9 - Eva
Rientro a casa con una sensazione di tristezza e di sconforto addosso. La casa è fredda, il camino è spento e mia madre è uscita per andare al lavoro già da ore.
Sono contenta che non ci sia, vedermi in queste condizioni probabilmente l'avrebbe preoccupata inutilmente.
Sto bene, me lo ripeto mentalmente da quando ho lasciato casa di Chris, anche se il mio stomaco non vuole saperne.
C'è un dolore che preme fastidiosamente all'interno, poco sopra all'ombelico. E' incessante, sembra quasi una fitta.
Premo forte lì dove il dolore è più intenso, mi accascio al muro aspettando che mi passi, ma questo aumenta.
Riesco a malapena a correre in bagno, prima che la sensazione di vomito scaturisca altre fitte allo stomaco.
Rimetto incessantemente per alcuni minuti, inginocchiata davanti al water con le lacrime agli occhi.
Non sono ubriaca, non è a causa dell'alcol.
Sono le parole a volte a ferirti di più e quelle del padre di Chris mi hanno lacerato lo stomaco.
Vomito, mentre il suo sguardo schifato mi ricompare nella testa.
Vomito, mentre le sue parole dure risuonano nelle orecchie.
Vomito, mentre gli occhi tristi di Chris mi ritornano nella mente.
Mi rialzo solo quando ormai non ho più forze nel corpo, mi trascino fino al lavandino aiutandomi a sollevarmi in piedi.
Le ossa sono indolenzite e le gambe faticano a reggermi. Ho bisogno di una doccia calda per rimettermi in forma e per schiarire la confusione nella mia testa.
Non ricordo niente della notte precedente, mi sono ritrovata a casa di Christoffer senza nemmeno sapere come io ci sia arrivata e quando forse ero riuscita a convincerlo a spiegarmi ciò che era successo, è arrivato il padre a interromperci e a sconvolgergli totalmente l'umore.
Ed ora mi ritrovo a casa, dopo che Chris mi ha lasciata qui senza nemmeno salutare, con migliaia di domande che mi tormentano il cervello e una sensazione di solitudine che mi fa venire voglia di piangere.
Sono una persona fin troppo fragile, anche se voglio apparire dura e sicura di me stessa, la verità è che spesso mi ritrovo a dover fare i conti con la solitudine che mi attanaglia.
Mia madre è sempre fuori per lavoro e mio padre semplicemente non c'è.
Adoro le mie amiche, ma a volte non riescono nemmeno loro a colmare il mio vuoto.
Forse nessuno sarà mai in grado.
O forse sto ancora sognando una storia d'amore come quella nelle favole.
Dopo Jonas non sono più stata con nessuno, non ho più avuto un fidanzato e forse una figura maschile vicino mi manca.
Ed è per questo che spesso tendo ad isolarmi, anche dalle persone che mi vogliono bene.
Vedere Noora e William vivere una bellissima storia d'amore mi fa capire che ho anche io la necessità di condividere la mia vita con qualcuno, di sognare per un po'.
Ma fino ad ora nessuno è stato in grado di conquistare il mio cuore, nessuno ha fatto scattare una scintilla ed io mi sento sola più che mai.
E ripenso anche a Chris. Quello sguardo triste mentre il padre sputava parole cattive non me lo scorderò mai.
Chris dall'apparenza così dura e menefreghista, nasconde in realtà una fragilità immensa, nonostante si ostini ad apparire forte ho capito che c'è qualcosa di più in lui. Quella lite col padre gli ha stravolto l'umore e non parlo solo di rabbia, vedevo anche tristezza e dispiacere nei suoi occhi.
Il suo sguardo assente mentre accumulava gli insulti del padre ancora mi fanno venire i brividi.
Cosa nascondi Chris Schistad?
**
Lunedì mattina arrivo a scuola con largo anticipo e con un preciso obbiettivo.
Salgo di corsa la rampa di scale, con lo zainetto che penzola da una spalla. Non faccio attenzione a chi mi circonda e un paio di volte urto qualcuno sbadatamente. Ma non ho tempo per scusarmi.
I segni di una notte in bianco sono ben evidenti sul mio viso, le occhiaie nere circondano i miei occhi stanchi e il mio corpo è ancora troppo debole, dopo aver rimesso infinità di volte durante tutto il weekend.
Sono venuta a scuola solo perché questo è l'unico posto in cui posso incontrare Chris e parlargli.
Dopo quella mattina, non l'ho più visto o sentito. Gli ho mandato un paio di messaggi per accertarmi che andasse tutto bene, ma lui non mi ha risposto. Non mi ha neanche richiamata ed io mi sono preoccupata.
Così questa mattina, nonostante io non mi senta molto in forma, ho trascinato il mio corpo stanco fino a scuola sperando di vedere Chris e chiedergli spiegazioni.
Ma quello che ho visto fino ad ora è la sua assenza.
Il suo gruppo di amici svolta l'angolo camminando a passo svelto nei corridoi. Gli sguardi languidi delle ragazze che li osservano quasi a bocca aperta mi fanno sollevare gli occhi al cielo.
Chris non c'è accanto a William e la sua mancanza nel gruppo non è passata inosservata solo da me.
<<Sbaglio o manca qualcuno?>>
Noora mi sorprende alle spalle mentre sto prendendo alcuni libri che mi serviranno per la lezione successiva dall'armadietto.
Le do una breve occhiata, prima di rivolgere di nuovo il mio sguardo ai penetrators.
<<Già...>> sussurro concentrandomi di nuovo sui libri.
<<Avrà fatto baldoria ieri sera ed ora sarà svenuto da qualche parte>> dice la bionda con aria disgustata.
Non so perché, ma sono quasi sicura che non si tratti di questo.
<<Sì... forse... probabile>> mi lascio sfuggire distrattamente per poi chiudere l'armadietto.
Supero la mia amica con l'intenzione di dirigermi in classe, ma lei mi ferma posando una mano sulla spalla.
<<Eva, ti senti bene?>> perlustra tutto il mio corpo con sguardo preoccupato.
<<Sì, sto bene... ho solo un po' di mal di testa>>
Lei continua a guardarmi, so benissimo che non crede alle mie parole.
<<E' successo qualcosa?>>
Vorrei raccontare alla mia migliore amica tutto ciò che è successo in questo weekend, ho davvero bisogno di sfogarmi, raccontarle le mie preoccupazioni.
Noora è il mio calmante, la mia parte razionale, colei che mi fa ragionare e prendere le decisioni più giuste. Ma questa volta c'è qualcosa di più in ballo. Una promessa fatta a quel ragazzo dagli occhi tristi ed arrabbiati mi impedisce di poter confidarmi con la mia migliore amica.
La bionda mi osserva mentre sono distratta dai miei stessi pensieri.
<<Qualcosa di grave?>> mi chiede allarmata.
Scuoto la testa.
<<Ok... puoi dirmelo?>>
Nego di nuovo tenendo gli occhi puntati a terra.
Lei sospira, per poi appoggiarsi all'armadietto in ferro azzurro accanto al mio.
<<Ha a che vedere con un ragazzo?>> mi scruta curiosa, attenta ad ogni mia reazione.
Questo interrogatorio mi sta quasi divertendo. Noora nei panni di un'investigatrice è ancora più incredibile della normale Noora. Quasi la vedo con un lungo soprabito marrone e dei grossi occhiali neri.
Sollevo le spalle: <<Forse>>
<<Ok, allora supponiamo che ci sia di mezzo un ragazzo. Ti ha fatto del male?>>
<<No... sono solo... confusa>> mormoro.
Probabilmente se sapesse che il ragazzo in questione è Chistoffer Schistad impazzirebbe. Noora non nutre una forte simpatia per lui, perché come il resto delle persone lo ha sempre ritenuto un "bastardo testa di cazzo", cito direttamente le sue parole.
Veramente l'ho sempre pensato anche io, diciamo che ho sempre cercato di evitarlo perché le persone come lui non sono adatte alle persone come me. Ma per un inspiegabile motivo ora mi ritrovo a volerne sapere di più di lui.
Noora resta un attimo a meditare su cosa dire, si porta l'indice e il pollice sul mento.
<<E ti piace?>> solleva un sopracciglio biondo.
<<No...no non si tratta di questo, è solo che credo ci sia qualcosa in lui... qualcosa che nasconde. Credo sia diverso da come vuole apparire>> mi accascio anche io all'armadietto, posizionandomi con la schiena contro la parete fredda.
<<Beh... i ragazzi sono strani>> dice la mia amica dandomi un colpetto sulla spalla. <<Purtroppo non possiamo sapere come funziona il loro cervello. Però diciamo che spesso i ragazzi sono anche molto sensibili. Vogliono mantenere quell'aria da macio, vogliono apparire forti perché in questo modo niente può ferirli. Ma a volte è solo un'apparenza, sono umani, soffrono come soffriamo noi. Sono fragili proprio come lo siamo noi ragazze. Non lasciarti ingannare dall'aria strafottente Eva, spesso è solo una maschera.>>
Mi ritrovo Noora proprio di fronte ai miei occhi, mentre con una mano cerca di rassicurare il mio viso triste.
Con l'indice e il pollice mi afferra delicatamente il volto e lo gira verso di sé <<Sta a te decidere se questo ragazzo è importante per te al punto di voler scavare nel profondo della sua anima>>
La bionda se ne va così, lasciandomi un veloce bacio sulla guancia e affrettandosi ad entrare in classe, proprio mentre la campanella d'inizio lezioni rimbomba tra i muri bianchi della scuola.
Ed io rimango quasi in apnea dopo le sue parole, sempre così confortanti, sempre così rassicuranti.
Ma ora sono confusa. Io voglio scavare nel profondo dell'anima di Chris? Voglio davvero far incrociare le nostre vite?
Ed è proprio ora che il mio telefono emette una lieve vibrazione facendomi sussultare. Mi affretto a prenderlo dalla tasca del cappotto e quando leggo il nome dell'emittente sono troppo impaziente di leggere.
Da Chris: Sto bene.
Due semplici parole che danno un po' di pace finalmente al mio cuore. Sospiro ancora accasciata contro gli armadietti sentendo tutta l'ansia accumulata durante questi giorni liberare il mio corpo.
Digito velocemente una risposta.
Come mai non sei a scuola?
E aspetto. Aspetto cinque, dieci minuti, ma non arriva più nessuna risposta.
Un capitolo un po' più corto rispetto agli altri e anche molto di passaggio, ma necessario per arrivare ad una svolta.
Volevo farmi perdonare per il ritardo clamoroso dell'altra volta e quindi vi ho regalato un capitolo nuovo nuovo.
E niente, Chris è sparito 😳 Avete idee di dove possa essere finito? Apriamo le scommesse ahah
Come al solito stellinate e lasciate tanti commenti.
Noi ci rivediamo presto (spero)
Passate a leggere "Un attimo ancora" e fate un salto sul profilo twitter @perladirosa
Un bacione
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