11 - Eva
<<Oh mio Dio>> ripeto una seconda volta. Gli occhi lucidi, le gambe tremano e il dolore di fronte alla scena mi lascia senza parole.
Chris mi fissa intensamente, vedo del panico nei suoi occhi. Forse non si aspettava di trovare proprio me alla porta.
Nessuno dei due si muove, nessuno fa un passo. Siamo esattamente uno di fronte all'altro, la mia mano è ancora davanti alla mia bocca, mentre la sua sta stringendo fortissimo la maniglia della porta.
Penso, penso davvero tanto in questo momento che quasi posso sentire il mio cervello fondersi. Subito un forte mal di testa mi colpisce insieme alla sensazione di nausea rendendomi ancora più debole di quanto potessi essere prima.
Mi ripeto di essere forte, di farmi coraggio, ma i miei occhi sono ancora spalancati e i miei piedi non accennano a voler fare un passo, solo uno, il tanto per avvicinarmi un po' e confermarmi che tutto ciò non è solo un brutto sogno.
Ma no, resto lì impalata e la consapevolezza che questa è la realtà mi fa ancora più male.
Posso leggere milioni di emozioni passare sul volto di Chris, come le figure sulle slot machine, ruotano, scorrono, si alternano. Ma quelle che prevalgono sono sicuramente imbarazzo, dolore e tanta rabbia.
Lo vedo da come mi guarda, da come aggrotta le sue sopracciglia scure in un'espressione furiosa.
<<Che cazzo ci fai qui?>> sbotta infastidito, guardandomi attraverso gli occhi assottigliati.
<<C-cosa ti è successo?>> riesco a chiedere con un filo di voce.
Chris guarda a terra e da quel momento il suo sguardo non si solleva più, tiene sempre gli occhi puntati al pavimento, quasi come se volesse nascondersi.
Ma ormai ho visto tutto, forse troppo rispetto quello che potessi sopportare. La vista del sangue, ormai secco, intorno al naso e al labbro, mi fanno girare la testa. Forse mi sento svenire, o forse vomiterò, per ora cerco solo di restare con i piedi saldi al terreno, cercando di concentrarmi sul prato verde al mio fianco.
<<Niente che ti interessi, vattene>> esclama con disprezzo e poi compie un lieve movimento che mi fa immediatamente capire che vuole sbattermi la porta in faccia.
Mi muovo istintivamente, arrivando a pochi centimetri da lui e poi afferro a mia volta la maniglia della porta.
<<No, ti prego aspetta>>
Chris solleva gli occhi e li punta intensamente nei miei. Per un attimo mi dimentico perfino di ciò che sto per dire.
<<Stai bene?>> deglutisco.
<<Non vedi? Una meraviglia>> Alza gli occhi al cielo, infastidito dalla mia domanda stupida.
Persino io riconosco l'inutilità delle mie parole. E' ovvio che non stia bene, i segni sul suo volto, nonostante sia evidente che risalgono a qualche giorno fa, devono fare molto male.
<<Li hai medicati?>>
<<Sì, Eva. Li ho medicati>> sbuffa
<<Lascia che ti dia un'occhiata>> dico preoccupata. Sono più che sicura che non se ne sia curato minimamente.
<<Senti, ti ho scritto che stavo bene proprio per evitare che tu venissi qui a ficcare il naso, quindi per favore ora vattene.>> Chris alza la voce, cercando di spaventarmi.
Ma io non li lascio intimorire, poso una mano sulla sua guancia, girando il suo volto verso di me, in modo da poter controllare meglio le ferite.
Ha lividi ovunque. Un taglio appena sotto il labbro inferiore, ha perso molto sangue a quanto pare e ora si è creata una crosticina. Il naso è completamente ammaccato, anche qui ci sono tagli e botte, forse è rotto, ma non saprei dirlo con certezza.
Per non parlare dell'occhio destro, è circondato da una botta viola che prosegue quasi fino a raggiungere il naso e il sopracciglio mostra un taglio profondo.
Chris sussulta sotto il mio tocco, ma si lascia esaminare emettendo qualche sospiro quando le mie dita passano sopra alle botte.
<<Fammi entrare, prometto che non dirò niente.>> lo supplico.
Chris resta per un po' fermo, sbarrandomi l'entrata con il suo corpo. L'indecisione sul suo volto, posso vedere come stia combattendo una battaglia interiore, indeciso sul lasciarmi entrare o meno.
Continuo a guardarlo rivolgendogli il mio miglior sguardo supplichevole, fino a che non decide di spostarsi di lato lasciandomi passare.
Si guarda in giro, alle mie spalle, prima di richiudere la porta.
Lo seguo lungo il corridoio che porta al salotto e alla cucina, proprio lì dove l'ultima volta c'è stata quella violenta discussione col padre, proprio lì dove il signor Schistad mi ha umiliata.
Chris continua a camminare davanti a me, fortunatamente non ha altre ferite oltre che al volto e questo gli permette di poter camminare tranquillamente.
Quando arriviamo davanti alla porta che dà sul salotto, il moro la spalanca ed entra dirigendosi verso il divano per poi sdraiarvici sopra.
Io invece rimango in piedi a fissarlo, con le braccia conserte e ancora tanta preoccupazione nel corpo.
<<Hai un kit del pronto soccorso? O qualcosa del genere?>>
Chris assottiglia gli occhi guardandomi dal basso <<Un che? A che ti serve?>>
<<A medicarti quelle brutte ferite che hai sul volto>>
<<Ti ho detto che ci ho pensato io... ora smettila>> sbotta, quasi non lasciandomi finire di parlare.
Ora mi sta facendo arrabbiare
<<Perché per una volta te ne puoi stare zitto, dirmi dove tieni del disinfettante e lasciare fare a me?>>
Mi guarda stralunato, forse se avesse la possibilità di lanciarmi qualcosa e uccidermi in questo momento non ci penserebbe due volte, ma poi si lascia convincere e mi indica dove posso trovare l'occorrente per disinfettare le sue ferite.
Lo raggiungo sul divano, sedendomi accanto a lui che ha di poco tirato su le gambe lasciandomi un po' di spazio.
Chris ha dei bruttissimi lividi, alcuni presentano del sangue, che col passare dei giorni si è seccato lasciando delle croste che ovviamente Chris non ha curato.
Passo del cotone, affianco al labbro, lì dove c'è un taglio profondo.
Chris sussulta, il disinfettante deve sicuramente bruciare, poi passo alle altre ferite. Ora che ci faccio caso anche lo zigomo è leggermente gonfio. Prendo la busta del ghiaccio e la poggio sulle botte.
<<Tienila per un po' così>> gli spiego mentre mi alzo per andare a buttare il cotone usato.
Il moro sbuffa, facendo una smorfia, forse per il dolore e poi torna a sdraiarsi sul divano, lasciando però un po' di posto anche a me.
<<Posso chiederti una cosa?>> sussurro.
So che forse mi dirà di no, o forse non mi risponderà nemmeno, ma ho questo brutto presentimento e devo assolutamente accertarmene.
Lui mi rivolge un'occhiata, aggrottando le sopracciglia, ma non risponde. Così decido di parlare comunque.
<<Puoi dirmi cosa ti è successo? Davvero...>>
Passano alcuni minuti prima che Chris mi risponda <<Non è successo niente, ho solo fatto a botte con dei ragazzi>>
Forse fino a ieri ci avrei creduto, forse lo avrei anche rimproverato, pensando per l'ennesima volta a quanto Chris stia sprecando la sua vita volendo prevalere in maniera ridicola attraverso delle stupide risse.
Ma ora, dopo aver parlato con Jonas ed essere venuta a conoscenza di un lato della sua vita a dir poco spaventoso, ho la sensazione che non si tratti davvero di una stupida rissa.
Sospiro, perché non so come comportarmi. Vorrei scavare più a fondo, insistere fino a fargli sputare la verità, ma dall'altra parte ho questa paura tremenda che Chris possa reagire male e arrabbiarsi con me.
<<Chris...>> deglutisco <<Se c'è qualche problema... puoi parlarmene... cioè se vuoi>> lo dico con estrema calma, ma è tutta apparenza, in realtà sto tremando.
<<Che problema dovrebbe esserci?>> di nuovo usa un tono di voce irritato.
<<Non... non lo so. Dove sono i tuoi genitori?>>
Non so cosa sia stato, forse l'aver nominato i suoi genitori, ma Chris si alza in piedi di colpo infuriato. Forse ha capito che so qualcosa di troppo, qualcosa che lui vorrebbe tenere nascosto.
<<Non ci sono! E ora vattene via.>>
<<Chris...>> le lacrime impannano improvvisamente i miei occhi
<<Chris niente. Ti ho detto di andare via Eva>>
Chris mi afferra per un braccio, facendomi alzare prepotentemente dal divano. Inizio a sentire un dolore farsi sempre più intenso lì dove le sue dita stanno stringendo.
<<Mi fai male Chris>> lo guardo intensamente negli occhi, ma non so descrivere l'emozione che ci leggo dentro in questo momento, forse paura.
Il moro lascia velocemente la presa, quasi come se il mio braccio fosse una fiamma e lui si stesse scottando. Mi afferra per entrambe le spalle e inizia a spingermi verso la porta, gli occhi fissi nei miei.
Quando siamo solo a pochi passi dall'uscita, Chris non la apre, bensì mi ci sbatte contro. Forse con troppa forza, perché la mia schiena sta protestando, sia per la sorpresa sia per il dolore.
Non riesco nemmeno ad aprire bocca a chiedergli cosa sta facendo, perché in un attimo si avventa su di me
Morde forte il labbro facendomi sussultare, mi sembra di sentire il sapore ferroso del sangue, ma non ho tempo di pensarci perché la sua lingua si intrufola velocemente tra le mie labbra.
Mi lecca il labbro inferiore, mentre le sue mani sono ancorate di fianco alla mia testa, racchiudendomi in una specie di morsa. Da qua non posso sicuramente muovermi, e forse nemmeno voglio.
Mi bacia con prepotenza, mi morde, mi lecca.
Sento i denti scontrarsi e la lingua ammorbidire ogni tipo di dolore. Non sono mai stata baciata così, le mie guance sono in fiamme e la testa sta girando. Probabilmente sono in piedi solo grazie alla presenza di Chris.
Ma non ho il tempo per connettere il cervello e capire cosa sta succedendo, perché il moro si stacca di fretta di me. Si passa la mano sulla bocca per asciugarsi e alza la testa al cielo imprecando.
Io sono ancora contro alla porta, le gambe mi tremano e le labbra pulsano a causa del suo bacio prepotente.
E' tutto così confuso, l'attimo prima mi vuole cacciare e quello dopo mi bacia contro la porta di casa sua.
Ho ancora il fiatone e non ci sto capendo assolutamente niente e non ho neanche il tempo per capire. Chris si muove così velocemente, è tutto strano, confuso, sbagliato, ma allo stesso tempo giusto. Mi sento esplodere.
Sto per dire qualcosa, non so nemmeno io che cosa esattamente, ho solo bisogno di parlare per buttare fuori un po' di fiato.
Ma Chris mi blocca.
<<Vattene da qua>>
Mi schiarisco la voce: <<Chris>>
Vorrei tranquillizzarlo perché vedo quanto è agitato, lo è forse anche più di me. Ma lui apre la porta costringendomi a spostarmi.
<<Ho detto di andartene! Non voglio che ti ripresenti più qui, non voglio che tu ti impicci più delle mie cose e soprattutto guai a te se fai parola con qualcuno di quello che è successo.>>
Il tempo per assimilare le sue parole che Chris mi ha già sbattuto la porta in faccia, chiudendomi fuori.
I miei occhi si riempiono di lacrime, scorrono sulle guance arrivando alle mie labbra. Il sapore salato si mescola con quello del sangue.
Inizio a correre il più velocemente possibile, ho bisogno di scappare da questo inferno, di rifugiarmi a casa mia e piangere per il resto della mia vita.
Non voglio più avere niente a che fare con Chris Schistad. Mai più.
Ma questo bacio? Lo volevate o no?
Io sono così contenta, finalmente Chris il duro si lascia andare, ma poi...
Vabbè, lo sappiamo che è stronzo nell'animo.
Comunque, come al solito fatemi sapere cosa pensate del capitolo, se vi è piaciuto, se c'è qualcosa che cambiereste ecc. E ovviamente stellinate.
Io spero di aggiornare presto, anche se quasi sicuramente non succederà prima della settimana prossima.
Vi lascio il mio profilo twitter, dove vi tengo informati su aggiornamenti vari @perladirosa e come sempre vi chiedo di passare a leggere "Un attimo ancora"
Vi amo da morire perché abbiamo superato le 5k visualizzazioni.
Un bacione e a presto.
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