24 - Eva
Spoiler nello spazio autrice, quindi se non avete visto l'ultima puntata non leggete
Buona lettura.
<<Non mi importa tu questa sera esci con noi>>
Noora si porta una ciocca bionda dietro l'orecchio e muove velocemente le dita sui tasti del suo cellulare senza guardarmi.
<<Ha ragione lei. Ci manchi ed è tanto che non passiamo una serata tra donne>> Chris appoggia la sua lattina vuota sul tavolo e mi sorride, poi si rivolge a Sana <<Noi abbiamo una lezione di tedesco, vero?>>
Sana annuisce e si alza, pronta a dirigersi in classe. <<Spero di vederti questa sera, Eva>> mi dice sorridendomi e accarezzandomi la guancia con la sua mano esile.
Non le rispondo ma le sorrido di rimando, sentendomi all'improvviso felice di essere circondata da così tanto amore, felice di non essere sola, felice di sapere che nonostante tutto ci sono sempre le mie amiche pronte ad accettare i miei cambi d'umore e sempre pronte a trasformare le mie giornate arricchendole di felicità.
<<Aspettatemi. Vengo anche io, devo passare a salutare Magnus prima di andare a lezione>>
Vilda si alza dallo schienale della panchina sulla quale era poggiata, mi lascia un bacio sulla guancia ed esclama <<Allora ci vediamo questa sera. Io porto da bere!>>
Poi come un fulmine scompare dietro l'angolo, lasciando una scia di allegria. Ne avevo proprio bisogno.
Fisso il tavolo sul quale fino a poco fa erano sedute le mie amiche e mi rendo conto che tutto ciò mi era mancato da morire: la loro allegria, la loro sfrontatezza, il volere sempre risolvere ogni problema facendo gruppo. Mi ero isolata nell'ultimo periodo, mi ero estraniata dal mondo e avevo cominciato perfino ad ignorare loro, le mie migliori amiche.
Poi ho capito, ho capito che stavo combattendo una battaglia non mia, la battaglia di qualcuno che invece non aveva la minima intenzione di combattere, che ha preferito lasciarsi sommergere da tutte le cose spiacevoli che gli stavano capitando, senza affrontarle. E questa non sono io.
<<Terra chiama Eva>> Noora mi sventola il cucchiaino, col quale stava mangiando il suo yogurt, davanti al viso come per risvegliarmi dai miei pensieri.
<<Sì, scusa... cosa mi stavi dicendo?>>
<<Niente, avevi solo la testa tra le nuvole>> Noora riprende a mangiare il suo yogurt ripulendo il contenitore dagli ultimi residui.
<<Ho parlato con William>> la bionda cattura immediatamente la mia attenzione ed io mi agito sulla panca. Anche se non dovrei.
<<Ieri è andato a trovare Chris, ci ha parlato>> continua poi guardandomi da sotto le lunghe ciglia bionde.
Raddrizzo la schiena e mi sistemo i capelli dietro alle orecchie <<Mi fa piacere che almeno con lui parli>> le sorrido, come se l'argomento non mi mettesse una tale agitazione da procurarmi il vomito.
<<Non lo hai più sentito?>> chiede lei cauta, forse per paura di una mia reazione negativa.
Ma io mi sono ripromessa che non sprecherò più la minima energia per Chris Schistad, quindi mi limito a fare spallucce.
<<Non ha più risposto ad una mia chiamata o ad un mio messaggio. Credo di averne avuto abbastanza>> mormoro con gli occhi bassi puntati sul legno inciso da qualche studente che forse, anni fa, si è trovato nella nostra stessa situazione.
Mi piace pensare che qualcuno prima di noi ha lasciato un pezzo di sé a questa scuola. Magari qualcuno che un po' ci somigliava, qualcuno con i nostri stessi problemi, magari più seri, o magari meno gravi, che ha voluto far in modo che il suo nome rimanesse per sempre permanente in questa scuola, segnato proprio qui, su questo tavolo.
Tocco due nomi incisi tra le scanalature del legno. Deve trattarsi di una coppia perchè i loro nomi sono contenuti all'interno di un cuore. Traccio il contorno con le dita e sento il legno freddo graffiarmi i polpastrelli.
Anche io voglio lasciare il segno, rimanere nei ricordi di qualcuno. Così prendo le chiavi e comincio ad incidere il mio nome in stampato, un po' più in disparte rispetto alle altre scritte. Magari un giorno qualcuno si chiederà chi fossi e fantasticherà, proprio come me, sulla mia storia.
<<Io credo che tu gli debba lasciare un po' di tempo. Quello che gli è capitato non è facile da superare e sicuramente gli avrà lasciato un sacco di problemi da risolvere.>>
<<Non lo metto in dubbio. Ma ci ho provato con tutte le mie forze, credimi. Gli sono stata vicina anche quando lui mi respingeva, gli ho sempre offerto la mia spalla, l'ho seguito senza nemmeno sapere dove volesse andare, mi sono fidata di lui. Ma è ovvio a questo punto che lui non ha bisogno di me ed io sono stanca.>> mi lascio andare ad un sospiro triste, mentre con gli occhi puntati sul mio nome mi chiedo perché io abbia permesso a quel ragazzo di stravolgermi la vita.
<<Le persone hanno bisogno delle persone, ricordi? E sono più che certa che anche Chris abbia bisogno di qualcuno al suo fianco in questo momento... e quella persona potresti essere tu...>>
<<No, Noora>> scuoto la testa decisa <<Tu non lo conosci come l'ho conosciuto io in quest' ultimo periodo. Chris sta soffrendo, non lo metto in dubbio, ma non ha fatto altro che attirarmi e respingermi continuamente ed io non sono un giocattolo>>
Improvvisamente mi balena in testa l'immagine di noi due accasciati sul pavimento e immediatamente abbasso lo sguardo.
Ho lasciato che usasse il mio corpo per pensare ad altro, che mi usasse. E questo non si ripeterà mai più.
Noora fa spallucce <<Se è così allora è arrivato il momento di voltare pagina.. esci con noi questa sera, incontra gente nuova, divertiti e non pensare più a lui>>
Non sarà di certo facile, ma le parole della mia amica sono terribilmente vere. Così annuisco, incerta su ciò che succederà, ma sicura di una cosa: Chris Schistad non ruberà più neanche un secondo della mia vita.
**
La festa è a casa di qualcuno del terzo anno, non so esattamente chi sia, ma le ragazze dicono che tutta la scuola è invitata.
Piuttosto normale: quando si da una festa, non importa se il 90% degli invitati sono degli sconosciuti, l'unica cosa che importa è fare casino, invitare più gente possibile, pompare buona musica e bere tanto, tanto alcol.
Vilde e Chris si sono già portate avanti, stringono tra le mani una bottiglia di vodka e a giudicare dalla loro camminate sono già piuttosto brille. Quando Chris si accorge che la sto fissando mi passa la bottiglia, ma io scuoto la testa e lei se la porta di nuovo alla bocca.
<<Sono così eccitata per questa festa. Ho sentito dire che sarà una bomba>> Vilde batte le mani e allarga la bocca in un sorrisone, mentre varchiamo la porta di questa enorme villa.
L'organizzatore non ha badato a spese.
La musica fuoriesce potente dagli amplificatori fissati alle pareti e la gente si sta già scatenando da ogni parte. Nessuno rispetta lo spazio adibito a pista, tutti ballano e si muovono sul posto, scuotono le braccia e alcune ragazze fanno una vera e propria lap dance su altri ragazzi decisamente eccitati.
Noora fa un verso schifato, mentre come me osserva le due ragazze intente a ballare. <<Odio quando le ragazze mettono in mostra il loro corpo come se fossero della merce in esposizione>> commenta tenendo gli occhi fissi in lontananza ed io annuisco d'accordo con lei.
Il resto della festa prosegue come al solito: musica, sigarette, vino, vodka e erba. Ragazzi che vomitano da qualche parte e ragazze che si fingono ubriache solo per poter limonare senza sentirsi in colpa e poi il giorno dopo dare la colpa all'alcol.
Non so cosa mi stia succedendo, ma sto vedendo tutto questo come qualcosa di terribilmente sbagliato.
Così mi siedo su un divanetto e me ne sto in disparte, aspettando che le mie amiche decidano di andarsene. Poi le seguirò; probabilmente dovrò aiutare Vilde che sarà così sbronza da non reggersi in piedi e me ne andrò a casa con l'amarezza di essere stata in un posto che non mi appartiene più e scoppierò a piangere, perché questo è quello che succede ogni notte.
Vedo Noora e William coccolarsi in disparte e ripenso a come loro siano riusciti a superare tutte le difficoltà. Nonostante non sia stato facile, loro sono ancora insieme e si amano ogni giorno di più. E non posso fare a meno di immaginarmi al loro posto, a quanto vorrei una storia come la loro.
E se fino a prima ero riuscita a non pensare a Chris, troppo concentrata a guardare i miei coetanei con occhi diversi, ora la sua figura è tornata a devastarmi la mente e i suoi occhi, il suo viso, le sua mani strette alle mie mi causano una fitta al cuore.
Mi sento così sola. Nonostante ci siano centinaia di persone in questa stanza, io sono sola.
Ho bisogno di lasciare questo posto, le ginocchia tremano un po' ma riesco comunque ad alzarmi, fino a che una figura occupa il posto sul divanetto e mi tira giù di nuovo a sedere.
<<Ei, dove scappi?>> la sua voce è profonda, ma allo stesso tempo mi ricorda quella di un ragazzino.
Sollevo un sopracciglio, mentre lo guardo.
<<Scusa e tu chi sei?>>
Lo sconosciuto allunga una mano nella mia direzione <<Piacere, Adam>>
Adam sorride mostrando i suoi denti bianchi e perfetti e per un secondo fa venire voglia di sorridere anche a me, poi però penso che sicuramente sarà il solito ubriaco che vuole provarci, per cui, senza stringergli la mano, gli dico <<Eva. Comunque me ne stavo andando>>
Lui controlla l'orologio stretto al polso sinistro e alza un sopracciglio <<Ma sono solo le dieci, non è un po' presto per lasciare una festa?>>
<<Non se ti stai annoiando a morte>> sbuffo
<<Ti stavo osservando da un po' in effetti e non sembrava ti stessi divertendo, per questo sono venuto in tuo aiuto>> scherza sbuffando una risata, poi si sistema meglio al mio fianco.
<<Allora Eva, come mai non ti stai divertendo?>> mi guarda come se fosse la cosa più strana al mondo.
<<Semplicemente non mi piace vedere ragazzi così ubriachi da vomitare in ogni angolo e ragazze che per poco non si prostituiscono>> mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, un po' a disagio per la sua troppa vicinanza.
<<Beh, hai ragione. Ma pensavo che a qualsiasi ragazza piacesse questo tipo di feste>>
Forse una volta mi piacevano. Uscire, ballare, bere, ma nell'ultimo periodo c'è stato come un cambiamento in me che mi porta a vedere tutto questo come qualcosa di sbagliato.
Faccio spallucce e lascio vagare lo sguardo in lontananza, alla ricerca di un'amica che venga a salvarmi, ma sembrano essere tutte sparite.
<<Dove vai a scuola?>>
Adam non capisce che non ho molta voglia di fare conversazione e continua con le sue domande.
<<Alla Nissen>>
Adam non dice più nulla e se da una parte sono contenta, dall'altra mi sento un po' in colpa perché per ora si sta dimostrando un bravo ragazzo con la sola voglia di fare un po' di conversazione. Così aggiungo <<E tu?>>
<<Alla Elvebakken, sono all'ultimo anno>>
<<Io al primo>>
<<Davvero? Pensavo fossi più grande>> solleva le sopracciglia.
Gli sorrido e scuoto la testa.
<<Com'è possibile che io non ti abbia mai vista comunque?>>
<<Ultimamente non sono uscita spesso. Non venivo ad una festa da mesi>>
Adam ride <<Beh non sembra proprio il tuo ambiente, quindi non mi stupisco>>
<<Veramente>> continuo con difficoltà, un po' indispettita dal fatto che probabilmente pensi io sia una persona noiosa, <<mi sono sempre piaciute le feste. Ma recentemente mi hanno un po' stufata>>
<<Ah, capisco. E cosa ti ha fatto cambiare idea?>>
Adam fa un po' troppe domande, ma è carino ed è abbastanza piacevole parlare con lui.
<<un po' di cose>> rimango sul vago e lui capisce che non ne voglio parlare, perché cambia argomento.
<<Capisco. Vuoi bere qualcosa, Eva?>> mi chiede, indicando con la testa il bancone in cui vengono serviti gli alcoli.
Scuoto la testa <<No, grazie. Sono apposto così>>
Adam annuisce, arricciando le labbra <<Ok, quindi non ti va di bere, non sembra tu abbia molta voglia di parlare, c'è qualcosa che di va di fare?>> mi chiede sorridendomi e tamburellando le dita sul bracciolo del divano.
<<In realtà stavo appunto pensando di andarmene>> mormoro facendo vagare lo sguardo alla ricerca delle mie amiche.
<<Di già? Dai rimani ancora un po', non sarò un'ottima compagnia, ma almeno ti ho fatta sorridere.>>
Abbasso lo sguardo imbarazzata e sorrido. Mi fisso le mani, tenute strette in grembo senza sapere bene cosa dire.
Adam mi imbarazza, non so ben capire il perché. Forse è il fatto che un ragazzo più grande sia interessato ad un disastro come me. Qualsiasi cosa sia, non riesco a smettere di abbassare lo sguardo.
<<Perché non mi parli un po' di te?>> mi chiede poi
<<Beh, non saprei cosa dirti>>
<<Puoi partire iniziando a guardarmi, ti assicuro che non mordo>> mi dice ridendo e, allungando il braccio sullo schienale del divanetto, mi sfiora una spalla nuda.
Alzo gli occhi su di lui, sentendo le guance scaldarsi. Lo osservo per la prima volta, dopo vari minuti in cui siamo seduti vicini. Lo esamino velocemente, ma la mia testa non riesce a far altro che metterlo a confronto con Chris.
Le labbra più piene, il naso più sporgente. Non c'è il ciuffo che gli scende sul volto, che mi piace da morire. Non c'è niente di Chris in Adam e nonostante dovrei esserne felice, non lo sono.
Scuoto la testa cercando di far scomparire gli ultimi pensieri, sono quasi tentata di ripensarci sul fatto di non bere, perché in questo momento ne ho davvero bisogno.
Faccio un respiro profondo pronta a tornare alla conversazione in corso con Adam, quando qualcun altro parla al mio posto.
<<Eva, mi dispiace interrompervi, ma c'è un problema con Vilde>> Sana sembra mortificata per averci disturbato, io invece sono contenta.
<<Che succede?>> chiedo alzandomi.
<<Ha litigato con Magnus e ora sta piangendo. Vuole andarsene>> indica col pollice qualcosa alle sue spalle, probabilmente dove si trovano le altre.
<<Ok, andiamo>> afferro il giacchetto che avevo lasciato sul divano e mi rivolgo a Adam rimasto fermo ed in silenzio ad osservarci.
<<La mia amica ha bisogno di me. Mi dispiace, ma devo andare. È stato bello conoscerti comunque>> gli sorrido sincera.
Lui si alza, mi stringe un po' per potermi baciare sulle guance. Mi bacia la prima volte e poi la seconda e rimane vicino il tanto per potermi parlare senza dover alzare troppo la voce.
<<Vorrei rivederti, perché non mi lasci il tuo numero?>> mi chiede spostando per un attimo lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra per poi farlo tornare immediatamente più su.
Mi blocco per un attimo di fronte alle sue parole: voglio rivederlo? Voglio lasciargli il mio numero? Non lo so. L'unica cosa che so è che ho deciso di proseguire con la mia vita e niente mi vieta di farmi un nuovo amico.
Così afferro il suo cellulare e digito velocemente il mio numero, poi glielo restituisco sorridendo.
<<Ci vediamo presto, Adam.>>
Una cosa sola e vi avverto che potrebbe essere uno spoiler per chi non ha ancora visto l'ultima puntata.
CHRIS SCHISTAD IS BACK!!!!
Non vi dico la mia reazione quando ho aperto il video e mi sono trovata William e Chris mentre scendevano dalla macchina, un throwback assurdo tra l'altro. Ho rivisto quella scena centinaia di volte ormai.
Niente, volevo solo condividere un po' di gioia con voi.
Non mi perdo in altre chiacchiere, vi chiedo solo di lasciare una stella e un commento. Grazie mille :)
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