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Capitolo 6

Harry è seduto alla sua scrivania e mi fissa attentamente. Forse si aspetta una sfuriata e, credetemi, la farei più che volentieri, ma evito solo perché so di essere in vantaggio su di lui stavolta.
-Sono contento che sei venuto.- sorride in modo maligno, come se lui avesse in mano il timone della nave.
Oh, continua a sognare, sciocco.
-In tutti i sensi?- lo provoco a mia volta, facendo un mezzo sorriso. -Sbrigati, qualunque cosa tu voglia. Devo andare dalla ginecologa con Rose, scopriremo il sesso del bambino.- lo sfotto ancora. So che sto giocando con il fuoco, però è troppo divertente.
Lui annuisce, gli occhi pensierosi e si passa una mano sulla nuova acconciatura. -Pensavo che aveste rotto.-
-No. Ci sposiamo ancora.- incrocio le braccia al petto e raddrizzo la schiena. Devo ignorare l' effetto che mi fa, combattere contro questa specie di schiavitù che lui mi sta opponendo.
-Perché hai dei doveri nei suoi confronti, certo.- sorride in un modo così falso da farmi arrovigliare lo stomaco. Si alza e cammina verso di me, facendomi venire la pelle d'oca. -Come ti va? Che stai facendo, di bello?-
Una vita di merda.
Alzo le spalle, senza togliergli gli occhi di dosso. -Sono ancora al Queens.-
-E il tuo libro?-
-Lo sto finendo.-
-Oh.- mi guarda sorpreso e fissa un secondo il pavimento, -Se vuoi pubblicare con la mia casa editrice, basta chiede...-
-Mi hai preso per pirla?- vado dritto al punto, sentendomi come una specie di attrazione per il suo divertimento. -Dimmi subito che cazzo vuoi e facciamola finita.-
-Wow, la tigre ha emesso il proprio ruggito.- finge stupore, continuando la sua avanzata, ma io non mi muovo. -Ma al leone piace giocare...- arriva ad un soffio da me ed io sento le gambe diventare di gelatina.
Mi mordo il labbro e trattengo il respiro in eccesso. Devo restare impassibile, di fronte a lui. -Perché hai voluto rivedermi? È per Mary? Per il fatto che adesso lavora con tua sorella? Sei stato tu a farla assumere, dico bene?- il dubbio mi viene all' ultimo, ma mi accorgo che può essere possibile. Dio, arriverebbe fino a questo punto pur di rivedermi?
-Gli affari di mia sorella non sono più sotto la mia ala da quando non siamo più colleghi. Non ho assolutamente influenzato le sue scelte, si sarà accorta della tua amica a causa delle pubblicità che ha fatto.- la sua voce non è incerta neppure per sbaglio e la cosa non mi piace. Non sta mentendo.
-Allora cosa vuoi?-
I suoi occhi mi fanno sentire così piccolo e indifeso, come se lui stesso avesse il manuale adatto per i miei comandi mentali. E la cosa mi fa così paura, voi non sapete quanto. -Ti sono mancato?- arcua un sopracciglio, curioso, e ghigna furbo. Quel sorrisetto... Dio, quanto mi dà fastidio!
-Stia alla larga da me, Mr. Styles.- lo avverto subito, corrugando la fronte. -O la porterò in tribunale.-
Harry sbuffa una risata senza vergogna. -Non hai nemmeno un avvocato, Louis.- mi deride.
-Sì, invece. E il suo nome corrisponde a quello di Bailey Porters.- la soddisfazione nella mia voce è ben nota ad entrambi e godo come non mai quando vedo l' espressione sulla sua faccia.
-Come, prego?- mi guarda in tralice, tra rabbia e sorpresa.
Annuisco e sorrido, contento di averlo stupito. -Gliel' ho chiesto io stesso. Tu prova soltanto ad avvicinarti più del dovuto a me, senza il mio permesso, o a toccarmi, ed io farò fare un'ordinanza restrittiva nei tuoi confronti. È stata un' idea di Bailey. Sai, io voglio solo il meglio.-
Oh, quanto ci godo!
-Io ti fotto meglio di quella troia, eppure non hai scelto me.-
Arrossisco da capo a piedi.
Piccolo insolente...
-Lei non mi ha distrutto la vita!- glielo urlo con furia in faccia, per fargli capire che no, Cristo Santo, non ho affatto dimenticato quello che mi ha fatto. -Non mi ha fatto credere di avere una cotta per me solo per potermi ridicolizzare!-
-Ti ho già detto che volevo solamente aiutarti!-
-Aiutarmi implicava anche nascondere tuo marito?!- i nostri nasi si sfiorano e la gola mi fa male per quanto sto sbraitando. Quest' uomo è malefico. Senza pudore, egoista...
Perché continua a piacermi?
Gli occhi di smeraldo prendono a brillare non appena i nostri corpi si sfiorano e capisco che cosa gli prende: lo stesso sentimento che prende me.
Ci manchiamo a vicenda.
-Non guardarmi in quel modo.- glielo sto praticamente supplicando, anche se doveva sembrare un ordine.
-Come ti starei guardando?- domanda in modo ingenuo, come un ragazzino. Ma Harry Styles non è un ragazzino, sotto tutti i punti di vista.
-Come se volessi mangiarmi.- respiro fuori l' aria che ho in corpo con fatica, perché in questo momento desidero tutt' altro.
Mangiami in un sol boccone.
-E se volessi mangiarti?-
Oddio...
Cammina con lentezza verso di me e sento la testa girarmi. Mi sembra solamente ieri l'ultima volta in cui mi ha fatto suo. Quelle mani grandi e possessive, quella lingua birichina e stuzzicante e quelle labbra... Dio, le sue labbra! Un concentrato di selvaggio, dolcezza e sesso.
Finisco con la schiena al muro e le sue mani vanno ai lati della mia testa. Mi osserva con brama e lo vedo deglutire, affamato. Ha l' acquolina in bocca ed io non sono da meno. È vestito con i suoi soliti abiti da lavoro, giacca e cravatta, un completo grigio argentato che risalta il suo corpo alto e prestante.
Cazzo... quante volte ho avuto un orgasmo, sotto questo corpo?
-Ti starò lontano quanto desideri.- mi comunica, la voce bassa e roca; sexy. -Però non resisterò a lungo. Farò in modo di starti vicino in ogni modo possibile, Louis, anche non personalmente, te lo giuro.- scuote la testa e il suo viso si trasforma in una smorfia disperata.
Oh... mi fa quasi pena.
-Pensavo che mi odiassi.- sussurro pacatamente la mia paura più nascosta. Dopo il nostro passato, i nostri trascorsi, ero certo che non volesse nemmeno lui rivedermi più.
Sbuffa una lieve risata e aggrotta la fronte, un sorriso confuso domina le sue labbra. -Odiarti? Io ti odio, Louis?- questa frase, detta da lui come un domanda, sembra ai limiti dell' universo. Si avvicina ancora e i suoi occhi vengono attraversati per un attimo da un lampo di rabbia. -Ma se sogno tutte le notti di sposarti, porca puttana!- me lo ringhia a denti stretti, furente, ed io sento una specie di boato propagarsi in tutta la mia gabbia toracica.
Harry...
Sento che sto per piangere. Mi sta di nuovo prendendo in giro? È tutta una finzione?
-Dov'è tuo marito?- la domanda mi sorge spontanea e comprendo perfettamente lo stupore sul suo volto.
-Non qui.- la sua risposta è volutamente provocatoria, -La tua fidanzata?-
Ti prego... baciami.
-Non qui.- soffio fuori, ignorando tutte le voci nella mia testa e baciandolo, prendendo i suoi capelli fra le mani.
Finalmente, sì!
È come tornare a respirare di nuovo, dissotterrarsi dalla terra melmosa, pesante e soffocante che mi stava uccidendo. Un bacio di Harry Styles e rinasco in meglio.
Capisco che non aspettava altro non appena le sue mani mi artigliano i fianchi e le sue labbra vanno a torturarmi il collo, il lobo e la spalla. Mi strappa la camicia, mandando all' aria qualche bottone e mi morde con forza. Sospiro di sollievo e piacere, aggrappandomi con le unghie alla sua schiena e prendendo delle grosse boccate d' aria.
-Oh, Harry...- ansimo, sentendo le lacrime agli occhi per quanto tutto questo mi fosse mancato, -... che tortura...- piego la testa di lato, lasciando che prenda tutto quello che vuole di me.
I ricordi di quello che mi ha fatto svaniscono e ci siamo solo io, lui e il presente.
Prendo l' aria di colpo e sbatto la testa al muro quando mi tocca il cazzo attraverso i pantaloni.
Merda! Non lo faccio da... da quando lui se n'è andato.
-Ti farò venire così bene, piccolo.- mi promette, il tono tetro, una mano a tenermi i capelli e la lingua a leccarmi il pomo d' Adamo fino al mento.
Piccolo. Piccolo... il bambino.
-No!- mi risveglio dal suo incantesimo e lo allontano con una spinta forte. Ci fissiamo senza dire nulla e mi risistemo come meglio posso.
Ci sono cascato, ci sono cascato, dannazione!
Ma quando diavolo imparerò la lezione?
-Sto per diventare padre.- gli ricordo, però lo ricordo anche a me stesso. -Sto per diventare padre, che razza di genitore sarei se gli insegnassi che il piacere viene prima del dovere?-
-Ah, così preferisci insegnargli di seguire gli altri invece del proprio cuore?- mette le mani sui fianchi e arcua un sopracciglio, guardandomi come se fossi stupido.
-Io non seguo proprio nessuno!- ribatto, spazientendomi, -Io mi sto comportando da uomo maturo, la tua scusa qual'è?!-
Non dice niente e mi pare pensieroso. Forse sta per insultarmi, forse sta per ribattere, ma non m' importa minimamente. Mi giro e metto una mano sulla maniglia per uscire, quando lui mi schiaccia di scatto contro il muro. La mia pancia fatica a muoversi per respirare a causa del muro e ogni più piccolo osso della mia colonna vertebrale avverte i suoi muscoli come un ulteriore corazza rispetto alla mia pelle. Mi impedisce di muovermi, ogni movimento è praticamente impossibile da fare.
Una gabbia. Intrappolato nel suo corpo.
-Non ho ancora finito con te.- sibila suadente al mio orecchio, facendomi venir voglia di prostrarmi ai suoi piedi e di lasciargli fare di me tutto ciò che vuole. -Stasera, alle otto, ti vengo a prendere e ti porto in un posto speciale. Vedi di farti trovare pronto. Abbiamo tanto di cui parlare...- mi mordicchia una guancia e poi mi spinge lui stesso fuori dal suo ufficio.
E che cazzo!
Sbuffo, impreco e ringhio, mentre raggiungo l' ascensore per poter dire ad Hearl di riaccompagnarmi a casa. Una volta cliccato il pulsante del primo piano, tiro fuori il telefono e ingoio un enorme groppo in gola. Nove chiamate perse da Rose e due da Niall.
Dio, e adesso che c'è?
Tento di fare il bravo, di comportarmi bene e, proprio quando stava andando tutto per il meglio, ritorna Mr. Bastardo a complicarmi la vita!
Giuro, un giorno salgo su un tetto, un tetto a caso, e urlo ai quattro venti tutte le bestemmie del mondo verso Harry...
-Ciao, scusa. Sono in ritardo, vero?- chiamo Rose e non le lascio nemmeno il tempo di salutarmi, perché mi sento proprio un coglione. Sono stato troppo tempo a parlare con quello stronzo, a lasciarmi abbindolare da lui... già, non imparerò mai.
-Ho appena finito.- la sua voce è fredda e distante. Proprio come lo è stata negli ultimi mesi.
-E quindi?-
-Stesse parole della ginecologa: "Congratulazioni, è un maschietto".- la sua voce si addolcisce e suona anche commossa.
Mi salgono le lacrime agli occhi.
Oh, mio... oh, mio Dio... è un maschio.
Singhiozzo contento e felice. Mio figlio...
-Rose, io...-
-Devo dirlo ai miei. Ci sentiamo dopo.- si sbriga nel parlarmi e riattacca. Io non posso neanche protestare. Fa bene, è già tanto che non mi abbia picchiato.
Con dita tremanti, compongo il numero di Niall e riavvicino il cellulare all' orecchio. Ho bisogno di calmarmi, una bella tisana mi ci vorrebbe.
-Era ora! Ma che fine avevi fatto? Guarda, lascia stare. Meno ne so, meglio è.-
Scuoto la testa appena sento la voce del mio amico e le porte dell'ascensore si aprono. -Cosa c'è, Niall?-
-Dimmelo tu! C'è una donna, qui, nel nostro salotto. Dice di essere tua sorella.-
Le mie sopracciglia si piegano e cammino verso l' uscita del grattacielo. Una delle mie sorelle? Non ci credo, una di loro è venuta a farmi visita e mia madre non mi ha nemmeno avvisato? Ok che è ancora arrabbiata, però poteva dirmelo...
-Chi è? Fizzy? Lottie?-
-No, no. Una certa... Eve? Eva?-
Fermo i miei piedi sul pavimento bianco e fisso dritto davanti a me un punto fisso. Sento la confusione, la rabbia e la sorpresa farsi battaglia dentro di me. E l' incredulità ha la meglio.
Non ci posso credere...
-Evelyn?!-
-Sì!-

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