Capitolo 18
«Sai, quando vuoi un cervello ce l'hai anche tu. Davvero non hai considerato di tentare ad affrontare le prove?»
Sgranò gli occhi, improvvisamente furioso, facendomi notare qualcosa di diverso nel suo sguardo.
«Dici così solo perchè non hai visto i lupi che ci sono in quel fottuto branco. Chiunque se la farebbe sotto, e io non sono tanto stupido da negarlo e accettare. Non ci siamo nemmeno ancora mai trasformati.» Sbraitò.
Vidi i suoi occhi cambiare colore proprio mentre parlava.
«Oh, bene. Allora, se il problema è solo questo, dubito che manchi molto.» dissi lasciandolo evidentemente confuso.
«Cosa?» chiese.
«Guardati allo specchio.»
Si guardò intorno frettolosamente poi si girò verso la finestra alle sue spalle.
Faticò un po' prima di riuscire a distinguere quello strano colore nel riflesso poco chiaro. Poi sospirò, stropicciandosi gli occhi con due dita.
«Sentiamo. Cos'hai in mente quindi?» domandò tutt'altro che convinto.
«Trova un nascondiglio, crealo dal nulla se serve. Poi direte di essere pronti a entrare nel branco. Appena inizierà la prova dovrete scappare a nascondervi, lasciate che pensino siate fuggiti, almeno per il primo giorno. Quando avranno abbassato la guardia li colpirete uno a uno. Dovrete muovervi con discrezione all'interno della città. L'elemento sorpresa vi dovrebbe permettere di farcela anche se non siete trasformati. Prima però, sarà il caso di studiare meglio la città: non ne sappiamo molto. Le regole non dicono nulla sull'uso di armi, vero?»
Mi guardò concentrato.
«Non ne è permesso l'utilizzo se non in "casi speciali".» disse virgolettando le ultime parole con le dita. Così capii che stesse citando l'alfa.
«Be', io direi che dei cuccioli di lupo mancati, possano benissimo essere etichettati come "caso speciale". Quindi userete qualunque cosa vi faccia comodo. Non potranno lamentarsi, con tutta il meglio a disposizione sarà qualche ramo secco e nodoso.»
«Non sembra molto equo.» Constatò lui.
«Perchè due contro venti invece è equo, vero?» Sorrisi.
«Ci vorrà troppo tempo per batterli così, non penso che una prova sia mai durata così tanto.» Cercò di dissuadermi.
«Vorrà dire che sarete i primi. Se hai opzioni migliori pero fatti avanti.» Risposi con nonchalance.
«E come la mettiamo con te e Lydia? Vi spoglierete davvero davanti a quei tizi per entrare nel branco?»
Feci per rispondere ma poi un pensiero mi fulminò.
«Spogliarci?» chiesi.
Mi guardò, e odiai quanto fosse facile leggergli il viso... L'imbarazzo fu l'unica cosa che vi trovai scritta però.
«L'hanno giustificata dicendo che un abbigliamento troppo colorato, potrebbe attirare i draghi e complicarvi le cose... ma sono abbastanza sicuro sia solo una vecchia tradizione maschilista.»
E così, cominciai subito a pensare a un modo per evitarlo, nonostante lo stomaco rivoltato mi impedisse di concentrarmi per davvero.
Finii per non rendermi neanche conto del tempo in cui nemmeno una parola uscì dalla mia bocca.
«Allora? Hai un piano anche per questo?» chiese lui con quel suo sorriso beffardo.
«Devo pensarci... Possiamo andare da qualche altra parte? Qui mi sento in gabbia.»
E nonostante fosse riluttante a rivivere il trauma del rifare quella strada per la quarta volta, aspettò che mi vestissi, poi scendemmo a terra.
Attraversammo la foresta e per la prima volta e non ebbi davvero parole. Era quella la città.
Case, un tempo moderne e perfette, lasciate nella decadenza di una foresta selvaggia e indomabile.
I sentieri di un semplice bosco sostituivano le strade di una città.
Fogliame copriva la terra, da cui spuntavano alberi che nascondevano le abitazioni agli occhi del mondo.
Piante, e rampicanti vari, tappezzavano l'esterno di ogni edificio, penzolando talvolta da terrazze e balconi. Assurdo. Perché non esistevano posti così? Come facevi a sentirti rinchiusa all'aria aperta di un bosco?
La gente in giro ci guardò come fossimo fantasmi: ovvero, nello stesso modo in cui io mi guardavo intorno.
Liam invece sembrò fregarsene, ma non potei comunque fare a meno di essere intimidita da tutti quegli sguardi curiosi.
Attraversammo la città parlando a voce bassa e cercando, per quanto fosse possibile, di passare inosservati.
Lydia si unì a noi quando passammo davanti a una casa che, stando a quanto disse Liam, era di entrambe noi due.
Raff invece venne beccato nel mezzo di una chiacchierata "amichevole" con una ragazza del posto. Cosa che diede discretamente fastidio a una certa ragazza del nostro branco. (Magari vi do un indizio... No, quella ragazza non ero io.)
Risalimmo tutti fino al precipizio.
Solo io, Raff e Lydia fummo però abbastanza impavidi da sederci sul bordo del burrone. Liam invece si limitò a restare a qualche metro da noi. Mentre io finii per essere l'unica dei quattro in grado di tenere tranquillamente i piedi a penzoloni nel vuoto.
Parlammo per parecchio tempo della prova che avrebbero affrontato i ragazzi. E, nonostante sapessi bene che l'argomento fosse più incombente di quanto volessi, mi ostinai a rimandare la tematica principale dell'incontro. Ovvero: cosa avremmo fatto noi ragazze?
Mi imbarazzavano anche solo un paio di pantaloncini o una maglietta corta crop, come potevo sperare di riuscire a spogliarmi? Non potevo farlo. Così come non potevo chiedere a Lydia di farlo, che fosse stato con me oppure da sola. E, lasciando gli altri continuare da soli quel discorso, io analizzai il mio stesso modo di vestirmi. Osservai l'orlo della t-shirt nera che quella sera avevo tirato fuori dallo zaino.
I pantaloncini li indossavo sempre solo come pigiama, e solo perché in estate faceva caldo. E comunque la mia inconfondibile t-shirtona mi copriva quasi fin sopra le ginocchia facendomi sentire meno esposta.
Considerai l'idea di cambiarla con una normale maglietta della mia taglia per abituarmi almeno un po' all'idea di scoprirmi. Ma seppi di star prendendo in giro me stessa.
Quando tornai ad ascoltare mi resi conto che l'argomento era già saltato fuori e tutti, o almeno così mi sembrò, si aspettarono che fossi già sicura del da farsi. E non potei nemmeno esserne sorpresa, perché, effettivamente, avevano ragione. Avevo preso ogni decisione in modo estremamente veloce, seppur talvolta sbagliando, e convincendoli a seguirmi. Era ovvio che si aspettassero che lo rifacessi.
Ressi i loro sguardi per poco, poi spostai la mia attenzione sulla nebbia che nascondeva le profondità del burrone.
«Quindi? Cos'ha in mente per noi il nostro "capo branco"?» mi canzonò Lydia.
«Tu hai intenzione di farlo?» Chiesi a mia volta.
E per un secondo mi guardò stupita prima di parlare.
«Devo decidere tra abbandonare ogni speranza di sopravvivenza, o farmi vedere in biancheria... be', non ho molta scelta.» Sorrise.
Avrei voluto avere le idee chiare come lei.
Quel suo modo di pensare mi fece sentire una ragazzina timida e sfigata, decisamente incapace di mettere ordine tra le sue priorità. E forse non era neanche poi tanto lontano dalla realtà. Io ero anche quello in effetti.
«Come membri del branco, a noi ragazzi non darebbe per niente fastidio se lo faceste.» Intervenne Raff scherzando e Lydia scosse la testa nascondendo a stento una risata per poi dargli una leggera spinta. Liam invece si limitò a ridacchiare, tenendosi ancora a debita distanza.
Ci pensai per un secondo.
«Ok... ma datemi il tempo di pensare a qualcosa per non morire divorate da qualche lucertola.»
Quando finimmo di parlare, tutti tornarono nei rispettivi alloggi. Tutti tranne me. Che continuai a osservare, quasi ossessivamente, il vuoto sotto di me. Restai lì fino alle prime luci dell'alba, dimenticando di dover essere già in camera per l'appuntamento con quell' uomo.
Fu quando i primi raggi di sole, come sempre coperto di nuvole, cominciarono a scaldare l'aria fredda del mattino che piccole macchie colorate cominciarono a muoversi sotto lo spesso strato di nebbia.
Cercai inutilmente di capire cosa fossero per una ventina di minuti, poi mi arresi. Alzai lo sguardo per la prima volta da quando si era fatto giorno, e notai la parete di roccia davanti a me.
Non si trattava di un dirupo ma di una enorme gola.
Una gola... Presi a riflettere.
E così persi un battito.
"Gola dei Draghi" aveva detto?...
(Mi trovate su instagram con diversi meme sulla storia: @kuma272_wattpad)
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro