Capitolo 19 - Imbarazzo
A terra.
Eppure, in qualche modo, affondare.
Sprofondare in quel calore. Inabissarsi in quello sguardo.
La labbra di Harry. Ancora una volta socchiuse. Respirare. Vivere quel momento inaspettato. Quell'incontro fortuito. Quello scontro desiderato.
Le porse l'accappatoio distogliendo la vista per celare quel sentimento.
Era attrazione sessuale? Era desiderio? Era...
Svegliati Faith! Non sai neppure chi sia! Anzi sì! È uno stronzo che ti ha visto nuda!
Gli strappò di mano l'accappatoio rosa e si coprì prima che Harry potesse voltarsi di nuovo su di lei.
Eppure...
Aveva aperto la porta del bagno, era uscita di corsa, si erano urtato, erano caduti, uno sguardo e Faith si era ricoperta.
Tre, al massimo quattro secondi.
Una manciata di battiti. Un'eternità nei loro cuori.
« Scusami Faith. Ho esagerato stamattina. Questo volevo dirti entrando in camera tua! Te lo ripeto una volta di più dopo... questo. Scusami ancora. » disse raccogliendo da terra il quaderno spinto lontano dall'urto e posandolo lentamente sulla catasta accanto alla porta di ingresso. « Mi dispiace. »
Così uscì dalla camera di Faith. Lo sguardo basso di chi teme, con poco, di aver rovinato tutto.
La porta scattò lentamente e Faith si sentì umiliata e sola.
Umiliata per il modo in cui erano andate le cose. Umiliata dal destino.
L'equilibrio di quel nuovo rapporto o, per meglio dire, l'assenza di esso. Tutto ancora da capire.
Si strinse l'accappatoio in vita crollando sul letto che di lui aveva ancora il disordine delle lenzuola e la forma del suo corpo.
Chi è questo ragazzo!
Maleducato, rude, bugiardo, doppiogiochista, inopportuno... docile, arrendevole, dolce.
Impossibile per una persona sola contenere tutte quelle caratteristiche. Impossibile per Faith non percepirle tutte sulla sua pelle.
Per inerzia si spostò nel bagno dove terminò di asciugarsi i capelli e vestirsi.
Ore sette e trenta. Ora di cena.
Qualcuno un quarto d'ora prima era rientrato spalancando rumorosamente la porta e richiudendola altrettanto rumorosamente.
I primi morsi della fame iniziavano a presentarsi accompagnati da sordi brontolii allo stomaco.
Ma la vergogna. Rivedere quegli occhi contriti. Costretti a parlare. Ignorare l'accaduto.
Lui l'aveva vista come pochi, pochissimi prima. Lei lo aveva sentito come mai nessuno.
E ancora quella mano. Poteva sentirne ancora il calore sulla schiena. Ardeva come un marchio incandescente. La scaldava come nessun fuoco avrebbe mai potuto bruciare.
Perché gliel'ho permesso? Cavolo Faith! Ti ha visto nuda! Perché non gli hai dato uno schiaffo?
Un suono secco alla porta.
E' lui!
« Faith! Posso entrare? »
Justin era sempre così educato.
« Si! Entra! »
« Ho preparato la cena! Se non hai altri impegni vieni a farci compagnia? »
« C'è anche Harry? »
« Sì! E' già a tavola! Cameron dovrebbe tornare più tardi! Qualche problema? »
« No! Assolutamente no! Scendo subito! »
Di nuovo in trappola.
Per quanto la vergogna fosse paralizzante, la fame imminente e la gentilezza di Justin le imponevano di scendere.
Ancora vicoli ciechi. Ancora decisioni che prescindevano la sua volontà. Ancora il destino che decideva per lei.
Si alzò dal letto con la mente alla costante ricerca di argomenti con i quali evitare l'imbarazzante silenzio che la attendeva in cucina.
I suoi passi pesanti e ponderati risuonavano in tutta la casa, amplificati dallo scricchiolio delle vecchie assi del pavimento.
Le voci dei due coinquilini in cucina. Simili tra loro. Forse quella di Justin leggermente più roca e profonda.
Ridevano. Qualche accenno su una ragazza del campus.
Nell'aria un odore invitante di soffritto ed un leggero sfrigolio sul fuoco le riempirono i sensi.
Faith si affacciò in cucina oltrepassando il soggiorno.
Le voci si interruppero. Justin sorridente come sempre, le fece segno di accomodarsi tra i due; Harry si perdeva nel suo piatto fissando la pasta mossa dalla forchetta.
« Eccola a mascotte della casa! » urlò Justin.
« Quanto sei scemo! Cos'è questo odorino? »
« Mia cara, stasera niente take away! Stasera avrai un assaggio delle mie capacità culinarie! »
« Sai anche cucinare? »
« Questo me lo dovrai dire tu! »
Harry sollevò lo sguardo per posarlo su Faith.
Non la incontrò. Una delle prime di tante occasioni mancate.
La cena iniziò con un antipasto di cestini di formaggio ripieni di zucchine, prosciutto ed un pizzico di paprika per esaltarne il sapore; proseguì con una pasta allo zafferano guarnita da melanzane e zucchine; degli involtini di carne chiusi con erba cipollina facevano da secondo ed il tutto terminò con un tiramisù scomposto al bicchiere.
« Justin... non so davvero che dire! Neppure nel miglior ristorante di Nashville avrei mai mangiato così bene! »
« Voto? »
« Direi un sei, sei e mezzo... no scherzo! Si può dare undici? Non ho mai conosciuto un ragazzo che cucinasse cosi bene... a dire il vero neppure uno che cucinasse e basta! »
« Mia cara! E questa è solo la superficie! Ho ancora tanti lati nascosti! »
« Non vedo l'ora di conoscerli! »
« Non vedo l'ora di mostrarteli! »
Sto davvero flirtando con Justin di fronte ad Harry? Sarà meglio includerlo nella discussione!
« Harr... »
« Buonasera a tutti! » irruppe Cameron.
La sua mano destra stretta tra dita esili e smaltate. Lunghi capelli biondi.
Era in compagnia. Non la solita.
« Ce ne hai messo di tempo! » si lamentò Justin.
« Hai ragione mamma! » rispose ironico « Abbiamo mangiato una cosa fuori ed il tempo è volato! Ma che maleducato! Sfigati... lei è Jenna! Jenna... saluta gli sfigati! »
Che figlio di...
© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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