Capitolo 47
Non riesco a sentire. La mia testa è diventata come un palloncino pieno d'aria. Non sento il minimo suono, forse un fischio acuto. Simile a quello che ho sentito il giorno della sparatoria.
Sbatto le palpebre più volte, le lacrime scendono con calma dalla mia pelle e vedo Harry e Jasper urlarsi contro in maniera violenta.
Marito...
Non penso di riuscire nell'accettare questa svolta nella mia vita.
Marito...
Prima mi ha sputtanato di fronte a tutti gli Stati Uniti, forse anche di fronte all' intera Europa, e ora questo.
Sto per svenire.
Harry colpisce ripetutamente Jasper, costringendolo ad uscire e ad andarsene.
È sposato.
Per tutto questo tempo sono stato solamente la sua puttana, il suo amante segreto. L'ho lasciato tradire suo marito con il mio corpo e le mie labbra. Ho visto la faccia di Jasper, colma di dolore e disgusto nei confronti del riccio. Quest'ultimo ha fatto un doppio gioco schifoso e malsano. Non so chi abbia tradito di più, se me o suo marito. Ora so come si è sentita Rose.
Il capogiro mi fa finire a terra, in ginocchio, le mani in grembo e il respiro appesantito. Guardo in modo sfocato i due coniugi: Harry ha aperto un'anta della porta e con l'altra mano sta spingendo via il moro. Si urlano contro in modo selvaggio, si danno sberle a vicenda, persino qualche pugno, ma alla fine è Styles ad averla vinta. Chiama una delle sue "ragazze-robot", penso quella che fa di nome Samantha, e le dice di portare via Jasper. Dopo di ché, ci chiude dentro e si volta verso di me.
Io mi sento stordito, il cuore mi batte fortemente nelle orecchie e la nausea mi domina lo stomaco. Con veramente tanta fatica, mi rimetto in piedi e mi appoggio alla scrivania. -Tuo... marito?- sussurro, poggiando una mano sul vetro per sostenermi maggiormente.
-Louis...-
-Tuo. Marito?!- grido, chiudendo gli occhi ed impedendomi di urlargli addosso tutte le parolacce del mondo. Mi sento così stanco di tutta questa storia, di lui. Ho voglia di sotterrarmi o di scappare lontano da qui. Non mi sono mai sentito così in imbarazzo in tutta la mia vita.
Mi vergogno di me stesso.
-Posso spiegarti ogni cosa.- cammina con lentezza verso di me, ma io sono stufo. Ne ho abbastanza di spiegazioni.
-Ti odio!- urlo isterico, prendendo tutto quello che mi capita attiro dalla scrivania e lanciandogliela contro. Me la paga cara, questa testa di cazzo!
-Fermati! Louis, no!- Harry evita in tempo e para poche cose, talmente vado veloce nel cercare di colpirlo, però alla fine riesce a raggiungermi e a tenermi per i polsi. -Finiscila subito, Louis!-
-Stronzo!- glielo urlo con tutto il fiato che ho in corpo e cerco di liberarmi. -Sei uno stronzo di merda, Styles. Doppio giochista del cazzo!- mi agito infuriato, incazzato nero, talmente tanto che gli mordo le dita pur di costringerlo nel lasciarmi andare.
-Ahia!- grida, mollando la presa su di me, ma non per così tanto: in un secondo mi ritrovo sottosopra, a guardargli la schiena mentre ci porta fuori dal suo ufficio.
Cazzone!
-Harry, non provarci!- lo avverto, -Mollami subito, non vado da nessuna parte con te! Mettimi giù o ti assicuro che stavolta ti uccido! Harry!- a nulla valgono le mie urla di protesta, infatti non ci mette molto a rinchiuderci nell'ascensore e a schiacciarmi contro uno degli angoli pur di tenermi fermo.
-Stavolta sei morto, Styles.- gli sibilo sulle labbra, digrignando i denti e detestandolo con ogni fibra del mio corpo. -Ti faccio causa, mi hai capito? Ti faccio sbattere dentro e neanche Bailey riuscirà a salvarti. Costringerò il giudice a darti almeno dieci, anzi no, quindici anni di galera. Ti farò marcire in carcere, bastardo!-
Deve morire.
Lui m'ignora, continuando a fissarmi in viso e mi trascina per tutta l'entrata principale verso le porte d'uscita. I suoi dipendenti ci fissano, in un miscuglio tra paura e curiosità, eppure nessuno di loro ha il coraggio di dire nulla. Tranne Bailey, la quale si fa avanti dopo essersi alzata da un divanetto bianco: -Mr. Styles, aspetti...-
-Non adesso, Miss Porters.- la liquida, senza smettere di camminare con me di nuovo piegato sulla sua spalla.
Alzo la testa, guardandomi in giro. Jasper è sparito. Chissà quali strani ordini avrà dato per lui.
Ci viene aperta la porta e finiamo sotto la pioggia dirompente.
Porco cane!
In meno di cinque secondi, sono bagnato fradicio ovunque. Ma non poteva almeno mettermi giù e usare un ombrello?! Non faccio in tempo a lamentarmi che vengo catapultato dentro un auto e la riconosco subito: la limousine Limo Bob.
La portiera si chiude e vedo Mr. Bastardo andare a sedersi più avanti. Batto con forza i palmi sul finestrino. -Harry!- lo richiamo, ma nulla, non mi sente. O non vuole sentirmi.
Ringhio di frustrazione. Gli preparo già da subito una tomba dopo questa!
Tento in ogni modo di uscire, però mi accorgo che è troppo tardi, dato che siamo già partiti per non so quale posto del cazzo. I minuti passano ed io ne approfitto per asciugarmi come meglio posso. Ci sono degli asciugamani sotto il televisore e li uso dappertutto. Se devo essere sincero, mi vendico un pochino quando gli strizzo la giacca infradiciata sul pavimento della macchina.
Ci fermiamo dopo molto tempo ed è Harry stesso a mostrarmi la sua faccia e a tirarmi fuori dalla limousine. Altra pioggia, altro freddo, stessa casa nella periferia. La stessa dove ci siamo parlati per l'ultima volta cinque giorni fa. Mi prende per il polso e, nonostante i miei ripetuti pugni, mi porta fin dentro la sua abitazione. Di nuovo il suo placcaggio in ascensore, di nuovo la conoscenza con la sua spalla e di nuovo questo appartamento che mi rende seriamente triste anche alla sola vista.
Chiude a chiave e sono tentato nell'usare qualsiasi cosa io trovi come arma. Alza le mani, innocentemente, e cammina con tranquillità verso di me. Mi sale un tale nervoso al solo guardarlo...
Certo, fa' come se non fosse successo niente negli ultimi minuti.
-Perché non me l'hai detto? Eh?!- è la prima cosa che mi viene in mente da dirgli, le parolacce verranno dopo. -Sei sposato!-
-Louis, ti scongiuro, lascia che ti spieghi.- scuote la testa e nella sua voce sento bene sia l'ansia che un principio di stress.
-Da quanto, cazzo? Da quanto ti fotti il tuo manager? Da quanto tempo dovresti portare un merdoso anello al dito?!- gli salto letteralmente alla gola, spingendolo, colpendolo, scaricando su di lui tutta la rabbia che mi ha messo addosso, che mi ha inforcato nel cuore con una violenza terribile, e non fa la minima piega neanche quando lo faccio sanguinare al naso con un cazzotto.
Giuro che gli spacco il culo.
Sputa sul pavimento un po' del suo sangue e mi respinge con forza, senza però farmi cadere. -Calmati, Gesù Cristo! Lo so, sono stato un coglione, ma ti assicuro che non volevo ferirti.-
-Se non volevi ferirmi, non mi nascondevi il fatto che fossi felicemente sposato!-
-Sta' zitto, tu non sai un cazzo, Louis!- alza un dito d'avvertimento e mi provoca un brivido di terrore col sangue a colargli sia da una narice che dal labbro.
Ovvio che non so un cazzo, tu non mi dici mai niente...
-L'unico a dover avere le palle infuocate dovrei essere io: sono il tuo amante segreto e non ne sapevo nulla!- gli vado addosso con tutto me stesso, distrutto al cento e per cento, il senso di distruzione a dominarmi. -Ti rendi conto che ti ho praticamente aiutato nel tradirlo? Non solo io, tutti i ragazzi che ti sei fottuto alle sue spalle! Mi hai reso un clown, una presa in giro vivente adesso più che mai e questa è una delle cose peggiori che si possono fare ad una persona. Perciò ora tu ti siedi e rispondi ad ogni mia domanda, chiaro?! Perché me lo devi, Styles!- la mia voce sembra quella di un demonio, talmente mi è diventata potente a causa delle urla. Gli sto così appiccicato e vicino solo perché so che l'alternativa del mio corpo sarebbe quella di colpirlo di nuovo, più forte e ripetutamente.
Harry respira con l'affanno, proprio come me, e leggo nei suoi occhi un commento pesante già bello che pronto, però si limita nell'obbedirmi: va verso la cucina e sposta una sedia, accomodandosi e incrociando le braccia, lo sguardo fisso sul tavolo.
Io respiro profondamente, le gambe tremano e le mani si chiudono costantemente, vogliose di lasciargli un altro segno addosso. Poggio una mano sul tavolo e mi piego di poco in avanti, verso di lui. Fisso con timore il pavimento.
Non mentirmi, per favore.
-Da quanto tempo sei sposato?-
-Due anni. Saranno tre ad agosto.-
Serro gli occhi. Fa un male cane, cavolo. -Chi altro lo sa?-
-Nessuno, nemmeno la mia famiglia. Gemma mi ucciderebbe per non averla invitata alle nozze. Forse Bailey, è una ragazza curiosa e furba, si sarà senz' altro insospettita nel corso degli anni. Per il resto, tu sei l'unico.- alza le spalle e vedo di poco che mi sta guardando, ma io resto con la vista per terra.
Mando giù un boccone amaro. È più difficile di quel che pensavo. -Come vi siete conosciuti?-
-Liceo.-
Un pugno allo stomaco, ve l'assicuro, ed ho voglia di buttare il mio cellulare nel cesso solo per dimenticarmi il suo numero e tutti i messaggi che ci siamo sempre scambiati.
Liceo, eh? Come me e Rose.
-Lo ami?- alzo la testa e gli occhi in alto, leccandomi le labbra per avere almeno un po' di liquidi in bocca. Eccola... la fatidica domanda. Quella che temevo di più. Il quesito che mi lascia con più dolore in assoluto.
Un dolore che si espande alla sua risposta: silenzio. Il silenzio totale. Nessun cenno con la testa, neanche una mezza frase, nulla. Il vuoto, che riempie il mio cuore.
È lì, seduto, fermo, immobile. Inumano.
No... no...
Mi sembra di star morendo.
Lo ama.
Ma poi, che diavolo dovevo aspettarmi? Se l'ha sposato è ovvio che lo ama. Grugnisco. Sono un vero idiota.
Uno stupido.
-Non chiamarmi mai più. Non cercarmi, cancella il mio numero, è un ordine. E ora... scusami.- scuoto il capo e vado verso la porta. Non ho più voglia di lottare, di parlargli, di litigare... di fare qualsiasi cosa. Ho smesso di cercarlo, di lasciarmi cadere nelle tenebre da lui. Io gli ho raccontato del mio passato, di chi ero, di Grace e lui non ha avuto le palle di fare l'uomo e di parlarmi di Jasper. Semplicemente, è stato tutto inutile. È finita.
Mi arrendo.
Si alza talmente velocemente da far ribaltare la sedia. -Non andartene!- mi prega, spaventato. Si avvicina di poco, ma poi ci ripensa e resta fermo. -Sono solo.- soffia fuori con un'aria e una voce talmente sconfitta da farmi pena, ma mi trattengo a stento nell' abbracciarlo.
Non ci casco una seconda volta.
-Sì... anche io.- annuisco, affranto, aprendo la porta e uscendo. Sia dall'appartamento che dalla sua vita.
Una volta che arrivo alla limousine, sono praticamente costretto a pregare Hearl pur di farmi riportare al grattacielo della Styles Lives & Co. dato che la mia auto si trova lì, però lui accetta solo dopo aver scambiato qualche messaggio, di certo con Mr. Bastardo. Mi chiudo dentro la Limo Bob e respiro con fatica.
Ci sono riuscito: l'ho lasciato.
Bene. Ora devo solo andare a prendere le mie robe da Rose, portarle a casa di Jordan, prepararmi per l'ultimo giorno di lezioni alla Queens...
Eh, già. L'ho lasciato.
Annuisco a me stesso. È veramente finita, stavolta. Io non ce l'ho più tra i piedi a confondermi e lui è sposato. Siamo pari. Tutti felici e contenti.
Sì. Perché è così che doveva essere... no?
Sì, sì, assolutamente sì. È tutto apposto. Va tutto bene.
Esatto. Bene. Va tutto bene.
Ora devo solamente trovare un modo per... uscire di casa... senza...
Wow... l'ho lasciato...
Stringo le mani tra loro, tremanti.
L'ho... l'ho lasciato davvero.
Stringo le labbra tra di loro, eppure riesce comunque a sfuggirmi un singhiozzo. Sussulto, il dolore al petto diventa più acuto e non vedo più nulla a causa delle lacrime.
Merda.
Mi dò del debole, ma scoppio a piangere lo stesso. Per Harry, per Rose, per la mia famiglia, per il mio futuro... per me.
È tutto finito.
Lui non ama me, ama lui. Ama Jasper. E gli ho permesso di prendermi per il culo per tutto il cazzo di tempo. Mi prendo la testa tra le mani, disperato.
È tutto finito veramente.
Quanto sarebbe stato disposto ad andare avanti? Per quanto avrebbe resistito prima di tornare di lui? Prima di ridermi spudoratamente in faccia?
Preferisco morire, senza mai saperlo.
È tutto finito... per sempre.
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