Capitolo 75 - Pallottola
« So cosa vuoi dirmi! »
Harry era un'ultima, intensa volta di fronte a lei.
Il dito sul grilletto. La punta della canna sul cuore. Faith l'unica colpevole di accendere quella maledetta polvere da sparo che si era rivelato essere il loro rapporto.
Sempre lei, artefice inconsapevole ed obbligata.
« Harry! Non è stato semplice... »
« Scusa! » esclamò lui.
Un estremo tentativo.
« Da dove vuoi iniziare a scusarti? » colse la palla al balzo Faith confidente nella spinta emotiva del rimorso per dar voce agli avvenimenti e motivazioni alle sue scelte.
« Non mi scuserò per aver scelto di salvaguardare il nostro rapporto in un modo che, per quanto suicida, mi permetteva comunque di starti accanto. Non mi scuserò per avere omesso la verità, aver simulato ed infine capito troppo tardi. E soprattutto non mi scuserò con te, o Cameron, per ciò che è accaduto. »
Parole di sfida ed occhi pentiti. Un immenso ossimoro il loro passato, una perenne contraddizione il loro presente.
« Sarebbe a dire? Non ti vorresti scusare di nulla? »
« Non ho detto questo! Mi scuserò con te e non smetterò mai di farlo. Mai. Questo è ciò che voglio. Te colei che voglio. Mi scuserò con te perché la causa dei miei guai sei tu e finché saremo insieme non potrò fare a meno di sbagliare. Non potrò fare a meno di sbagliare perché l'amore è una stupida droga che ti fa voler il bene dell'altro prima del tuo. Perché io ti amo per come sei ma anche per ciò che, di me, riesci a fare. Ed io mi sento in un tornado, confuso, stordito, ma senza di te mi sentirei perso e vano, come sono sempre stato. Chiamami stupido se vuoi. Chiamami bugiardo e violento. Ma è colpa tua. Esattamente com'è colpa tua se ora mi dico che sono innamorato.
Ed anche per questo ti chiedo scusa... perché io ti amerò per sempre. »
Harry...
Quegli occhi non erano mentitori. Quegli occhi raccontavano di dolore con le loro lacrime e pentimento con il loro fare sfuggevole.
La sua bocca. Labbra carnose strette tra loro in una dolorosa fitta alla base del cuore.
Ora tutto diventava più complicato. Ora Faith sapeva cosa si trovava dietro a quel cerotto da strappare. C'era un cuore grondante desiderio di un solo secondo in più. C'era un'anima tormentata che pregava non fosse troppo tardi.
Ma così era.
Era troppo tardi. Troppi avvenimenti, troppi errori. Il tempo non cancella, aggrava. Non poteva guardarlo. Avrebbe perso quell'ultimo bagliore di fermezza troppo a lungo smarrito.
« Harry... mi dispiace... »
« Proprio voi! » urlò Tuck. « Dobbiamo parlare! »
Il suo viso paonazzo scuoteva in una sorta di autoconvincimento mai convinto.
« Cosa succede? »
« Come se non lo sapessi vero, Harry? »
« Di cosa mi stai accusando Tuck? »
« Ho chiuso un occhio ben tre volte questa settimana. Ma a voi non bastava! Quindi o io o voi ragazzi! »
« Di cosa stai parlando! » esclamò Harry per sovrastare il capo.
« Sto parlando delle scorte di cibo che uno di voi due ha rubato dalla dispensa! »
Oh cavolo...
« Non sai di cosa stai parlando! Può essere stato chiunque! » difese Harry.
Erano per Miss. Woolson...
« Ieri il college ha fatto un controllo a sorpresa. Più di duecento dollari di cibo sono spariti durante i vostri due turni. Ora vi spiego come andranno le cose: o uno di voi due confessa oppure entrambi verrete licenziati e sbattuti fuori dal North Windfield College. Una testa oggi deve cadere e vi assicuro non sarà la mia! »
Non era stata cattiveria. Semplice necessità.
I soldi pochi e le spese tante. Miss. Woolson, suo malgrado, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso della precaria situazione economica di Faith.
Era stata lei. Ed Harry lo sapeva.
« Allora? Nessuno? » incalzò Tuck intromettendosi nei pensieri.
Non posso far pagare anche a Harry la colpa dei miei sbagli. Non ora.
Il silenzio l'unica scelta non possibile.
Confessare. Distruggere le proprie speranze. Per Harry.
Fece per parlare.
« Sono stato io! »
No! Harry!
Lo sguardo di Faith non lo incontrò.
« Non è vero Tuck! » cercò di confessare Faith.
Ma Tuck la zittì con un gesto della mano.
« Mi dispiace davvero Harry. » concluse deluso Tuck. « Entra, raccogli le tue cose e vattene. Sei licenziato. Vado a comunicarlo al rettore. Faith, bada al locale! »
© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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