Non avrebbe mai pensato.
Non era muscoloso. Neppure alto abbastanza. Era sempre apparso una persona più che mite.
Eppure.
Dicono l'amore accechi. Dicono l'amore esalti le sensazioni, i sentimenti. La rabbia è un sentimento. Forse il più pericoloso.
Non fece in tempo a voltarsi. Arrivò. Rapido, duro. Un treno carico di risentimento.
Faith non comprese immediatamente.
Solo quando Cameron crollò a terra, colpito, capì. Capì quanto quel pugno significasse, quanto male esso avrebbe fatto al gruppo, dopo che al naso di Cameron.
« Questo è per avermi fatto apparire come te agli occhi di Faith! » dichiarò guardando l'amico rantolare a terra con il naso rotto e le mani sporche di sangue.
« Che cavolo fai Harry? » urlò Faith gettandosi a sincerarsi delle condizioni di Cameron.
« Avrò fatto tanti errori con te Faith, ma non commetterò mai lo sbaglio di essere come lui! »
« Cosa vuoi dire? »
« Non è mai stata una tattica l'amore per te! Tutto ciò che ho fatto, anche gli errori che ho commesso, sono stati la conseguenza di quell'amore ed in parte anche di questo idiota! Se davvero il mio fosse stato un machiavellico piano, di certo non avrei mai permesso di vederti insieme a questa feccia! » esclamò mentre la folla apriva in piccolo spiazzo attorno a quella scena.
Le voltò le spalle.
« Ora dove vai? »
« Quello che dovevo chiarire l'ho chiarito! »
Un rapido movimento colto con la coda dell'occhio.
Cameron si alzò. La maglia sporca di sangue.
« Fermo! »
Lo placcò alle spalle. Il corpo di Harry si piegò in aria in una posizione innaturale prima di sprofondare con il viso nell'umida terra.
Lo colpì al costato. Due pugni ben assestati fecero rotolare Harry su un fianco.
« Vi prego fermatevi! Qualcuno li fermi! » gridò inascoltata Faith mentre le lacrime si mescolavano al sangue ed alla terra.
« Alle spalle? Sei solo un codardo! » urlò Harry giacente al suolo mentre, prono, premeva una mano all'altezza delle costole fluttuanti destre, probabilmente incrinate. Tossì liberando altro sangue su quel terreno già intriso.
Cameron lì in piedi accanto a lui lo guardo con disgusto prima di allontanarsi.
Ma Harry gli sferrò in calcio all'altezza della tibia facendolo inciampare.
Cadde.
Harry gli era subito sopra. Lo voltò supino. Voleva guardarlo in faccia. Voleva avesse timore di ciò che stava per accadere.
Un istante. Gli occhi colmi di rabbia di entrambi. Ma Harry era avvantaggiato.
Lo ucciderà!
Un pugno. Poi un altro. Tutti diretti al viso. La testa di Cameron rimbalzava sulla terra sopraffatta da tanta ira.
Lo stava massacrando.
Un altro pugno alla mascella. Il sangue di uno sulle mani dell'altro.
Le parti si erano invertite. Harry lo bloccava a terra ed usava tutto lo slancio per ferire. Il sangue corse un'ultima volta.
« Harry! »
Arrivò correndo. Justin lo afferrò per la maglietta e, sollevandolo di peso, lo scaraventò nuovamente nel fango.
Cameron fece per approfittarne. Afferrò un fucile ad aria compressa di un gioco. Non avrebbe mai potuto ferirlo sparando. Lo brandiva come un randello. La rabbia si era trasformata in smania assassina. Si avventò su Harry che carponi tentava di sollevarsi.
Ma Justin non aveva bisogno di armi. Era più veloce e forte.
« Smettila! »
Un braccio teso all'altezza del collo. Il fucile fu il primo a librarsi in volo seguito da Cameron che cadde a terra con un tonfo che fece trasalire tutti i presenti.
Una parte della folla si scostò.
Due agenti di polizia si fecero strada.
« Agenti! Sono loro! » indicò Justin.
« Venite con noi voi due! » esortarono ammanettando Harry e Cameron. « Vediamo se dopo una notte in cella avrete ancora voglia di dare spettacolo! »
« Voi non sapete chi sono io! » urlò Cameron inascoltato.

© G.

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