famiglia per dedicarsi a un'altra. Zeynep era forte si, ma chi non sarebbe crollato difronte a una madre e un padre dapprima amorevoli a una madre e un padre prosciugati dal loro stesso amore? A volte  cercava di sfogarsi e pensare ad altro, ma ogni santa benedetta volta, era sempre la stessa storia, lei che vomitava l'anima nel water del suo bagno, lei che si piangeva addosso, lei che aveva paura di non essere stata abbastanza per i suoi genitori, lei che si ritrovava a chiedersi sempre la solita domanda: 'Vale la pena distruggere tutto per amore?'. Ma infondo la domanda principale era una soltanto: 'Che cos'è l'amore?', l'amore, secondo Zeynep, era un sentimento troppo forte per l'umanità, un sentimento vero, coraggioso, intrepido, che era in grado di accecarti e farti fare cose che non avresti mai pensato di fare.

Come ad esempio creare una famiglia. Ma a volte l'amore non ti accecava solo per farti vedere la luce, per farti diventare una persona più bella, buona e gentile, a volte ti acceva per rapirti e portarti nelle tenebre. Ed era ciò che era successo ai suoi genitori. Le erano stati portati via, non fisicamente quanto mentalmente. E fu così che continuò per altri sette lunghissimi anni, durante i quali dovette affrontare il divorzio definitivo dei genitori, l'allontanamento dalla sua città natale, per trasferirsi con la madre nella Grande Mela, le critiche dei compagni di scuola, i primi amici falsi, i primi nemici. Solo una cosa si era promessa: Mai credere all'amore, mai perdere il senno davanti all'amore, e fu così che ogni volta che qualcuno le si avvicinava lo mandava via scontrosa.

Zeynep però non sapeva che era tutto stato scritto, predetto dal fato, il suo destino riservava per lei un amore tragico, un amore incondizionato, un amore impossibile da vivere, una vera e propria maledizione. Ella cresceva anno per anno sempre di più, fisicamente e mentalmente, con lei cresceva sempre di più la paura di non essere abbastanza per quelli che una volta definiva 'cari' e 'famiglia'. Con lei crescevano dubbi  come: 'Che cos'è realmente la famiglia?' - come - 'Che cos'è il dolore?'.

Zeynep non sapeva descrivere appieno il dolorr, ma sapeva che lei ne aveva provato molto e continuava a provarne, ma si mostrava forte, si mostrava incodizionata dai suoi sentimenti oppressi nel suo mondo, si mostrava coraggiosa e questo le faceva solo più male. Non se ne rendeva conto, ma era proprio questo il motivo per cui continuava a soffrire sempre di più e per cui avrebbe sofferto ancora e ancora se non si sarebbe decisa, una volta per tutte, ad affrontare la sua situazione e a superarla.
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Era un normalissimo giorno di Dicembre e Zeynep si preparava per andare a scuola. Quel giorno lei non sapeva che avrebbe incontrato una persona che sarebbe divenuta molto importante per lei. Quando fu in uno dei corridoi della scuola, i soliti sussurri su di lei le arrivarono dritti alle orecchie, ma come ogni giorno finse di non esistere e ritornò a camminare indisturbata. Arrivó alla sua classe e continuó a camminare fino al suo banco e quando vi fu davanti appoggio la sua cartella e si sedette senza far caso a nessuno.

Voltó il suo viso verso la finestra e rimanne incantata da quella vista limpida e tranquilla. Si immaginava di correre su quel prato con le mani al vento, si immaginava una vita tranquilla con accanto la sua famiglia, ma quando aprí gli occhi tutto svaní, la realtà le venne incontro come uno schiaffo in pieno viso mentre le ennesime lacrime minacciavano di uscire.

Un ragazzo che le parlava le impose di ricomporsi e girarsi verso l'essere che le si era avvicinato e che ora le stava parlando.

- Posso sedermi? - le chiese solamente facendo cenno col capo alla sedia vuota vicino a ella.

La ragazza si prese del tempo per osservarlo e quando constatò che non era uno di quei ragazzi fatti, ma al contrario innocuo, annui poco convinta.

- Io sono Alec, sono nuovo qui - le disse di nuovo sorridendole calorosamente e porgendole la mano.

- Zeynep - gli disse solamente stringendo la sua mano. Una scossa le attraversó tutto il corpo, ma decise di non farci caso e cosi tornó a guardare fuori dal finestrino mentre la professoressa di matematica faceva il suo ingresso nell'aula.

- Ti va di uscire oggi pomeriggio? - le chiese di nuovo il ragazzo grattandosi la nuca palesemente in imbarazzo.

Zeynep rimase paralizzata sul posto. Le andava oppure no? Non aveva mai accettato nessun invito da parte di nessuno, era davvero una bella
ragazza, i suoi capelli ricci neri le ricadevano morbidi sulle spalle, la sua carnagione era chiara e morbida, i suoi occhi verdi, insomma non scherzava e i ragazzi nonostante tutti ne rimanevano affascinati. Non ci aveva mai fatto caso al suo aspetto lei invece, poteva uscire anche in pigiama e con i capelli sporchi e racchiusi in una crocchia, che a lei non interessava. Non le interessavano i pareri delle persone altrui e non le sarebbero mai importate.

Quel giorno Zeynep non aveva accettato l'invito, ma ci aveva pensato, aveva pensato come ci sarebbe sentiti, aveva pensato che infondo non tutti erano uguali tra di loro, e di certo non si sarebbe dovuta sposare con questo ragazzo, ma la parte più 'forte' di lei, le disse che non sarebbe dovuto succedere nulla, le ricordó che nessuno era interessato a lei se non per il suo aspetto. Cosi con una scusa inventata sul momento declinó l'offerta e continuó le sue lezioni  imperterrita.

All'uscita di scuola si mise le cuffiette sulle orecchie e si incamminò verso casa sua. Una mano peró intralció i suoi piani costringendola a fermarsi e a girarsi verso l'essere che aveva osato disturbarla. Ella sbuffó sonoramente e subito dopo respiró a fondo e si girò. Era Alec. Alec era un semplice ragazzo dai capelli neri e gli occhi marroni, il suo fisico non era male, ma a Zeynep non interessava a prescindere avere qualcosa a che fare con qualsiasi persona.

- Non sono interessata per oggi pomeriggio, lo ripeto - gli disse Zeynep fredda e evidentemente infastidita.

- Mi hai rifiutato una volta e mi é bastato, perciò non ti puoi opporre ora. Ti acompagno a casa - le rispose lui mettendosi le mani in tasca e sorridendole di nuovo.

La nostra ragazza era abbastanza irritata, non capiva che cosa ci trovasse in lei, tra l'alto non voleva problemi e non voleva essere considerata da nessuno. Ma c'era un ma, questo ragazzo la ispirava e così la sua testa si mosse da sola e in un attimo iniziarono a camminare uno di fianco all'altro. Le loro braccia si sfiorarono e Zeynep fu costretta a chiudere gli occhi e mordersi ardemente le labbra per non farci caso. Dal viso del ragazzo non si era mai tolto quel sorriso mozzafiato, cosa che fece  sorridere, per qualche secondo, Zeynep.

- Ti ho fatta sorridere, vuoldire che ho una speranza - le disse dandole una leggera spallata.

La testa di Zeynep continuava a dirle di andarsene, continuava a dirle di non mostrarsi debole eppure il suo cuore diceva tutto il contrario. Le suggeriva, per una volta, di lasciarsi andare e di vivere il momento di tranquillità creatosi tra i due.
- Forse - gli rispose semplicemente. La verità é che nemmeno lei lo sapeva. Avrebbe mai permesso a qualcuno di entrare nel suo mondo?
Non lo aveva mai fatto con nessuno e ora la sola ipotesi la spaventava, la avrebbero accettata lo stesso? Avrebbero accettato di vivere con uno sbaglio? Perché effettivamente era cio che credeva di essere: uno stupido sbaglio.

I ragazzi continuarono il loro piccolo viaggio e quando furono a casa di Zeynep, Alec la salutó con un abbraccio e con due baci sulle  guance. Due semplici baci sulle guance che pero smossero qualcosa all'interno della ragazza. Ma seppur provasse a non farci caso, il suo destino aveva appena cominciato a mostrarsi e rivelare la sua strada.
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Fu proprio cosi che, volta dopo volta, giorno dopo giorno, i due ragazzi iniziarono a stringere amicizia e diventare sempre più intimi. L'amicizia era un rapporto basato sul rispetto, la sincerità, la fiducia, la stima e la disponibilità reciproca, Alec aveva tutte queste cose, e fu questo a spingere Zeynep a fidarsi. Ma infondo entrambi sapevano che erano più di semplici 'amici', ma nessuno dei due lo voleva ammettere, nessuno dei due voleva rovinare cio che si era creato.  E fu  proprio in quel  pomeriggio che tutto cambió e iniziò. Quel pomeriggio Alec l'avrebbe portata nel suo posto speciale.

- Alec sono stanca di camminare, tra l'altro con le tue mani sudate sugli occhi. Siamo arrivati? - chiese per l'ennesima volta Zeynep.

- Grazie mille eh, siamo arrivati eccoci - le rispose Alec togliendole le mani dagli occhi e abbracciandola da dietro. Un semplice gesto che mandò in tilt il cervello di Zeynep.

Davanti a loro un prato fioriti e in fondo a esso una piccola casa sull'albero da dove ricadeva una scala.

- Abiti in una casa sull'albero? - gli chiese Zeynep ridacchiando appena.

- Forza guastafeste andiamo! - le rispose Alec prendendola per mano e conducendola verso la piccola casa. Salirono le scale di fretta e entrarono.

L'interno, come previsto da Zeynep, era piccolo, ma abbastanza grande per massimo due persone. Le pareti erano una specie di libro aperto, un libro di genere fantastico che narrava la storia di un ragazzino ritrovatosi in mezzo a giganti e orchi. Un vero cliché, pensò Zeynep.

- Vedi c'é una ragione se ti ho portata qui. Sei una delle poche che vi ho portato. Li c'é una porta e ciò che vedrai dietro potrebbe essere diverso da ciò che vedo io, forza vieni - le disse cercando di risultare sicuro e rassicurante. Zeynep era spaventata, cosa ci sarebbe dovuto essere? Ma infondo l'amicizia era fondata principalmente sulla fiducia, cosi strinse la mano che Alec le aveva porto e insieme si incamminarono verso la piccola porticina.

- Devi essere in grado di lasciarti andare. Prova a vedere oltre ciò che la tua testa ti farà vedere. É facile, chiudi gli occhi - la incitò Alec. Zeynep sospiró ma poi annui e insieme aprirono la porta. Una luce immensa accecò gli occhi di Zeynep, e ciò che vede quando riusci ad aprirli la fece rimanere ad occhi e bocca aperti.

- Ma é fantastico! - riuscì solo a dire. Erano circondati da verde, vi era verde dappertutto, vi erano fiori, alberi, case, villette, e persino castelli. Per un momento penso di star immaginando, ma la voce di Alec la portó alla realtà.

- Lo vedi anche tu! Allora non sono pazzo! - le disse ridacchiando per poi abbracciarla. Fu in quel momento che Alec prese in mano la situazione baciandola. Zeynep rimase ad occhi aperti ma poi si rassegnò al fatto che l'amore in fondo non era cosi male, e che se arrivava non lo potevi mandare via, e lei lo aveva trovato.
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Gli anni passarono e finalmente Zeynep poteva dire di stare bene, la situazione con la famiglia non era migliorata, ma le cose con Alec andavano a gonfie vele. Stavano insieme la maggior parte del loro tempo, il più delle volte nel loro mondo magico. Avevano imparato a conoscere le creature magiche e con loro stavano davvero bene.

Ma purtroppo il dolore che Zeynep provava non si era mai dissolto, certo con Alec andava tutto bene, ma con la sua famiglia diventava sempre peggio. Affogava la sua situazione nel mondo magico e questo fini per distruggerla, ne era completamente ossessionata, vedeva del fantastico in tutto, in ogni dove e questo non le faceva per niente bene.

Ricordate quando vi era stato detto che il suo sarebbe stato un amore impossibile e tragico? Ecco, questo amore lei non lo aveva mai vissuto veramente, perché la realtà, la vera realtà, era che Zeynep non era mai uscita da quel mondo. Lei credeva di si, ma non era affatto così, aveva deciso di non affrontare nulla e ora ne avrebbe pagato le conseguenze.

Alec non c'era più, era stato portato via da una malattia chiamata: 'Leucemia', non era riuscito a combatterla e purtroppo se ne era andato troppo presto. Zeynep era stata rinchiusa in un ospedale psichiatrico, perché diceva di poter vedere le creature magiche, credeva di viverci, credeva di avere ancora con se Alec. Tutto ciò che lei ricordava era una farsa, non aveva vissuto nemmeno un momento da quando aveva messo piede in quel mondo strano. Avrebbe potuto dare la colpa ad Alec, ma infondo la colpa era solo sua. Avrebbe dovuto attraversare il lutto della persona che amava da sola, da sola con i suoi pensieri, da sola con le sue lacrime.

Urlava, piangeva, rompeva le cose, non sapeva nemmeno lei che cosa provava, non lo sapeva descrivere appieno, dentro di lei era tutto rotto e nessuno sarebbe stato in grado di riparare al danno. Fino a che un giorno il corpo di Alec fu finalmente accanto al suo. La morta era per lei come una seconda possibilità, a volte poteva iniziare come un sogno e finire come un incubi, altre volte iniziare come un incubo e finire come un sogno.
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Fine
(2.529 parole)
JSElordi Sara_commenta cabynch BelMa-Pattinson  moonlight920
Buona lettura! 😂

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