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2. Il gatto e la volpe

Tutto mi aspettavo, ma che proprio Mr. Simpatia fosse il mio vicino, no.
Mi tremano leggermente le mani al pensiero, mentre mescolo la zuppa di patate e carote nella pentola. Il profumo invitante dilaga nella cucina, per questo Merlino -no, non è un'altra imprecazione strana- il mio gatto nero, si presenta sulla soglia della porta miagolando come un disperato.
Ecco, un altro maschio che a volte non sopporto proprio.

« Merlino ino ino, non farmi il musino perché ti tiro dietro il mestolino. » vivere da sole fa male alla salute.

In ogni caso il gattone non mi caga di striscio, balzando con eleganza su una delle sedie in legno. I suoi occhi vispi e gialli mi osservano attentamente da sotto al tavolo.
Sono contenta della piccola armonia che si è creata in casa.

È un piccolo cottage appena dietro il boschetto vicino alla stazione, ci vogliono circa cinque minuti per raggiungerlo. Ha tutto quello che una ragazza single, gattara e probabilmente sulla buona strada per diventare pazza, possa desiderare.

Quando mia zia me l'ha lasciato, ero parecchio restia ad abitarci. Insomma, pensateci: quando vi capita di trovarvi uniche ereditiere di un bellissimo cottage al limitare del bosco, fuori dalla grande metropoli, indisturbate e libere? Vorrei sottolineare al limitare del bosco perché è proprio quello che mi ha bloccata per parecchie settimane. Non ho mai abitato da sola prima d'ora, figuriamoci fuori dalla civiltà.

Il primo paesetto utile è dall'altra parte delle rotaie, la stazione è abbandonata e a meno che un treno non ci si sfracelli contro, gli addetti per la pulizia non si vedono mai.
L'unico vicino era il signor Norbert, pace all'anima sua. Pure lui mi ha abbandonato, sei mesi fa, con un infarto.

Ed è proprio mentre penso a lui che qualcosa cattura il mio sguardo. Dalla finestrella laterale, sopra al lavello della cucina, intravedo una luce farsi strada nell'oscurità del boschetto. Come un bagliore, che va e viene.

Di nuovo, deglutisco visibilmente, producendo quel solito mormorio che mi viene quando una situazione non mi piace. Merlino pensa che io stia cercando di comunicare e miagola in risposta.

« Spero che quelle vecchie leggende sui fuochi fatui siano una menzogna. » dico, afferrando il mestolo. 

Il gatto miagola stranito. Appoggio il mestolo e penso che la scopa nello sgabuzzino sia molto meglio.

Armata di una buona dose di pelle d'oca, di un gatto e di un manico di scopa, mi avvio verso l'uscita sul retro, quella che da sull'orto.
Mi accorgo in ultima che sto calpestando il terriccio umido con le pantofoline pelose, quelle rosa oltretutto.

« Benissimo. » mi esce in un sussurro mentre Merlino si strofina contro le mie gambe, incollando pelo a gratis sui miei pantaloni lilla.

Il bagliore visto prima è svanito, ma riesco a intravedere gran parte del boschetto grazie alla luce esterne del cottage e al bagliore della luna, che fatalità è piena questa sera.
Non so con quale coraggio mi incammino verso un piccolo sentiero tra gli alberi, forse spero che Merlino si trasformi in un lupo nel caso sbucasse fuori qualche strana creatura. Cammino piano, adagiando ogni passo con delicatezza, in modo da fare meno rumore possibile. Percepisco solamente il battito del mio cuore, alternato ai rumori che il bosco può produrre. Un uccello notturno e il suo verso, grilli che cantana, seppure a distanza.
Silenzio e ombre.

Merlino miagola di nuovo e io trattengo l'urletto isterico in gola, lanciando il manico della scopa come difesa. Che sciocca.
Poi eccolo, vedo di nuovo il bagliore, si muove veloce verso la vecchia fattoria del signor Norbert.
Mr. Simpatia è morto e vaga come uno spirito inquieto?
Che idee strampalate che mi vengono in mente.
Decido di seguirlo, anche perché potrebbe veramente esserci qualche pericolo in agguato. Sono solo curiosa, mi ripeto.

Più mi avvicino, più mi rendo conto che la sua casa sembra ancora più grande di quanto la ricordassi e che… Mr. Simpatia è lì fuori.
Assottiglio lo sguardo, rendendomi conto che tutto quell'equivoco è stato causato dalla lanterna ad olio che tiene in mano.

Ma c'è qualcosa che zompetta attorno a lui. Il cane da guardia?

Merlino miagola ancora, accidenti.
Il cane si ferma, deve averlo sentito.
 O magari sente il nostro odore a questa distanza?
 
Sono praticamente al limitare del bosco che divide le due proprietà.
Dove… dove diavolo è la mia scopa? Oddio non l'ho manco raccolta da terra per la curiosità.
E adesso con cosa ci difendiamo?
A un certo punto il cane inizia a correre nella nostra direzione.

« Merlino cos'hai fatto! » mi guardo attorno, ma il gattone nero è già sparito.

« Vigliacco! » urlo, perché so benissimo che mi può sentire, ovunque sia.

Mi paralizzo, come mi è stato insegnato a fare con i cani: correre è peggio. L'animale rallenta man mano che mi si avvicina, fermandosi giusto a due metri da me, vicino allo steccato, ringhiando in modo strano.
Sbatto le palpebre più volte, mettendo a fuoco l'animale; non è affatto un cane... ma una volpe. Una volpe dal manto rosso, che mi sta ringhiando addosso, come potrebbe fare qualunque cane. 

Non so bene cosa fare, se respirare o 
fingermi morta. Mi accorgo dell'arrivo del suo padrone solo quando mi punta contro la lanterna, per mettermi in luce.

« Ma non mi dire... Psycho, credevo di  averti avvisata. » gli spunta un sorriso,
 glielo posso leggere in faccia che è quasi
 contento di avermi colta sul fatto. 
Nemmeno vivendo isolata dal resto del 
mondo riesco a salvarmi dalle mie stesse
 figuracce. 

Sospiro. « Avevo visto una luce nel bosco  e... e i-io e Merlino ci siamo preoccupati. »  farfuglio.

La volpe ha smesso di ringhiare, ma rimane a fianco di Mr. Simpatia come se fosse il suo secondo in comando.

« Chi è Merlino? » mi chiede.

« È il mio gatto. »

« Ecco perché la vecchia Juniper è scattata così all'improvviso. » 

« Questa sarebbe il tuo cane da guardia? »  sono ancora pietrificata sul posto. 

Sposto la mia attenzione dall'animale al
proprietario: indossa ancora gli stessi abiti che gli ho visto oggi in treno, ma ha sciolto i capelli, che mossi gli arrivano giusto alle spalle. I lineamenti sono più rilassati, gli 
donano un'aria più gentile e intrigante allo stesso tempo.
I suoi occhi chiari mi scrutano con attenzione. È carino, penso, ma subito me ne pento.

« Più che un cane è una volpe, se non te ne
 fossi accorta. » inclina l'angolo destro delle  labbra verso l'alto, in un ghignetto divertito.

« Certo che me ne sono accorta! Cerca di tenerla a bada, non voglio che mi mangi il  gatto. » lo avviso con serietà.

Lui sorride ancora... e qualcosa mi si smuove nella pancia.
È che ho fame, penso, non ho nemmeno spento il fuoco sotto la pentola.

« Dipende se il tuo gatto è tanto psycho quanto te, se me lo ritrovo sotto casa non posso garantirti niente. »

Stringo i denti.
« Non c'è pericolo! E per favore... smettila di chiamarmi psycho. Sono Roxanne. » Sbatto i piedi sul terreno e fatalità vuole che lui si accorga delle mie ciabatte pelose. 
Sbuffa una mezza risata, scambiando un'occhiata complice con la volpe, la quale chiaramente non può replicare.
Ma sono sicura che se potesse, lo farebbe.

Silenzio imbarazzante.
 Non si vuole presentare? Bene. 
Mi volto senza dire niente, pronta a recuperare il mio manico di scopa sulla via di casa.  

« Buonanotte Psycho. » quanto lo odio. « Io sono Jake. »

~ spazio autrice ~

Ciao a tutti/e! Questa è la mia prima storia, quindi mi scuso per eventuali errori e per i tempi di pubblicazione. Sto ancora cercando di capire che piega potrebbe prendere la vicenda (sono ben accetti suggerimenti), intanto i protagonisti hanno fatto le loro presentazioni! :3

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