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Capitolo 57

Ammiro la bellissima New York innevata dal piano di sopra della mia nuova casa e sorrido quando delle labbra calde mi schioccano un bacio sul collo. -Vuoi una camomilla?- mi mormora dolcemente il mio compagno all' orecchio. Nego con la testa.
-Una tisana?-
Di nuovo faccio cenno di "no". -Sto bene, Harry.-
-È la vigilia e il tuo compleanno, lascia che coccoli il festeggiato.- mi sorride addosso, facendomi il solletico.
-Non pensarci proprio, gli altri saranno qui tra poco.-
-Ma si sta facendo buio, dopo non potrò più averti per me.-
-Esiste la notte, Mr. Styles.- ridacchio e porto una mano dietro per accarezzargli la nuca. Lo tengo fermo per i capelli e lo bacio. -Abbi pazienza... Mi fai un favore? Vai a vedere com' è messo l' arrosto?-
-Ai suoi ordini, padrone.- sorride con le sue deliziose fossette ed esce dalla nostra camera per andare di sotto in cucina. Con la coperta di lana sulle gambe e seduto sulla panca coperta di cuscini, torno a fissare assorto la Grande Mela coperta di bianco.
Dopo quella terribile notte dov' è morta Grace, ho avuto difficoltà a dormire e penso che Harry se ne sia accorto. Anche stanotte ho avuto un incubo: lei che urlava mentre cadeva nelle tenebre e io che mi buttavo per salvarla, morendo al suo posto.
Mr. Occhi di Ferro mi ha portato a una delle sue case, subito dopo che mi avevano portato via dal tetto di quell' ospedale con l' elicottero e ho pianto fino all' alba. Non faccio altro che rivedere quella scena, Grace morta che vola giù... un' immagine che mi tormenterà per sempre.
Ho chiesto a Harry di fare qualcosa per aiutare Amber, qualunque cosa, e lui ha proposto di fare una donazione mensile per le sue cure. Finché vivrà, avrà me. Le andrò a fare visita più volte che posso.
E adesso eccoci qui, nella nostra nuova casa. Una splendida villa lontana dalla città, con garage e piscina, dove possiamo ricominciare da capo insieme.
-Louis! Il pollo è pronto ed è arrivata tua madre!- mi chiama Harry e mi affretto a scendere le scale. Mentre quello schianto che mi appartiene mette la teglia sulla tavola, io apro la porta e sorrido. -Ciao, Eve.-
-Auguri, amore mio.- mi abbraccia lei, solleticandomi con i suoi lunghi capelli biondi e sorridendomi. Mi bacia sulla testa e fa spazio a un suo coetaneo, un uomo dalla pelle ambrata e i capelli sale e pepe. -Louis, ti presento Isaiah, mio marito. Isaiah...- mi guarda con fierezza, -... questo è mio figlio.-
Wow, devo ancora abituarmi.
Col cuore che si sta sciogliendo, stringo la mano al mio patrigno che mi sorride sia coi denti perfetti che con gli occhi neri. -È un piacere conoscerti. Vedo che la bellezza è di famiglia.-
-Sì, ecco da chi prenderà nostro figlio!- scherza Evelyn, rubando un bacio al suo uomo. -O figlia.- ribatte giocoso lui. Mi saluta un' ultima volta e poi si dirige in cucina per aiutare Harry. L' avevo detto io al riccio che una donna delle pulizie non è necessaria.
Eve prende dalle tasche del suo enorme giaccone due bustine impacchettate. -Uno per il tuo compleanno, l' altro per il Natale. Scegli tu quale aprire prima.-
-Cavolo, oltre a Harry penso che tu sia l' unica che non mi fa un solo regalo per entrambi.- la ringrazio imbarazzato e metto i regali sotto l' albero decorato. Io non lo volevo nemmeno, ma Harry ha insistito. -Li apro domattina, assieme a tutti gli altri.- dico con affetto sincero. Le faccio segno di aspettare e corro verso il nostro sgabuzzino, dove abbiamo nascosto i doni. Torno da lei e le dò una busta e una scatolina, colorate e incartate. -Una per il bimbo, l' altra per te. Poi aprirli anche adesso, se vuoi.-
-Louis!- sospira commossa, -Non dovevi.-
-Scherzi? Forza, aprili.- dondolo sul posto, impaziente. Apre la busta, il regalo del bambino, e tira fuori il peluche di un orsacchiotto col fiocco, ripulito e ricucito. -Honey!- riconosce il suo ex giocattolo preferito, -Dove l' hai trovato?-
-Dopo che te ne sei andata, l' ho tenuto io. Ricordo che da piccolo lo stringevo spesso, nella speranza che tu tornassi.-
-Oh, Louis, io...-
-Non importa. Ora può essere di tuo figlio.- mi mordo il labbro e lascio che mi stringa a sé. -Sei un tesoro.- sussurra. Mette da un lato la busta col peluche e tira il fiocchetto della scatolina, dove ho messo una catenina dorata che fa penzolare la scritta elegante "Mom" abbinata. I suoi occhi diventano lucidi. -Oddio, Louis... è stupenda.-
-Anche se... non ti ho mai chiamata in quel modo... sappi che ti ci reputo.- borbotto, vergognandomi un po' di questo fatto. Insomma, per anni l' ho considerata mia sorella e attualmente mi fa ancora strano doverla chiamare "mamma".
Mi osserva contenta e, adesso che è davvero felice, la trovo più bella che mai. -Non potevo desiderare figlio migliore.-
-Lo so bene.- ridacchio, seguito da lei. -Le ragazze?-
-Lizzy mi ha scritto: hanno appena preso l' aereo, io e Isaiah dovremmo andare all' aeroporto prima del previsto per accoglierle, è un problema? Tanto domani, che è Natale, staremo qui con voi insieme a loro.-
-Non preoccuparti, ne parlerò con Harry e sono sicuro che capirà anche lui.- parlo nell' accompagnarla alla tavola, l' aiuto a togliersi la giacca e le sposto la sedia.
Dopo quello che era successo con Elle, il giudice raccomandatoci da Bailey ha ritenuto più opportuno che quelle che considero ancora le mie sorelle andassero in custodia legale immediata a Evelyn, togliendo a Elle ogni potere su di loro. Oltre tutto, mia nonna è ancora scomparsa. Però, se devo essere sincero, non m' importa più. La mia vita va bene così: ho una madre amorosa in dolce attesa del mio fratellino, degli amici fidati, sto finendo il college, il mio primo libro sta diventando proprio adesso cartaceo con la prima pubblicazione, ho un compagno che mi ama oltre l' immaginabile... sì, posso dire che questa è proprio la vita che desideravo.
Un nuovo bussare alla porta mi fa allontanare dalla sala da pranzo e accolgo la sorella di Harry: -Ben arrivata, Gemma. Buon Natale.-
-Buon Natale a te e buon compleanno!- mi sorride raggiante, tuttavia la sua espressione cambia di colpo e indica l' albero. -E quello?-
-Un' idea di Harry?-
-Cosa?!- schiamazza e allunga il collo per trovare suo fratello con lo sguardo, anche se parla con me. -Che gli hai fatto, un incantesimo mentre dormiva? Lui odia queste cose! Da piccolo non lo voleva proprio l' albero.- corruga la fronte, nel frattempo che l' oggetto del suo stupore ci raggiunge. -Tu che sei ateo festeggi il Natale? Non lo facevi da anni!-
-Che posso dire? Nuova casa, nuovo compagno, nuove tradizioni.- ghigna, mettendo un braccio sulle mie spalle e baciandomi la tempia. -Vieni a sederti, sorellina.- ci lascia.
-Arrivo!- gli urla dietro, poi mi fa un occhiolino e mi parla sottovoce: -Sta attento che non cambi idea anche per il matrimonio!- strilla e saltella via come una ragazzina.
Oh oh.
Deglutisco a vuoto. Posso davvero cambiarlo così tanto? O no? Guardo spensierato il mio amore che taglia il pollo e sistema i bicchieri di vetro, coperto dal suo immenso maglione blu che gli sta divinamente. Be'... matrimonio o non matrimonio, io so che resteremo insieme. Mr. Occhi di Ferro, in fondo, ha ragione: non ci serve un pezzo di carta per mostrare il nostro amore, ci bastiamo noi due.
Il campanello mi risveglia e torno ad aprire la porta. Vengo travolto da un tornado di biondi, ovvero Niall e Mary, seguiti da Zayn, Liam, Bailey e una Rose in cappotto bianco. -Auguri, vecchio!- ride Niall, passandomi le nocche sulla testa. Bailey lo allontana da me e lo bacia, divertita.
Ahia, fa male!
-Ventuno anni, ora sì che mi sento piccola.- ridacchia Mary e mi bacia la guancia. Guardiamo insieme la sua, oramai, ragazza che cammina timida dentro casa. Sorride, ma non è sincero totalmente. Rose è cambiata dopo la morte di Troy, lo capisco, però spero che possa tornare almeno a essere felice.
-Buon compleanno, Lou.- mi batte il cinque Liam, sorridente come il suo ragazzo.
-Benvenuti. Forza, dentro, si gela!- li invito e tiro un sospiro di sollievo nel chiudere la porta: ci sono tutti.
Gli O'Donnell sono tornati nella loro città, ovviamente con due aerei diversi, e Nate è andato in Irlanda per far visita a Lacy e passare con lei le feste.
La cena prosegue senza intoppi. Si ride, si scherza, si chiacchiera e io mi sento finalmente a casa. Questa sì che è una famiglia.
Mi sento bene. Sto bene.
Di punto in bianco, Harry si alza in piedi da capo tavola e batte dolcemente la forchetta sul bicchiere. -Posso avere l' onore di fare il discorso della vigilia?-
-Penso sia d' obbligo in quanto padrone di casa.- fa notare Gemma, creando una risata in generale e battendosi il cinque con Mary. Harry alza gli occhi al cielo. -Fate come faccio io: ignoratela.-
-Che?!- finge sdegno, agitando i capelli a caschetto di platino e ridendo sotto i baffi.
-Stavo dicendo... ho conosciuto la maggior parte di voi non molti mesi fa, ma posso dire che per tutti noi non è stato un anno facile. Abbiamo creato legami, ne abbiamo spezzati altri...- lancia un' occhiata a me e a Eve, che ci stringiamo la mano a vicenda. -Tra alcuni di noi si è creato l' amore, dei legami che sono certo non finiranno mai. Io, ad esempio, sono più che felice di aver fatto la conoscenza di Louis.- mi sorride calorosamente e alza in alto il suo calice di vino, -Nonostante il nostro non sia stato né un inizio né un percorso semplice, alla fine sono lieto di essere a casa... a casa con te. Proprio come io ho liberato te dalle tue catene, tu hai liberato me e mi hai fatto tornare a respirare. D' ora in avanti, se mai metterò ancora una fede nuziale, sarà solo perché lo vorrò. Ti amo, Louis.- brinda a nome mio e beve.
Oh, tesoro...
Applaudiamo e ci facciamo gli auguri, felici ed emozionati. Prendo il dolce dalla cucina e taglio in fette la torta che io e Mr. Occhi abbiamo cucinato insieme stamattina. "Cucinato"... diciamo che siamo finiti col lanciarci la farina addosso!
Durante il dolce, sento Harry che mi accarezza con la scarpa e mi fa arrossire. È straordinario come neanche tre mesi fa stessimo lontani l' uno dall' altro, invece ora siamo più uniti che mai. Io sto per iniziare il tirocinio per diventare un insegnante di lettere e lui deve scegliersi un nuovo manager tra i suoi altri compiti. Ultimamente sta anche imparando ad accettare i miei "no" e a capire che quando voglio dire o fare qualcosa, io lo faccio. Non so se si stia arrendendo o adattando, ma non lo trovo mai scuro in viso per questo. Inoltre, dato che lui sta facendo di tutto per accontentare me, io sto facendo lo stesso con lui. Gli permetto di aiutarmi, di starmi vicino quando mi sento male per Grace, di tenermi stretto la notte... non avrei mai immaginato che sentirmi debole con lui vicino mi avrebbe reso più forte. Il suo amore mi ha reso più forte.
Il mio amabile Mr. Occhi di Ferro.
Con quest' uomo, con questo incredibile Mr. Occhi di Ferro, autoritario, sicuro si sé e amabile, sono davvero me stesso. Sono felice.
E lo potrò essere per sempre.
Finita la cena, sentiamo nuovamente qualcuno alla porta. Io e il riccio ci fissiamo dubbiosi; non abbiamo invitato nessun' altro. Andiamo insieme e apriamo il battente, rimanendo di stucco: -Detective Tucker? Come mai qui?-
-Scusate il disturbo, so che è la vigilia e che di certo sarete occupati, ma ho bisogno che rispondiate a una domanda.- si scusa brevemente e tira fuori dalla giacca un tablet. Vi muove sopra le dita e poi lo volta verso di noi. -Io e la mia squadra abbiamo rivisionato tutti i filmati delle telecamere e, purtroppo, temo che i vostri guai non siano finiti. Come potete vedere dalle immagini, l' aggressione al pub e quella davanti al dormitorio del Queens, rappresentano sempre la stessa persona incappucciata che si è rivelata essere Grace Edith Smith... ma non nella registrazione dell' incidente con la sua auto, Mr. Tomlinson. Supponiamo possa essere una donna, dato che l' unica cosa che si può intravvedere è un ammasso di capelli castani tendenti al nero. Conoscete qualcuno con questo taglio o questo colore?-
Impallidisco.
Mio Dio... ma è...?

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