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Capitolo 49 - Bugie

Male non fare, paura non avere... già!
Ciò recitava un vecchio adagio.
Eppure è cosi facile sbagliare.
È talmente semplice.
Fare del male. Peccare.
Essere costretti dalle proprie scelte. Scelte obbligate le chiamano, ma pur sempre scelte. In quanto tali conseguenza di opzioni.
Verità e bugia. Giusto e sbagliato.
Sulla carta una decisione facile da prendere. Forse.
Ciononostante, la bugia è sempre più facile da commettere ma estremamente difficile da mantenere.
Non era il caso continuare verso un vicolo cieco.
A ciò arrivò la saggezza che Faith reputava essere sua consigliera. Ma un consigliere, etimologicamente parlando, indica non conduce. Mai.
« Ehi! Ragazzina! »
Cameron urlava il suo solito epiteto sotto le finestre di una pensierosa Faith, appena tornata dal colloquio con Maya.
Parli del diavolo...
Si alzò a fatica da quel letto le cui molle erano lo stimolo a non perdersi nei pensieri.
« Non riesci proprio a chiamarmi con il mio nome? »
Egli era sul vialetto. Giacca di pelle, una camicia sotto di essa, jeans e scarpe sportive. Sotto il braccio cingeva il suo casco appoggiandosi alla sua moto dai malinconici ricordi.
« Scendi dai! » le chiese come un moderno e brutale Romeo.
« Perché dovrei? Non c'è nulla per me lì sotto! »
« Quindi rimanere in camera a fissare il soffitto di una casa deserta è un passatempo migliore che fare un favore ad un amico? »
« Quale amico? »
Offeso, amareggiato, forse ferito.
Calzò nuovamente il casco sulla testa, lo allacciò al di sotto del mento e tornò in sella alla sua moto. La inclinò verso sinistra, deciso a tornare sui suoi passi.
« No! Aspetta Cameron! » urlò Faith sperando che il suono della sua voce arrivasse oltre lo strato in plastica del casco.
Indossò gli unici shorts di denim che possedeva, quelli dall'aspetto volutamente usurato le cui frange le solleticavano le cosce. La sua immagine venne riflessa nello specchio del bagno per un ultimo controllo prima di raggiungere il giardino.
« Sapevo non avresti resistito! Nessuna ci riesce! » sottolineò Cameron appostato vicino alla porta e sorprendendo alle spalle l'ignara coinquilina.
« Bene! Ora che il tuo ego è stato appagato, si può sapere cosa c'è di così importante da gridare tanto? »
« Harry... sai dov'è? »
« Questo sei venuto a chiedermi? »
« Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda! »
« No! Non so dove sia! »
« Si dà il caso che io so dove e, soprattutto, con chi sia! »
« Mi fa piacere! A me non mi tocca! »
« Faith! Faith! Quante volte ti devo dire che mentire a sé stessi non serve a nulla? »
« Davvero? Vuoi insegnarmi qualcosa? Tu? »
« Mi era parso di averti già dato prova delle mie qualità! Vedi piccola... »
« Non sono piccola! » protestò interrompendolo.
« Eppure è esattamente ciò che direbbe una bimba! Dicevo, io insegnerò a te come gira il mondo esattamente come io ho insegnato al tuo amichetto come scatenare la gelosia femminile! »
« Menti! »
« Prima ti ha stuzzicato con la finta identità, idea mia, poi ti ha fatto abbassare la guardia quando ti ha protetto da me con quell'infantile scherzo, dopo di che ti ha fatto ingelosire con Alissa, subito prima però, e qui arriviamo alla parte importante, di confidarti quanto... come ti avrà mai detto? Se segue alla lettera il piano, forse ti ha confessato quanto male gli ha fatto vederci insieme? »
Il mondo si trasformò. Una pioggia di vetro e specchi infranti. Il velo che copriva gli occhi di Faith sradicato bruscamente esponendola alla caustica luce della verità.
La fuga: impraticabile. Le gambe le impedivano qualsiasi movimento.
Si voltò.
Nascondere le lacrime non aiutava a celare il dolore.
« Non sono il male Faith. » aggiunse Cameron nuovamente di fronte a lei. « Probabilmente sono l'unico che vuole il tuo bene. Guardami! Sono qui, di fronte a te! Lo sono sempre stato insieme ai miei difetti e alle mie immeritate nomee. Sai perché ti ho spiegato quelle cose alla festa? Perché io per te non voglio avere segreti. Nessuna strategia. Nessun trucco o pianificazione. Solo Cameron. Quello che ti ha riportata a casa quando eri ubriaca, colui che con te è stato sempre sé stesso, nel bene e nel male. E ora io ti chiedo di avere un'altra possibilità. Prendi questo casco e vieni con me! »
« Dove? »
« Ovunque! Mi basta ci sia tu! »

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!


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