Prologo
-Mi hai lasciato morire.- sussurra al mio orecchio e poi si lascia cadere, -Mi hai lasciato morire!-
-Garze, altre garze.-
Lo stesso interminabile "bip", movimenti frenetici, bianco...
-La stiamo perdendo!-
Grida, sangue, le lancette producono pesantemente sempre lo stesso cerchio.
Tic. Tac. Tic. Tac.
Sudore, metallo, un corpo aperto su un tavolo. Il "bip" si allunga... e non smette.
-Ora del decesso: venti e quarantadue.-
È morta.
È persa per sempre.
-Tu l' hai uccisa. Le hai uccise entrambe!-
-Louis!-
Mi sveglio con un urlo e sobbalzo, fissando spaventato il mio compagno. -Amore, stai bene?- mi chiede premuroso Harry e io mi stringo a lui. Annuisco, respirando con l' affanno. -Sì.- soffio debole e mi riappoggio col fianco al materasso.
-Hai di nuovo sognato le gemelle?-
Serro gli occhi e faccio di nuovo cenno positivo. Fatico talmente tanto a respirare che mi fa male la gabbia toracica.
Non ce la faccio più, basta incubi.
Mr. Occhi di Ferro si allunga verso di me e mi bacia dolcemente la guancia. -Se vuoi, prima di tornare a casa, andiamo al cimitero di Los Angeles dove le hanno sepolte insieme.-
Prendo un bel respiro e sorrido di poco, calmandomi. -Sei così dolce con me.-
-Mi piace esserlo.- fa spallucce, mi ruba un bacio e si alza. -Su, facciamo colazione.- mi rifila una pacca al sedere, camminando con fare innocente verso l' armadio, anche se sa che lo sto fissando con aria di sfida.
E mi lasci così, insoddisfatto?
Col passo di una pantera, mi allungo a quattro zampe verso di lui, mi sporgo dal bordo del letto matrimoniale e gli schiaffeggio quel culo pazzesco che si ritrova. Sobbalza e mi fissa divertito, capendo che ho voglia di provocarlo.
-Così impari.- ribatto, ma non faccio in tempo a scappare che mi salta addosso e comincia a farmi il solletico.
No, il mio punto debole!
-Lei è parecchio monello, Mr. Tomlinson!- mi rabbonisce, toccando in punti che conosce a memoria e che sa che mi fanno venire i brividi.
-Sei tu che mi hai rapito e mi hai portato qui, mi devi un favore!-
-Come se ti dispiacesse...- scuote la testa e mi fa una pernacchia sulla pancia, provocandomi le lacrime agli occhi dal ridere.
È inutile, tanto perdo sempre contro quest' uomo. Gli ultimi due anni me lo hanno mostrato alla perfezione.
Mi bacia teneramente una tempia e inspira il profumo del mio shampoo. -Colazione.- ribadisce e mi tira su.
Ci vestiamo - o almeno io ci provo, dato che lui continua a pizzicarmi ogni lembo della pelle che vede - e prendiamo le tessere della nostra cabina. Spegniamo la luce, usciamo e camminiamo per il lungo corridoio, fino a trovare l' ascensore che porta al ponte principale con piscine, idromassaggio, bar e, soprattutto, il ristorante self-service, lo Zanzibar.
Mettendoci in fila, prendiamo dei vassoi e le posate racchiuse in dei tovaglioli di stoffa blu, allungando successivamente le mani per poter prendere quello che ci pare.
L' occhio mi cade sull' uscita non molto distante da noi, dove una delle guardie del corpo di Harry, Oscar, se ne sta in allerta sulla soglia e mette angoscia agli altri passeggeri con la sua prestanza di un metro e novanta. Mi domando quando diavolo Mr. Occhi di Ferro l' abbia chiamato per dirgli dove siamo.
Tiro un sospiro disperato, ingoio il rospo e prendo un waffles con occhio di bue. Il mio uomo mi fa strada verso un tavolo libero, quadrato e adatto per due, e poggiamo la nostra colazione dopo esserci seduti. Il suo vassoio stracolma, però non mi sorprendo quando dà la maggior parte del suo cibo a me.
-Sei pazzo se pensi che mangerò il bacon accompagnato al latte con cereali, Styles.-
-E tu sei un ingenuo se credi che ti lascerò a stomaco vuoto fino a cena, Tomlinson.- mi rifila un occhiolino che mi fa solo saltare i nervi e si spalma la marmellata sulla fetta di pane tostato.
-Non starò senza mangiare fino a stasera, non sono stupido.- protesto.
-Ti conosco: staremo fuori tutto il giorno e tu sarai talmente preso da Atene da dimenticarti il pranzo.-
Apro bocca per ribattere... ma non mi esce nemmeno un fiato. Come ho detto prima, non vinco mai contro di lui.
Che palle...
Poggio il gomito sul tavolo marrone scuro e la guancia sulla mano. È un bene che mi conosca più di me? Forse no, dato che riesce sempre a scamparla.
Grugnisco infastidito alla vista di Oscar che si è avvicinato di poco per tenerci d' occhio e sposto lo sguardo ai miei pancakes, che addento con ferocia. Mr. Occhi di Ferro allontana la tazza blu col simbolo della MSC dalle labbra e lecca quest' ultime, per eliminare i residui di caffè nero. -Che cosa c'è, adesso?-
-Era proprio necessario?- domando sottovoce, in fondo Oscar è un brav' uomo che fa solo il suo lavoro, non voglio offenderlo.
-Lui, Jorge e David servono per proteggerti.- ripete per quella che è la milionesima volta e io ripenso agli ultimi tre giorni passati qui con lui, Oscar e le altre guardie del corpo latinoamericani.
-Ma da che cosa?-
-Devo forse ricordati la tua nonna psicopatica e il mio ex marito avaro? Tra l' altro, Mr. Tomlinson, io e lei abbiamo fatto un patto: ho evitato di portarci a fare una vacanza in un mio jet o in una mia nave privata e di scegliere una crociera comune per entrambi, ma in cambio hai accettato la mia protezione e quella dei miei uomini. Vuoi rimangiarti la parola?- serra le braccia al petto e si poggia allo schienale, come se mi stesse facendo la paternale.
Vuole farmi sentire in colpa?
Ah, mossa sbagliata, tesoro.
-Harry, siamo sulla MSC Fantasia, è una nave per famiglie! Come potrei mai essere in pericolo? E poi, sei certo che quei due ci abbiano seguiti fino a Venezia, in Italia, dove abbiamo preso la nave?- arcuo un sopracciglio e mi sporgo verso di lui.
A volte è davvero esasperante, mi sta sempre col fiato sul collo. Da quando stiamo insieme, non c'è giorno in cui non mi abbia mai lasciato veramente da solo. Magari in bagno.
Be', non proprio, almeno. Non sempre.
Si morde la guancia. -Qualcosa mi dice che non sono così impreparati come ci è sembrato.- si lascia andare sul tavolo e finisce il suo caffè.
Respiro profondamente e poggio una mano sulla sua. -Siamo in crociera, amore, rilassati. Non corro alcun pericolo qui, va bene?- tento di alleggerirgli la pressione con le mie parole, accarezzandogli col pollice il palmo e l' anello con testa di leone d'oro bianco.
Mi sorride e spero che si sia calmato. Sono passati diciotto mesi da quando Elle Dawson e Jasper Rasteece sono spariti senza lasciare traccia, entrambi ricercati dalla polizia per l' assassinio di mio figlio e la rapina alla banca di Harry, ma nonostante ciò l' uomo che ho di fronte a me è ancora timoroso e con la guardia alzata come un falco.
Durante questi mesi, questo anno, ho finito gli studi al Queens e ho cominciato a frequentare dei corsi di letteratura per migliorarmi. Di conseguenza, passo di scuola in scuola come insegnante di sostegno e osservo i metodi di apprendimento dei professori. Harry mi ha aiutato e mi è restato accanto, facendomi rilassare quando ne avevo bisogno sul serio, come questa settimana insieme, da soli, dove possiamo goderci il viaggio "Italia-Grecia-Dubrovnik".
-Andiamo a far visita a Gemma quando torniamo a casa?- mi bacia la mano e mi succhia le dita, sporche del cioccolato proviente dal croissant. Mi libero dal suo canino che mi sta mordicchiando per gioco e arrossisco. -Va bene, ma dopo andiamo da Evelyn.-
-Sperando che non succeda un casino come l' ultima volta che siamo stati da lei e la sua famiglia, a Pasqua.- ridacchia sfrontato, lasciandomi a bocca aperta.
Sbruffone!
-Non è colpa sua se la sua progenie mi ha vomitato addosso!-
-La sua progenie, come la chiami tu, non ha digerito il pranzo festivo della madre.-
-Oppure i biscotti che avevi preparato tu. Dopo tutto, tu non vai spesso ai fornelli, vero?-
-Uh!- fa il verso di una bruciatura, -Colpo basso, Mr. Tomlinson.-
Rido per la sua faccia e dal mio telefono parte la suoneria, più che altro per una videochiamata. -Parlando del diavolo...- bisbiglio e accetto, trovandomi di fronte il viso sorridente della mia mamma biologica. -Ehi, Eve!-
-Ciao, tesoro! Come va? Dove siete adesso?-
-Stiamo per entrare nel porto di Atene e stiamo bene. Lì da te come va?-
-Ah, fa un caldo che non ti immagini, ma in sintesi stiamo tutti bene. Isaiah si trova bene col nuovo lavoro, gli piace lavorare per il giornale e lo pagano anche bene. Ci sono venuti spesso a trovare i tuoi amici, lo sapevi?- sorride, dietro di lei vedo il muro bianco del suo salone.
-Ma dai, come stanno? Qui prende poco, non riesco a sentirli sempre.-
-Niall e Baily bene, lei si sta godendo la settimana di vacanza che Harry le ha concesso e lui è in cerca di lavoro. Zayn e Liam hanno finalmente trovato una casa dove abitare insieme, ma si trova in periferia, dalla parte opposta rispetto a dove abitate voi, e Rose e Mary si trovano bene a lavorare insieme come modelle per Gemma. Posso farti una domanda? Come mai siete andati in crociera a Maggio? Non potevate aspettare Giugno o Luglio?-
-Questo lo devi chiedere a Mr. Sbruffone.- punto per un secondo la videochiamata verso Harry, che fa un cenno di saluto veloce a mia madre. -Ha detto che per l' estate ha in mente qualcosa di più grande.-
-Beato te, piccolo.- annuisce e ride, venendo interrotta da un gridolino acuto.
Mi si stringe il cuore, è adorabile. -È l' amore mio che mi chiama?- scherzo, ricevendo un buffetto dispettoso sul braccio da questo gelosone del mio compagno.
-È l' amore tuo.- conferma Eve, prendendo sulle ginocchia l' unica altra persona, oltre a Harry, che riesce a farmi capitolare. -'Ouis!-
Dio, come mi sono ridotto...
-Ehi, Axel! Ciao, fratellino, ti manco?-
-'Ì!-
-Sì?- sorrido gioioso e gli faccio le solite smorfie che lui adora, fino a quando non prende a sbadigliare.
-Forse l' ho svegliato un po' troppo tardi, colpa del fuso orario.- commenta Evelyn, baciando la testa del figlio. -Ora lo faccio mangiare così dopo crolla di nuovo, ci sentiamo domani.- mi manda un bacio volante e chiude dopo che la saluto anch' io.
Metto via il telefono e finisco la colazione, costringendo Harry nel fargli accettare che ho uno stomaco piccolo la mattina. Bevo con calma il the, mentre Harry scrive con frenesia al cellulare. Starà parlando con Chad, il suo nuovo manager che ha preso il posto di Jasper pochi mesi dopo che era stato licenziato.
-Chad ti saluta.-
-Ricambio.- faccio un cenno con la testa e mi pulisco la bocca con il tovagliolo. È un bravo ragazzo, di certo lo preferisco a quella serpe di Jasper che ha ferito sia l' uomo che amo che la mia ex fidanzata.
Mmh, ho voglia di un bagno. Forse, se raggiro questo bell' imbusto...
In Europa sento molto più caldo che a New York e più di una volta ho voluto farmi un bagno nell' acqua fredda di una delle piscine, tuttavia Mr. Occhi di Ferro me l' ha quasi sempre impedito, geloso che mi mostrassi in costume da bagno di fronte ad altre persone - da quando abbiamo fatto coming out con la nostra relazione, oltre che gli insulti, ci siamo ritrovati addosso occhi vogliosi di qualsiasi genere, maschio o femmina che fossero -, per tanto me lo sono potuto fare solo di sera quando non c'era nessuno e Harry chiedeva il consenso del capitano.
Sto per mettere in atto il mio piano, quando la sua suoneria - Smells like Teen Spirit dei Nirvana - attira l' attenzione di tutti e due.
-Scusami un secondo.- mi sorride dispuaciuto e accetta la chiamata, -Chad...- prende a parlare e si alza, allontanandosi.
Sbuffo: di nuovo! Ok, l' ottanta percento del suo tempo lo passa con me, ma il resto lo fa al telefono per lavoro. Non dovrei lamentarmi, però, lui è un uomo importante e anche sulla bocca di tutti, per via dei suoi affari e della fama che ha per i primi due film ispirati alla saga di Evernight di Claudia Gray.
Mi guardo attorno; siamo rimasti solo noi, una coppia anziana e una ragazza di colore della mia età. Oh, e Oscar! Non dimentichiamoci del famigerato Oscar!
Già, e chi se lo scorda?
Torno in me quando sento una voce straniera vicina. La ragazza di colore, quella che ho visto poco fa a qualche tavolo di distanza da noi, mi sorride cordiale e intimidita.
Non so cosa mi abbia detto, ma avendo una relazione con Mr. Occhi di Ferro, posso dire che era slovacco.
Mi porge il libro che fino ad ora si è tenuta stretta al petto e una penna. Il titolo è scritto in slovacco e la copertina è diversa, però riconosco il mio nome.
È il mio libro. È Unapologetic.
Capisco cosa vuole e le faccio l' autografo, fiero di me stesso per il successo che sto ricavando e di quanto lontano io stia andando. La ragazza arrossisce e tenta di parlare nella mia lingua: -Grazie. Io amare Alexis e Xavier.-
-Grazie a te.- dico sincero. Se ne va felice e a passo svelto, l' eccitazione è evidente nella sua camminata.
Non riesco a non smettere di sorridere. Già, sono proprio entusiasta del mio libro e di quanto la gente lo apprezzi. In quasi due anni ho avuto un successo pazzesco, alle persone è piaciuta molto la mia scrittura e in molti mi hanno scritto in privato, nell' email, cosa ne pensassero.
Lo so che inizialmente veniva letto perché si voleva vedere di che cosa era capace il compagno di Harry Styles, famoso uomo d' affari milionario e oramai anche attore, ma so anche che tra le milioni di copie vendute e tradotte nel mondo ci sono i miei veri fan e ammiratori, che credono in me e in quello che faccio.
Quando torneremo in America, ho addirittura un' intervista televisiva con la CBS. Spero solo che non mi facciano domande scomode o che non mi chiedano della mia relazione con Harry. Voglio dire, non mi vergogno affatto nel dire che Mr. Occhi di Ferro mi rende felice ogni giorno, ma non penso che sarebbe una buona idea dire del mio matrimonio andato a monte, di come sia morto veramente mio figlio, del rapimento e del suicidio di Grace... o del fatto che Amber sia morta a Febbraio, nonostante tutto il sostegno da parte mia e di Harry.
-Eccomi qui.- mi bacia il lobo dell' orecchio il riccio, facendomi trasalire. I capelli, di nuovo leggermente lunghi ma meno rispetto a due anni fa, mi solleticano la pelle quando si sporge. -Sai cosa facciamo prima di scendere?- alza un sopracciglio con fare illusorio e io sento il solito, caldo e familiare calore invadermi il ventre.
Oh... Mr. Occhi di Ferro si è svegliato.
-No... cosa?- fingo un' aria innocente, nel frattempo le sue labbra si sono avvicinate alle mie.
-Andiamo alla Spa e convinco la massaggiatrice a lasciarti massaggiare da me.-
-Mmh...- mi mordo il labbro inferiore e ruoto gli occhi, mascherando la voglia crescente di lui in finta noia. -Non penso che te lo lascerei fare. Sai, le massaggiatrici hanno mani piccole ed esperte, in confronto le tue sono grandi e possono essere rudi, quando vogliono.- faccio ammiccante, alludendo a quelle volte in cui mi ha sculacciato e toccato senza penetrarmi fino a farmi venire.
Le serate più eccitanti, a mio parere.
Ghigna divertito. -Oh, ma le massaggiatrici non possono toccarti dove ho in mente io...-
Le mie labbra si abbassano e si alza qualcos' altro.
Porca puttana!
-Allora? Che ne dici?- insiste, senza allontanarsi e invadendo il mio spazio vitale; altra cosa di me che a lui piace invadere. Come al solito, quando mi guarda con quei suoi occhi che sono delle fottute calamite verdi, mi parte il cuore al galoppo.
Inspira, espira. Inspira, espira.
Sa sempre come prendermi alla sprovvista, come lasciarmi senza alcuna linea di difesa, e stranamente la cosa mi piace e mi eccita alquanto.
Sono irrimediabilmente fottuto. Probabile anche per tutta la vita.
Non perdo tempo: mi alzo dalla sedia, lo prendo per un braccio e lo trascino fuori dallo Zanzibar. -Mi sembrava strano che non mi avessi ancora fatto fare niente per la tua erezione mattutina!-
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