Capitolo 9 - Rettore
Con circospezione si avvicinò all'ingresso del campus.
Un lungo muro, alto non più di due metri, correva lungo l'intero lato d'entrata, composto da mattoni rossastri e piccole aperture ad oblò protette da inferriate.
Una grande targa in ottone con inciso il nome del college accoglieva gli studenti dalla sinistra del cancello.
Le descrizioni della madre però non arrivavano certo a descrivere la bellezza di quella struttura.
Con un sapiente abbinamento tra il rosso dei mattoni ed il bianco delle finiture in marmo su ogni spigolo, la costruzione principale si componeva di un ampio palazzo che si sviluppava in larghezza, abbracciando un centinaio di metri quadrati di cortile di benvenuto. Al centro di esso la bandiera degli States garriva al vento dell'oceano aggrappandosi alla sua asta bianca.
Sulla facciata, un grande orologio bianco di marmo attirava l'attenzione, protetto dalle due torri che, ai lati di esso, svettavano terminando con gotici pinnacoli.
Ai piani bassi, una serie di trifore si apriva su entrambi i lati dell'entrata, sormontate, ai piani superiori al primo, da bifore più piccole ed esili che regalavano altezza ed eleganza ad una struttura che altrimenti sarebbe apparsa granitica e corpulenta.
Piccole stradine si diramavano in ogni direzione raggiungendo le strutture secondarie e gli alloggi. Tra esse, curati prati erano intervallati da cespugli di pitosforo e platani che gettavano la propria ombra su gruppi di studenti accampati.
Faith si fermò sulla soglia di quel college tanto sognato nelle sue più immaginifiche visioni oniriche. Era lì finalmente, lontana da tutto e tutti ma vicino al suo futuro sperato e voluto.
Un punto di partenza. Di questo ne era conscia. La mente al passato, il cuore al futuro. Nonostante i suoi dolorosi trascorsi, non li rinnegava. Essi erano parte integrante del presente e meritori di quella felicità.
Alla destra di Faith, Cameron parcheggiava la sua moto spegnendo il rumoroso motore. Si tolse il casco prima di aiutare la sua passeggera.
Era lontana per scorgere i dettagli ma ciò che le balzò subito all'attenzione furono quegli splendenti ed invidiabili capelli biondi che lei agitava, ravvivandoli dall'oppressione del casco.
Talmente biondi da rifrangere la luce del sole tanto da apparire quasi bianchi.
Era più bassa di Cameron non abbastanza da raggiungere Faith però.
Nuova strategia: evitare a tutti i costi un incontro.
Non avrebbe sopportato l'idea di dover fingere piacere nel vedere quella faccia da schiaffi e la futura sua vittima.
Si affrettò ad entrare utilizzando la porta principale mescolandosi al via vai di persone.
L'interno era quasi normale se paragonato all'esterno: scale di legno praticamente ad ogni angolo, lunghi corridoi che, come perle, si adornavano di uffici ed aule lungo le pareti.
Segreteria di facoltà: secondo piano, stanza 4G.
Giorni prima, tramite mail, era stata avvertita della perdita di alcuni documenti tra i quali la fotocopia del suo diploma.
Una breve fila di persone attendeva il proprio turno in religioso silenzio fuori dalla porta. Un'quarto d'ora più tardi la ricevettero.
« Salve! Sono qui per consegnare alcuni documenti richiesti! » iniziò Faith all'indirizzo della giovane segretaria dallo sguardo incuriosito dietro i suoi spessi e squadrati occhiali
« Faith De Niso? » chiese leggendo il nome sulle carte.
« De Nisio, in realtà! »
« Giusto! Sì! Primo anno! Allora prendo le fotocopie e, con l'occasione, ti consegno la lista dei corsi del primo semestre con i relativi libri, che troverai nella biblioteca Raileigh. »
« E dove... »
« In fondo alle scale, a destra, in fondo al corridoio, ala est! Oh! Salve signor Raileigh! » salutò oltre la spalla destra di Faith.
Si voltò incuriosita. Un uomo di mezz'età, calvo, con gli occhiali tondi appena appoggiati sulla punta del naso. Così Faith se lo era immaginato.
Quanto si sbagliava.
Cameron!
Era lì di fronte a lei. Insieme a lui anche la bionda della moto. Cinquanta centimetri li dividevano. Faith, paralizzata, stava per proferire qualche suono. Socchiuse la bocca. Uno sguardo tra loro.
« Ciao Emy! Franck è in ufficio? » chiese il coinquilino.
« Sì! Sì! » rispose la segretaria girando attorno al desk informazioni, disinteressandosi completamente di Faith.
« Posso? »
« Certo! Tu puoi sempre! Non devi neppure chiedere! »
Cameron si allontanò, baciò profondamente colei che Faith individuò come la sua ragazza e sparì dietro la porta di un ufficio. Su di essa una targhetta riportava un nome: Franck Rimmed - Rettore.
© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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