2 - Chris
Sulla strada per andare in classe molte persone mi fermano, alcuni mi battono il cinque, altri si complimentano per la festa di ieri ed io con fare annoiato saluto tutti e sorrido controvoglia.
Stamattina mi sono alzato col piede sbagliato e la scenata di prima mi ha fatto alterare ancora più, oltretutto nemmeno so perché Eva si è comportata così e nessuno me lo vuole dire. William non sa niente e le sue amiche non me lo racconterebbero mai. Da una parte penso anche che non me ne importa molto, non vuole parlarmi? Problema suo, è lei a perderci. Odio queste scenate inutili da fidanzata gelosa, non è la mia cazzo di ragazza, quindi non ne ha alcun diritto, qualsiasi cosa sia successa.
Sposto lo zaino da una spalla all'altra e mi faccio da parte davanti alla porta per far passare una biondina. La esamino velocemente, curve al punto giusto e tette, anche se nascoste dal maglione, abbastanza nella norma, le sorrido passando la lingua sul labbro inferiore.
<<Hei bellezza>>
Appoggio una mano allo stipite della porta per tenermi in equilibrio, mentre con l'altra le afferrò una ciocca di capelli che le solletica il viso.
La bionda sorride imbarazzata, anche se il suo imbarazzo non sembra durare molto, tempo qualche parola giusta e si è già sciolta, inizia a far le fusa come una micetta e mi accarezza il braccio.
<<Spero tu ti sia divertita ieri>>
<<Ieri?>> La sua voce acuta mi dà la nausea, ma sorvolo pensando al resto, pensando a quando sarà nel mio letto, allora lì la nausea sicuramente sarà passata.
<<Ma come non sei venuta alla festa dei "Penetrator"?>>
I "Penetrator boys", ovvero il gruppo di cui faccio parte, sono i più popolari a scuola. Facciamo delle feste da urlo a cui tutti i ragazzi della scuola vogliono partecipare. Alcol, ragazze e un sacco di musica. E' uno stile di vita, se non partecipi almeno ad una festa dei Penetrators puoi dire di non aver vissuto davvero la tua adolescenza.
<<mh, no>> la bionda mette il broncio, guardandomi da sotto le lunghe ciglia nere, probabilmente finte. Sembra una bambina che implora per le caramelle, anche se lei probabilmente mi sta implorando per altro.
Le accarezzo il labbro inferiore, lievemente sporto in fuori <<Accidenti bisogna rimediare allora, la prossima festa è tra due giorni, devi assolutamente venire.>>
Le chiedo di passarmi il suo cellulare per scriverle l'indirizzo della festa e già che ci sono le lascio anche il mio numero.
<<Mi raccomando chiamami quando arrivi>> le faccio l'occhiolino ripassandole il telefono.
<<Certo>> sorride, mordendosi il labbro, probabilmente una mossa per sedurmi o per voler risultare sexy ai miei occhi.
In questa maniera mi sono assicurato una scopata, senza nemmeno dover faticare. Anche se forse è proprio quello il bello, vederle mentre si imbarazzano davanti al mio sorriso o sentirle fremere ogni volta che le tocco, mentre cerco di conquistarle con qualche parolina giusta.
Questa volta la festa è a casa mia, i miei genitori sono partiti per l'Italia da un paio di giorni e ho casa libera per un'altra settimana. I ragazzi hanno faticato tutta la giornata per addobbare casa, procurarsi l'alcol e appendere striscioni e manifesti sui muri e devo dire che abbiamo fatto proprio un buon lavoro.
Accolgo gli invitati alla porta sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi ogni volta che una ragazza entra. Non ne ho ancora vista una che attiri particolarmente la mia attenzione, ma diciamo che non sono un tipo selettivo, un paio di birre e neanche ci faccio caso al loro aspetto fisico.
La musica fuoriesce dagli amplificatori risuonando nell'aria e creando un clima a dir poco magnifico. Amo la musica, amo ballare e divertirmi, scatenarmi in mezzo alla pista, è uno dei pochi momenti in cui riesco a non pensare a niente. La mia mente si libera, il mio cervello inizia a percepire solo la melodia e i miei arti cominciano a muoversi a tempo. Una sensazione fantastica. Fino a che una ragazza bassina inizia a strusciarsi contro di me, ridestandomi di colpo.
Mi prendo un attimo per darle un'occhiata veloce, non sono ancora del tutto ubriaco e al mio cervello sembra importare del suo aspetto.
<<Allora sei venuta>> constato avvicinandomi al suo orecchio per sovrastare la musica, approfittandone per sfiorarla con le labbra.
<<Avevi dubbi?>>
La biondina di un paio di giorni fa si dimena sotto il mio sguardo, portandosi una ciocca dietro l'orecchio con fare sexy.
<<Mi sembrava di averti detto di chiamarmi prima di arrivare>> le sussurro di nuovo stringendola un po' di più a me.
Non che mi importasse seriamente se lei venisse o meno, anzi mi ero quasi dimenticato di lei. Ma siccome avevo già capito le sue intenzioni, da una parte speravo si presentasse alla festa, così avremmo potuto concludere in camera mia.
<<Non mi offri niente da bere?>>
Si aggrappa al mio collo strofinando una mano sul mio petto, lasciando un bacio umido sul collo.
"Prima regola: niente succhiotti su chi non è di tua proprietà". Me lo ripeto mentalmente prima di staccarla da me. La prendo per il polso e la trascino fuori dalla pista, fino al tavolo degli alcolici.
<<Tutto ciò che vuoi>> faccio scoccare la lingua sul palato, spalancando le braccia per mostrarle tutto il ben di Dio davanti ai nostri occhi.
Lei sorride eccitata, la vista dell'alcol l'ha messa completamente di buon umore.
<<Quindi cosa ti posso offrire?>> le chiedo impaziente. Tutte queste chiacchiere mi stanno un po' annoiando e vorrei passare immediatamente alla fase successiva.
Si porta un dito sulle labbra, come se ci stesse riflettendo, mentre la mia pazienza continua a diminuire.
<<Direi che questo vada bene>> dopo essersi riempita un bicchierino da shot di vodka e averlo alzato verso di me in segno di brindisi, se lo porta alla bocca, solleva il mento portando indietro la testa e se lo scola in un attimo.
A questo punto non lascio più che delle stupide parole escano dalla nostra bocca, la mia impazienza e la mia eccitazione hanno la meglio su tutto; la spingo contro al muro, forse un po' troppo velocemente. Afferro le sue labbra tra le mie, facendola ansimare per la sorpresa. Le sue mani finiscono impazienti tra i miei capelli, mentre le mie scendono dalle spalle fino al suo culo.
Sto già pensando di afferrarla per una mano e portarla al piano superiore, ma una ragazza mora arriva ad interrompere il mio momento di gloria. Mi stacco e le rivolgo uno sguardo stralunato, se mi rovina la serata giuro che gliela faccio pagare. La mora mi ignora, si avvicina all'amica e le sussurra qualcosa nell'orecchio.
<<Devo andare, ci vediamo dopo, ok? >> la biondina mi urla nell'orecchio, prima di essere trascinata via dall'amica e lasciarmi lì come un coglione.
Raggiungo William al bancone, che come un depresso si sostiene la testa con una mano mentre nell'altra ha una bottiglia di birra. Gli occhi fissi in un punto preciso della stanza. Seguo la traiettoria del suo sguardo e non mi stupisco di trovare Noora e le sue amiche mentre ballano e si divertono.
<<Smettila, sembri un cazzo di stalker>> gli do un colpo al braccio su cui è poggiata la testa, facendolo tornare nel mondo reale, dove non esiste solo Noora Sætre.
<<Ma vaffanculo, piuttosto dov'eri?>>
Alzo un angolo della bocca, sollevando un paio di volte le sopracciglia <<Bionda, gambe lunghe e tette grosse>>
<<Sei sempre il solito>> afferma il mio amico, portandosi la bottiglia di vetro alla bocca.
<<Se non mi sbaglio fino a pochi mesi fa eri così anche tu.>>
Sono felice che abbia trovato una ragazza e che abbia messo la testa apposto, ma a mio parere sono tutte stronzate. Alla fine tutti se ne vanno, ti abbandonano, se ne fregano di te e ti lasciano solo come un cane, con il cuore rotto e nessuna colla capace di risistemare i cocci. Ed io non ho assolutamente intenzione di finire in questo stato, a piagnucolare su quanto io sia innamorato e su quanto la ragazza dei miei sogni non mi voglia, o magari a parlare di come la ragazza dei miei sogni se ne sia andata con un altro, lasciandomi qua come un coglione a rimpiangere i bei momenti.
Preferisco di certo essere come sono ora, al di là dell'alcol, delle ragazze o delle feste, preferisco non avere responsabilità o impegni e tanto meno sofferenze ulteriori. Quelle ne ho già abbastanza.
<<Sì lo ero, ma fidati, sono molto più felice così. E credimi dovresti trovare anche tu una ragazza e non parlo di quelle che ti porti a letto tutti i giorni. Una giusta, amico>>
Riporta lo sguardo in prossimità di Noora e il suo gruppo, costringendomi ad imitare il suo gesto.
Eva sta ballando, muove la testa a destra e sinistra, ondeggiando i fianchi e portando in aria le braccia. Sbuffo una risata, perché ha un modo strano di ballare, direi quasi buffo, forse dovuto anche al troppo alcol. Nonostante sia totalmente diversa rispetto alle ragazze che frequento solitamente, in questo momento la trovo incredibilmente sexy.
Ancora non so perché ce l'abbia tanto con me, non riesco a ricordare cosa sia successo e tutti quelli che sembrano sapere qualcosa non vogliono dirmi niente.
Vicino al mio amico rincoglionito e innamorato, inizio a studiare i movimenti di Eva, così strambi, ma eccitanti. L'alcol che le circola in corpo la rende audace, i capelli tendenti al rosso oscillano da una parte all'altra finendo spesso in faccia a Vilde, la quale vedo lamentarsi. Eva scoppia a ridere, non posso sentire il rumore, ma posso immaginare quel verso strano che fa sempre, simile alla risata di un bambino. Poi torna a saltellare tra la folla, le gambe stanche faticano a sostenere il suo peso facendola inciampare e appoggiare alle amiche.
Il mio sguardo scende velocemente sul suo corpo: il vestito, forse un po' troppo corto le mette in risalto le gambe nude. Cazzo ha pure un bel culo.
Non appena mi rendo conto di ciò che sto facendo, distolgo subito lo sguardo. Comportarmi in questa maniera non mi aiuta di certo. Giro lo sguardo nella stanza, alla ricerca della bionda di prima, o di qualsiasi altra ragazza con un paio di tette e un bel culo che cancelli i pensieri di poco fa dalla mia testa.
Ma poi i miei occhi ricadono di nuovo su quella figura ubriaca che si muove audace in pista. Ha anche delle belle tette.
Per un attimo ho l'impulso di alzarmi e raggiungerla, magari prenderla da parte e che ne so, portarla di sopra. E le mie gambe hanno davvero preso l'iniziativa di alzarsi e cominciare a camminare.
Sono a metà pista, pochi passi e l'ho raggiunta. Ma una mano mi afferra dal bicipite, bloccandomi e tirandomi verso di sé.
<<Eccomi sono tornata>>
Per poi condurmi verso le scale e trascinarmi al piano superiore.
Hola, hola, hola. Scusate l'assenza, ma sono tornata ad aggiornare anche questa storia. Ho visto che vi è piaciuta e ne sono davvero contenta.
Passiamo alle solite cose, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e lasciate tante stelline.
PROSSIMO AGGIORNAMENTO ALLE DIECI STELLINE
Altra cosa, per chi ancora non lo avesse fatto, passate a leggere anche l'altra mia storia "Un attimo ancora"
Ultima cosa (finalmente), ho creato un profilo twitter, se vi va seguitemi https://twitter.com/perladirosa
Ho finito, credo, un bacione e ripeto: PROSSIMO AGGIORNAMENTO ALLE DIECI STELLINE!
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