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3 - Chris

E' il suono del mio cellulare a svegliarmi questa mattina, il ronzio fastidioso mi ha ridestato da un fantastico sogno riportandomi nel mondo reale.

Tasto con la mano destra sul comodino per recuperarlo, senza alzarmi dal letto. Faccio una gran fatica ed un paio di oggetti cadono finendo in terra, ma alla fine riesco a prenderlo e me lo porto davanti agli occhi

Da William: Sono con Noora, non passo a prenderti questa mattina.

Sbuffo ributtandomi con la testa sul cuscino. Da una settimana la mia macchina è dal meccanico, niente di grave, solo un guasto al motore, ma questo mi ha costretto a farmi dare un passaggio da William ogni qual volta che io dovessi andare da qualche parte e se questa mattina non passa a prendermi significa che devo andare a scuola a piedi.

Mi limito a rispondergli un "ci vediamo dopo" scocciato e mi precipito giù dal letto.

Ancora irritato dal suo messaggio mi dirigo in bagno con l'intenzione di darmi una sistemata davanti allo specchio e scuoto un po' la testa passandomi una mano tra i capelli disordinati; Ci tengo particolarmente al mio aspetto, sono consapevole della mia bellezza, motivo per cui le ragazze fanno a gara per venire a letto con me; non che io lo faccia per loro, ma ci tengo ad essere sempre perfetto e impeccabile in tutto.

Ripenso divertito alla reazione del mio amico dopo che ho puntato gli occhi su Noora un paio di volte, per poco non mi ha messo le mani addosso. Ho il brutto vizio di sedurre le ragazze dei miei amici, è da bastardi e ne sono consapevole, ma c'è una linea che non supererei mai. Noora è la sua ragazza, la persona di cui è innamorato e dal momento che è sua per me non ha più nessun interesse, è totalmente scomparsa.

Certo, non che io non mi diverta a tirargli comunque qualche battutina sul suo culo, soprattutto sapendo di farlo imbestialire, ma in cuor suo anche lui sa che scherzo e che non mi permetterei mai di fargli un torto del genere, al mio migliore amico, alla persona senza la quale non saprei cosa fare. William non è solo un amico, è mio fratello, c'è sempre stato per me, fin da quando eravamo bambini, conosce i miei problemi e mi aiuta ogni giorno a risolverli.

Dopo aver camminato per ben quindici minuti nell'aria fredda di una mattina di novembre, riesco ad arrivare a scuola in perfetto orario. Lancio un sospiro di sollievo quando l'edificio ancora gremito di ragazzi, si presenta in lontananza ai miei occhi.

Se fossi arrivato in ritardo anche oggi probabilmente mi sarei beccato una sospensione, funziona così: collezioni un certo numero di ritardi ed ecco che ti arriva una meravigliosa sospensione, che presa all'ultimo anno, mette a rischio la tua intera carriera scolastica. Non che io sia uno studente modello, me la cavo diciamo, ma non vedo l'ora di diplomarmi e abbandonare questo inferno.

Spengo la sigaretta sotto i piedi, lasciandola a metà, quando intraverdo la biondina dell'altra sera. La supero di fretta, entrando nell'edificio. Non che io abbia tutta questa voglia di andare in classe, ma la sua voce stridula questa mattina proprio non mi va di sentirla.

E detto francamente non ho nemmeno più bisogno di parlarle, ci sono andato a letto una volta, ora tanti saluti. Non ricordo nemmeno il suo nome, mi pare mi abbia detto Grethe o comunque un nome dal suono molto simile, per questo la saluto con un semplice ciao e me la filo.

Nonostante il mio atteggiamento sento i suoi passi seguirmi e non appena salgo i primi gradini, mi affianca.

<<Questa volta posso dirti che la festa è stata fantastica>> esclama in tono più che esaltato.

Le lancio un'occhiata veloce, inarcando un sopracciglio.

<<Beh... ci avrei scommesso>> le rispondo in tono annoiato.

Non capisce che mi sta irritando, il suo tono di voce stridulo e la mia poca voglia di fare conversazione mi stanno dando il volta stomaco.

<<Non nego che... sai mi piacerebbe rifarlo>>

Restiamo fermi in mezzo alle scale, con le sue mani posate sul mio petto, mentre di nuovo mi guarda da sotto le lunghe ciglia con un'espressione di chi la sa lunga.

Vorrei risponderle che a me non piacerebbe e che mi deve lasciare perdere, ma una voce fa scattare le nostre teste.

<<Sto per vomitare>> una testa rossa ci supera scendendo velocemente le scale

Resto per un po' interdetto ad osservare Eva allontanarsi, poi però il mio cervello da l'impulso alle gambe di muoversi e, senza scusarmi con la bionda, inizio a correre nella stessa direzione di Eva.

Riesco ad afferrarla per un braccio prima che riesca ad entrare in classe e a scomparire dai miei occhi per tutta la mattinata. Lei non protesta, resta a guardarmi in attesa delle mie parole che non tardano ad arrivare.

<<Si può sapere che ti prende? Prima non vuoi parlarmi, te ne vai quando arrivo io e fai commenti del genere davanti alle ragazze con cui sto parlando>>

Non le dico che in realtà non mi interessava continuare a parlare con quella ragazza, anzi da una parte mi ha pure fatto un favore; ho trovato un pretesto per andarmene e smettere di sentire la sua vocina insulsa.

Voglio capire cosa sta succedendo, perché tutti sembrano saperlo tranne me e questo mi fa dare di matto.

Lei in un impeto di rabbia scrolla via la mia mano stretta intorno al suo braccio per poi guardarmi con un volto severo.

<<Cosa prende a me? Cosa prende a te piuttosto! Credi che siano tutti ai tuoi piedi, tratti le ragazze come se fossero dei giocattoli con cui ti diverti per un po' e poi abbandoni a terra senza più rivolgergli attenzioni.>>

Le sue parole mi colpiscono dritto nello stomaco come un pugno di ferro. Non so cosa sia stato, forse la verità nella sua voce, o il dolore mischiato alla rabbia nei suoi occhi, ma per un attimo ho sentito una morsa stretta al cuore.

<<Non mi sembra di averti trattata male, però>> sono le uniche parole che riescono a fuoriuscire dalla mia gola, diventata improvvisamente secca.

<<Non si tratta di me Chris, si tratta di tutta la popolazione femminile che tu tratti come se non fossero delle persone con dei sentimenti>>

Il suo sguardo sembra diventare triste all'improvviso. Non si tratta più di rabbia, è solo tristezza quella che traspare dai suoi occhi, ma io non riesco a capire per quale motivo. Non l'ho mai trattata male, non l'ho mai obbligata a venire a letto con me, e tra noi non c'è mai stato niente. Tutto questo femminismo, che non l'ha mai caratterizzata, non capisca da dove arrivi.

<<Mi... mi dispiace se ti ho ferito in qualche modo, ma continuo a non capire. So di non comportarmi bene con le ragazze generalmente, ma tu cosa c'entri? Sei diventata una femminista all'improvviso?>>

Eva alza gli occhi al cielo in un gesto di disperazione e dopo aver sbuffato dice: <<Apri gli occhi Chris>> per poi andarsene lasciandomi in un corridoio affollato, con la confusione più totale nella testa.

**

<<Secondo te c'è qualcosa che non va in me?>>

Mi sento un idiota a porre questa domanda a William, ma è l'unico con cui io possa parlare di qualsiasi cosa. Le parole di Eva ancora risuonano la mia mente e non accennano ad andarsene.

Il mio amico si porta la bottiglia di vetro della birra alla bocca, ne gusta un sorso per poi guardarmi con un sopracciglio alzato.

<<Oltre che sei un bastardo figlio di puttana no, perché?>> scherza, sbuffando una risata.

Quando i miei genitori non sono a casa, William vive praticamente da me.
I miei viaggiano spesso fin da quando ero piccolo, "per lavoro" dicono, ma ho sempre sospettato che ci sia qualcosa sotto, qualcosa che mi hanno sempre tenuto nascosto, io non ho mai voluto indagare perché non ho un bel rapporto con loro, soprattutto con mio padre.

Quelle poche volte in cui è a casa, passiamo il tempo a litigare, lui mi urla contro per ogni cosa ed io non riesco a starmene zitto, così inizio a gridare a mia volta. Abbiamo un rapporto molto difficile, forse dettato dalla sua poca presenza, o dal suo carattere troppo simile al mio, solo sono felice quando non c'è.

<<Dico sul serio>> rispondo allungando i piedi sul tavolino posizionato di fronte al divano.

Lui mi rimane in silenzio per un po', mentre le voci dei protagonisti di uno stupido programma in tv risuonano in sottofondo.

<<Non so cosa tu intenda, perché me lo chiedi?>> mi guarda confuso, probabilmente la mia domanda è risultata al quanto strana alle sue orecchie.

<<Secondo te mi comporto come se le ragazze fossero dei giocattoli?>>

William scoppia a ridere e per poco non sputa la birra, guardandomi sorpreso.

<<Amico, ti comporti così da anni e non te ne sei mai fatto un problema. Cosa ti prende ora?>>

Lui ride, ma io sono maledettamente serio e... spaventato. Non ho idea di cosa mi sia preso, ma sembra che le parole di Eva mi abbiano colto totalmente alla sprovvista e non solo, mi hanno completamente colpito, lasciando la mia testa ad interrogarsi se per anni io non abbia sprecato la mia vita.

Non so se parlare a William di ciò che mi ha detto Eva, perché colpito nell'ego, mi sento in imbarazzo a dar peso a quelle parole, ma d'altronde non sto facendo altro da questa mattina.

<<Ho scoperto per quale motivo Eva ce l'ha tanto con me>>

William, catturato dalla mia affermazione, mi rivolge uno sguardo incuriosito <<E sarebbe?>>

Spiego brevemente ciò che è successo mentre ero con la biondina, passando successivamente a me che rincorro Eva; è umiliante e questo fa ridere di gusto il mio amico.

<<In poche parole mi ha detto che uso le ragazze come se fossero dei giocattoli e non le tratto come persone con dei sentimenti. Però non capisco, cosa c'entra lei? Tutto questo femminismo improvviso mi fa innervosire, io non ho mai trattato male lei e per quanto riguarda le altre ragazze sono consapevoli di come la penso>> finisco di parlare quasi senza fiato. Sono ancora più nervoso di prima.

William sembra meditare sulle mie parole prima di darmi una risposta.

<<Anche Noora la pensa così, ma lei è davvero femminista>>

<<Sì, ma lei non se la prende con me e smette totalmente di parlarmi>>

<<E tu perché te la prendi così tanto? Dato che non ti dovrebbe interessare la sua opinione ignorala, no?>> mi chiede retorico, puntandomi il collo della bottiglia.

Ed è così, ripeto dentro di me, ma comunque la mia testa non vuole saperne di smettere di pensarci.

<<Mi ha anche detto di aprire gli occhi>> rispondo con faccia disgustata <<Che cazzo vuol dire?>>

Di nuovo il mio amico ci pensa su prima di rispondere, <<Non è che le piaci?>>

Lo guardo come se avesse appena detto un'assurdità <<Ma figurati, e poi non sta con quel hypster fallito?>>

<<A quanto ne so, non più>> solleva un paio di volte le sopracciglia come per dire "potrei avere ragione"

Ma io lo liquido sollevando le spalle <<Ne dubito, in ogni caso non è il mio tipo e sai come la penso a riguardo>>
Affermo, prima di abbandonare la conversazione per sempre.

Hoooooooola, eccomi con il nuovo capitolo 😊

Vi avevo chiesto 10 stelline per lo scorso capitolo e ne avete messe il triplo, che dire, vi amo ahaha

Comunque, spero che la storia vi stia piacendo, anche se siamo solo all'inizio ho un sacco di idee per i prossimi capitoli. Purtroppo non riesco ad aggiornare con frequenza perché ho un sacco di cose da fare ed in più mi sto dedicando anche all'altra storia, che è la mia priorità (vi consiglio di passare a leggerla si chiama "un attimo ancora")

Spero che comunque continuerete a leggere e a farmi felice come già state facendo.

Vi lascio, come al solito stellinate e lasciatemi tantissimi commento che adoro leggerli 😋 Un bacione

Profilo twitter: perladirosa

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